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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «ma»

nautoretestoannoconcordanza
1
1620
della mia prima età, ma tenuti da me suppressi
2
1620
la mia poca sollecitudine, ma più tosto accusare la
3
1620
inetto alle alte specolazioni, ma anche per dinotare il
4
1620
et per la generosità, ma anche quella di Marte
5
1620
pur la sua età ma l'altrui credenza, fanno
6
1620
Giove et di Marte, ma d'Apollo istesso nella
7
1620
non sia di lira ma di sampogna, non sarà
8
1620
dolci concenti delle lire, ma anche agli strepiti delle
9
1620
diletta et dilettosa Partenope; ma da indi in qua
10
1620
istesso Apollo con arroganza; ma io, diffidatomi del proprio
11
1620
per non potervi rivedere. ¶ Ma chi sa? Reverite a
12
1620
la sento nel cuore. ¶ Ma l'affetto, con cui
13
1620
non solamente di questa, ma anche delle lingue antiche
14
1620
sempre nelle domestiche conversazioni; ma voglio più tosto dir
15
1620
dì qualche altro scheccheratore. ¶ Ma conosco in verità, che
16
1620
aspettazione universale è grande, ma se ne sperano gli
17
1620
lusingano. ¶ Risponderò a voi, ma parlerò con l'uno
18
1620
una mia sola risposta. ¶ Ma piano, di grazia, piano
19
1620
per nemico del biasimato. ¶ Ma colui che loda freddamente
20
1620
giusta cagione di ramaricarmi. ¶ Ma ciò non può essere
21
1620
anzi me ne vanto. ¶ Ma coloro che ciò mi
22
1620
imitandomi, non con emulazione, ma con isfacciatagine, non solo
23
1620
tracciato il mio stile; ma ne' concetti particolari de
24
1620
in quelli de' Canzonieri, ma in quelli delle lor
25
1620
non solo ne' concetti, ma ne' versi, et non
26
1620
non solo ne' versi, ma ne' nomi istessi delle
27
1620
tolti parecchi di peso. ¶ Ma non è tempo ora
28
1620
gallo, che canta bene ma ruspa male, romanzando in
29
1620
molti conoscono il buono, ma pochi l'attingono. ¶ Et
30
1620
libretto in altra forma; ma hanno con tutto ciò
31
1620
potrebbe pure farne passaggio; ma il volere abbellirsi del
32
1620
solo non è impossibile, ma è facile essermi accaduto
33
1620
con latini o spagnuoli, ma eziandio d'altre lingue
34
1620
da parola a parola, ma con modo parafrastico, mutando
35
1620
talora per compiacerne altrui; ma le mie tradozzioni sono
36
1620
loda, che di fatica. ¶ Ma che diranno questi tali
37
1620
sono informati del vero? ¶ Ma poniamo anche che vero
38
1620
per conseguenza il dilettevole, ma di quella che ci
39
1620
nella opinione del mondo. ¶ Ma io debbo di tutto
40
1620
vegga l'altrui bene, ma osserva solamente il male
41
1620
alterarci punto né risentirci; ma sforzandoci d'appagare il
42
1620
dirò Zoili et Aristarchi, ma più tosto Momi et
43
1620
Strage de' fanciulli innocenti. ¶ Ma quando io era in
44
1620
favole et ai suggetti. ¶ Ma qui ha pochi maestri
45
1620
maniera come si trovano, ma aspettiate d'accoppiarle con
46
1620
è ben la piaga, ¶ ma non così si gonfia
47
1620
volte e richiamaro indarno. ¶ Ma quale allor si fece
48
1620
lieti passaggi ¶ numerose catene; ¶ ma tra i rigiri suoi
49
1620
a rivedere il sole. ¶ Ma con legge però dura
50
1620
piangendo, ¶ e pregando sotterra, ¶ ma invan, peròche starsi ¶ vide
51
1620
lei forse il ritorno. ¶ Ma quando d'aspettarla invan
52
1620
o concessa in perpetuo. ¶ Ma più di voi mi
