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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «ma»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
il viaggio con lui. ¶ Ma Scorzo le disse d
2
1956
in braccio quello nero, ma Scorzo trae la spada
3
1956
persuadettero a perdonargli ancora. Ma a pranzo, nell’allegria
4
1956
dicendo d’aver sonno. Ma invece d’andare in
5
1956
bianco l’avrebbe tradita. Ma, hanno detto, se ci
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1956
più! – diceva la sposa. ¶ Ma lui con un fil
7
1956
della maledizione del biscione. – Ma… chi lo racconterà… di
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1956
genitori se ne accorsero. – Ma com’è questa storia
9
1956
un bellissimo figlio maschio, ma i genitori piangevano per
10
1956
purtroppo, – dice il Re, – ma voglio sapere chi è
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1956
chi è tuo padre. ¶ Ma il bambino girava, girava
12
1956
Sì, contenta son contenta, ma lo sarei ancor di
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1956
non era più mezzo ma intero, fece corte bandita
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1956
da fare con me! ¶ – Ma io non so niente
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1956
dice, – ero proprio fiacca, ma adesso sto un po
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1956
ha babbo né mamma, ma che se ripassa un
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1956
suo povero nonno malato. Ma suo nonno è contento
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1956
altra ancora più bella! ¶ Ma lei volle tornare indietro
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1956
avevo in questo palazzo, ma vorrei almeno il viso
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1956
gli altri andava bene, ma che la ragazza si
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1956
con balie e cameriere. Ma dovrà essere un palazzo
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1956
stato predetto dagli astrologhi, ma più cresceva e più
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1956
sole e le nuvole, ma non la terra, e
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1956
in strada. Uno diceva: – Ma cos’è questo palazzo
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1956
Si dice di sì, ma nessuno l’ha mai
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1956
esser bella quanto vuole, ma bella come il figlio
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1956
uomo le fosse nominato. Ma la ragazza ormai aveva
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1956
che non la voglio. ¶ – Ma ha detto così, – insistettero
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1956
su tutte le furie. Ma la ragazza prese a
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1956
dichiarare guerra alla Danimarca, ma la figlia a forza
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1956
sollevò l’ultimo velo, – ma se sarà respinta ancora
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1956
parlare di questa cosa, ma a forza di preghiere
33
1956
Dopo otto giorni tornò, ma questa volta il bicchier
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1956
Danimarca non volle bere. – Ma quella bella giovane, – domandò
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1956
coltello e la pistola. Ma egli guardava solo lei
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1956
buttò alla Strega Bistrega. Ma la pera cascò per
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1956
in bocca l’acquolina! ¶ Ma Pierino Pierone non scese
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1956
Bistrega aperse il sacco ma invece di metterci la
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1956
in bocca l’acquolina! ¶ Ma Pierino Pierone l’aveva
40
1956
fermarsi per un bisognino, ma stavolta il sacco era
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1956
Per bollire Pierino Pierone. ¶ Ma quando fece per rovesciare
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1956
per salire ad acchiapparlo, ma sul più bello sfondò
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1956
provarono a farla ridere, ma nessuno ci riusciva. ¶ – Figlia
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1956
bene, – disse la Principessa. – Ma ci aggiungo questa condizione
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1956
quella Principessa così bella. Ma quanti ci provavano, tutti
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1956
Ci voglio andare io! ¶ – Ma va’ là, tu! non
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1956
una boccia5 di vino. ¶ – Ma pensa… ¶ – Ho già pensato
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1956
la donna lo mangiò. Ma visto che aveva ancora
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1956
andare come il vento, ma ricordati di non scendere
