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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «lui»

nautoretestoannoconcordanza
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più le cose da lui son desiate. ¶ Perciò cercò
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e più maiuscolo ¶ in lui ritrova che lo scettro
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arrecò Tommaso; ¶ e seco lui, scendendo in riva al
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suo stato a interrogar lui stesso ¶ e se Sberlef
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grand’oste intorno a lui ¶ per la pianura spaziosa
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Impero, e innanzi a lui ¶ tutta l’Asia depose
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più a parlar di lui non m’intrattengo, ¶ che
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contenta fu, che in lui virtù ritrova, ¶ e seppe
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Piancarpin parlare, ¶ perciò su lui fermiamoci un pochetto ¶ per
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ch’ei più di lui ¶ non era in tai
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nuovo non dobbiam di lui parlare. ¶ Or di Tommaso
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duce mogol, che in lui rinvenne ¶ valor guerriero e
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a qual segno di lui fosse contento ¶ mostrollo in
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figura, ¶ nessun mostrar per lui riguardo o cura. ¶ Così
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tutta tien fissa in lui l’attenzione ¶ l’ampia
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le liste ¶ ancor da lui né lette mai né
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Allor s’incurva a lui la turba tutta: ¶ non
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aggrada e giova a lui governa e regge. ¶ Quei
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nome ¶ sol ricever da lui debbon la legge; ¶ gli
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esponi». E quegli a lui rispose: ¶ «Poiché fondò l
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più si stringe a lui, poi dice: «Io voglio
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ve’ che Catuna a lui sorride e ch’ei
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gli affar come a lui piace. ¶ Ve’ quei che
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alcun, né alcun di lui. ¶ Gli dee Catuna in
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inimico in faccia a lui ¶ fuggì vigliacco ognor, non
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e tante miro in lui ¶ gemme che appena ei
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e pronte ¶ fissano in lui gli spettator le ciglia
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massime sconcerta. ¶ Sotto di lui tutto ognor piega e
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egli ha deciso, ¶ a lui le più malvage opere
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pena; e se a lui torni il conto, ¶ la
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malvagio, e incontro a lui ¶ m’udirai scagliar tosto
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Pur, se talento in lui fassi palese, ¶ acciò perfetto
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se bastarda è di lui, serva o bagascia? ¶ E
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se debitor tregua da lui non hai, ¶ se creditor
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e cura ebbe di lui fin dalla cuna. ¶ Catuna
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cose ¶ tutte pareano a lui meravigliose. ¶ Finito intanto a
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Vanne: ti cedo a lui». ¶ E per memoria gli
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poi: «Pria che con lui m’abbocchi, ¶ ritiratevi seco
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fece poi cader sovra lui stesso ¶ e disse: «Io
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quanto divario ¶ fosse fra lui, per tutte le ragioni
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prime. ¶ Catuna fu di lui contenta a segno ¶ che
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caso ¶ tutto sembrava a lui sogno e deliro. ¶ «Son
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imbelle al par di lui: ¶ d’un acciar bellicoso
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intrichi occulti ¶ soffrir da lui dovea minacce e insulti
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udito mai parlar di lui ¶ tutti dicean: «Chi diavolo
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cure e intorno a lui ¶ le gemme in vaga
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come potette avvicinarsi a lui ¶ con detti tai nel
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sì brillante sorte a lui procura; ¶ e senza farne
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lontano, ¶ subitamente incontro a lui si mosse, ¶ chiamollo amico
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per l’avanti a lui badava, ¶ l’un coll
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affare, ¶ pur, se in lui fissi attentamente l’occhio
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che aborro e contro lui m’irrita ¶ e che
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lo guidi e seco lui combatta ¶ e motteggiandol non
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che, qualor Siveno a lui ne venga, ¶ senz’altro
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altro dì venne a lui di buon mattino ¶ Osmida
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sovr’altri oggetti a lui quesiti fece. ¶ E domandò
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fe’ gli occhi in lui fisse, ¶ lo riconobbe e
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l’infausta compagnia di lui ¶ o ch’io non
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in che potria ¶ a lui mostrar la gratitudin sua
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culto. ¶ Natura è a lui matrigna e destinollo ¶ d
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L’onnipossente sdegno a lui commette ¶ le grandi formidabili
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è, sol che a lui piaccia». ¶ E fin a
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nascose e fiducia in lui non ebbe ¶ e perché
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nol veggio? Avresti in lui...» ¶ «Perché» con amarissima ironia
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conforme; ¶ ciascun, come a lui piacque e com’ei
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venir lo vede, a lui si volse ¶ e menò
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pesantissime catene ¶ e contro lui tanti improperi e tante
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poservi, e sopra a lui di marcia intriso ¶ distesero
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perché alcun autor di lui non scrisse ¶ non ne
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frequente; ¶ ed ho da lui la prima volta uditi
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di dovermi dividere da lui. ¶ Anch’io tosto partii
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sono, ¶ da Turachina a lui mandate in dono; ¶ vari
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inchino alla chinese ¶ da lui partissi il cavalier cortese
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il Merto ¶ sotto di lui giacer nudo e negletto
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e pare ¶ che a lui Siven l’idea ne
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tutto accordi che da lui richiede ¶ il sacro dritto
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che possa accadere; ¶ e lui, che godea starsi a
