Pietro Aretino, Angelica, 1535

strinse, ¶ né avendo di lui piú caro pegno ¶ li

non avia ¶ cura di lui, restava in tal follia

have; ¶ et egli a lui: - Il giovan grazioso ¶ che

che ciascuno in ver' lui gli occhi rivolga. ¶ S

il mio animo a lui e a me il

sen viene in ver lui e Amor infido ¶ chiama

signore. ¶ Ma lascio or lui, che mi convien seguire

senza morire. ¶ 60 ¶ Ritorno a lui, che ciò che udí

diè la donna, a lui sol pia, ¶ e la

e colei, ¶ che in lui la luce ha sempre

di gente molta da lui sol distrutta; ¶ qui facea

Ella parla e in lui tien le luci sole

Quegli occhi affige in lui, quegli occhi dove ¶ il

occhi entrò come a lui parve. ¶ Ogni cura che

sole, ¶ e tanto amava lui quanto che il rio

da la sorte, ¶ di lui m'accesi e non

io men venni a lui pronta e sicura ¶ per

scemasse dramma. ¶ 32 ¶ Come a lui giunsi e ch'ei

ruine, ¶ e, gravida di lui, mio corpo afflitto ¶ de

quel tosto ch'a lui m'app[r]esi

sospeso il colpo, ¶ che lui e Amor del duol

foco, ¶ et io a lui: " Sgombra da gli occhi

amorosa ¶ dissi, volgendo a lui l'anima e 'l

mal grado, uscí da lui il consiglio ¶ ch'uccise

cosí fera morte ¶ circondan lui e fa le ciglia

dovea io ¶ patir per lui perché 'l suo cor

l'error piú di lui pagare il fio; ¶ e