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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «ma»

nautoretestoannoconcordanza
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1950
a quegli inverni terribili. Ma intorno gli alberi e
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1950
strada strapiombava sul Belbo. Ma non mi ero aspettato
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e messa a grano, ma intanto adesso mi faceva
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1950
sei resta ad aspettarti. Ma non è facile starci
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1950
e infatti mi piace. Ma non basta. Mi piace
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piú nessuno osa parlartene; ma quelli che non ce
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mangiavi poco dal Padrino, ma mangiavi. Non bisogna dire
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uomini e ci conosciamo; ma prima, ai tempi della
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e d’altri tempi. Ma i piatti erano sempre
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1950
prudevano ancora le gambe, ma chi le faceva piú
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quelli di casa riderebbero». Ma non si zappa in
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l’orecchio, si agitava, ma Nora non era mai
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1950
era venuto in America. – Ma se sapevo che si
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Mica da dire, riscalda, ma un vino da pasto
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la banda di Neive. Ma c’era stata discussione
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Nuto del Salto… ¶ – Nuto? ma lo conosco. ¶ E allora
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Non c’era luna ma un mare di stelle
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terra, c’era denari. Ma nessuno ne aveva abbastanza
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non soltanto la sbornia, ma anche la donna cattiva
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saputo quel che pensavo. Ma queste cose non si
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1950
piú visto, ecco tutto. Ma dove andare? Ero arrivato
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1950
piazza era un finimondo, ma noi guardavamo di là
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la strada di Canelli… ¶ – Ma non la prendono, – disse
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Nuto, – qui stanno male ma nessuno va via. È
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toccato. ¶ – Proprio a me? Ma non c’era bisogno
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ne sei neanche accorto. Ma a tutti succede qualcosa
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non fanno nessun male, ma viene il giorno che
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tempo, vuota il sacco. ¶ Ma Nuto quella sera non
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1950
dissi che aveva ragione ma dovevano muoversi nel ’45 quando
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stanno meglio dei cristiani. Ma non basta per rivoltarsi
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1950
cose, gliele avevo chieste, ma non se lui avesse
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1950
di nessuno di questi. Ma Nuto è Nuto e
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1950
raccolti di questi anni ma che adesso ci vorrebbe
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1950
all’ingrosso, taglio corto. Ma il discorso mi piace
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casa dov’ero cresciuto, ma conoscevo tutti i beni
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morti soldati erano sani, ma che questo era nato
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era mica il latte, ma le fascine, andare scalza
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aveva detto il dottore, ma adesso non c’era
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Valino –. Volevo starmene solo. Ma le donne gridarono al
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Virgilia riusciva a sfamarci. Ma adesso capivo la faccia
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Camo, tornavano infangati, morti, ma carichi di pernici, di
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1950
neve. Sembrano di cane ma sono piú profondi. Io
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volta fredda degli alberi, ma bastava passare nelle pozze
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Erano un po’ sporche ma buone e se avesse
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1950
lasciasse entrare in casa. Ma per Nuto questa strada
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1950
e mi lasciava discorrere. ¶ Ma dopo quei primi giorni
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della vendemmia, delle fiere. Ma anche a lui che
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dottore e di me, ma erano cose che non
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andato per il mondo, ma non aveva avuto fortuna
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1950
esser vicino al paese ma neanche si ricordavano di
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1950
di zappargli la vigna. Ma lui, convinto, rispondeva che
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1950
discorso. Il discorso cambiò, ma si vede che il
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riceverci nessuno, tutt’altro, ma se salivo a fargli
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età sono i rimorsi. Ma una cosa non mi
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alla vigna di Gaminella. Ma qui c’era di
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terra cosí, lasciato incolto… Ma la vigna lavorarla, – dissi
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1950
e dargli quel piacere. Ma sapevo che avrebbe dovuto
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1950
Grato né il paese. Ma sulle grandi schiene di
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1950
fanno grosso alla Stazione, ma di qui non si
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1950
aveva fatto con me. ¶ – Ma allora com’è che
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1950