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1956
arriva al suo paese, ma era tanto cambiato che
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1956
più. Cerca casa sua, ma non c’è neanche
52
1956
strada. Domanda dei suoi, ma il suo cognome nessuno
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1956
quel suo devoto, fece: – Ma bravo, sono proprio contento
54
1956
vieni dentro lo stesso. ¶ Ma San Pietro si ostinò
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1956
si andasse a pranzo, ma le vecchie non permisero
56
1956
solo con la sposa. Ma le vecchie accompagnarono la
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1956
portandogli via il lume. Ma lui s’era portato
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1956
le dolevano i fianchi. Ma quando ebbero riso ben
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1956
le portò il caffè. Ma appena il Re se
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1956
sposa e le chiese: – Ma com’è, com’è
61
1956
secca come un asse, ma se la piallo va
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1956
la pentola al fuoco ma non ho i soldi
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1956
polenta. ¶ Rispose il Re: – Ma cosa vuoi che me
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1956
di monete d’oro, ma il vagabondo non fu
65
1956
morire tutt’e due. ¶ – Ma io voglio liberarti dall
66
1956
in un bel guaio, ma la giovane ricomparve fuori
67
1956
al mare? Sei matta? – ma come al solito la
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1956
veli bianchi al vento. Ma la Principessa nuotava, nuotava
69
1956
trasporterò io a riva. Ma non dire niente a
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1956
fatemi arrabbiare! Andate via! – Ma i bambini non gli
71
1956
Fratellini miei, siete qua? Ma allora state bene! ¶ I
72
1956
sette anni, ci salvi: ma bada che ne passerai
73
1956
fece cenno d’avvicinarsi, ma lei scosse la testa
74
1956
credeva che fosse sordomuta ma poi capì che sentiva
75
1956
la sposava. La madre: – Ma io non voglio! – e
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1956
non voglio! – e lui: – Ma qui comando io, – e
77
1956
nuora dispetti e malegrazie: ma la nuora non rispondeva
78
1956
sposa ha un bambino, ma la suocera, d’accordo
79
1956
tutto e si disperava, ma pensava alla condanna dei
80
1956
Non la volle ammazzare, ma solo le tagliò i
81
1956
Poi tornò a nascondersi, ma s’era dimenticata un
82
1956
non è un uomo ma è nostra sorella! – e
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1956
suo pianto, le disse: – Ma non stare sempre dietro
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1956
cosa sarà di me, ma voglio andarmene, voglio andare
85
1956
un po’ ogni giorno, ma dormiva sempre e mi
86
1956
Re sposò la schiava. Ma con tutto che la
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1956
compagnia durante la veglia. ¶ – Ma no, non vado a
88
1956
bastimento levò l’ancora, ma non poteva andare né
89
1956
niente? ¶ – No, niente, – rispose, ma poi andò a riguardare
90
1956
darti i tuoi regali, ma prima vammi a prendere
91
1956
che voglio anche lei. ¶ – Ma lasciala stare quella là
92
1956
bella come il sole: ma che nessuno l’aveva
93
1956
figlia si divertì molto, ma quando, rimasta sola col
94
1956
che la dovrà tradire. ¶ – Ma, – disse la seconda Fata
95
1956
biscione che la tradirà. ¶ – Ma se ci fosse qualcuno
96
1956
in sella al bianco, ma Scorzo sguainò pronto la
97
1956
e coprirlo di baci, ma si trattenne, perché doveva
98
1956
in mezzo al bosco ma non levò neppure gli
99
1956
lì lì per svenire. – Ma io t’ho salvato
100
1956
a un reale personaggio, ma di tanto in tanto
101
1956
Re fu molto addolorato, ma dopo pochi mesi, visto
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1956
non si poteva immaginare. Ma mentre lo stava guardando
103
1956
guai se ti trova! ¶ Ma lei tanto la pregò
104
1956
ti alloggerei ben volentieri, ma sono la madre del
105
1956
figlio, sei bell’andata –. Ma poi, presa dalla compassione
106
1956
Sento odor di cristianum, ¶ ma non la trovò, mangiò
107
1956
Sento odor di cristianum, ¶ ma non la trovò, e
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1956
essere il suo sposo. Ma come fare a mandare
109
1956
facesse scappare con lei, ma la sua fantesca le
110
1956
una notte col giovane, ma le accorciò il tempo
111
1956
una notte col giovanotto. ¶ Ma questa volta lui s
112
1956
fece finta di berlo, ma lo buttò in terra
113
1956
poteva quasi andare avanti. Ma il contadino aveva un
114
1956
Lui disse il prezzo, ma era una cifra così
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1956
bella! Me la venderebbe? – Ma lei facendo la voce
116
1956
del Re del Sole, ma questa lettera non arrivava
117
1956
Nessuno ne sapeva niente, ma una volta trovò un
118
1956
lo so di sicuro; ma dov’è, non saprei
119
1956
andarono subito a rivestire. Ma la più bella non
120
1956
