Grazia Deledda, Leggende sarde, 1894

in siti impenetrabili i loro tesori - denaro, gioielli e

diavolo soffiava sulle anime loro, suscitandovi pensieri di odio

infernale, volendo dannare le loro anime, aveva preso stanza

tremavano di paura nel loro letto, e dicevano il

a casa tranquilli dicendo loro: "Non temete, è il

Genovesi fortificarono tutti i loro possedimenti al nord dell

Doria tenevano nascosti i loro immensi tesori, e dove

nelle ore inerti della loro battagliera esistenza, e dove

spadroneggiavano non solo sulle loro proprietà e sui loro

loro proprietà e sui loro sottoposti, ma in tutte

un freno alle angherie loro. Ma a Roma si

papa e segnasse la loro rovina. L'occasione li

dei Giudici, fu concesso loro né ascolto né pietà

andarsene essi scagliarono le loro più formidabili scomuniche su

del villaggio e sui loro discendenti. Infatti, d'allora

funeste, si dilaniarono tra loro, massacrandosi e sperdendosi a

ordine. Spossessati questi dei loro beni dal Governo, si

stavano ragionando tranquillamente fra loro di cose di campagna

a prender parte alla loro cena. Le donne accettarono

parvero combinare qualcosa fra loro, con uno strano linguaggio

potente e strapotente intimò loro di lasciar l'uso

lasciar l'uso dei loro talismani, pena la scomunica

tutti, tranne che ai loro possessori; quindi essi non

della torre. ¶ Perciò il loro processo fu presto sbrigato

magistrati presenti di accordar loro una grazia per uno

porsi in salvo coi loro talismani. ¶ Monte Bardia ¶ Questa

ciò e spinti dalla loro profonda fede religiosa, un

della guardia abbandonarono i loro spalti naturali e scesero

primi sardi, con le loro donne piccole e brune

selvatiche? ¶ Forse i padri loro erano venuti anch'essi

sue donne e disse loro: ¶ "Ahimè, succede ciò che

salvarvi, e, dopo la loro partenza, ci riuniremo". ¶ Le

e banchettarono. Alcuni di loro volevano legare e bastonare