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Luigi Pirandello, Diana e la Tuda, 1926

concordanze di «là»

nautoretestoannoconcordanza
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1926
Le streghe: 1. Giuditta, 2. Rosa. ¶ La Sarta. ¶ La Modista. ¶ La
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Giuditta, 2. Rosa. ¶ La Sarta. ¶ La Modista. ¶ La Giovane, che
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La Sarta. ¶ La Modista. ¶ La Giovane, che accompagna la
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La Giovane, che accompagna la Sarta. ¶ La Giovane, che
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che accompagna la Sarta. ¶ La Giovane, che accompagna la
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La Giovane, che accompagna la Modista. ¶ A Roma. Oggi
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piedi su uno zoccolo. La sua ombra per via
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1926
uno sgabello, aspettando che la "posa" di là abbia
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che la "posa" di abbia fine. ¶ Ha circa
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1926
di nero. ¶ Tuda (dietro la tenda in posa): Basta
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Sirio (anche lui dietro la tenda): No: ferma lì
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1926
tenda, buttando con fracasso la stecca. Ha indosso un
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1926
con te qua che la istighi a ribellarsi, invece
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Parioli - tutti quei papaveri - la gioja - ¶ Sirio (stonato): - che
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che dici? - ¶ Giuncano: - non la volevano dare a nessuno
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l'avevano per sé, la gioja d'avvampare al
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vedevo. ¶ Tuda (ancora dietro la tenda): Ah papà Giuncano
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vada! ¶ Sirio: Non far la stupida e rimettiti in
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panino; carezza sul volto la prima statua presso la
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la prima statua presso la tenda e le dice
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ricciuti, pettinati alla greca. La bocca ha spesso un
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atteggiamento doloroso, come se la vita di solito le
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1926
dà il martirio sarà la prima su cui verrò
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se riesce, farà passare la voglia a tutti gli
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Giuncano: Non farai più la modella, almeno agli scultori
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1926
ti sarà costato! ¶ Sirio: La professione... ¶ Tuda (a Giuncano
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1926
nacque -? ¶ Sirio (ghignando): - sì, la favola del ragazzo! - ¶ Tuda
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circola! - ¶ Tuda: - che eseguiva la copia d'un piede
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1926
Giuncano: - io? vorresti darne la colpa a me? - ¶ Sirio
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te: ma non colpa: la rabbia di vederti distruggere
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anzi, doveva farti passar la voglia - ¶ Sirio: no: quando
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1926
tutti quei rottami sparsi , di torsi, di gambe
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1926
seguitando, senza badarle): - mentre , per terra, quella rovina
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1926
anch'io in mano la creta, per mettere in
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1926
neanche tenermi qua con la forza. ¶ Sirio: Anche con
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1926
forza. ¶ Sirio: Anche con la forza, sì, anche con
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forza, sì, anche con la forza, se occorre! ¶ Tuda
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non vedi che ho la febbre addosso? ¶ Giuncano: Non
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1926
contentano di portar via la borsa ai passanti: tira
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1926
questo! Perché so che la statua, tu, la farai
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1926
che la statua, tu, la farai. ¶ Sirio: La farò
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1926
tu, la farai. ¶ Sirio: La farò, sì - e poi
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1926
uccide per ora: non la finirà mai, quella statua
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1926
te, con lui; sopportare la vostra vista - ¶ Tuda: - grazie
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1926
ciò che ho fatto ¶ indica dietro la tenda
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1926
fatto là ¶ indica dietro la tenda, sottintendendo la statua
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1926
dietro la tenda, sottintendendo la statua ¶ e dire che
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1926
finirla. ¶ Giuncano: Mangi per la tua statua, dormi per
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1926
tua statua, dormi per la tua statua... ¶ Sirio: Tu
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1926
avendo bisogno... - e fu la sua fortuna, del resto
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1926
Oh, lo sa anche la tua amica che vuol
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1926
che? Non faccio mica la spia. Vedrai che te
