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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora G. di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose entro poeticamente descritte, 1545

concordanze di «ma»

nautoretestoannoconcordanza
1
1545
parole vere e sagge, ¶ ma chi quelle dicesse, non
2
1545
immerso mi trov'io; ¶ ma pentito mondarmi bramo e
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1545
e i piedi mossi, ¶ ma non seppi giá mai
4
1545
capo in que' buroni. ¶ 123. ¶ Ma come gli occhi volsi
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1545
carne intrar acuti morsi; ¶ ma non sapeva mai da
6
1545
com'ivi allor soffersi. ¶ 132. ¶ Ma quella che la strada
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1545
fosse o sacra dèa, ¶ ma d'ogni grazia si
8
1545
tutti fère e impiaga; ¶ ma spera e pensa ciò
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1545
tanti ci son mostri; ¶ ma certo il tutto vincerai
10
1545
volermi inghiottir facean sembianti; ¶ ma, gli occhi al ciel
11
1545
presso al bosco arriva; ¶ ma tanto lasso e dubbio
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1545
far i' mi devea. ¶ 13. ¶ Ma 'l santo genio allor
13
1545
fatica i folti rami; ¶ ma s'un ne sbranco
14
1545
entran le taglienti scuri. ¶ 15. ¶ Ma l'animo fermato di
15
1545
verno ¶ parte non hanno, ma la primavera ¶ l'aer
16
1545
gir dove tu vuoi. ¶ 25. ¶ Ma se la stanza mia
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1545
meco alberga non addoglia: ¶ ma qui si vive ogni
18
1545
alcun non v'era, ¶ ma selva tutta spaventosa e
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1545
il colle mi trovai; ¶ 44. ¶ ma sí traffitto da pungenti
20
1545
chi vi posa porge; ¶ ma dove prenderò la strada
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1545
i piè cavò Pegaso; ¶ ma prego il santo Amor
22
1545
latte il vestimento biancheggiava, ¶ ma lucido, sottile e trasparente
23
1545
questa e quella cominciare; ¶ ma il fine a tante
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1545
tenni il santo invito. ¶ 94. ¶ Ma come il piede dentro
25
1545
pedata: ¶ ella era ignuda, ma di tal aspetto ¶ ch
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1545
piegasse alquanto sul sentiero; ¶ ma seguendo del prete le
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1545
nubi il messor stanca; ¶ ma di color distinta, come
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1545
di smeraldo ¶ perfetto orïental, ma fermo e saldo. ¶ 104. ¶ Ivi
29
1545
che mai non vidi, ma le quattro belle ¶ conobbi
30
1545
che mai fosse guarito. ¶ Ma 'l buon pastor morir
31
1545
or fiero e doglioso. ¶ Ma chi vince il camin
32
1545
il corpo netto conservando, ¶ ma netto ancor tenendo il
33
1545
mirar non si pecca, ma bramando ¶ si lascia il
34
1545
in mano 'l freno: ¶ ma com'è l'alma
35
1545
riverso su 'l terreno; ¶ ma quante volte ei casca
36
1545
al mal la volontade, ¶ ma segue oprando ogni or
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1545
qui ti par cosperso. ¶ 120. ¶ Ma come sciolta l'alma
38
1545
sará 'l tuo zelo. ¶ Ma ritorniamo omai al parlar
39
1545
cristalli e d'alabastri; ¶ ma tutto ciò ch'i
40
1545
lei fu mai disubedito; ¶ ma seco sempre visse in
41
1545
letto lor, né fole, ¶ ma sempre d'un voler
42
1545
Giovane d'anni ancor ma tant'intiera ¶ d'ingegno
43
1545
di tutte le Torelle, ¶ ma gloria e pompa de
44
1545
M'immarmo e inaspro". ¶ Ma chi fu tal ch
45
1545
da noi ¶ quasi fanciulla, ma di senno veglia: ¶ che
46
1545
vaghe, oneste e belle. ¶ 138. ¶ - Ma dimmi, padre, de le