53
1620
già la spoglia estrana, ¶ ma sol che i cani
54
1620
fiumi le rugose gote. ¶ Ma dela madre afflitta ¶ chi
55
1620
cercando intorno. ¶ Videle sì, ma le cangiate forme ¶ raffigurar
56
1620
non seppe. ¶ Trovolle sì, ma in esse ¶ non trovò
57
1620
qual l'avea partorito, ¶ ma non vi riconobbe ¶ vestigio
58
1620
terrena bellezza acceso Amore! ¶ Ma io troppo superbo e
59
1620
fusser atte a parlare. ¶ Ma concedimi, o madre, ¶ (per
60
1620
spolpato, et ossa ignude". ¶ Ma se l'aspra cagion
61
1620
dea gravai la pianta. ¶ Ma giuro, e giuro il
62
1620
che forte le 'ncresca. ¶ Ma non mancaro al suo
63
1620
venture ¶ disacerbar co' gridi, ¶ ma, movendo la lingua, il
64
1620
al tuo Signor soccorso". ¶ Ma, lasso, ale preghiere ¶ mancano
65
1620
note il servo incauto, ¶ ma vedutomi fermo, ¶ scioglie al
66
1620
rifuggir m'affretto. ¶ Misero, ma che prò? Troppo ho
67
1620
mi difende? eccomi, amici". ¶ Ma essi, in cui smarrita
68
1620
i lumi, è vero, ¶ ma 'l lume dela vista
69
1620
cani inessorabili e feroci. ¶ Ma come a parte a
70
1620
alcun passasti a caso. ¶ Ma io del loco, ove
71
1620
palpitanti e tepidette nevi. ¶ Ma, benché sonnacchiosa, ¶ tanto avea
72
1620
dormir su 'l lido. ¶ Ma dov'è il cesto
73
1620
sposa ¶ (credo) col Sonno. ¶ Ma chi mai vide ¶ Grazia
74
1620
lungo il mar giace? ¶ Ma come in pace ¶ senza
75
1620
fuori ¶ de' suoi cristalli? ¶ Ma quando mai ¶ lasciate l
76
1620
partorir sempre ¶ sonno soave. ¶ Ma non ha l'arco
77
1620
se fusse ¶ Minerva casta? ¶ Ma chi l'ha tolto
78
1620
quelle finestre ¶ di paradiso, ¶ ma non ardisco ¶ di far
79
1620
beltà dela donzella estrana, ¶ ma quando in atto poscia
80
1620
è l'aureo crin, ma sciolto ¶ piove in più
81
1620
la man da lunge; ¶ ma poco val, ché la
82
1620
le lor fraudi accuso. ¶ Ma se sol per fuggirmi
83
1620
tutto promette e giura; ¶ ma tosto ch'adempito ¶ ha
84
1620
giusta vendetta, ¶ spergiuro scelerato? ¶ Ma che? sempre l'ingrato
85
1620
lenta a tanta fretta? ¶ Ma quando ancor volessi, ¶ oimè
86
1620
tua fede ¶ sciolta sì, ma non rotta. ¶ Perché, perché
87
1620
insieme ¶ una medesma sorte? ¶ Ma che? mancheran forse ¶ a
88
1620
traboccando io non pera? ¶ Ma qual'altra caduta ¶ cerco
89
1620
vita e l'ardore. ¶ Ma s'io verso da
90
1620
poppa ¶ due vipere mordaci? ¶ Ma questo che rileva, ¶ se
91
1620
vorrei passarmi il fianco. ¶ Ma questo è van pensiero
92
1620
passo tituba e tracolla. ¶ Ma le Baccanti il reggono
93
1620
il gustarlo col serpillo, ¶ ma di gioia io vengo
94
1620
bevut'io. ¶ Nol sorbir, ma bevil tutto ¶ finché resti
95
1620
no. ¶ Io nol so. ¶ Ma qual torbida tempesta ¶ crolla
96
1620
e di stupore impetra. ¶ Ma Dioneo di sua beltate
97
1620
ancor, non volentier consente. ¶ Ma di Bacco fratello, Amor
98
1620
Ninfe saltatrici i balli. ¶ Ma di purpurei fior, d
99
1620
i fior vago canestro, ¶ ma la vergine altera ¶ era
100
1620
grana imporporò le gote; ¶ ma poi vinto e negletto
101
1620
di sé cortese invito. ¶ Ma la real fanciulla ¶ sdegna
102
1620
aratro o al carro, ¶ ma di fattezze nobili e
103
1620
il color del manto, ¶ ma fosca è l'ampia
104
1620
occhio e 'l ciglio, ¶ ma lieto in vista e
105
1620
piè, breve l'unghia, ¶ ma largo il fianco, e
106
1620
il collo. ¶ Nere sì, ma lucenti, ¶ qual di Cintia
107
1620