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1926
di tua spettanza esclusiva la dea Diana? ¶ Sirio: Mentre
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1926
sta' zitta! - ¶ Tuda: - comodissima! - la testa così ¶ l'appoggia
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1926
sé, sai che fa? la sposa, caro! ¶ A uno
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ti dà? ¶ Tuda: Caravani? La posa; niente più. ¶ Sirio
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di quelle sue clienti non gli servirebbe meglio
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di quelle sue clienti ..." Ti dico che farà
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volte di più, purché la smetta! Ti dico che
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1926
è gusto a fare la sdegnosa. - Su, caro, andiamo
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1926
con te. ¶ Ritorna dietro la tenda e si rimette
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1926
Ma non trovo ancora la pasta. ¶ Tuda: Che pasta
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1926
Potere dar loro, con la forma, il movimento - e
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1926
di delizia che su la terra non si trova
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1926
terra non si trova, la loro vita divina. ¶ Tuda
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1926
piace. ¶ Tuda: Ch'io la baci? ¶ Giuncano (indicando Sirio
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1926
sciocca! Dico per te. La tua bocca... ¶ Tuda: Che
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1926
bocca... ¶ Tuda: Che ha la mia bocca? ¶ la mostra
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ha la mia bocca? ¶ la mostra, protendendo il volto
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1926
a ridere, di nuovo la indica a Sirio: ¶ Ecco
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Già! E se non la fermi in un gesto
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un'altra: tante! Io la faccio una: quella ¶ indica
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1926
una: quella ¶ indica di , la statua ¶ per sempre
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1926
quella ¶ indica di là, la statua ¶ per sempre! ¶ Tuda
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1926
viva? Dev'esser lei, la statua: non tu. - Marmo
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statua: non tu. - Marmo: la sua materia; non la
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la sua materia; non la tua carne. ¶ Tuda: E
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Non a lei. Indica la statua. ¶ Giuncano: E non
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1926
che fai! Quando te la vedi consistere davanti a
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1926
imprimere in quella creta la tua immagine, la vita
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1926
creta la tua immagine, la vita che moveva le
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1926
dita e quella creta, la vita di quell'immagine
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1926
muta in ammirazione, perché la statua è bella? - ¶ Sirio
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1926
più! Morta per sempre , in un atto di
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1926
un atto di vita. La vita gliela dài tu
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1926
gliela dài tu, se la guardi un momento. Io
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1926
per le braccia e la scuote ¶ e non più
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1926
Fatemi il piacere: di , un momento. ¶ Indica dietro
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1926
un momento. ¶ Indica dietro la tenda. Giuncano e Tuda
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1926
una settimana mi fa la corte, lo sai? ¶ Sirio
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1926
già; mentre mi fa la corte. ¶ Sirio: Bisogna che
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1926
corte. ¶ Sirio: Bisogna che la smetta, sai! ¶ Sara: Di
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1926
sai! ¶ Sara: Di farmi la corte? ¶ Sirio: No: s
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1926
vuole; ma mi lasci la modella per lavorare! ¶ Sara
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1926
alla porta rimasta socchiusa. ¶ La voce di Caravani: Permesso
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s'aspetta di trovare la Mendel nello studio del
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sa! gliel'ha detto la vostra modella! - Ero venuta
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voi lasciate a lui la modella! - È un cambio
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1926
Tuda! ¶ Tuda (da dietro la tenda, subito). Eccomi. Mi
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1926
acconsente! ¶ Poi, rivolta verso la tenda: ¶ Maestro, so che
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1926
trascina via Caravani, per la porta, ridendo. ¶ Sirio (fremente
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come suole bussare. ¶ Tuda: La prova, scusi, è che
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Stupida perché non intende la ragione per cui la
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la ragione per cui la trascura. Lo vede così
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che capisco. ¶ Giuncano: No. (La guarda, tra scontroso e
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Giuncano: Io? ¶ Tuda (accentuando la malizia): Non perché non
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vedere che sia io, la modella, a suggerire: no