darò i suoi vestiti. ¶ – Ma chi è lei? ¶ – Io
121
1956
ragazza: – Devi sposare me. Ma guarda che mio padre
122
1956
forse un indovino? ¶ – No, ma il maestro m’ha
123
1956
nulla di quel viaggio, ma vede che il servitore
124
1956
Perché sei così triste? – ma il servitore taceva. ¶ Allora
125
1956
di volta il cervello. – Ma come lo sapete? Chi
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1956
si fermasse con loro, ma lui prese commiato, e
127
1956
malata da sei anni, ma nessun medico sapeva di
128
1956
guarirà. ¶ Il contadino trasecolò. – Ma da chi sapete tutte
129
1956
non sapevano come compensarlo, ma lui non volle niente
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1956
uno spintone all’uscio, ma l’uscio era di
131
1956
ossa, – disse il fabbro. ¶ – Ma io le ossa me
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1956
son rotto una spalla, ma ti voglio bene lo
133
1956
sì. Vienmi a prendere, – ma, furba com’era, aveva
134
1956
di sé dalla stizza, ma disse: – Fa niente, domattina
135
1956
tra sé giurava vendetta, ma a lei disse: – Ah
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1956
zucche prima di giorno, ma questa volta il lupo
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1956
mangiata con lei dentro. Ma quando arrivò alla zucca
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1956
che astrologo non era, ma contadino, e perciò malizioso
139
1956
il lupo scappò fuori. Ma appena sulla via i
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1956
non si muore mai: ma nessuno lo sapeva. Un
141
1956
il posto che cercavo! Ma lei, poi, è contento
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1956
contento che stia qui? ¶ – Ma sì, contentone, anzi: mi
143
1956
ci sto proprio bene, ma avrei voglia d’andare
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1956
è dei miei parenti. ¶ – Ma che parenti vuoi andare
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1956
per cogliere le melagrane, ma l’albero cresceva a
146
1956
ragazze d’ogni semenza, ma per raggiungere quei frutti
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1956
mai fosse tanto imbruttita, ma siccome un po’ le
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1956
Difatti, era d’inverno. ¶ Ma la mattina dopo andò
149
1956
ragazza. ¶ Lui così fece, ma né la Regina, né
150
1956
Un paio di mani. ¶ Ma nessuno si voleva tagliare
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1956
e fece uno scorpione. Ma il Re fece dare
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1956
tanto lusso e spatusso ¶ Ma io ero dietro l
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1956
gli disse il confessore, – ma basta che tu rubi
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1956
rubiamo, – dissero i ladri, – ma non facciamo peccato perché
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1956
pascolare in quel prato, ma non al di là
156
1956
della figlia del Re». Ma la pietra era al
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1956
volta in tre bocconi. Ma il pastorello, più svelto
158
1956
fatto un bel lavoro, ma la tessitrice – era il
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1956
portato la canapa filata; ma si fece coraggio e
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1956
trono ne era invasa. – Ma questa tela non finisce
161
1956
per un suo viaggio ma aveva paura a lasciar
162
1956
le disse, – io parto, ma tu mi devi promettere
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1956
restar a casa sola, ma almeno potessi avere un
164
1956
a portarle una lettera. ¶ Ma intanto la ragazza aveva
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1956
e ti dice tutto; ma non t’ha detto
166
1956
essere condannata a morte, ma la Regina ne ebbe
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1956
riuscito a fargliela arrivare. Ma la ragazza voleva sentire
168
1956
era zia niente affatto, ma era la vecchia che
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1956
muto. ¶ Bussarono alla porta, ma la figlia del mercante
170
1956
stava per dire: «Avanti!» ma prima chiese al pappagallo
171
1956
ancora un pezzo, – diceva, ma non sapeva andare avanti
172
1956
per vedere il pappagallo ma al suo posto trovarono
173
1956
apparecchiati e li mangiarono. Ma poi cominciarono ad aver
174
1956
non era una strega ma la loro sorellina che
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1956
che restasse con loro. Ma le raccomandarono di non
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1956
fuoco con molta gentilezza, ma disse che in cambio
177
1956
disse che voleva sposarla, ma lei rispose che doveva
178
1956
con mangiatoie d’oro. ¶ Ma le streghe del bosco
179
1956
belare intorno alla cisterna, ma nessuno capiva cos’avesse
180
1956
ladri che ci sono. Ma le dico io come
181
1956
le guardie lo troveranno. ¶ Ma quando fece il segno
182
1956
io che sono furbi? Ma c’è anche chi
