Alessandro Tassoni, L'Oceano, 1622

l mar profondo, ¶ grida lor furiando: «E chi concessa

Porto in una di lor securo stassi ¶ ch’entra

riguardanti ¶ più gradita da lor né più gioconda ¶ ch

ch’altri cogliesse i lor maturi frutti. ¶ Ma fra

suo colpire alcun di lor non fea; ¶ ma sentiva

mostravan fuore, ¶ baciandosi tra lor sì dolcemente ¶ ch’avrebbon

cupido amante. ¶ Una di lor, che sotto un verde

contesa, ¶ potesse uno di lor seguirla tanto ¶ che ne

sordi. ¶ «Soldati» ei dicea lor, «quest’isoletta ¶ non può

e fate a la lor fede oltraggio e scorno

si movean però dal lor soggiorno, ¶ follia stimando a

aguati, ¶ o del periglio lor sospetta in parte, ¶ gli

vale, ¶ s’allontana da lor spiegando l’ale; ¶ tal

gìan piangendo e di lor vita in forse, ¶ quando

algente, ¶ ne le caverne lor frigide e vòte ¶ legaro

e arene. ¶ Fuvi di lor chi per desio d

spaventosi. ¶ Né le sembianze lor del tutto vane ¶ erano

più tardi giugnevi in lor soccorso, ¶ di nostra vita

con affetto ¶ paterno di lor mal seco si suole

ascolta con diletto ¶ i lor vaneggiamenti e le lor

lor vaneggiamenti e le lor fole; ¶ e l’isola