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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «loro»

nautoretestoannoconcordanza
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1886
mio libro, o tra loro, o contro la comune
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morte; — ma l’immagine loro è rimasta in me
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e si unì a loro. ¶ — Che freddo! — disse ella
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e convenzionale, fioriva sulle loro labbra. Quelle già arrivate
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mancavano di simpatia fra loro: l’una disprezzava l
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quasi serena. Cominciavano la loro giornata di lavoro, senza
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sottovoce già parlavano dei loro amori, più o meno
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ritornate, tutte umiliate ai loro posti, la guardavano per
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pensavano, non riprendevano le loro occupazioni, come intorpidite. Solo
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sui tavolini, con la loro ruota dove si svolgeva
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impiegati si seccavano nei loro uffici solitari, senza lavoro
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senza lavoro, e veniva loro la voglia di chiacchierare
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tanta distanza, lusingava la loro fantasia. Questo accadeva chetamente
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una pietà profonda di loro, di sè medesima. ¶ Maria
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di madama Angot. Beati loro che si divertono! Alle
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riprendendo il filo del loro discorso o dei loro
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loro discorso o dei loro pensieri. Il corrispondente di
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d’ora rappresentasse la loro salvazione. Ogni volta che
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tempo a litigare fra loro; la perizia di Peppina
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eccitamento avevano sviluppato in loro qualità nuovissime. Si soccorrevano
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compagne, da amiche, dava loro del tu, di che
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fanciulle si guardarono fra loro, crollando il capo: a
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amiche, facendo appello alla loro affezione per aver pietà
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quei bimbi, che nella loro infanzia potevano già avere
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mentre tutte riprendevano il loro posto e il loro
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loro posto e il loro lavoro. ¶ — Probabilmente perchè se
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sedici anni, noi facciamo loro la concorrenza. Troppo vecchie
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secca, i ricordi sono loro fastidiosi, la felicità degli
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felicità degli altri è loro indifferente, sono egoiste, sono
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di pena, urtate nei loro buoni sentimenti, urtate nel
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nostre ci amano, a loro modo: non sta in
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i giovanotti dicevano alle loro cene e quello che
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femminucce che aspettavano dalle loro mani di che vestirsi
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vivacemente affettuosa, aveva detto loro che la carità non
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padre, fratello, ma a loro modo, negli intervalli di
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di libertà che concedevano loro le passioni dominanti; e
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a bassa voce fra loro: e il segreto di
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Giovannella; e certo nei loro colloqui solitari, esse piangevano
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esse piangevano insieme la loro gioventù sfiorata. La loro
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loro gioventù sfiorata. La loro presenza diede un’intonazione
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Ma perchè non mandate loro dei quattrini, molti quattrini
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erano in giro anche loro. Giulio subiva il fascino
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e parlavano poco fra loro; egli non le diceva
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tutte ridenti, portavano le loro amiche al buffet: poi
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gelatina dolce; insieme con loro Anna Doria si sfogava
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gli ufficiali che davano loro il braccio, pei bei
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sentimentali delle signore, nascondendo loro i fastidi, le volgarità
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tavolino, giuocando, smorti nella loro passione. ¶ Tecla e Chiarina
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Brancaccio si appressò a loro, sorrise a donna Maria
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nulla imbarazzati, abituati dalla loro posizione a sorridere in
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mostrava alle signore, dicendo loro di provarne il peso
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e giù, chiuse nei loro paltoncini oscuri, con la
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Aragona erano entrate, anche loro: Giulia scortata sempre dal
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fidanzati portavano dapertutto il loro amore, tenendosi a braccetto
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ritrovavano un’eco nelle loro case, nelle conversazioni. ¶ — Ma
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sulle guancie a dar loro una vivacità fittizia. Gli
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da Napoli, per le loro nozze, essi si potevano
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avendo con ognuna di loro una tenerezza, una promessa
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si mise a parlar loro quietamente, come una vecchia
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moschetteria al ritorno, nella loro villa-castello, fuori città
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quell’ora mistica, ai loro sentimenti, afferrando avidamente quell
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farsi monache, ambedue, veniva loro, avrebbero voluto diventare due
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rito, dando sfogo ai loro dolori nella contemplazione della
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Avevano il numero sessantadue, loro; erano le dieci, giammai
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un po’ selvaggie nella loro simpatia, specialmente Riccarda, che
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alla Villa e accadeva loro, talvolta, di giungere troppo
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calcolando di aggrapparsi a loro per farsi condurre in