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or: l’una per lui, ¶ l’altra da ripartir
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levossi e disse ¶ a lui parer natural cosa e
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calif Mostanser ambasciadore. ¶ Fra lui e Piancarpin zuffa s
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antica ¶ in paragon di lui fur tanti buoi, ¶ e
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e ghiribizzi; ¶ onde di lui raccontasi una serie ¶ di
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ch’era Azzodin di lui molto contento ¶ e che
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e in scandagliarlo ¶ in lui scoperse non conforme idea
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un fanatismo! – ¶ i di lui vizi alle virtudi altrui
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vizi alle virtudi altrui: ¶ lui di virtù modello e
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del saper credea sol lui. ¶ Facea d’ogni suo
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l’altro assai di lui più forte – ¶ gli è
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instrutto al par di lui nessun si vide ¶ cavalier
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universal dissolutezza, ¶ come appo lui risieda e si ricoveri
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plausi ed elogi a lui profonda ¶ il mondo inter
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censura ¶ idee ravvisi in lui frivole e vane, ¶ pur
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insinuarsi nel favor di lui, ¶ e tutta a quel
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concorra ¶ secondando il di lui zelo apostolico ¶ e ovunque
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già meco». E a lui fe’ note ¶ le sue
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mai di vederla a lui non lice. ¶ «Grande inver
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anguinaglia; ¶ e guai per lui se d’un po
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volge e ’ncontro a lui si spinge ¶ ed un
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il vero al di lui sguardo. ¶ E ne’ viaggi
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simmetria delle robuste membra. ¶ Lui bramano le belle aver
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mogolle dignità primiere ¶ a lui non sol conciliò l
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Orenzebbe ¶ la presenza di lui la fama accrebbe. ¶ Da
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senza mostrar darla per lui; ¶ e la mogolla nobiltà
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folto, ¶ non altrove da lui veduta pria, ¶ giovin mirò
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ella amata era da lui; ¶ ed Imeneo l’amante
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s’ange, sospira e lui sovente ¶ chiama, che ascolto
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Toto colmò Tottila e lui ¶ per allettarli ad isposarsi
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con Orenzeb, che a lui rivolto ¶ disse: «A ragion
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compagnia, ¶ pensò contro di lui, lo scellerato, ¶ formarne accusa
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unicamente s’occupa di lui. ¶ Indi gli fa cortesemente
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espone ¶ e al di lui savio interrogar risponde ¶ e
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occasione ¶ nulla che a lui faccia piacer gli asconde
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piacer gli asconde. ¶ A lui colla più fine attenzione
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e stragi e morti. ¶ Lui cole il mondo inter
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ampiamente il Mogol per lui compensa; ¶ da lui il
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per lui compensa; ¶ da lui il guerrier e il
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e il cortigian, da lui ¶ il gabinetto e il
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il minister dipende; ¶ a lui lo scettro e il
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trono omaggio rende. ¶ Per lui la nobil gioventù le
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Pallade non cura; ¶ per lui plebeo garzon l’industria
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di Cerere trascura; ¶ per lui in Mogollia Apollo e
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deità rimansi oscura; ¶ da lui ciascun procura esser protetto
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procura esser protetto; ¶ per lui lo stesso Giove è
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Tommas’ebbe, ¶ perciò Catuna, lui presente ancora, ¶ colmò Tommaso
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ed i costumi a lui fa noti ¶ di quei
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odio sfogar che in lui s’annida, ¶ quando dall
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ricco botteghier, che a lui ¶ tutta fornita avea la
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Le dicea che da lui si riguardasse ¶ e il
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le asprezze che da lui sofferse; ¶ e incontratolo a
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trema. ¶ E buon per lui che in quel momento
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eccesso». ¶ Costernata Catuna a lui richiese: ¶ «Che fu? Che
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e la virtù di lui, ¶ che fra i Mogolli
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e nobili maniere in lui rinvenne. ¶ Farlo albergar sotto
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ritratto puoi farmi di lui, ¶ poiché la fama e
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quattro sorsi. ¶ Avanti a lui sparivan le vivande: ¶ più
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e per scuoter da lui la sonnolenza ¶ lo prendea
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Che a’ primi eroi ¶ lui né guerrier, né prence
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hanno i Mogolli, ¶ di lui tutta è la gloria
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de’ miei meriti da lui ¶ i primi onori e
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man baciarle è a lui permesso ¶ ella s’inchina
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andò che appresso a lui ¶ terminò il corso de
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parlò, nessun cercò di lui, ¶ e possessor tranquillo era
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e lo Stato in lui temere, ¶ o capo di
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tiensi occulta ¶ generalmente contro lui concetta: ¶ ognun lo ingiuria
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e non amor a lui procura. ¶ Molti inoltre vi
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né amici eran di lui, ¶ ond’egli finì in
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non ignota sembianza in lui ravviso, ¶ o ch’io
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Turfana ed essa a lui, ¶ guardarsi alquanto e risero
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per dirgli che a lui giunto era il comando
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memoria. ¶ Ed impetrò da lui permissione ¶ di cedere a
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Zelmira fu, che per lui grazia ottenne, ¶ e che
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triduo. ¶ La memoria di lui saria smarrita, ¶ ma in
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io ¶ dicessi che da lui le ho ricevute. ¶ Tacer
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conquista, e fu da lui condotto a Caracora, allora