arator. Proteo è pastore, ¶ ma di spumosi e non
108
1620
mobili campagne ¶ non villan, ma nocchiero ¶ col legno sega
109
1620
non col ferro rompe. ¶ Ma come avien che tu
110
1620
vista il navigante argivo. ¶ Ma tutto intanto al caro
111
1620
opre ¶ non rassembri terreno. ¶ Ma s'è ver che
112
1620
acceso ¶ l'infuriato vento? ¶ Ma tu, Giove, che miri
113
1620
Traci, e i Geti. ¶ Ma la madre orgogliosa ¶ l
114
1620
ad annebbiare il giorno. ¶ Ma se ben dal'un
115
1620
amorosa dea punto celarsi, ¶ ma ne la propria e
116
1620
certo, ¶ e stranio sì, ma grazioso mostro. ¶ Contiene il
117
1620
guerriere i fregi implica. ¶ Ma più d'ogni altra
118
1620
inusitate e sconosciute cose. ¶ Ma le più sagge dee
119
1620
fanciul la madre astuta; ¶ ma come ad altro intenda
120
1620
ritorno ale magioni ombrose. ¶ Ma poscia che ferir le
121
1620
ardore è più cocente. ¶ Ma tanta gioia sente, infra
122
1620
altra arsura esser soggetto. ¶ Ma di tanto diletto ho
123
1620
in maritaggio è chiesta, ¶ ma nemica d'Amor segue
124
1620
tuo valor sovrano? ¶ Spesso, ma sempre invano, ¶ quant'io
125
1620
pastori e di fere, ¶ ma di Fauni, e di
126
1620
che parve ¶ non arcier ma saetta, e per quel
127
1620
cald'occhi ivale dietro. ¶ Ma la donzella fuggitiva e
128
1620
arcier di chiara prova, ¶ ma che giova, ¶ se d
129
1620
curar ogni aspro male, ¶ ma che vale, ¶ s'ho
130
1620
onde le mie note, ¶ ma non pote ¶ te fermar
131
1620
assai veloce e rapida, ¶ ma viè più lieve che
132
1620
vengo a farti ingiuria, ¶ ma sol perché desidero ¶ con
133
1620
pastor abietto e minimo, ¶ ma Dio sublime et inclito
134
1620
forse macigno o selice? ¶ Ma se sei marmo o
135
1620
tumulo ¶ del suo cenere, ¶ ma del povero ¶ dio di
136
1620
fresca ¶ pargoletti et acerbi, ¶ ma là dove mancava ¶ la
137
1620
d'una sottil parete, ¶ ma questo cor da quello
138
1620
mezo, ¶ termine degli alberghi, ¶ ma senza mezo o meta
139
1620
la mirava al sole, ¶ ma temea di sua vista
140
1620
essercitando ¶ gli scherzi puerili, ¶ ma con loro giocando ¶ fieramente
141
1620
ragioni ¶ d'artificio composte, ¶ ma naturali e pure, ¶ quai
142
1620
saver d'esser bella. ¶ Ma l'esser bella tanto
143
1620
migliori, ¶ questa vita felice. ¶ Ma giunti, ove fan gli
144
1620
vision beata. ¶ Ahi stolto, ma chi chiuse ¶ l'occasion
145
1620
Padre (dicea) non padre, ¶ ma capital nemico, ¶ posciach'ala
146
1620
io ne vivo disgiunto. ¶ Ma 'l male, oimè, ch
147
1620
fin la mia vita. ¶ Ma vo meco dubbioso ¶ qual
148
1620
aggiungean doglia a doglia. ¶ Ma che non trova o
149
1620
pelo il muro avesse, ¶ ma che di lei pietoso
150
1620
di foco i petti, ¶ ma di ghiaccio le lingue
151
1620
metallo ¶ per poterlo agguagliare. ¶ Ma ciò si taccia, e
152
1620
almen con la membranza? ¶ Ma favelliam pur d'altro
153
1620
altra, oimè, più cara, ¶ ma men fedele amante, ¶ solo
154
1620
ne la tua fede, ¶ ma io questo ti nego
155
1620
se non la mia. ¶ Ma già partir conviemmi; ¶ ahi
156
1620
Diss'egli – Anima cara – ¶ ma non passò più oltre
157
1620
era lieve al fuggire, ¶ ma per recarle altrui ¶ era
158
1620
fusse ¶ maggior la passione, ¶ ma sol perché 'n quel
159
1620
fosche ¶ disvelate e distinte, ¶ ma scolorate e tinte ¶ dala
160
1620
attende il fido amico, ¶ ma seco si consola, ¶ non
161
1620