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biglietto, come dimentiche del loro scopo: tanto che Riccarda
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famose, nello stabilimento, pel loro appetito. Diceva loro il
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pel loro appetito. Diceva loro il signor Canavacciuolo, napoletano
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a cui nessuna di loro resiste, la più brutta
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guardandosi intorno, parlando fra loro, come se il resto
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inventavano delle belle sul loro conto. Già, con le
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conto. Già, con le loro pretese, diceva Enrichetta Caputo
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il padre spendeva per loro tutto quello che aveva
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grande silenzio, con la loro grande aria di fanciulle
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fanciulle superiori: dietro di loro un nuovo mormorio sorse
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sempre applaudite per la loro grazietta giovanile, avevano tutte
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riuscivano. Giusto, era con loro Matilde Cipullo, maritata Tuttavilla
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signorine che finivano le loro toilette, dopo il bagno
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ripassate tutte felici del loro bagno, coi bei capelli
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spalle, prendendo tutti i loro comodi, facendo arrabbiare tutte
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quell’ora, litigando fra loro, strillando, tutte scalmanate, arrivarono
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dopo essersi insultate fra loro, tutte cinque andarono a
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un’anima vibrante alla loro vibrazione di sentimento; pel
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accompagnatori vanno chiacchierando fra loro, sorvegliando abbastanza, non molto
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fresche che inalberano il loro primo vestito di seta
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di armoniosamente giovanile nel loro andare: e la poesia
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gas, tutte pompose nei loro vestiti di percallo lavato
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ci fossero. Una di loro, intanto, Concettella, voltandosi verso
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furiose, nessuno offriva mai loro un bicchiere d’acqua
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parte dove rimaneva il loro cuore, le ragazze che
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far la pace con loro, le trovava troppo ineducate
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senza neppur parlare fra loro, senza scambiare una parola
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già scaltrite, parlando dei loro trionfi teatrali, facendo le
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cercavano di prolungare la loro serata amorosa, camminando piano
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camminare, raggiungendo subito il loro equipaggio: essa non stava
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gelosa, poichè, dietro di loro si udiva il ticchettìo
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rotonda, avevano ritrovata la loro amica, Gelsomina Santoro, la
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l’amica parlavano dei loro sogni teatrali, del Teatro
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scappatine notturne solleticavano la loro fantasia di attrici da
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che andavano via anche loro: ed essendo amiche fecero
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stata da ricominciare, la loro vita; con la esperienza
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il capo, ridacchiavano fra loro, mentre Matilde Tuttavilla si
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le sorelle combinassero i loro affari di cuore, sapendo
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ella traeva vantaggio dai loro matrimonii. Quando si alzarono
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prese, poichè nessuno pagava loro rinfreschi al caffè, di
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quattro sorelle litigavano fra loro, Carolina se ne andava
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le inaspriva, rendeva le loro conversazioni intime una guerra
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sedie delle ragazze, parlando loro sottovoce, mentre donna Candida
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le sue amiche, togliendo loro le mantelline e le
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il capo, presi dalla loro giovanile passione per la
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Galanti tanto carine coi loro vestiti nuovi di lana
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amavano o che piaceva loro: ella sentì tutta la
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scongiurandolo, perchè facesse far loro il cotillon: ma egli
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a Gennaro, che chiedeva loro un cuscino, uno specchietto
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avrebbero detto male di loro, andandosene: enumerava la sedia
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e sapevano fare i loro affari: non erano avari
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carnevale, si ballava, da loro; le tre sale erano
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eterogenei, accozzati stranamente fra loro, un divano rosso, una
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avevano condotto tutta la loro tribù di adoratori, finanche
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circolo come in casa loro, ridevano, chiacchieravano tutte soavità
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che passava accanto a loro un amico, un conoscente
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Gelsomina Santoro, che annodava loro il fazzoletto dietro la
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fosse l’urna della loro fortuna. ¶ — È vuota, è
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che si burlavano di loro? Non avevano visto che
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fatto apposta a portar loro gli scarti? Che modo
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quasi ella tremava al loro tremito; la società si
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visto abbastanza, invano offrivano loro, in due, con uno
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dimenticavano di litigare fra loro, oppresse da quell’immenso
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ripetuta continuamente intorno a loro: ¶ — La terza lava minaccia
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alle De Pasquale, al loro seguito, e le ragazze
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che voleva far cantare loro un coro buffo: ma
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seguitavano a chiacchierare fra loro, coi cappellini ancora sul
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erano più quiete, coi loro vestiti bigi bene asciutti
