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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Vittorio Alfieri, Maria Stuarda, 1788

concordanze di «ma»

nautoretestoannoconcordanza
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son esca umani affetti, ¶ ma che tutta arde in
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svelati ¶ voi siete omai. Ma, perché aperto sia ¶ che
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duolmene assai, son io; ma forse or posso ¶ giovarti
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mio cuore è sempre; ¶ ma nel suo, chi 'l
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che re si nomi, ¶ ma qual più umìle e
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gli stava ¶ non io, ma il trono. Ahi lassa
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al popol tuo... ¶ Maria ¶ Ma farsi ¶ ei l'assassin
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e spegne dai re. Ma pure, Arrigo ¶ a tua
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ritorna: altre fiate ¶ tornò; ma quindi ei ripartia più
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Maria ¶ Io tel credo: ma basta. Or deggio in
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del divorzio ebbi mai; ma, se pur fosse, ¶ che
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a par tua donna; ¶ ma nulla più. Convinta appieno
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numerosa mia prole novella. ¶ Ma, se larga d'aiuto
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giogo ¶ di Roma sì, ma non il tuo s
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a me fia caro. ¶ Ma udiamlo; io spero: assai
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la sorte ¶ può assai... Ma dove arte o consiglio
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addio. ¶ Lamorre ¶ Ben fai. ¶ Ma lusingarti di felice evento
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avi miei non era: ¶ ma ben mi duol, ch
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e rappresenta al vivo) ¶ ma del Dio di pietade
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forza, ¶ tu non dei; ma vietare altrui la forza
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Schietto è forse costui; ma il mio destino ¶ mi
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gli altri... oh rabbia! Ma, ella vien: si ascolti
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di lagrime di sdegno, ¶ ma d'amor no. ¶ Arrigo
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saggio ¶ spinta mi avesse. Ma, consorte amato, ¶ se pur
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tu scelto hai sposo; ¶ ma, che pur scelto, aver
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lor traevi. Anco direi... Ma posso ¶ io proseguire?... ah
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in regnar dotta! ¶ Arrigo ¶ Ma in corte ogni uom
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O almen, nol denno. — ¶ Ma, cessa omai: tu nel
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or, deh! mel credi. ¶ Ma lo star lungi non
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forse ¶ fomentarla si attenta. Ma, se appresso ¶ mi stai
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Arrigo ¶ Dolci parole ¶ odo, ma fatti ognor più duri
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duri io provo. ¶ Maria ¶ Ma, che vuoi? parla: io
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l'amor l'amore; ¶ ma, col disprezzo l'arte
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e guasto ¶ d'ambizion, ma non sublime, ha il
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ha il core. ¶ Botuello ¶ Ma pur, che chiede? ¶ Maria
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tessuti suoi ¶ disegni omai. Ma, combattuta io vivo ¶ in
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a lui, mi duole;... ¶ ma s'egli, ei sol
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cosa, ei chiede. ¶ Botuello ¶ Ma ne sei donna tu
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tolga a te. ¶ Maria ¶ — Ma, dove or vanno ¶ i
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forse?... ¶ Botuello ¶ Io?... Nulla... ¶ Ma penso pur, ch'oggi
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di Arrigo a te. Ma, se a più rei
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curò... Chi può saper?... Ma, dimmi; ¶ qualche doppia sua
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Botuello ¶ Nol cred'io; ma stolto ¶ consigliero sarei, se
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esser può: nulla sarà; ma in trono ¶ cieca fidanza
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non cape scellerata reggia: ¶ ma soverchio è l'oltraggio
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qui Elisabetta spettator soltanto: ¶ ma, piena il cor per
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più volte anch'io, ma sempre ¶ deluso fui. ¶ Ormondo
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soffrir più niego. ¶ Ormondo ¶ Ma che? non credi che
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cor? chi 'l vede? ¶ Ma, né pur detti, onde
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cor basso desio chiudessi: ¶ ma, pur troppo, né scorta
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a me vergogna. ¶ Ormondo ¶ Ma, non sai tu, che
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son qui omai. ¶ Ormondo ¶ Ma, di privato i dritti
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niego; avversa Elisabetta avesti: ¶ ma si cangian coi tempi
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di te lo abborre) ¶ ma tali, onde tu stesso
