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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Cristina, 1908

concordanze di «lui»

nautoretestoannoconcordanza
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Oh Ciccina, Ciccinella — gridò lui, dandole della testa nel
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fuma venticinque al giorno, lui, di sigarette, perchè è
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fumare! Se è vizioso lui, non deve far diventare
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non ti fermerai con lui, hai capito? ¶ — Oh Ciccina
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sua finestra, pronto anche lui per uscire, col cappello
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passò rapidamente innanzi a lui, senza guardarlo, rabbuiata nel
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rabbuiata nel viso: ma lui, ostinato, la seguì sino
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adesso... ¶ — Io vorrei che lui mi lasciasse stare, ecco
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avere una persona come lui alle costole! ¶ Malgrado l
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gli aveva obiettato che lui, Peppino Fiorillo, non aveva
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di giogo; del resto, lui, Peppino Fiorillo, disprezzava altamente
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se ne andava anche lui. Ma lo studente le
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la spalliera. Pregava anche lui quella sera, e Cristina
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solo. ¶ — È naturale — disse lui. ¶ Il giorno seguente le
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credeva, all'amore di lui; tutte parole tutte chiacchiere
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non udì parlare di lui. Dunque si era convinto
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rivoltella era accanto a lui: egli era bianco bianco
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gradi e mezzo — riprese lui, come parlasse a se
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lenzuolo. Si chinò su lui: nello sguardo vi era
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respirare lieve lieve, come lui, sentendosi la bocca riarsa
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la bocca riarsa, come lui. ¶ — Morirò, come lui — pensava
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come lui. ¶ — Morirò, come lui — pensava. ¶ Per quattro ore
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sentiva fatta cosa di lui, gli apparteneva, non poteva
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invincibilmente all'uomo. Eppure lui, vinto dalle altre passioni
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rivolgimento s'operò in lui e nelle nuvole bigie
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lo credette impazzito. Come lui più s'innamorava, lei
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innamorava, lei amava meno. Lui saliva alla passione, lei
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E un giorno, quando lui aveva messo in questa
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che inceppa il viaggio. Lui non le chiedeva niente
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gli volle dar tutto. Lui avrebbe voluto l'amore
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che un dolore infinito, lui l'abbandonò togliendole ogni
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testa, se non quando lui se ne andava, per
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il cuscino del divano: lui la lasciò fare, infastidito
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ancora. ¶ — Che leggete? — chiese lui, lasciando cadere la domanda
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non è vero — gridò lui, rabbiosamente. — Non permetto a
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egoismo vanitoso. ¶ — Sentite — disse lui, pacatamente, dopo un poco
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narratore, sembrava che in lui tutto tacesse dalla coscienza
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fronte di liscio granito. Lui narrò a lungo, a
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trascorreva la notte e lui narrava sempre e lei
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l'alba bigia spuntava: lui si levò e prese
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Il giorno seguente, quando lui giunse, Teresa trovò la
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di più e meglio: lui era più glaciale, più
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diventava impaziente e come lui taceva, quasi aspettando, lei
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su quella di Guido. Lui la tratteneva nella sua
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vedere il ritrattino di lui. ¶ — Era bello, ma doveva
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vago e senza contorni. Lui visse quei tre giorni
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convincesse e la consolasse. Lui stesso si abbandonava in
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ferocie. ¶ — Tu ami ancora lui — diceva talvolta Guido, insistendo
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sei una sciagurata! — inferociva lui. ¶ Gli è che si
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mai — diceva Teresa. ¶ — A lui tu hai dato le
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posso, non posso — faceva lui disperato. ¶ Riapparivano, riapparivano le
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io ti odio, vattene. ¶ Lui la odiava, nell'intensità