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1545
dirò, - rispose il sacerdote, - ¶ ma prima ciò ch'io
48
1545
gioia ¶ si riceve ciascun, ma piú chi resta; ¶ ché
49
1545
ricchezze a belle squadre. ¶ 60. ¶ Ma se 'l volgar Amor
50
1545
giusto, liberale e casto; ¶ ma, lasso! il mondo come
51
1545
parrá fòr di ragione, ¶ ma cosí vuol chi segue
52
1545
ogni or mi piace; ¶ ma perch'a voi traspar
53
1545
acqua guerra e risse. ¶ Ma porgi il core a
54
1545
o a sua natura; ¶ ma d'appressarsi a quella
55
1545
poter che quello tiene; ¶ ma cerca generar con questo
56
1545
l'altro non aborre, ¶ ma ben di quel gli
57
1545
quando vuol ne fere. ¶ 89. ¶ Ma per ciò ch'egli
58
1545
mai non fa disdetto, ¶ ma magnanimo e prode ogni
59
1545
conoscer non potemo intieramente; ¶ ma quanto si conosce, amar
60
1545
riama, ¶ non perché noto ma per ciò che s
61
1545
conosciuta la bontá beata; ¶ ma perché quella i pazzi
62
1545
l'alma sta contenta. ¶ Ma chi sará giá mai
63
1545
verbo sol potea salvarne; ¶ ma tanto fu l'Amor
64
1545
dove al fin pervenne. ¶ 118. ¶ Ma che direm de l
65
1545
con la vita ancora. ¶ 121. ¶ Ma s'io ti voglio
66
1545
dirne poco. ¶ 122. ¶ Non dubitar, ma credi fermamente, ¶ che tanta
67
1545
assai che dir potrei; ¶ ma fin che 'n mente
68
1545
è possibile, ¶ dotto faratti ma non giá piú buono
69
1545
filosofanti ¶ in parte Dio, ma quello non amâro, ¶ perché
70
1545
a quanti gradi sale; ¶ ma se le vuol usar
71
1545
ben di Dio parlare, ¶ ma d'amarlo han la
72
1545
ti fermar in questo, ma spiegate ¶ l'ali rivolgi
73
1545
annichilar ad ogni voglia, ¶ ma pietosa è cosí che
74
1545
a i beni intieri; ¶ ma s'inetto a l
75
1545
sol di buono affetto, ¶ ma piú pensando al liberal
76
1545
quei ciò ch'avanzava. ¶ 37. ¶ Ma ch'ella sí donasse
77
1545
poi piú si conforma; ¶ ma l'abito del ben
78
1545
ben far sempre ispedita. ¶ Ma sovvra il tutto guarda
79
1545
ritrovi ¶ difficil da pigliar, ma come il pigli, ¶ e
80
1545
qui non s'insempre, ¶ ma 'l suo fin metta
81
1545
il senso non distempre, ¶ ma s'erga con ragion
82
1545
si faccia, né fracasso, ¶ ma si disgroppi il laccio
83
1545
radice far nol lassa, ¶ ma subito lo sputa fòr
84
1545
cori di conformi tempre, ¶ 68. ¶ Ma lasciamo il parlar di
85
1545
consiglio, mente e lena; ¶ ma guarda nol lasciar un
86
1545
selva scorge non lontana, ¶ ma la strada mi par
87
1545
mostri ti faran paura, ¶ ma tu va contra, e
88
1545
ascolta: ¶ spaventar ti potran ma non sforzare ¶ che tu
89
1545
ci sian di lati, ¶ ma 'l tutto saldamente fa
90
1545
Difficile parratti questo viaggio, ¶ ma non temer, ché 'l
91
1545
che non apporti guai; ¶ ma chi tien seco di
92
1545
cosa che tu oda, ¶ ma ciò che vedi o
93
1545
tra poeti vedi manifeste; ¶ ma se fian drittamente ponderate
94
1545
apporta sempre un sito. ¶ Ma chi questo camin passar
95
1545
di cosa non temer, ma sempre saldo ¶ camina questa
96
1545
il tuo nemico finge, ¶ ma se tu vuoi, debol
97
1545
si trova buono Amor, ma spesso ¶ tristo egli par
98
1545
questo colpa ne riceve, ¶ ma gli appetiti nostri ci
99
1545
e la profana ancora; ¶ ma differente assai è il
100
1545
d'Amor non mèle ma veneno. ¶ 118. ¶ Chïunque di produr
101
1545
natura il generar raccolto; ¶ ma che si de' di
102
1545
da i sacri vati; ¶ ma se ragion contempra quel
103
1545
fugge, passa e more. ¶ 126. ¶ Ma ch'ama le beltati
104
1545
donna, come sia, ancide, ¶ ma chi l'oltraggia o
105
1545
chi mai si fide, ¶ ma si trasporte a l
106
1545
vuol, non vuol veneno, ¶ ma sempre gioia e pace
107
1545
non riceve o torto, ¶ ma quanto cresce piú, vien
108
1545