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Roma più ch'altri? Ma il mio figlio, ¶ cui
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a senno mio?... ¶ Ormondo ¶ Ma tutto ¶ tutto otterresti, se
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Ormondo ¶ Spiaceti? ¶ Arrigo ¶ No; ma scabra parmi. ¶ Ormondo ¶ Ardisci
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può gran danno uscirne... ¶ Ma pur, qual danno? Ove
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scelto io fora messagger: ma, teme ¶ ella, che a
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a dirsi è dura, ¶ ma che pur segno ella
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d'ascosi arcani tu? — Ma tu, chi sei? ¶ Botuello
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queste soglie ¶ tradito sei; ma non da chi tu
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egli altro ¶ che traditor! ma non discreto, e meno
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nulla chieggio; e nulla... ¶ Ma tu, che sai? che
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vel di pace, ¶ giungeriano. — Ma tu, credestil mai, ¶ ch
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doni al furor mio: ma tempo è poscia ¶ di
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anco, io nol potrei. ¶ Ma tu, perché di menzognero
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t'offesi, ¶ è ver; ma apertamente ognor ti offesi
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silenzio; altro non merti: — ¶ ma pur, mi è dolce
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contese ¶ quest'innocente popolo. — Ma, udrai ¶ al nuovo dì
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te l'udirla, incresce. ¶ Ma, in che t'offesi
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è ragion pur sempre. ¶ Ma, stupor nullo è in
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ingrato... Ahi lassa me! — Ma tardo ¶ è il pentirmene
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io a te credea. Ma il sol, ch'io
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Ormondo ¶ perfido è, sì, ma non quant'altri; invano
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per ingannar l'ingannator: ma stanco ¶ già son d
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tolta omai: ¶ troppo veggo... — Ma pur, convinto e pago
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reo, ¶ Botuèl si danni; ma si ascolti pria. ¶ Or
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io non al sonno, ma all'angoscie dono, ¶ passarla
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lieve, ¶ credea pur anco; ma il credea da stolto
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Nel mio spregiato amor?... Ma, s'egli imprende?... ¶ Ah
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gran tempo vi stai; ma or più che pria
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ch'io tel dicea: ¶ ma poco andò, ch'io
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Ormondo, ¶ e sé tradito: ma di propria tua ¶ bocca
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a me t'invia; ¶ ma più sottili almeno. Or
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MARIA, BOTUELLO ¶ Botuello ¶ Arte, ma tarda, è ne' suoi
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Ciò penso anch'io; ma pure... ¶ Botuello ¶ E chi
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il mal minor... ¶ Maria ¶ Ma il minor mal qual
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sai, meglio di me: ma al tuo ¶ ottimo cor
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mai nol faro. ¶ Botuello ¶ Ma, pensa, ¶ ch'ei nuocer
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Pur troppo io deggio... ¶ Ma,... come mai?... ¶ Botuello ¶ Se
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non n'hai. ¶ Maria ¶ Ma, in eseguirlo... ¶ Botuello ¶ Io
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io nol sappia eseguir? Ma, breve è il tempo
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volta... ¶ Maria ¶ Il so; ma... ¶ Botuello ¶ In me ti
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d'armi ¶ cinto? ¶ Maria ¶ Ma in te, donde l
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il vuoi, mi uccidi; ma mi ascolta pria. ¶ Maria
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impuri esser den pasto. — ¶ Ma tu, che in trono
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Deh! m'odi... ¶ Lamorre ¶ Ma no, non vivi: ecco
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parli?... Io manco. ¶ Lamorre ¶ Ma qual vista novella?... Oh
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fosse il celeste sdegno! ¶ Ma lunga striscia la trista
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torre ¶ campo al nuocer; ma pria, veder chi nuoce
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s'ei mi tradisse?... ¶ Ma il diffidarne è il
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scuote! Oimè!... se mai?... ¶ Ma, son io rea? Tu
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gli armati tuoi... ¶ Botuello ¶ Ma che? tu cangi ¶ or
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è l'armi ritrar; ma Arrigo poscia ¶ chi raffrenar
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sì giusto, io sono: ma di te, che fora
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va'; sgombra il passo... Ma che veggio? Oh cielo
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dirmi?... ¶ Maria ¶ Ucciso Arrigo!... ¶ Ma, come?... Oh cielo!... Il
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regina, ¶ rispetto io sì; ma per me pur non