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invenzioni verbali


Giuseppe Parini, Il giorno, 1801

concordanze di «lui»

nautoretestoannoconcordanza
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bel piè come a lui piace ¶ Guida e corregge
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labbri. ¶ All'apparir di lui l'Itale voci ¶ Tronche
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E la suora di lui vedeali poi ¶ Uniti ancor
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d'atroci emicranie a lui lo spirto ¶ Trafigger lungamente
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siede. ¶ Nembo dintorno a lui vola d'odori ¶ Che
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lo speglio patente a lui dinanzi ¶ Altero sembra di
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che securo sacerdote a lui ¶ Immolerai lui stesso, e
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sacerdote a lui ¶ Immolerai lui stesso, e pria d
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disdegnan sovente entrar con lui ¶ In festevoli motti allor
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mio eroe: e a lui non meno ¶ Pasci l
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i monti. ¶ Tu a lui credi ogni detto. E
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su l'arti a lui vassalle applausi ¶ E non
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precordj, violenta ¶ Convulsione a lui deforme il volto, ¶ E
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altrui fida consorte a lui sì cara. ¶ Tal del
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il buon vegliardo ¶ Di lui narrar quel che da
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suo guardo gentil: noia lui prese ¶ Di sì vieti
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cruccia. ¶ Nulla però di lui cura te prenda ¶ Oggi
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al freddo sposo, ¶ Di lui non già ma de
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dei clivi odorosi a lui blandisce ¶ Le vaghe membra
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de' muscoli gentile. ¶ A lui giran dintorno i vezzi
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insegne: ¶ Dritto sacro a lui sol, ch'altri giammai
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A lo spirto di lui l'alma natura ¶ Fu
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unguenti ¶ Tutto arrischia per lui. Quanto di novo ¶ E
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gallico ed anglo ¶ A lui primo concede. Oh lui
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lui primo concede. Oh lui beato ¶ Che primo ancor
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I grandi eguali a lui lacera e mangia; ¶ Ed
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no; più grave a lui più preziosa ¶ Cura lo
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Chi più acuto di lui penètra e intende ¶ La
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la sua condanna. A lui non valse ¶ Merito quadrilustre
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valse ¶ Merito quadrilustre: a lui non valse ¶ Zelo d
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titolo suona ¶ Dinanzi a lui. Qual più tra noi
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la mensa. ¶ Tu a lui ti volgi, seco lui
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lui ti volgi, seco lui ragiona, ¶ Suo linguaggio ne
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Pindo: e guai a lui se quindi ¶ Le dee
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Fora dato sperare. A lui tu dunque ¶ Non disdegna
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Tu' amabil voce; a lui tu canta i versi
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D'ali fornisce. A lui si prostra umìle; ¶ E
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cent'occhi, e a lui rapisti ¶ La guardata giovenca
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amante infelice; e a lui concedi ¶ Se non gli
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Il divin simulacro, a lui s'inchina, ¶ Con la
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i mariti assordisce. A lui diresti ¶ Che l'ali
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Conte; e come a lui di baci ¶ Le gote
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il madido fronte a lui tergendo, ¶ E le aurette
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Siede al fianco di lui lieta non meno ¶ L
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intraprese. Ah chi di lui ¶ Può sedendo trovar più
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carpentieri e fabbri ¶ A lui son noti: e per
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Gran nipoti Romani a lui sovente ¶ Ne commetton la
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fin che sorga, ¶ Auspice lui, la fortunata mole. ¶ Poi
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separar lo stame. ¶ A lui turgide ancora ambe le
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Alto al genio di lui plaude il ventaglio ¶ De