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bambino, sì: quando morì la madre. Andò ad arricchirsi
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ci potessi entrare, forse la mia vita s'aprirebbe
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dicono... ¶ Giuncano (assorto): Quando la vita si chiude... ¶ Tuda
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può dire che, finita la statua... ¶ Giuncano (come ripigliandosi
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che s'avvia dietro la tenda): Rosa, vieni qua
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Qua, qua: così, davanti. ¶ La costringe a sedergli sui
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e accennando a sollevarsi la veste): Carni da regine
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vecchie s'avviano verso la tenda. ¶ Tuda (dopo un
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andata. ¶ S'avvia verso la porta, e sta per
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v'ho sentito di . Non ci voglio mica
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abbia intera per te la tua libertà - ¶ Tuda: - ah
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il tuo nome: sarò la signora Dossi, no? Vedi
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effetto! ¶ Tuda: - eh via! la moglie dello scultore Dossi
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importa più di nulla. - La gente saprà perché e
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io debbo soltanto finire la mia statua. ¶ Tuda: Poi
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mesi non ne varrebbe la pena. ¶ Sirio: C'intenderemo
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mi sposi! ¶ Sirio: Non la conosci. Potrebbe trovare il
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allora servire soltanto per la tua statua? ¶ Sirio: A
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A me, soltanto; per la mia statua. ¶ Tuda: Mi
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paese... da signora. ¶ Pausa. ¶ La casa su sarà bella
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ti farò finire presto la statua! ¶ E cominciando a
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E cominciando a sganciarsi la veste, s'avvia con
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avvia con Sirio verso la tenda. - Prima di sparire
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sono le streghe. ¶ Dietro la tenda. ¶ Via! via! Andate
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Tuda: E dunque sono la padrona! Via! via! Vi
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Tuda (ride; corre verso la tenda; vi scompare dietro
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sgomento. ¶ Tela. ¶ Atto secondo. ¶ La stessa scena del primo
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dalla Giovane che accompagna la Sarta. Questa le è
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parte. Le sta dietro la Modista, accompagnata da un
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e di fiori finti. La Sarta ha portato anche
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portato anche stoffe per la scelta d'un altro
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abito. Sirio è dietro la tenda, in attesa che
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tenda, in attesa che la prova abbia fine. ¶ Tuda
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piace! non mi piace! ¶ La Sarta: Ma se le
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affatto come volevo io! ¶ La Sarta: Eppure ho seguito
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si chiama? "jais", qua. ¶ La Sarta: Ma è così
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Lo sganci, lo sganci! ¶ La Sarta: Mi butta via
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sta così male, poi. ¶ La Sarta: Sì, mi sono
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per colpa mia, creda. La signora, mi scusi, è
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un po'... ¶ Tuda: - come? - ¶ La Sarta: - dimagrita - ¶ Tuda: - io
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Sarta: - dimagrita - ¶ Tuda: - io? - ¶ La Sarta: - Sì, dall'ultima
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in così pochi giorni? ¶ La Sarta: - ma sì, creda
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Tuda: - io sto benissimo! - ¶ La Sarta: - oh, non dico
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Lei mi chiama signora - ¶ La Sarta: - come dovrei chiamarla
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un po' stanca veramente - ¶ La Sarta: - ecco: e allora
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mi ci posso vedere! ¶ La Modista: Sì, certo, smuore
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parole, perché Sirio, di , senta e intenda. ¶ La
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là, senta e intenda. ¶ La Sarta: Oh, sarà un
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Ci si dovrebbe pensare... ¶ La Sarta: Tante volte, non
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sentono più che bene. ¶ La Modista: Va tutto male
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del loro bel visino. ¶ La Sarta: E allora ¶ mostra
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Ha portato le stoffe? ¶ La Sarta: Sì, tante: eccole
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vediamole. - Ma che colori! ¶ La Sarta: Quelli di quest
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c'è un lilla? ¶ La Sarta: Il lilla, veramente
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Ma va a me. ¶ La Sarta: Non è di