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vivono internamente, soffrendo nel loro cuore, senza coraggio per
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corso erano entrate nella loro classe, un camerone bianco
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bassa che era la loro classe. Dalle porte si
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po’ a litigare fra loro per riscaldarsi, mentre Judicone
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le sue alunne spiegando loro l’inutilità della pedagogia
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perchè erano sentimentali anche loro, perchè quella parola calda
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di eloquenza vinceva anche loro, esse levavano il capo
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lo ascoltavano, ridacchiando fra loro. Era un pretarello tutto
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convincessero, lo guardavano coi loro occhi furbi ed increduli
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ragazze si guardavano fra loro con certi sorrisi pieni
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si chiamavano sorelle, fra loro. Formavano il gruppo opposto
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una vergogna immensa della loro stupidaggine, della loro inettezza
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della loro stupidaggine, della loro inettezza. In fondo esse
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ma incapace di usar loro un cattivo trattamento; e
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ingrandisse, si elevasse sul loro capo, pareva che si
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fame, avevano riunite le loro forze finanziarie, riunendo quindici
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la bidella, a comprar loro otto soldi di pane
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cinica, cominciò a narrar loro una storiella piccante, che
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sapeva il carico delle loro lezioni, era di manica
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di scienze fisiche tra loro; le santarelle contavano di
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naso, entrarono con la loro aria glaciale e sdegnosa
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fare la carità della loro assistenza alle ragazze povere
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povere. Esse occupavano le loro lunghe giornate vuote a
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portandovi la superbia dei loro vestiti di seta, dei
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vestiti di seta, dei loro orecchini di brillanti: esse
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brillanti: esse applicavano la loro nullaggine a seccare alunne
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posto in evidenza dei loro vestiti, con certe squadrature
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quelle fanciulle che la loro triste condizione le obbligava
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quali si sacrificavano per loro, per loro che in
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sacrificavano per loro, per loro che in fondo erano
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di pietà nasceva nel loro animo: sicurezza che poco
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in viso sgomente: il loro piano innocente falliva, le
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piano innocente falliva, le loro previsioni erano disperse. Quasi
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per cui nessuna di loro aveva dormito alla notte
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Sottovoce, Isabella Diaz disse loro, mentre passavano: ¶ — Dio vi
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salire il rossore al loro volto, si sovrapponeva quella
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del bisogno che stringeva loro il cuore; ognuna pensava
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interesse era intorno a loro, furono subito circondate. Abbamonte
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o quattro, guardandosi fra loro, — questo Estrada ci ha
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pallore delle esaminande, il loro silenzio aumentava. Oramai, non
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e parlando sottovoce fra loro, mentre quella restava lì
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ella stessa, il dover loro insegnare la ginnastica, gesticolando
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moltissimo, contentandosi di insegnar loro a voce fiochissima, senza
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giornata, solo perchè la loro maestra li aveva pregati
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ella, non potendo parlar loro, perchè questo la stancava
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canzoncine che ella aveva loro insegnato con la sua
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punizione delle bambine: metter loro sul capo lo strofinaccio
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scarpe da lei, fa loro risparmiare qualche cosa e
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suo cognato, ha detto loro: vado un momento sul
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che avevano lasciato le loro case, in quella sera
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Giorgio Lamarra — nessuno di loro aveva uno sguardo per
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di Caserta, venute nel loro equipaggio scortate dal padre
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e crescente, quella grossezza loro era così soffocante e
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di Recale, e il loro balcone brillava nobilmente di
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era la realtà de’ loro sogni. Certo non vi
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si affacciarono, mostrando il loro volto arrabbiato di zitellone
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i quarant’anni della loro disponibilità, e infine si
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nessuno osava ricercarle: le loro pretensioni erano stravaganti, nella
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Tarcagnota, a malgrado dei loro quattrini, esse erano troppo
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Crocco facevano pompa della loro mostra di vecchie zitelle
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doveva essere, a parer loro, un sorriso d’ironia
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forse a una di loro sarebbe morto il fidanzato
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pieno di ambizione per loro. ¶ — Parlate sempre dei bimbi
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m’interessa, è il loro. ¶ — È vero — soggiunse Emma
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discorso, narravano ognuna il loro piccolo aneddoto di maternità
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portava sulle braccia il loro fratelluccio, Emma toccava ogni
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alla calza conservavano la loro bellezza, ma già i
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marito: sono stato con loro. ¶ — Domanderò: ho visto Luisa
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quanto accadeva intorno a loro, puzzo o profumo, canto