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1956
tirar via il cadavere, ma non ci riusciva. Allora
184
1956
urlare e a piangere. Ma c’era lì Cric
185
1956
a scolparsi, a disperarsi; ma la matrigna tanto disse
186
1956
non si vergognò più, ma non vedeva l’ora
187
1956
vedo un po’ magrolina, ma non è niente, è
188
1956
la punta in su, ma non si vedessero spuntare
189
1956
sarebbero scomparse le trafitture, ma, ahimè, il Principe riapparve
190
1956
il modo di guarirlo; ma non si trovava nessuno
191
1956
il sentiero dei cacciatori. Ma tra il buio fitto
192
1956
non volevano lasciarlo entrare, ma il Re disse: – Tanto
193
1956
nero gli s’avventò ma Giuanin era il leone
194
1956
un cane nero velocissimo, ma Giuanin diventò il cane
195
1956
via un’aquila nera, ma Giuanin diventò l’aquila
196
1956
del Re tutta contenta. ¶ – Ma come hai fatto? – gli
197
1956
a quello del Re, ma più bello ancora di
198
1956
troppo ambizioso. ¶ – Signorsì, – rispose, – ma se a Vostra Maestà
199
1956
e chiudesse il becco, ma grande quanto un uomo
200
1956
a vedere l’oca. ¶ Ma la figlia aveva sentito
201
1956
hai solo i danari ma anche il cervello fino
202
1956
ne sai qualcosa? ¶ – No: ma tieni questo sasso che
203
1956
ne hai notizie? ¶ – No: ma tieni questo pettine d
204
1956
non ne sapeva niente, ma gli diede una tascata
205
1956
è la bella Bargaglina, ma è difficile che tu
206
1956
devi prendere la gabbia, ma guarda che c’è
207
1956
cristallo e scappò via. Ma i campanellini della gabbia
208
1956
gliene mandò dietro trecento, ma il pastore tirò fuori
209
1956
roba più che potevano, ma pativano la fame lo
210
1956
avrebbe lasciata andare subito, ma c’era quel naso
211
1956
le diede la chiave ma le disse: – Questa porta
212
1956
il resto, sei padrona; ma di questa stanza no
213
1956
da quella stanza infernale, ma una lingua di fuoco
214
1956
tanto bene da me, ma il lavoro è molto
215
1956
tu da quest’Inferno! – Ma la ragazza si sentiva
216
1956
in fretta e scappò, ma non sapeva dove nascondersi
217
1956
Sì, qui sto bene, ma starei ancor meglio se
218
1956
ti riporterà a casa. Ma, se senti che fa
219
1956
della roba da lavare. Ma ce lo portate davvero
220
1956
disse: – Ah sì, guarda! – ma lui a questa storia
221
1956
si mise in cammino. Ma, arrivato a mezza strada
222
1956
lavata dell’altra volta, ma Naso d’Argento posò
223
1956
la sua seconda figlia. Ma cominciò a essere più
224
1956
sacchi di roba sporca, ma questa ragazza era così
225
1956
sarebbe dato un soldo, ma era furbo dalla nascita
226
1956
a uscire dai cespugli. Ma la Maschera s’avvicinava
227
1956
cercare tracce delle bestie, ma non trovavano che ciuffi
228
1956
voleva più la spazzola ma un rastrello che passasse
229
1956
un filo di speranza. ¶ – Ma se mi manca il
230
1956
sapevano più cosa fare. Ma il più vecchio, quello
231
1956
tanti che hanno paura, ma mai come a Pocapaglia
232
1956
toccati nel punto debole. Ma Masino non voleva prendersela
233
1956
di seta e serpente, ¶ Ma ora non han soldi
234
1956
rubate e portarle via. Ma dov’è questo vino
235
1956
a sentire in silenzio, ma quando Masino disse: – E
236
1956
non so nulla io. ¶ Ma il Re insistette: – L
237
1956
non sapeva come attraversarlo. Ma la vecchina le aveva
238
1956
che fossero al mondo. Ma la porta s’apriva
239
1956
stava più. Andò via, ma prima di partire lasciò
240
1956
erano disperati dal digiuno, ma lei subito provò a
241
1956
del modo di raccontare, ma solo dei «tipi» raccontati
242
1956
libro in dialetto corso, ma piuttosto «letterario»: quello del
243
1956
né dovrebbe voler andare. Ma questi suoi limiti (il
244
1956
luoghi, càpita più spesso – ma non quanto si può
245
1956
in Ungheria e Turchia, ma non è stato mai
246
1956
Persia e in India ma con troppo scarsa frequenza
247
1956
Fin qui il Thompson: ma questo discorso vale per
248
1956
è, – disse il padrone, – ma se non hai paura
249
1956
Giovannino prese il lume ma non si mosse. ¶ – Passa
250
1956
avrebbe dato una fortuna. Ma la grida non aveva
251
1956
per partire alla ricerca. Ma quando volle ingaggiare l
252
1956
Fuggite, prima che arrivi! Ma dovete sapere, che questo
253
1956
allora è facile pescarla, ma bisogna ammazzarla subito perché
254
1956
un uomo sullo scoglio. Ma venne l’ora in
255
1956
un colpo da ammazzarla, ma invece della triglia colpì
256
1956
si ritrasformò in polpo, ma aveva le branche tutte
257
1956
fece salire nella barca. Ma la barca era piccola
258
1956
S’avanzano le guardie, ma Baciccin Tribordo alzò una
259
1956
Nacque loro un bambino ma non avevano nessuno nel
260
1956
padrino. Andarono in città, ma non conoscevano nessuno, e
261
1956
e vi presero alloggio. Ma il giovane, che non
262
1956
prato. Andò per prenderlo ma da dietro all’albero
263
1956
come mozzo di stalla. Ma il tignoso non vedeva
264
1956
la darei per sposa; ma tutti quelli che sono
265
1956
Compriamo tutto il carico, ma danari per pagare non
266
1956
avevano danaro per pagare, ma dissero: – Quando avrete bisogno