si leva l'uom, ma qui s'atterra, ¶ e
109
1545
scelerato, ingrato e rio. ¶ 12. ¶ Ma chi le prende al
110
1545
non lo pôn ghermire. ¶ Ma la cieleste dèa, di
111
1545
poco anzi ti spiegai; ¶ ma nasce in me di
112
1545
qui vostra vita mor, ma piú felice ¶ s'asconde
113
1545
un amoroso cor interna; ¶ ma seguendo la dèa volgar
114
1545
or sterpar il core; ¶ ma fermo di spezzar que
115
1545
mai non fosse nato! ¶ 60. ¶ Ma se la donna amata
116
1545
dotto mastro e pio; ¶ ma come ad accettar l
117
1545
il contemplar non cura, ma ne l'atto ¶ ogni
118
1545
piú non si serva. ¶ 84. ¶ Ma quei che cercan che
119
1545
affetto, sporco e insano. ¶ 87. ¶ Ma quella sí leggiadra e
120
1545
affanno e noia fòre? ¶ Ma il tormento che soffre
121
1545
adesso in simile figura, ¶ ma v'era un'altra
122
1545
casse, ¶ non parve lor; ma darli qualche scampo, ¶ acciò
123
1545
piú parte rimanea sepulto. ¶ 102. ¶ Ma dopo molte cose dette
124
1545
or ora. ¶ Uomini resteran, ma piú modesti, ¶ ch'or
125
1545
vasi genitali gli appiccasse; ¶ ma che facesse, ch'apparisse
126
1545
cosa unqua non odo. ¶ 108. ¶ Ma sotto questa scorza sta
127
1545
e mero, ¶ scoprir altrui, ma sotto qualch'ombroso ¶ velo
128
1545
il cor tenga purgato; ¶ ma forse ben sará tacer
129
1545
insegna e sempre informa. ¶ 7. ¶ Ma tant'avezzo è 'l
130
1545
buono il tristo obbietto. ¶ 9. ¶ Ma chi la mente purga
131
1545
mischiando gioia e dilettanza; ¶ ma chi purgata e sottil
132
1545
non istate a bada ¶ ma seguite d'Amor l
133
1545
d'Amor ardendo farsi. ¶ 15. ¶ Ma perché molti fallano il
134
1545
ch'amar si vuole; ¶ ma tanto non ne dico
135
1545
erbe e i fiori, ¶ ma non disfiora, né riceve
136
1545
gusto piace o sape, ¶ ma sol gli eletti e
137
1545
fu crïata in cielo; ¶ ma le tenaci qui terrestri
138
1545
con le man vote, ¶ ma dimostrarsi nel produr cortese
139
1545
mostrar se si volesse; ¶ ma piú tempo bisogno a
140
1545
sparge in le vene; ¶ ma tal discordia accorda Amor
141
1545
effetto sará sempre temprato; ¶ ma se diversi son li
142
1545
né pigra, n'orba, ¶ ma faccia l'uom con
143
1545
sovvra l'olmo inesti, ¶ ma per trovarsi frutto non
144
1545
non si trovan buoni. ¶ 56. ¶ Ma se con l'uno
145
1545
nova i' ti dicessi. ¶ Ma se con occhio sano
146
1545
vedesti ed ora credi; ¶ ma 'l padre mio sacrato
147
1545
colse ¶ puote ben cominciar ma non finire; ¶ però, se
148
1545
ricco, largo e pio. ¶ 115. ¶ Ma quando quegli antichi cominciaro
149
1545
Amor col lor parere; ¶ ma quel ch'i move
150
1545
assai d'ogni lavoro; ¶ ma quel ch'accese de
151
1545
e vaso di bontate. ¶ Ma questo non mi quadra
152
1545
beatissimo sempre fia chiamato; ¶ ma qual bontate a par
153
1545
è bello e buon, ma bello ¶ rende e beato
154
1545
Amor al lor governo; ¶ ma troppo lungo fôra questo
155
1545
Pluto ad amar move. ¶ 131. ¶ Ma t'utile ch'Amor
156
1545
non tien mai luoco, ¶ ma de l'onesto segue
157
1545
schivando tutte le persone, ¶ ma come vide l'Ifigenia
158
1545
cagion di grav'errore. ¶ 143. ¶ Ma perché ciò ch'i
159
1545
mai ferma il piede, ¶ ma mille volte il dí
160
1545
ogni cenno e voglia; ¶ ma per che gielosia l
161
1545
non mai del mal ma sí del bene. ¶ 10. ¶ E
162
1545
in dir d'Amore. ¶ 11. ¶ Ma tu ch'assiso meco
163
1545
è sozzo e brutto: ¶ ma l'ardor che del
164
1545
col mirar e udire. ¶ 20. ¶ Ma quei che 'l tatto
165
1545
si troverá di quelle. ¶ Ma se vi spiega Amor
166
1545
e lor rispetto degna. ¶ Ma sendo da chi l
167
1545
può ben bella parer ma nulla vale. ¶ 44. ¶ Quel vago
168
1545
ed ama ardentemente quello; ¶ ma come a pratticarlo ei
169
1545
fòr e poco dura, ¶ ma penetrar con l'intelletto