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è di moda. ¶ Tuda: La moda per me la
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La moda per me la faccio io. ¶ Trovando la
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la faccio io. ¶ Trovando la stoffa ¶ Eccolo qua. Questo
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questo. ¶ Si butta addosso la stoffa e si guarda
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specchio. ¶ Mi piace, sì. ¶ La Sarta: Certo, le sta
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Certo, le sta benissimo. ¶ La Modista. A maraviglia! ¶ Tuda
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guardi, così. Lo appunti. ¶ La Sarta: È veramente un
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ora trovare un pizzo... ¶ La Sarta: Pizzo? ¶ Tuda: Non
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va neanche il pizzo? ¶ La Sarta: Se guarda i
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Non ne ha portati? ¶ La Sarta: No, signora. ¶ Tuda
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alla Giovane che accompagna la Sarta ¶ Per piacere, vada
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piacere, vada su di ¶ indica l'uscio a
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destra, nella mia camera. ¶ La Giovane s'avvia. ¶ Aspetti
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piacere di farsi dare la pelliccia d'ermellino. ¶ Alla
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Giovane: ¶ Presto, mi raccomando ¶ La Giovane va. Sirio vien
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poco non casco di ¶ indica dietro la tenda
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di là ¶ indica dietro la tenda ¶ tutta in un
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accorta anche lei, ¶ indica la Sarta ¶ sai, che sono
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sinistra. Momento d'imbarazzo. ¶ La Modista: Gli uomini sono
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quell'abito di "jais". ¶ La Sarta (perplessa, prendendolo): - perché
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dia! E l'altro - ¶ La Sarta: - quello da passeggio
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Tuda: - l'ha portato? ¶ La Sarta: - sì, eccolo - ¶ Tuda
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lei prenda quelle stoffe! ¶ La Modista (prendendole): - queste? ¶ Tuda
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tutte queste statue! - ¶ Risata. ¶ La Sarta: - vestirle? - ¶ Tuda: - sì
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l'abito da passeggio. ¶ La Sarta (ridendo): Ma non
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più goffa, tanto meglio! ¶ La Modista (ridendo). E io
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mi metto a fare la pazza anch'io! - Guardate
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Li prenda, li prenda! ¶ La Giovane prende due cappelli
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Dia, dia il mantello! ¶ La Giovane (ridendo): - eccolo! glielo
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vestano anche loro! ¶ Risata. ¶ La Modista: Benissimo! ¶ La Sarta
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Risata. ¶ La Modista: Benissimo! ¶ La Sarta: Giustissimo! ¶ Tuda: Il
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Ha portato i pizzi? ¶ La Giovane: Sì, eccoli - ¶ glieli
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che bellezza, questi pizzi! ¶ La Sarta: Uh, antichi! ¶ Tuda
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più bello dell'altro! ¶ La Modista: Chi sa come
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così. Come le pare? ¶ La Sarta: Eh sì, mi
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Modista): Ha portato fiori? ¶ La Modista: Sì, molti. ¶ Tuda
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Fiori, fiori. Faccia vedere. ¶ La Giovane della Modista (presentando
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Giovane della Modista (presentando la scatola): Eccoli. ¶ Tuda (cercando
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da piedi. Provi, provi. ¶ La Sarta eseguisce ¶ Ecco, così
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Sarta eseguisce ¶ Ecco, così. ¶ La Modista: Eh, sì, benissimo
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permesso e glielo levi. ¶ La Giovane va a prendere
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sulle spalle di Tuda: ¶ La Sarta: Ah, veramente magnifica
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Sarta: Ah, veramente magnifica! ¶ La Modista: Una regina! ¶ Si
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Sara Mendel che ritira la chiave dalla serratura e
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dalla serratura e richiude la porta. Subito resta al
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di sdegno. ¶ Sara: Eh? ¶ La Sarta e la Modista
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Eh? ¶ La Sarta e la Modista con le due
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con le due Giovani, la guardano con meraviglia. Tuda
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un pochino più scollato. ¶ La Sarta: Ecco, sì. Lo
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anche che ora avete la chiave per entrare quando
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Sarta): Bisognerà far presto. La festa al Circolo è
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gli fa pagar cara la sciocchezza d'avermi sposata
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cercare con gli occhi la statua vestita con l
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abito da passeggio ¶ eccolo . ¶ alla Giovane: ¶ Lo prenda