267
1956
Bravo, – disse al giovane, – ma non basta –. E lo
268
1956
andarci con un barile. Ma il giovane chiamò: – Avvoltoi
269
1956
cadavere pieno di ferite. Ma il vecchio marinaio aveva
270
1956
voleva in moglie una, ma era uno che usciva
271
1956
Columbina!», e io vengo. Ma guai se ti dimenticherai
272
1956
ho comprato per te. Ma adesso devo partire per
273
1956
Si mise a piangere, ma ecco che sentì cadere
274
1956
Basta che chiami: «Columbara!»; ma non scordarti il mio
275
1956
vecchia, – devi chiamare: «Columbun!»; ma se ti dimenticassi il
276
1956
ricordò che doveva invitarle, ma quando fece per pronunciare
277
1956
scherzi, le raccontava storielle, ma non c’era nulla
278
1956
il pranzo di nozze; ma ti chiedo una grazia
279
1956
tavolo rotondo da parte, ma così piccolo che tra
280
1956
sposo domandò a Columbina: – Ma ditemi, come mai avete
281
1956
ubbidiente come un agnellino; ma non si lasciava montare
282
1956
non ne sapeva niente. Ma il Re che al
283
1956
po’ paura del leone, ma gli rincresceva di fuggire
284
1956
fatto le parti giuste!» Ma il leone gli disse
285
1956
metterai diventerai una formichina, ma così piccina, così piccina
286
1956
avessero preso in giro. Ma appena fu lontano dalla
287
1956
quindi non puoi morire. Ma ho sempre paura che
288
1956
quale aquila oserebbe sfidarla. Ma se anche l’aquila
289
1956
narra non sono segnati, ma si sente spesso una
290
1956
effetti del mio lavoro, ma il libro è ricco
291
1956
d’Otranto: «tipi» notissimi, ma in una lingua così
292
1956
famigliari del Di Francia. Ma, per quel che interessa
293
1956
trovi l’uscio chiuso), ma non per un’apparente
294
1956
una dozzina di pezzi,35 ma raccontati in modo così
295
1956
Umbria36 e del Molise.37 Ma la lacuna più grave
296
1956
non ha grandi raccolte;40 ma il modo di raccontare
297
1956
non è soltanto preistorica, ma anche pregeografica? ¶ Le scuole
298
1956
là mi pare indubbio.43 Ma, detto questo, si ripiomba
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1956
della fiaba popolare italiana. Ma questa ricerca, a tutt
300
1956
da quella della fiaba, ma le due storie s
301
1956
parla mai di castello ma di palazzo; non si
302
1956
mai) principe e principessa ma figlio del re, figlia
303
1956
al nanni-orcu pugliese, ma anche per la confusione
304
1956
trattare con più onore, ma tra le numerosissime versioni
305
1956
un’affettazione di pietà, ma corre verso la soluzione
306
1956
non solo in Sicilia ma pure in Toscana e
307
1956
fugge via: storie diverse ma che tutte narrano dell
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1956
del sortilegio, della maledizione. Ma gli innamoramenti più concreti
309
1956
fiaba infantile esiste sì, ma come genere a sé
310
1956
nella direzione dei contenuti ma nell’istituzione stessa della
311
1956
giustificazione riduttrice e conservatrice, ma nella stessa costruzione narrativa
312
1956
variazioni su un tema; ma in realtà finisce per
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1956
grosso pesce che parla…) ¶ Ma la situazione «realistica» della
314
1956
mi è dispiaciuto escluderla; ma dalle raccolte risulta solo
315
1956
sul canto popolare italiano. Ma non è possibile estendere
316
1956
di leggende siciliane, Torino 1904. Ma per notizie bibliografiche più
317
1956
del Borgo di Catania. Ma nel testo non v
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1956
attenzione nelle loro note, ma il loro interesse principale
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1956
versione filologica del Gabrieli, ma là era un racconto
320
1956
parlato e spesso belle ma – tranne quelle fornite dal
321
1956
cui mi sono servito. Ma una raccolta toscana delle
322
1956
e leggende. ¶ 24. Raccoltine limitate ma ben fatte esistono per
323
1956
c’è una buona ma molto breve raccolta del
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1956
presenta versioni dialettali stenografate, ma sono poche, e piuttosto
325
1956
e d’ampio sviluppo, ma sono pubblicate – secondo i
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1956
manoscritte di Antonio Tiraboschi, ma sono tipi molto diffusi
327
1956
piuttosto ricca (sessantaquattro pezzi, ma riassunti in francese) che
328
1956
popolare umbra, specialmente sacra; ma nel nostro campo non
329
1956
livornesi numerose varianti umbre; ma si tratta di stringati
330
1956
di cinque fiabe umbre, ma erano testi troppo rudimentali
331
1956
Roma, giugno 1955). Qualche fiaba, ma in testi non buoni
332
1956
dànno testi in dialetto ma di scarso sviluppo narrativo
333
1956
scarso sviluppo narrativo. Migliori, ma appartenenti a «tipi» ultranoti
334
1956
raccolta di Francesco Corazzini. Ma le cose più interessanti
335
1956
e povero dettato campidanese, ma talora – in questa sua
336
1956
una vasta raccolta sarda, ma non c’è gran
337
1956
straniere, una raccolta italiana. Ma che testo scegliere? Esisteva
338
1956
di nuovo a Venezia, ma stavolta con sufficienza e