170
1545
estolle l'amoroso dèo. ¶ Ma 'l cor mi rende
171
1545
che lo fe' tale. ¶ ma come fatto fu, far
172
1545
è santa e buona, ¶ ma da la prima gran
173
1545
regno sovvra tutti pone. ¶ 57. ¶ Ma perché par che nel
174
1545
son soggiette quelle menti; ¶ ma 'l don che dato
175
1545
discorso il tutto piglia; ¶ ma questo lume sí non
176
1545
grado unqua si toglia; ¶ ma nel recipïente a forza
177
1545
la cagione ¶ l'effetto, ma menor di lei si
178
1545
falce contra Celio adoperasse; ¶ ma Giove fu che fece
179
1545
questo potrei parlar assai, ¶ ma tempo è di tornar
180
1545
con li piè necessitate; ¶ ma non m'insegni, sendo
181
1545
parlar vero e perfetto. ¶ Ma perché molti son gli
182
1545
bellezza è sol disio. ¶ Ma di gemini Amor or
183
1545
pochi ancor è frequentata; ¶ ma chi v'entra di
184
1545
non metti in oblio, ¶ ma ben raccogli il tutto
185
1545
tanto lodo, santo ardore. ¶ Ma so che 'l cor
186
1545
di Platon le carte; ¶ ma via piú chiare scoprirolle
187
1545
occhi non si mostra, ¶ ma 'l corpo informa e
188
1545
ubedir a' suoi commandamenti; ¶ ma senz'elezïone e senza
189
1545
un tenor eternamente vanno. ¶ 93. ¶ Ma l'alma nostra in
190
1545
cose amar si ponno, ¶ ma non l'ignote giá
191
1545
quell'ammira e apprezza. ¶ Ma poi sovente, da qualch
192
1545
cera forma dal suggello. ¶ Ma la sciocca donando al
193
1545
d'ogni parte morso, ¶ ma starai saldo come scoglio
194
1545
quattro volte e sei; ¶ ma chi può tôrr' al
195
1545
mezzo de l'angosce; ¶ ma per l'usato questo
196
1545
fortuna fa parer costoro. ¶ 74. ¶ Ma tu, seguendo la comincia
197
1545
bisogna in ogni cosa, ¶ ma piú con quella che
198
1545
cura amor o fede, ¶ ma l'appetito segue tutta
199
1545
sa trovar l'amante. ¶ 80. ¶ Ma la saggia Lucrezia in
200
1545
tutte affronta e assalta. ¶ 84. ¶ Ma Lucrezia che sol vertute
201
1545
voglie a palesarsi pronte, ¶ ma, non so come, la
202
1545
fide e tramontane stelle; ¶ ma di salir le scale
203
1545
mastramente: ¶ il candido volgar, ma piú divino ¶ per l
204
1545
Eravi il giallo poi, ma senz'odore, ¶ per far
205
1545
rubente, matronale e varia. ¶ 112. ¶ Ma come tacerò quella sí
206
1545
non vien mai stanco, ¶ ma piú soave ogni or
207
1545
ed ogni dubbio estrica. ¶ 130. ¶ Ma del soave suo candido
208
1545
ciò che detto ho, ma giúrovi ben ch'io
209
1545
che non vuol sferrarmi, ¶ ma piú mi sferza, e
210
1545
morir ch'Amor mantiene; ¶ ma s'un piacer li
211
1545
gusti una sol stilla; ¶ ma sí ti concia il
212
1545
il traditor gli sparte; ¶ ma ragionarne è far come
213
1545
veggiendo la nemica mia, ¶ ma non osai scoprir il
214
1545
Demostene o l'Arpino, ¶ ma con que' dolci e
215
1545
vuol non sol mortai ma un scoglio alpino: ¶ e
216
1545
amata e dolce vista; ¶ ma com'il sol celava
217
1545
Né pur sol ella ma ciascun s'accorse ¶ che
218
1545
ed altro fòr fingeva, ¶ ma sí potente al fin
219
1545
si scopra il fuoco; ¶ ma forza è che si
220
1545
non può far dimora; ¶ ma se si volge uman
221
1545
mirar che m'infollío?" ¶ 35. ¶ Ma sí gridar non seppi
222
1545
voi cieleste e diva: ¶ ma, se quanto mi detta
223
1545
sfar lo stretto nodo, ¶ ma la vertú di que
224
1545
modo ¶ che non slegarlo ma lentarlo mai ¶ non ebbi
225
1545
la mia stanca vita. ¶ 45. ¶ Ma d'uno in altro
226
1545
contra me s'armaro, ¶ ma le mie voglie in
227
1545
orecchia ad ascoltar porgea, ¶ ma del mio fier martír
228
1545
occhi contra quella ardiva, ¶ ma com'un uom di
229
1545
cangiasse pur un poco. ¶ 54. ¶ Ma se narrar altrui ora
230
1545
l ben giunto sia. ¶ Ma lascia quel pensier che
231
1545
