Carlo Bernari, Speranzella, 1949

vediamo.» ¶ «Buona notte don Lui e buona guardia.» ¶ Passa

Salute a voi don Lui.» ¶ «Che si dice? Avete

Avete dormito stanotte?» ¶ «Don Lui non mi sfottete.» ¶ «E

di Mastrovincenzo; che, per lui, cafone, è maestro di

là, brutta bestia.» ¶ «Don Lui, ma quando lo gettate

per distruggerla, mentre a lui continuerà a dolere. ¶ «Acqua

avuta e buonanotte.» ¶ «Don Lui, io la gamba non

tappeti.» ¶ «Buon sonno don Lui.» ¶ «Buona giornata a voi

orgogliosa di servirlo, perché lui era un signore anche

un’esistenza agiata, e lui entra pallido come tutti

si fa complice mentre lui sorbisce il caffè, e

ed era vivo quando lui riuscì a fuggire…» ¶ «E

o è morto.» ¶ «A lui naturalmente il professore ha

Me le ha dette lui, che c’è di

Nulla di “diabolico” in lui se si esclude la

generaloni più alti di lui. ¶ Divenne imperatore e dimenticò

soldato Lonegro non dimenticò lui né la sua Casa

al Principino; e quando lui spiegava i suoi perché

Quartieri che andavano da lui a consultarsi nei mesi

cosa si volesse da lui. Ecco, si voleva che

Nostro Signore ed è lui che ha predisposto tutto

Nanninè. Dici no? Vedi, lui mi conosce da quando

Quartieri; che ci voleva? Lui era un figlio di

per la passeggiata. Quando lui stava malato, per fargli

troppo compromesso nei vicoli, lui; per anni aveva illuso

ventinove anni io e lui ne ha quasi cinquanta

saperne di sposarlo. Embè, lui mi ha tirato in

fare quello che vuole lui. È inutile resistere. Voi

E anche in epurazione lui è bravissimo… Sai quanti

di un consiglio… E lui non ne sbaglia uno

che l’aveva a lui indirizzata non aveva potuto

di vico Berio. Quando lui chiude chiudo anch’io

fissa; e voi fissate lui imperterrita. Ora, se lui

lui imperterrita. Ora, se lui è più forte di

siete più forte di lui, lo vedrete chiudere gli

Don Luigi beato a lui forse dorme ancora.» ¶ «Ancora

il naso adunco; riconosce lui dalla forma delle parole

faceva un gesto a lui noto con gli indici

e dove lo trova lui al suo paese un

Nannina si avvicinò a lui cauta, in ginocchio, e

inglese, già, dev’esser lui; e apri gli ocelli

e frenò brusco. Anche lui sembrava scontento, ma di

contro la gamba di lui, e, premendo la fronte

scritto, questo, proprio a lui. Ora» aggiunse dandosi importanza

sua, l’ha fatta lui colle sue mani, hai

che uno parla e lui ti affoga nell’oro

gioco che adesso vuole lui principe e lei serva

quell’indifferenza affliggesse anche lui, che teneva tanto far

quando guardava una bambina, lui era sempre tentato di

ma si fermò anche lui deluso davanti al silenzio

piede, sotterrato, pace a lui, alle Cliniche. ¶ E la

e rise appresso a lui Mastro Vincenzo. ¶ «Paga?» ¶ «Paga

vecchio si era anche lui svegliato. ¶ «Michè.» ¶ «Mastro vincè

addosso a me. È lui, è lui. E mammà

me. È lui, è lui. E mammà subito: tu

se lo avesse spinto lui, con il suo parlare

altronde poco chiari a lui stesso. Giacché quel che

giacca piovuta addosso a lui da chissà quali spalle

al fratello qualcosa che lui non doveva sentire. Sedeva

un tipo che a lui non piaceva. Pascalotto si

fratello e che a lui “non piaceva”. Michele lo

ogni costo. Ma di lui già si parlava nei

comincia a voltarsi anche lui, “prova ne sia che

si faccia viva con lui, senza aspettare proprio il

un indirizzo chiaro solo lui”. ¶ «E la principale?» aveva

di lato; perché dove lui arrivava, sempre disposto a

da un basso, mentre lui era avviato verso la

giorno là, che sa lui, mi deve tenere pronto

uno schiaffo bello solo lui», disse Nannina, e uscì

risa gli sforzi che lui faceva per tenersi stretta

non ne sa niente lui» Perché non l’ha

Cielo? E le permette, lui, queste cose? ¶ In fondo

per caso, ed anche lui cantava. ¶ «Michè!» gridò allora

uomo. Era sconcertato anche lui, forse dal ricordo di

aveva impiegato per raggiungere lui e colpirlo in viso

sifilitiche. Non voleva responsabilità, lui; lo dicevano chiaramente i

ordinato il dottore aiutandola lui stesso nella faticosa operazione

perché, dal momento che lui non teneva né per

affrettava ad approvare, perché lui, infermiere, doveva capirle… ¶ Ma

che avrebbe dormito tra lui e la moglie. ¶ Fra

via. Il letto di lui non si tocca. E

casa…». ¶ «Chi?» ¶ «Ciccillo! E lui che ha preso tutte

non c’era stato, lui); ma non rideva chi

in giro dicendo che lui aveva capito il suo

addirittura, voleva i comunisti, lui, contro la madre; peccato

di aver tradito anche lui, non la monarchia, che

assai gli importava a lui – col re o senza

quel letto di sudore. ¶ Lui stesso l’aveva accompagnata

la madre cercava da lui e spalancò le porte

ma non piangeva, a lui era fisso lo sguardo

d’affanno disse: ¶ «Michele, lui… mi piange… dentr’al

è nessuno, e viene lui stesso ad aprirti la

e si aspetta da lui il miracolo per farlo

mandato a dire che lui sa quello che deve

viaggio, chiaro, bello solo lui. Il cavaliere, le male

mandato a dire? Che lui sa quello che deve

insiste Ciccillo. ¶ «Lo so, lui mi fa sempre un

Nanninella.» ¶ «E Nanninella a lui che gli aveva mandato

pare. Ha detto: che lui sapeva quello che doveva

coltello a jappagano, così. Lui te li afferra a

perplesso, gonfio di sonno, lui pende verso il sì

bisogna tener conto, dice lui, della sifilite e della

ancora lo debbono trovare.» ¶ «Lui o lei?» ¶ «Lei.» ¶ Come

se fosse davvero importante lui o lei, ridotto dalla

verso la fronte; e lui avrebbe proprio bisogno di

in cerchio attorno a lui son più feroci perché

di salvare Papà. Ma lui ode: vedi che è

quel che rimane di lui. ¶ Martedì mattina Mastrovincenzo riceve

papà a dirgli che lui deve scusare sia a

questa lettera – io a lui non voglio scrivergli per