disse lui ridendo. ¶ – Sí, ma invece il letame lo
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ho visto gli aeroplani… ¶ – Ma se ti portavano ancora
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piú capisce le cose. ¶ – Ma è inutile mandarlo in
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Cinto è un bambino, ma poi cresce. Ci saranno
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saltò. – Svegliano la terra. ¶ – Ma, Nuto, – dissi, – non ci
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avevo sentite di storie, ma le piú grosse erano
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1950
bisognerebbe fucilarlo in piazza. Ma prima di parlare dovevo
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non saprà nient’altro ma la terra la conosceva
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arrabbiati un bel po’, ma lo chiamarono in segheria
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di passare dalla Mora, ma poi faceva caldo. Guardando
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negozi e le banche, ma un canneto, un odor
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cascine ci stavo meglio, ma neanche qui non mi
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che cosa poteva fare? – ma in quella casa succedevano
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tempi non c’era, ma sentii subito l’odore
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di motociclette nel polverone. Ma il grosso platano era
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credeva sempre nella luna. Ma io, che non credevo
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col sindaco per riconoscerli, ma dopo tre anni che
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pigliarsela? – dissi. – Si sa. ¶ Ma Nuto rimuginava, fischiettando scuro
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eran loro il pericolo, ma mi fecero pensare che
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L’avevo tanto aspettato, ma quando il buio ricadde
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fatto davvero la spia… Ma, – riprese, scandendo la voce
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inchiesta. ¶ Chi non chiuse ma si mise d’attorno
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1950
è un sale métier. Ma questo prete sfrutta i
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avevo rimuginato queste cose ma non sapevo come dirgli
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vivo e cosí sdentato – ma Nuto tirò dritto; disse
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e ammazzato senza motivo, ma mica tanti: sempre meno
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1950
tutti qualcosa. Troppo poco… ma c’era pericolo che
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e gli chieda conto… ¶ – Ma com’è stato andare
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che cascava con tutti, ma fin che il vecchio
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è sparita. ¶ – Possibile? – dissi. – Ma cos’ha fatto? Santa
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e della madre insieme. ¶ – Ma come, è sparita? Non
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1950
disse Nuto. – Volevo svagarmi ma neanche con te non
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e discorrevo col Cavaliere –, ma le facce, le voci
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Mora. Avevo tredici anni ma qualcosa facevo, e gli
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in terra il battuto ma il cemento. In cucina
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a tavola stava bene, ma che il lavoro andava
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i selciati delle città – ma anche prima che tornassi
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sempre a caccia. Scavezzacollo, ma alla mano. Trattava gli
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signore il sor Matteo, ma neanche aveva studiato o
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cambiati e preferivano godersela. Ma ancora adesso il sor
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Ci prendevamo a sassate, ma dovevo stare attento a
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me li levava nessuno. ¶ Ma questo era niente rispetto
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Questa muore, cos’ha?» ma la cognata non rispose
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di regalargli qualche lira, ma poi mi trattenevo. Non
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che cosa poteva farne? Ma stavolta ci fermammo e
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disse: – Io tutto capisco ma non un ragazzo che
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pigliandoci non pochi calci. Ma se Santina camminava e
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e dicevano «Bravo Nuto». ¶ Ma questa notte veniva tutti
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lo vedevo al banco ma senza grembiale. Stava poco
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ho mangiato e bevuto», ma si parla per farsi
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riuscito a far niente. Ma lui mi dava confidenza
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dal lavoro che fa ma da come lo fa
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a capire da me. Ma fu lui che mi
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sul ponte di Belbo – ma la volta che ci
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non si beve vino ma bibite. Ascoltavamo i giovanotti
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ebbi capita. ¶ – Sarebbe meglio ma non è, – disse lui
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dev’essere, dicevo pensandoci; ma che tutte, anche le
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sangue è rosso dappertutto. ¶ – Ma allora cosa dice il
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Nuto asciugandosi la bocca, – ma ci sono altri sei
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altri sei giorni. ¶ XVIII. ¶ Ma lavoravo la mia parte
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meno alta d’Irene, ma tutt’e due figuravano
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fatto apposta, per confondermi, ma in quel momento per