339
1956
le maschere dell’Arte. ¶ Ma era un divertimento grave
340
1956
toscani corsi greci illirici; ma le «novelline» (come nell
341
1956
per la primavera Biancaneve. Ma intanto, sotto il primo
342
1956
popolo nei vari dialetti. Ma era un patrimonio destinato
343
1956
da Tieck a Puškin, ma divenne dominio degli autori
344
1956
e dal De Nino.6) ¶ Ma la gran raccolta delle
345
1956
nuotare tra onde insolite, ma da un richiamo del
346
1956
di me, non corrosa ma soltanto eccitata dal progredire
347
1956
di sapiente tecnica narrativa, ma anche proprio come generali
348
1956
in re e poveri, ma la loro parità sostanziale
349
1956
come segno di grazia, ma che può essere nascosta
350
1956
fiabe dai dialetti tedeschi, ma integrando una variante con
351
1956
Italia «luoghi di conservazione», ma perché già in tutte
352
1956
le parole del popolo, ma le rievocano in stile
353
1956
ho pubblicato due fiabe (ma m’è parso che
354
1956
tra Asia e Europa. Ma la circolazione internazionale – uso
355
1956
della Terra d’Otranto, ma soltanto che ho per
356
1956
ricca o meglio narrata, ma anche quella che, messe
357
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più marchigiana, più otrantina. ¶ Ma non si creda che
358
1956
Schneller facevano lo stesso ma in tedesco, Andrews in
359
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le carte in regola, ma il taglio è letterario
360
1956
interna di quelle pagine, ma anche con la spietata
361
1956
puri strumenti, trasmettitori passivi, ma (e qui il proverbio
362
1956
ne raccomandi la conservazione, ma stupisce, soprattutto avendo pratica
363
1956
le raccolte più recenti, ma qui non facciamo discorso
364
1956
tradizionali o usi linguistici, ma la poesia. ¶ Con il
365
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Messia non sa leggere, ma la Messia sa tante
366
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fredda, la nuda parola; ma la narrazione della Messia
367
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oggetti, sollecita al meraviglioso ma facendolo spesso nascere da
368
1956
lingua ricca d’invenzione ma pur ancorata al buon
369
1956
di conservazione» non chiuso, ma che faceva da spugna
370
1956
pure nei cantari cavallereschi, ma nel modo di raccontare
371
1956
donne, compagne nel vestiario, ma diverse in nella faccia
372
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raccolte italiane erano uscite, ma l’avvocato Gherardo Nerucci
373
1956
la manìa dei «riscontri». Ma già dalle note dell
374
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La novellina delle scimmie; ma quante, invece, che ripetono
375
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andato non a Napoli ma «in un altro paese
376
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è il solito predestinato, ma è un giovane d
377
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gli succede non una ma due volte di seguito
378
1956
sapersene conservare i vantaggi. Ma la vera, prima virtù
379
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le immagini più suggestive, ma non c’è un
380
1956
toscano duro, storpiato, arrotato, ma finalmente senza vezzi, se
381
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camberiera quello di camberieri; ma, né Pietro ricognobbe loro
382
1956
ha raccontato la novella. Ma egli seppe sempre renderci
383
1956
suoi criteri di fedeltà; ma una mediazione di tipo
384
1956
sia propria del Bernoni, ma dello spirito favoloso del
385
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non solo a voi, ma anche al babbo che
386
1956
tempo l’ha perduta. ¶ Ma l’acqua era quella
387
1956
acqua della Regina Marmotta, ma noi. Ed eccola qui
388
1956
non volevi guarire me, ma volevi pure accecare tua
389
1956
macchia fuor dalla città. Ma Andreino trovò modo di
390
1956
Marmotta. Andò all’Isola, ma quando sulla porta della
391
1956
succede per mio castigo. Ma tu, Giovanni, almeno tu
392
1956
non che volesse male, ma lo trattava ancora da
393
1956
doveva andare con lui, ma anche il piccolo, che
394
1956
carrozza e saltar su. Ma la carrozza partì di
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1956
sentì voglia di piangere; ma poi si fece coraggio
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casa da mia mamma. Ma del resto, a casa
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non dico di no, ma i miei quattordici anni
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fatta. ¶ Disse Menichino: – Già, ma come volete che io
399
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apra mai a forestieri, ma tu puoi andare a
400
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andò verso la capanna. Ma il cane aveva più
401
1956
si riscosse ed esclamò: – Ma questo può essere il
402
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tre ne ammazzan sei. ¶ Ma vedere i ladri mangiare
403
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si mise a ridere: – Ma che faccia tosta questo