d'imagini assai bella, ¶ ma tutte dolorose, ¶ in ogni
162
1620
lassa ¶ le malguardate soglie, ¶ ma con un tarlo al
163
1620
inganna, ¶ bramoso d'ingannarsi, ¶ ma quanto più ricerca, ¶ di
164
1620
cheggiono umore al core. ¶ Ma bench'egli il conceda
165
1620
rispondimi, ove sei? ¶ (dicea) ma se colei, ¶ ch'era
166
1620
fera divoratrice, ¶ cruda, sì, ma felice ¶ ne l'infelicitate
167
1620
i rai non nascondesti? ¶ Ma che? poco giovava, ¶ che
168
1620
che morte per finire. ¶ Ma 'l corpo non val
169
1620
Tisbe, indi dir volse. ¶ Ma 'l bel nome perfetto
170
1620
dimora, altre due fonti, ¶ ma più larghe e più
171
1620
tua mercede, onde dolermi; ¶ ma peròche lasciando, ¶ qualor da
172
1620
di tanta armonia prive! ¶ Ma dimmi, e qual il
173
1620
furto di duo cigni. ¶ Ma che libro è cotesto
174
1620
licenza anco la bacio. ¶ Ma come, oh come io
175
1620
tu chiedi, io bramo; ¶ ma, per star meglio ad
176
1620
e le delizie esprime. ¶ Ma tra questi ancor passo
177
1620
come comincia: ¶ – Negra, sì, ma sei bella, o di
178
1620
d'Amor, leggiadro mostro. – ¶ Ma non richiede il tempo
179
1620
dilicate, ¶ a studio miniate; ¶ ma quel tuo fosco illustre
180
1620
amor, candida fede. ¶ Lidio ¶ Ma che dirò di voi
181
1620
Lilla mia, dirò ver, ma dirò poco: ¶ l'aquila
182
1620
e ferito, occhi rapaci. ¶ Ma che? fatta la preda
183
1620
che date ai cori. ¶ Ma se i cori rubate
184
1620
cui vivo, ¶ negri sì ma leggiadri, ¶ foschi sì ma
185
1620
ma leggiadri, ¶ foschi sì ma lucenti, ¶ occhi dolci e
186
1620
pupille ¶ sembran carboni spenti, ¶ ma vostri vaghi sguardi son
187
1620
già nunzi di male, ¶ ma messi di salute e
188
1620
si nega; ¶ baciami pur, ma non baciar in loco
189
1620
l'anima tua soggiorna; ¶ ma dentro que' begli occhi
190
1620
Baci baci, amore amore –. ¶ Ma che miro? che veggio
191
1620
ritenga e stampi. ¶ Ahi, ma voi siete due: ¶ come
192
1620
onde il Piton trafisse, ¶ ma quel che porse in
193
1620
le selve. ¶ Arco sì, ma soave, e dele belle
194
1620
minute fila ¶ e pungenti, ma dolci e non mortali
195
1620
canto, ¶ umiliar mi vanto. ¶ Ma nulla teco ponno, ¶ fera
196
1620
Peneo, ¶ non in pianta, ma in sasso ¶ cangeresti le
197
1620
non di tenero lauro, ¶ ma d'aspra quercia alpina
198
1620
Il duol giace sepolto, ¶ ma la lingua del cor
199
1620
Grida l'alma tacendo; ¶ ma tu, lasso, non senti
200
1620
intelletto tuo rendersi oscure. ¶ Ma tutto ciò ch'io
201
1620
stagion Amor non regni; ¶ ma viè più in questa
202
1620
cadenti. O viva pietra, ¶ ma la durezza e 'l
203
1620
vago e dotto invero; ¶ ma sì trito e commune
204
1620
il tuo crudele orgoglio. ¶ Ma ben dal Cielo un
205
1620
non fora Amore. ¶ Filaura ¶ Ma quell'Amor ch'è
206
1620
Fileno ¶ Alato egli è, ma cieco, ¶ e tien d
207
1620
Filaura ¶ Cieco egli è, ma fanciullo; ¶ se talvolta s
208
1620
che s'odon sì, ma non si toccan punto
209
1620
alcun premio altrui rapire. ¶ Ma tra color, che di
210
1620
avaro ¶ chi non dona, ma vende il bello, e
211
1620
assai, veracemente è degno. ¶ Ma donna, che dal'or
212
1620
d'oro gli strali; ¶ ma, veggendo che l'oro
213
1620
quanta tu v'hai. ¶ Ma che vuoi far di
214
1620
la tua vorace sete! ¶ Ma qual oro si trova
215
1620
io la man vota. ¶ Ma tempo è già da
216
1620
Selvaggia ¶ A dio, Laurin, ma dimmi, ¶ che titoli son
217
1620