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Lo prenda, per piacere. ¶ La Giovane lo prende. ¶ Via
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dalla Sarta si toglie la stoffa lilla, e indossa
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Modista: ¶ L'ha portato? ¶ La Modista: Come no! E
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indossato ¶ Sta bene, sì. ¶ La Sarta: Meglio di così
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Il cappello! Il cappello! ¶ La Modista: Eccolo! ¶ Glielo porge
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Invenzione mia! È vero? ¶ La Modista: Verissimo! ¶ Tuda: Forse
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si metta sul giusto. ¶ La Modista: Mi sono sempre
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è ormai così semplice! ¶ La Sarta: Non dubiti: prendo
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A Sara: ¶ A rivederla. ¶ La Modista: Vengo via anch
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e mettili subito dentro la scatola. ¶ A Tuda: ¶ Contavo
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basta questo per ora. ¶ La Modista: A rivederla. Riverisco
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signora. ¶ Tuda: A rivederci. ¶ La Sarta e la Modista
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rivederci. ¶ La Sarta e la Modista accompagnate dalle due
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Vi siete fatta dare la chiave di qui - ¶ Sara
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lusso... ¶ Tuda (indicando dietro la tenda): Io dico là
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la tenda): Io dico : modella. Vuol dire, nuda
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uno sfoggio... ¶ Tuda: Per la vostra soperchieria. ¶ Sara: Ah
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che veniate anche di : non ho mica da
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far dare da lui la chiave di su. Non
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Quella di qui me la son fatta dare appunto
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a ogni costo finire la sua statua? ¶ Sara: Non
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è assolutamente imprescindibile che la finisca con voi. ¶ Tuda
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servivate a lui per la sua statua. ¶ Tuda: E
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quel povero Caravani, ora, la sua Diana è rimasta
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dunque venite a cimentare la modella. ¶ Sara: Non glie
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è finito. ¶ Tuda: Anche la statua là non è
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Tuda: Anche la statua non è finita. ¶ Sara
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ora? ¶ Sara: No. Non la vedo da un pezzo
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Credete davvero ch'egli la possa finire senza di
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ho capita, e accetto la vostra sfida: farò, farò
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lui, vado subito. ¶ Apre la porta; si trova davanti
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Vuole impedire davvero che la faccia, quest'altra pazzia
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che lui mi fece la proposta: poco dopo che
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fatto proprio quel giorno la proposta di sposarmi! ¶ Giuncano
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ero qua a posare, la trovavo qua... ¶ Giuncano: Con
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ma abbila per te, la pietà! ¶ Tuda: - appunto: per
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che ti passa per la mente - ¶ Tuda: - se sapesse
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più suo - come più la faccia s'incassa e
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seppellire, e calcarci sopra la terra - così! ¶ Tuda: Oh
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1926
Tuda: Perché voglio...? ¶ Giuncano: La vita non mi deve
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Era finita per me, la vita, da tanto tempo
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1926
me le vidi davanti - , immobili, perfette - e di
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mio corpo in cui la vita riprendeva a muoversi
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tu - tutti quanti! - ¶ Tuda: - la vita? - ¶ Giuncano: - chiamala vita
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1926
sono, che portano tutta la pena d'essere come
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in te, così bella, la vita, con mani non
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1926
Caravani: Che quadro? ¶ Tuda: La "Diana". Quello che facevi
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maravigliato e sorridente, indicandogli la porta ¶ - Via! Andiamo! ¶ E
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1926
di furia. Caravani, stordito, la segue. ¶ Tela. ¶ Atto terzo
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1926
segue. ¶ Tela. ¶ Atto terzo. ¶ La stessa scena del primo
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lentezza, quasi per assaporare la sua impudente sincerità, dice
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Sanno tutti che, morta la madre, abbandonato dal padre
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Basta andare a guardare ¶ indica dietro la tenda
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guardare là ¶ indica dietro la tenda, dov'è la