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male. Eh, va bene? Ma prima di morire, quel
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certo per l’incerto, ma essere il marito della
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tremar tutto il palazzo. – Ma si può sapere chi
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Io te la do, ma guai se te la
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quattrini. ¶ Regnava la contentezza, ma il fratello di Menichino
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per provarne le virtù. Ma era inutile perché nelle
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ne trovava un’altra. Ma era appena entrato nella
411
1956
adoperava tutti i giorni ma solo quando ne aveva
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accorse subito della sparizione. Ma la prima volta che
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1956
orbi contro le corazze ma nessuno cascava mai in
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1956
su chi poteva essere, ma non cavavano un ragno
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1956
gli si fecero sotto, ma lui con pochi colpi
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un alloggio così modesto, ma poi videro che la
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ne porto, – disse Menichino, – ma non sono cavaliere di
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Voi siete non cavaliere ma figlio di mercante e
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al Regno in eredità. Ma se lui si contentasse
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s’appostarono per via. Ma Menichino portava la bacchetta
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ritorno, quand’è notte. ¶ Ma Menichino anche al ritorno
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camera dove Menichino dormiva. Ma Menichino che fiutava l
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1956
caccia coi suoi amici. Ma il fratello, che stava
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1956
le armi per resistere, ma gli assassini erano in
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1956
gliene vanno bene nove ma alla decima restano in
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stanco che s’addormentò. Ma sul più bello, una
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1956
non riusciva a crederci, ma lei disse: – Sì, sono
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già la faccia scura, ma la sposa d’Antonio
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bambina di nome Rosina. Ma lui dovendo lavorare non
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1956
gli occhi, le disse: – Ma che cosa posso fare
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1956
restò ammutolita dallo stupore. Ma poiché la matrigna aveva
432
1956
nuovo con le vacche, ma di canapa datele due
433
1956
se ne potrà riparlare. ¶ Ma dice il proverbio: finché
434
1956
vogliono prenderci per spose. ¶ Ma sì, valli a rincorrere
435
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e senza un soldo. Ma lei non voleva saperne
436
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la presero in giro, ma lei non se ne
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1956
padre andò a Livorno, ma quando stava per metter
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1956
un pugno di mosche. Ma non voleva deludere le
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qualcheduno si farà avanti». Ma aspetta, aspetta, non si
440
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starà come una regina. Ma se non me la
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sì pur di andarsene, ma il Mostro lo fece
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tutti pagarne le conseguenze. ¶ Ma Bellinda, senza scomporsi, disse
443
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e anche le sorelle – ma lo facevano apposta – le
444
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dicevano che era matta: ma Bellinda non sentiva più
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si misero in strada. Ma prima, alzandosi per partire
446
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l’era proprio immaginato. Ma poi, piano piano, si
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Siete voi il padrone. ¶ Ma lui protestò: – No, qui
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Bellinda: – Brutto siete brutto, ma il cuore buono che
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pure, – disse il Mostro. – Ma che entro otto giorni
450
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festa, anche le sorelle, ma quando seppero che lei
451
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stavolta non poteva fermarsi. Ma ancora le sorelle le
452
1956
assistette giorno e notte, ma una volta nel lavarsi
