Enrico Panzacchi, Raffaello Sanzio da Urbino, 1893
concordanze di «lui»
n | autore | testo | anno | concordanza |
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1 | 1893 | così: “Qui giace Raffaello. Lui vivo, la grande madre | ||
2 | 1893 | temette di esser vinta; Lui morente o morto, temette | ||
3 | 1893 | una cronaca rozzamente da lui composta in terza rima | ||
4 | 1893 | arte, lo doveva a lui, Michelangelo; e questa affermazione | ||
5 | 1893 | Che cosa abbisognava a lui per prendere il campo | ||
6 | 1893 | circostanze d'avere per lui una signorile e schietta | ||
7 | 1893 | della fortuna furono per lui. ¶ Lo vedo bene, o | ||
8 | 1893 | per quanto fu da lui, cercò sempre di mostrarsene | ||
9 | 1893 | si schiude innanzi a lui. Nel 1504 egli arriva, o | ||
10 | 1893 | modo di rapire a lui il suo segreto. Vede | ||
11 | 1893 | quanto vivi fossero in lui i ricordi dei maestri | ||
12 | 1893 | pensa più che a lui. Però l'opera di | ||
13 | 1893 | fronte, si cimentasse con lui e si piegasse al | ||
14 | 1893 | educazioni artistiche già da lui maturate a Perugia, a | ||
15 | 1893 | le Loggie. Voltosi a lui d'improvviso gli chiese | ||
16 | 1893 | confessare che era stato lui! ¶ Ma il male non | ||
17 | 1893 | tutti sono intorno a lui ammirati e quasi genuflessi | ||
18 | 1893 | sente come allontanato da lui. ¶ Però ogni tanto, anche | ||
19 | 1893 | d'ira verso di lui, egli non ebbe mai |