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domani? ¶ – Chiedilo a lei. ¶ Ma Silvia gridava dalla ringhiera
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sa chi le prende. Ma io lavoro per piú
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parlò dei miei soldi. ¶ Ma, come diceva Cirino, adesso
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biroccino con due dentro. Ma adesso ci aveva pensato
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interesse, per restare padrone, ma se i cani non
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la Giulia e Padrino. Ma non trovavo mai l
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di andare a Cossano ma non trovavo mai il
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piaciuto andare in bicicletta, ma Gosto del Morone gli
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tu non ci vai?» ma sulla porta dell’Angelo
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non ero zoppo io, ma quante volte avevo visto
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e non osavo rivoltarmi. Ma da un pezzo si
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La cantina era chiusa. Ma sul ripiano dell’armadio
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spalla rotta dall’aratro, ma poi, voltate quelle stoppie
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sapeva tutti i giochi ma preferiva quello di nascondere
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dall’orecchio del coniglio. Ma quando entrava al mattino
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per levargli la muffa, ma a toccarli per un
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mani bianche da signorina. Ma suonava e, a detta
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ho tenuto la zappa. Ma ho imparato che le
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suonato dei pezzi difficili ma proprio belli, che riempivano
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Belbo né per noi. Ma si vedeva anche, in
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e ributtata a suonare, ma chinò la testa e
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bionda, non osavo pensare. Ma un giorno che Irene
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rispondevo e la guardavo. Ma stavo attento a quel
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sei tu», potevo dirle, ma era inutile, stavamo già
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volevo andare piú lontano – ma, se le avessi detto
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mestiere ce l’ho, ma a Genova nessuno lo
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mio mestiere mi renda. Ma che sia lontano, che
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e sotto i viali, ma quella gente erano armeni
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o chi sa dove, ma per lei una cosa
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di andare sulla costa. Ma io mi tenni, non
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quanto sarebbe stata via, ma lei guardandosi le ginocchia
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tornò ancora alla costa. Ma non uscí mai sui
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giovane mi cercano loro, ma non importa – e ho
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piú belle – forse Santina, ma non l’ho veduta
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non ci pensai piú. Ma bastò quel fatto per
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giorni in una stanza. Ma questo era ai tempi
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da dormire ai nipoti. Ma ai tempi del figlio
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glielo dava sempre Silvia, ma lui il filo lo
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aveva su con lui, ma la signora Elvira invece
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parlava soltanto in italiano, ma s’intendeva di musica
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chiedevo anche all’Emilia, ma non si poteva capire
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nemmeno voluto per servitore ma non poteva farci niente
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Si sarebbe visto subito. ¶ Ma intanto andò che il
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Arturo anche del toscano. Ma la matrigna non ebbe
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farli cascare nel letame, ma da quella sera non
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occhi neri di Silvia, ma quando si mordeva le
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dava di queste occhiate, ma erano già piú calde
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mi mettevo la cravatta, ma capivo ch’ero arrivato
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potevo piú far niente. ¶ Ma neanche in quegli ultimi
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Emilia i vestiti smessi. Ma anche il Nido s
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cravatta per non sfigurare. ¶ Ma quando a mezzanotte entrai
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erano piú un boschetto ma ognuno faceva lea da
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il garzone, – diceva Silvia. ¶ Ma ci fu la volta
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sperasse di farsi sposare. Ma quel Matteo di Crevalcuore
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disperata come la sorella, ma quando da due giorni
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lassú scrutava la strada, ma Silvia non l’aveva
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la serva nel Nido. Ma quando mi guardavo intorno
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via per ambizione, cosí. ¶ Ma allora, dicevo, si vede
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con lei sulla paglia. Ma Silvia non era ancora
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di capriccio per Matteo, ma cosí bella e cosí
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motocicletta non poteva arrivare, ma loro ci andavano a
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il nome a lei ma per non essere preso
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infezione. Silvia non voleva ma poi si rassegnò. Adesso
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parla volentieri della Mora, ma mi chiese diverse volte