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la tenda, dov'è la statua ¶ per capire ciò
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tra il pollice e la creta il dono con
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dovuto odiarla - ¶ Giuncano: - sì: la statua; se non fosse
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che, senz'intenderlo, se la bevevano e la trasformavano
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se la bevevano e la trasformavano in quella creta
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Vorrebbe che io ora la inducessi a ritornare? ¶ Sara
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Suppongo. ¶ Giuncano: Ma io la indurrei piuttosto a morire
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così bene a far la signora... ¶ Giuncano: Mi pare
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Sì; ma se ora la pregherà lui di ritornare
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comincia a pesare. ¶ Giuncano: - La leggerezza della mosca! ¶ Sara
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più seccante. Bisognerebbe che la vita fosse invece come
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fornellino è spento? Se la morte viene e ci
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turbato, come a saggiarne la sincerità. Ella tentenna lievemente
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l'amaste così poco la vostra figliuola... ¶ Sara: Che
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Giuncano: V'ha dato la chiave di qui per
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un'istintiva gratitudine per la donna che, sacrificando un
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a uno solo, sfidando la malignità degli altri; ma
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so, che lavorasse e la finisse al più presto
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sentimenti che ho avuto la franchezza - ¶ Giuncano: - il cinismo
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ai fatti. È mia la colpa di quanto è
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nulla io allora, se la intendete così! Prima che
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così! Prima che mia, la colpa è stata sua
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tutt'e due, andate : ma lei da sciocca
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scoprendo questo buffo tradimento, la mettesse a calci fuori
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imperdonabile. Ma come? Sirio la sposa unicamente per impedirle
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per impedirle di fare la modella ad altri, e
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per quella sua Diana rimasta a mezzo? Giuncano
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vi siete procurata anche la chiave dello studio di
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una scusa naturalissima, quella. La avevo già da un
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restare qualche volta dietro la porta, se la trovavo
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dietro la porta, se la trovavo chiusa, m'ero
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m'ero fatta dare la chiave. Che volete! Mi
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i colori ancora freschi su quella tela rimessa
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E stata per me la soddisfazione più bella: fargli
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e toccare con mano la sciocchezza di quel suo
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di quel suo matrimonio: nell'unico tradimento che
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Caravani e gli stropiccia la faccia su quella tela
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porta ¶ - Ah ecco, sarà la modella. ¶ Si reca ad
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sapere che possa essere la vita... come vi possano
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non si vede più la ragione di nulla. ¶ Sara
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poco. - ¶ A Giuncano: ¶ Vederla, la ragione di qualche cosa
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intanto che prima predicate la pazzia, e ora andate
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andate cercando per disperato la ragione. Se è stata
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una pazzia... ¶ Giuncano: Io, la ragione? Io cerco altro
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te. ¶ Giuncano (movendosi verso la porta): Con me? ¶ Sirio
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Giuncano: Ne avrebbe tutta la ragione! ¶ Sirio: Niente patti
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una delle stecche con la creta incrostata e mostrandola
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cercarla ugualmente! ¶ Sara: E la prova è che l
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fai contenta, fai contenta la signora! ¶ Sirio: Ma no
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dille che mi fece la spia; e se ora
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gli abiti, e su, la casa... (che vuoi che
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piacere, io, a fare la signora! non avrei fatto
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ne persuada! Vieni, guarda! ¶ La tira verso la tenda
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guarda! ¶ La tira verso la tenda; ne afferra un
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con una violenta bracciata la fa scorrere con gli
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Appare, grande, sul cavalletto, la statua non finita. ¶ Guarda
