Alessandro Manzoni, Adelchi, 1822

in titolo agli imperatori; ma la loro autorità vi

aveva riprese ai Longobardi. Ma Pipino rispose che non

per piacere agli uomini, ma per divozione a San

precisamente in qual anno, ma certo in uno dei

Atalgiso, o anche Algiso, ma negli atti pubblici, Adelchis

con tutti i cristiani; ma che non vede come

non era senza merito. Ma Adriano si mostrò, come

storia de' due popoli. Ma c'è pur troppo

a torme, ove sopita ¶ Ma non estinta in mille

l'iniquo usurpator. ¶ ADELCHI ¶ Ma incerta ¶ È la risposta

appressarsi. Al grido imbelle, ¶ Ma riverito, d'Adrian, vegg

padre, ¶ Basta a morir; ma la vittoria e il

D'un altro nodo; ma non vista, in pace

Da Roma ei viene, ¶ Ma legato è d'un

Io leggo in cor; ma il mio v'è

minor, quello è destin; ma inerme, ¶ Umil tender la

fin che le scopra. ¶ Ma che un gregario cavalier

non lice ¶ Inosservati andar: ma nel mio volto ¶ Chi

fe' replicargli il rege; ¶ Ma pensa ben, che, s

mio cor ne prova. ¶ Ma superar queste bastite, al

possa de' mortali eccede. ¶ Ma chi tenzona con le

è questa ¶ Ampia mercé; ma non è sola. Eletto

Uom peccator son io; ¶ Ma la gioia è dal

Oscura valle m'internai: ma quanto ¶ Più il passo

E lontano lontan Francia; ma via ¶ Non avvi; e

una in altra scorrea, ma veramente ¶ Un rumor di

ventura ¶ Gli stava innanzi; ma l'avea giurato, ¶ Egli

Che parean senza onor: ma voi fidaste ¶ Nel vostro

improvviso ¶ Piombi su noi; ma insegne aperte al vento

lontani dalla pugna, inerti, ¶ Ma contenuti. In campo aperto

cura non poss'io, ma posso ¶ Teco sentirla almeno

è questo, ¶ Finor: soffri, ma spera: il tuo gran

Nessun mortale il può; ma un premio io tengo

Prostra il secondo ancor: ma nello stesso ¶ Ferir, percosso

un migliore ¶ Vorrà serbarlo; ma, se mai... rammenta ¶ Che

fortuna e di poter, ma d'alma ¶ Nessun mortale

gravi io ne portai, ma allor non era ¶ Per

Causa, or sì dubbia ma ognor sacra, afflitta ¶ Ma

ma ognor sacra, afflitta ¶ Ma non perduta, voi legate

ora ¶ La nostra vita, ma per farla in tempo

sperso ¶ In questo dì, ma non distrutto! ¶ (partono gli

forse, ¶ Io non potea: ma tu sei salvo, e

giulive canzoni di guerra, ¶ Ma i dolci castelli pensando

che mi posso gloriar? - ma porti ¶ Di regina le

a Lui; sposa illibata, ¶ Ma d'un mortal. - Felici

In fronte all'uom! Ma - d'altri io sono

fossi! ¶ ERMENGARDA ¶ Oh mai! ma quella via, ¶ Su cui

Se, per ammenda ¶ Tarda, ma dolce ancor, la fredda

dolor, tu il puoi; ¶ Ma che gloria ti fia

voce ¶ D'ogni mortal; ma al tuo pietoso aspetto

al tuo pietoso aspetto, ¶ Ma nelle braccia tue sento

d'un altro amor. ¶ Ma come il sol che

giuro mai? ¶ GUNTIGI ¶ No; ma l'istante è giunto

si vuol senza esitar. - Ma quando ¶ Tutto perder si

per cui si muor. - Ma l'universo ¶ Seco il

E gli amici. - Davver? Ma, s'egli è degno

Io vi farò pietà; ma se, tra mezzo ¶ Alle

Adelchi ¶ Sol li ritien; ma quando Carlo arrivi, ¶ Vincitor

puoi tanto per lui! - Ma dimmi ancora: ¶ Che si

da gran tempo abbandonò; ma in capo ¶ D'ogni

A un suo Fedel; ma Longobardo pure ¶ A un

lo credo, ¶ Carlo terrà; ma non è forse il

Guardiamci da quel dì! Ma se gli sfugge ¶ Un

quella ¶ Su cui corriamo; ma d'inciampi è sparsa

Ch'io son fuggito, ma per lui; ch'io

tarda ¶ L'entrata fia, ma non men certa; e

vuol? ¶ ARVINO ¶ Nol disse; ma pietosa istanza ¶ Egli ne

in parte ¶ Vendicato morir? Ma in te del cielo

che un rifiuto ascolta! ¶ Ma quel che a me

cruccio ¶ Di non regnar; ma obbrobriosa intanto ¶ Me una

vite a questa man. Ma voi, ¶ Altro che vita

ciance è la sventura; ¶ Ma del par sofferente e

re: pochi il tentar, ma invano. ¶ Sorpresi nella fuga

La luce ei vede, ma per poco, offeso ¶ D

Non tu, né questi, ma il Signor d'entrambi

Il tempo di morir? Ma tu, che preso ¶ Vivrai

uom che morrà. ¶ DESIDERIO ¶ Ma ch'io ti perdo

non chiamarmi; il fui: ma con le tombe ¶ Empia