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passare anche il mare. ¶ – Ma non è facile imbarcarsi
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alla Mora era niente, ma quand’ho fatto il
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non si potevano dire… Ma c’erano anche gli
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io che cosa credere, ma a Genova quell’inverno
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discorso non tornava piú. Ma una notte venne Cerreti
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la nonna. Voleva ammazzarmi ma non l’ho lasciato
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e mi cercava ancora, ma io avevo il coltello
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I conigli sono scappati, ma io avevo il coltello
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che spegnessero il fuoco, ma nella vigna non voleva
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nascosta da uno sperone. Ma appena si lascia la
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era andato in paese. ¶ Ma poi la sera quand
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diceva il padre, – matta –. Ma Rosina era morta, e
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vissuta in peccato mortale. Ma questo lo disse soltanto
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Serafina diceva di fare. Ma non so se l
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ebbe una grossa delusione ma, per quanto tutti dicessero
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di sapere gran che, ma doveva aver ballato molto
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e il suo toscano, ma lei nemmeno li guardò
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il torrone a Santina – ma una sera Silvia sparí
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era solo il ragioniere ma un bell’uomo che
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e voleva ammazzare qualcuno, ma quel Lugli andò a
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mai che da lontano, ma per Silvia fu peggio
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poco di buono magari, ma dei nostri, che bevevano
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e parlavano come noi. Ma questo tale di Milano
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Inghilterra e doveva tornarci. ¶ Ma venne il giorno che
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se qualcuno le prendeva ma che gli uscissero dai
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lasciando dei grossi debiti. Ma Silvia stavolta si rivoltò
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aspettavamo alla Mora. Tornarono, ma stavolta Silvia era incinta
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Irene non disse niente, ma si capí ch’era
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e messo in prigione, ma poi un prete dai
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me questi romanzi piacevano, ma possibile che piacessero anche
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riprendere un po’ stracca ma solita. Arturo fece subito
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chi se la ride, ma, quando Irene si metteva
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Arturo. Lo trattava docile ma fredda, lo accompagnava nel
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occhio anche all’Emilia, ma si sapeva che fuori
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dita, – trovategli un padre –. Ma quando fece per alzarsi
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suo padre lo sapesse, ma lui sentí la litania
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ficcava il naso dappertutto. ¶ Ma Arturo fu in gamba
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Lui non lo disse, ma arrivava serio serio, teneva
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aveva che sei anni ma sembrava lei la sposa
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essere piú un servitore. Ma quel giorno avevo fretta
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cavallo. ¶ Mi piacque poco ma dovetti starci. Scesero col
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delle uve nei filari ma i padroni non li
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la corsa, dov’è?», ma c’era tempo, e
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Nuto non suonava ancora, ma si sentivano nell’aria
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scappò mezza per terra. Ma non era per bersela
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anche le loro sorelle, ma io me ne stetti
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di accompagnarle a piedi. Ma c’erano le altre
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che Cinto era giudizioso. Ma io lo presi ancora
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è morta in casa. Ma Irene con quel vagabondo
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il cuore del papavero… Ma una cagna, una cagna
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aveva fatto la maestra. Ma col tipo che lei
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vederla per le strade, ma passando sotto le sue
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le facce che entravano, ma era un mattino tranquillo
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mi dà uno schiaffo. Ma io la mordo la
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buone e si equivalgono, ma è per questo che
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rispondevo per le rime. Ma ero già un ragazzo
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1950
mi ha mai mantenuta, ma se volessi dir la
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la spia nei comandi, ma non aveva osato – l
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sulle colline, – gli disse, – ma non posso. Mi sparano
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soltanto: – Torna a Canelli. ¶ – Ma no… – disse Santa. ¶ – Torna
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nelle bande per aiutarla. ¶ Ma Santa non ne aveva
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fai buone, – disse Nuto, ma era disperato, gli tremava
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smorfia come i bambini… Ma fuori cercò di scappare