453
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Mostro strillando e piangendo, ma nessuno rispondeva. Lo cercò
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il cuore gli batteva, ma poco. Si buttò sopra
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Bellinda restata di stucco: – Ma io voglio il Mostro
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peggio, rattrappito dal freddo. Ma a dormire non riusciva
457
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dito fingendo di dormire, ma non chiudeva occhio per
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1956
credeva d’aver sognato. Ma vicino a lui, sul
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sposo di sua figlia. ¶ Ma a Corte, quel ragazzotto
460
1956
diventare genero del Re. Ma lui li lasciava dire
461
1956
Questa ce la paghi! ¶ Ma lui: – Zitti: state a
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no, Maestà? – rispose lui. – Ma a patto che mi
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carcerato? – disse il Re. – Ma a patto che tu
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1956
notte con la Principessa, ma senza poter parlare né
465
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no, Maestà? – rispose lui. – Ma a che patti? ¶ – Quelli
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1956
e finì per acconsentire. – Ma io ci metto doppie
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nessuno conosceva un rimedio, ma uno dei più vecchi
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studiarono sui loro libri ma neanche loro seppero dire
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voleva sapere chi fosse, ma nessuno l’aveva mai
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figli al mio fianco? – Ma Andreino gli ridiede la
471
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il capitano ad Andreino, – ma badi di tornare a
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abbiano ancora una cugina. ¶ Ma Andreino: – Si vede che
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città della Regina Marmotta, ma pareva che nessuno mai
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sentito ricordare questo luogo, ma è molto lontano. Bisogna
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è piena di pericoli. Ma se arriverai sano e
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rovesciare anche grossi navigli. Ma Andreino, bravo cacciatore, non
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gli domandò la strada ma quella restava ferma come
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facchini per il bagaglio, ma i facchini stavano fermi
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era pieno di gente; ma parevano tutti di cera
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di ritrovare la strada, ma mise i piedi in
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o tutte e due? ¶ – Ma tutte e due, sicuro
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Arciprete, che gli disse: – Ma cosa volevi che me
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licenzi al più presto. ¶ – Ma fino a che non
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che canti il cucolo. ¶ – Ma no, – disse Pìrolo, – siamo
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sparare! – gridò l’Arciprete, ma Pìrolo sparò. ¶ La serva
486
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lo disse a tutti ma nessuno ci voleva andare
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frati. E i frati: – Ma le sa bene tutte
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e così ci vedrete. Ma bisogna che andiate là
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quanti anni in pace, ma da dieci anni non
490
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c’era buio fitto ma lui accese la candela
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se no ti mangia; ma io ti metterò sotto
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si mise a mangiare, ma l’odore di cristiano
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il buco della fontana ma facendo adagio adagio: troverebbero
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strappò la quarta penna. – Ma che fai, accidenti! ¶ – Perdonami
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andò. Arrivò alla locanda, ma l’Orco s’era
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sparì giù nell’acqua. Ma il pescatore, andato a
497
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il pesce che parla: ma anche stavolta l’uomo
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cucina. Avrete dei figlioli, ma quando a qualcuno di
499
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uno schioppo da caccia: ma presto il primogenito si
500
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Drago e d’ammazzarlo. ¶ Ma il Re gli rispose