appetito allora t'infollío; ¶ ma la Mencia gientil fu
232
1545
il collo ti disciolse; ¶ ma di morir tal doglia
233
1545
sue promesse larghe assai; ¶ ma non ti puote il
234
1545
in mano, ¶ lasciasti Insubria, ma la voglia prava ¶ non
235
1545
a te si convenia, ¶ ma quel duca Sforzesco che
236
1545
cosí false e biece; ¶ ma cosí va ch'ingrato
237
1545
a tutte l'ore; ¶ ma s'era qual devea
238
1545
avolto. ¶ 85. ¶ Libertate non fu ma servitute ¶ abito aver cangiato
239
1545
v'era il pane. ¶ 86. ¶ Ma poi che 'l gran
240
1545
t'ha di fuoco. ¶ 93. ¶ Ma tu fòr del sentier
241
1545
la segue e adopra; ¶ ma chi del vizio alberga
242
1545
diletto ¶ sempre si fa, ma fatta poi despiace, ¶ ché
243
1545
doglia sol vi lassa. ¶ 146. ¶ Ma l'opra vertüosa al
244
1545
verso il manco lato, ¶ ma con piacer a glorïose
245
1545
armati d'infiniti sillogismi. ¶ 154. ¶ Ma Lucrezia che seco avea
246
1545
qui, non per saper, ma per far lite, ¶ odi
247
1545
al vero senso dánno. ¶ Ma le menti ch'al
248
1545
fanno del tutto singulare. ¶ 158. ¶ Ma per ora mi credo
249
1545
senza vero ed avertenza; ¶ ma 'l vostro gran valor
250
1545
de la vostra altezza. ¶ 5. ¶ Ma uopo non avete voi
251
1545
Pantasilea fra le famose; ¶ ma chi sa se giá
252
1545
donne vi mettesser mente. ¶ Ma par appresso molti quasi
253
1545
pigliasse di lor cura, ¶ ma resta la vertute lor
254
1545
scarse a tanto onore. ¶ Ma chi parla di lei
255
1545
avede de l'ortica. ¶ Ma tempo è di tornar
256
1545
è n'amaro tosco, ¶ ma sol benigni e grazïosi
257
1545
non cessa o langue, ¶ ma vigilante sempre e saggia
258
1545
ch'oggi si rimire. ¶ 50. ¶ Ma tra l'armate squadre
259
1545
moderò con leggi espresse. ¶ 52. ¶ Ma prima con Lion, quel
260
1545
non fu posar indarno, ¶ ma sempre u' fu 'l
261
1545
n lui ciascuno vede. ¶ 71. ¶ Ma che direm di quell
262
1545
vita al buon Turino. ¶ 73. ¶ Ma se 'l consiglio suo
263
1545
de le genti sue. ¶ Ma fiera invidia ch'i
264
1545
com'il sa, dispone; ¶ ma credenza non ebbe la
265
1545
forte far il luoco, ¶ ma l'effetto al voler
266
1545
eran róse in parte; ¶ ma la gente di dentro
267
1545
re di reggi crede; ¶ ma chi volesse dir il
268
1545
or scarsa or largamente, ¶ ma che mai sempre al
269
1545
con la fama onore. ¶ 102. ¶ Ma per che quindi per
270
1545
ed animai vidi partire, ¶ ma come, i' non saprei
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de la cetra cava; ¶ ma ben guardando fiso vidi
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guasti i vaghi fiori; ¶ ma d'acque chiare vi
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soavi ardori". ¶ Cosí pregai; ma piú di ciò non
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egli non mi mente. ¶ Ma di chi debbio aver
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sue con tante doti; ¶ ma col desir non trovo
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e quant'è forza. ¶ 7. ¶ Ma la sua gloria ch
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Lambro punto mi fermai, ¶ ma corsi a l'Adda
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Amor mai non accese. ¶ Ma come sente in cor
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a sé chinata scopra. ¶ 24. ¶ Ma dolci le catene e
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non puoi, alcun disdetto, ¶ ma le spalle sommetti a
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le inchina e onora; ¶ ma come poi dinanzi a
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la sua ragion intesa; ¶ ma l'altro a dentro
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ella fosse no' scernea, ¶ ma 'l zendado morello e