sempre al'arguzie torni. ¶ Ma, dimmi, ond'argomenti ¶ esser
218
1620
spirti ignudi? ¶ Laurino ¶ Gustan, ma tal qual io. ¶ D
219
1620
priva d'alma altrui. ¶ Ma l'alma del'amante
220
1620
tolse? ¶ Laurino ¶ Una crudel, ma bella, ¶ che benché morto
221
1620
Oh che benigno ingegno! ¶ Ma perché tu, del pari
222
1620
mio ¶ dolcemente passaggio. ¶ Selvaggia ¶ Ma io, che far poss
223
1620
cui non basta morir, ma vuoi ch'ancora ¶ altri
224
1620
giamai ragion, ragion pretendi. ¶ Ma come, e dove, e
225
1620
vuoi, del'anime omicida, ¶ ma non esser infida. ¶ Se
226
1620
dolcezza commun, vera dolcezza. ¶ Ma se di pari Amor
227
1620
amata amassi, amar devresti. ¶ Ma se sai, che m
228
1620
Amor me ne richiamo. ¶ Ma se pur di fallo
229
1620
punir, punito l'hai? ¶ Ma poniam pur, ch'io
230
1620
amor fragile e breve. ¶ Ma la luce maggior, che
231
1620
colore, ¶ publica lo splendore, ¶ ma l'occulta virtù non
232
1620
devoti onora e serve. ¶ Ma non prima è svanito
233
1620
bacia, e la fugge; ¶ ma tosto che dal labro
234
1620
prega, ¶ innamora e diletta, ¶ ma trovata e goduta, è
235
1620
a predicar son belle, ¶ ma raro in prova, poi
236
1620
cosa ¶ una vergin fanciulla. ¶ Ma qual più brutta e
237
1620
incensi, et consacrare olocausti. ¶ Ma se alle vostre bellezze
238
1620
la fecondissima virtù sua, ma fin nelle viscere della
239
1620
rigor del freddo assiderati, ma le notturne rugiade asciuga
240
1620
non solo altrui riscaldate, ma dolcemente infiammate, et sì
241
1620
pietà del mio male? ¶ Ma qual sacrificio potrebbe esser
242
1620
doloroso sacrificio gl'incensi. ¶ Ma con quali incensi più
243
1620
IV ¶ – Clori bella (dicea) ma quanto bella ¶ tanto fiera
244
1620
più d'una squadra. ¶ Ma, però ch'altra piaga
245
1620
dà la morte.» ¶ XXII ¶ Ma tu di mille morti
246
1620
ardor nascosi, e tacqui; ¶ ma chi celar può mai
247
1620
ne la sinistra mamma; ¶ ma 'l suo proprio splendor
248
1620
l licor del'ape; ¶ ma, se tu non le
249
1620
alte ruine. ¶ E tu, ma tardi, del'error pentita
250
1620
vivo umor gelida vena, ¶ ma di canna, di giunco
251
1620
luci a contemplar rivolga, ¶ ma 'l caro bacio e
252
1620
mi segue e chiama. ¶ Ma Pan, che 'l tutto
253
1620
ogni altra cetra antica; ¶ ma modestia mi tien la
254
1620
oro e di gemme; ¶ ma poi, di gemme in
255
1620
dele selve origin prende. ¶ Ma che? gonfisi pur di
256
1620
covil posar le spalle; ¶ ma, steso a nudo ciel
257
1620
becchi et ugne. ¶ LXIII ¶ Ma, sempre invitto infra i
258
1620
a dar gli venne. ¶ Ma, s'abbassi a gradirlo
259
1620
tutto il resto. ¶ LXVII ¶ Ma la faretra è d
260
1620
inetto alle alte specolazioni, ma anche per dinotare il
261
1620
ò più possente ardore; ¶ ma pudico, ed honesto à
262
1620
che 'l mio tormento: ¶ ma se dagl'occhi ho
263
1620
nitriti il generoso armento. ¶ 40 ¶ Ma chi può del magnanimo
264
1620
solea l'arena stampa: ¶ ma sol d'amor pacifico
265
1620
germe, e stelo inculto; ¶ ma per virtù de l
266
1620
produce, prezioso e caro. ¶ 46 ¶ Ma qual sì dura, e
267
1620
terra hoggi non odo: ¶ ma dolce à i ghiacci
268
1620
udisse, ¶ i fiumi no, ma le celesti rote. ¶ A
269
1620
t'invidiò tal'hora. ¶ 63 ¶ Ma tù, che dirò Ninfa
270
1620
vaghe illustre mano incise, ¶ ma di smalto il distinse
271
1620
ruina minacciando, e morte: ¶ ma più benigno in atto