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vedi? sono i miei, - questi - come me li
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li aveva lei ¶ indica la statua ¶ prima, questi occhi
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guardala: - E quella mano che tocca il fianco
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che tocca il fianco - la vedi? - era aperta, prima
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resistere al supplizio - e la statua, vedi, anche lei
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fare! - Sono io ora , capisci? io - non puoi
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quanto ho patito io , con tutto il corpo
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a tutti che seguitava la sua relazione con me
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E vi siete prestata? - La sente, Maestro? - E allora
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me, quand'io ero , tutta, com'ero, davanti
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come di me, per la sua statua - di quanto
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momento! ¶ Sirio: Ma va' , che cimentare! Rido perché
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capita così bene - ¶ Giuncano: - la tortura a cui l
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un gonzo a far la ridicola figura dell'uomo
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Lasciò alla statua serrare la mano; e avere quegli
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vendicarmi con quello stupido ! ¶ A Sirio: ¶ Perché tu
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me t'eri comprata la modella, della modella ti
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ti dovevi servire per la tua statua com'era
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a me, bada! Perché la vita, io, l'ho
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l'ho vendicata sopra la mia stessa arte! Codesto
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egli non finisca ora la sua statua? Eh no
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sua statua? Eh no! La deve finire, la deve
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no! La deve finire, la deve finire! E dunque
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Perché abbia questi occhi, la statua! Capite? Se vuole
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averli! Voglio essere io, , con questi occhi! ¶ Giuncano
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Ma lei lo capisce? ¶ indica lo zoccolo, ¶ là
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Là ¶ indica lo zoccolo, ¶ con la mia carne
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lo zoccolo, ¶ là con la mia carne, col mio
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mi prendeva tutta per la sua statua; essere io
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sua statua; essere io, - viva - e non essere
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ha fatto questi occhi nella statua! - Lo so
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è fatto bujo. Solo la statua, con la luce
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Solo la statua, con la luce che cola dal
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tu dovevi sposare per la tua statua! Ti sarebbe
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come doveva essere - per la tua statua, là ferma
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per la tua statua, ferma anch'essa, come
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essere: tempo senza età: la cosa più spaventosa! ¶ Sirio
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come dovrebbe essere per la tua statua, ma come
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voluto rispettare in te la vita! Al contrario di
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fermo): Ah, io non la rispetto? Hai il coraggio
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dire che io non la rispetto, perché voglio che
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Se ci metto tutta la mia vita, e quella
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io più di tutti la mia opera compiuta? ¶ Giuncano
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Giuncano: Se per te la vita non ha più
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forza): Ma questo prezzo: la mia statua! ¶ Tuda (levandosi
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te? Prendimi, prendimi, prendi la vita che mi resta
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mi resta, e chiudimi nella tua statua! ¶ Sirio
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al cavalletto che sorregge la statua. ¶ E ci voglio
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ci voglio essere io, dentro! ¶ Sirio (correndole dietro
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Sirio (correndole dietro con la stecca brandita e raggiungendola
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dei tre scalini): Non la toccare o t'uccido
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Guai a te se la tocchi! - No! - T'uccido
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viso da pazzo e la mano ancora artigliata. Sirio
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tocca con una mano la fronte, con l'altra
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l'altra gli cerca la mano): Oh Dio, no
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per me che ho la colpa di tutto! ¶ Giuncano
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terrore dietro a sé la statua): Quella! Quella! ¶ Giuncano