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accese, ¶ d'Asteria ricordossi, ma li pare ¶ piú bella
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ancor il caro padre. ¶ Ma chi sará giá mai
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ardendo ed agghiacciando vivi. ¶ Ma 'l tutto è nulla
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pensier non vi stará, ma sempre poi ¶ in quella
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cercando ogni or andrai. ¶ 65. ¶ Ma quel che meglio t
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lustri ancor non trapassavi; ¶ ma tal la tua vertú
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de gli anni giovenil, ma di piú gravi: ¶ tenne
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sempre chiara ed immortale. ¶ 84. ¶ Ma troppo lungo il mio
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occise di sua mano. ¶ 92. ¶ Ma di Fedrico, che ti
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al lor antico onore. ¶ 95. ¶ Ma quanti gentiluomini riscosse ¶ da
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questo i falsi cristïani? ¶ Ma spero pur ch'al
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que' ribaldi in seno? ¶ 101. ¶ Ma chi volesse dir gli
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chiaro sol s'ascose. ¶ 107. ¶ Ma d'Alessandro sí famoso
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e di dolcezza pieno. ¶ 112. ¶ Ma com'a te narrar
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non amasse quanto conveniva, ¶ ma ritrosetta alquanto e a
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vaga, saggia e chiara; ¶ ma, come poi dirò, tosto
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ingegno o d'arte; ¶ ma sí nativo e vago
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loda, riverisce e onora. ¶ 121. ¶ Ma de la sua beltá
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che non donna sarebbe ma dèa quella ¶ che sí
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sonora e dolce lira. ¶ Ma pien ti veggio di
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e 'l resto ancora, ¶ ma sovvra tutti gli animali
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lite nasce né disdegno; ¶ ma fanno quanto vuol il
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va, né cangia fé; ¶ ma l'uom simile a
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il buon lodato merto: ¶ ma se la voglia segue
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a te non dona, ¶ ma ti lascia in poter
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speglio. ¶ Non una volta ma ben quattro e sei
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purgati scritti sia aggiunto. ¶ 26. ¶ Ma prima essendo il mondo
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l'etá non vede, ¶ ma con l'ingegno avanza
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gientil e piú prezzate; ¶ ma 'l mio parlar al
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e con penaci duoli; ¶ ma nel nascer di questa
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Caldea del Scorpio parte, ¶ ma ben compagna de l
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e piú perfetta sia), ¶ ma piú famosa e chiara
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basso e incolto sei; ¶ ma chi canta di questa
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vive. ¶ 76. ¶ Non ti smarrir ma segui arditamente ¶ sí bell
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al fonte d'Elicona. ¶ Ma seguitando quanto primamente ¶ dicea
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nube un picciol velo, ¶ ma dolce aura spirava dolce
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Lucrezia ed Isabella seco. ¶ 87. ¶ Ma piú di lei quest
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di sé ciascun gioire; ¶ ma miracol non fu, s
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le stelle il lume ma mostrarsi ¶ pallide e scure
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amava devea star scontento; ¶ ma presago del mal che
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da questa sfortunata spoglia. ¶ 111. ¶ Ma s'io son morto
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che non donna mortal, ma par divina. ¶ 120. ¶ Lascivia non
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in lei s'aduna. ¶ 121. ¶ Ma chi mirar potesse gli
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a questi s'erga, ¶ ma sia leal, costante, onesto
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aria scura si sereni. ¶ Ma s'irati dispiegan que
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sta, né cosa vile, ¶ ma prende chi li sente
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arme fòr di mano. ¶ 133. ¶ Ma s'io vuo' dir
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mar mia barca spazie. ¶ Ma miracol non è se
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impedito, stretto e periglioso. ¶ Ma sovvra 'l poggio v
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cor e 'l petto. ¶ 137. ¶ Ma com'in cima del
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mai non è rimasa, ¶ ma sol si trovan mostri
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parrá e quasi piana; ¶ ma s'al nostro parlar
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morte questa strada mena. ¶ 142. ¶ Ma se vertú vorrai, figlia
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come si deve amare. Ma egli, che che se
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lui sperare mi devesse. Ma, o egli si adiri
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quanto padre sono figliuoli? Ma tornando a queste poesie
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menò, sacro e sincero. - ¶ 4. ¶ Ma come mai potrò, Lucrezia
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condutt'avesse a concistoro. ¶ 21. ¶ Ma sol veggiendo quel aspetto
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April cantando t'arse, ¶ ma sí ritrosa dimostrosse ogni
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in giorno ti sfarai; ¶ ma fia sí dolce il
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questa ugual nessuna fôra. ¶ Ma sèdi, ch'io dirò
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co' i versi suoi, ¶ ma di questa la voce
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Eravi il Serrio ancor, ma si mostrava ¶ tutto pensoso
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picciol fiume non ardiva; ¶ ma s'anzi tempo morte
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divina lingua poi disciolse. ¶ 69. ¶ Ma come cominciò parlar, e
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ei fosse ver signore; ¶ ma tanto fargli unquanco non
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la prima etate semidei, ¶ ma nel mondo mancaro e
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mesi tristi e gai. ¶ Ma la vertú non puote
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e posti al basso! ¶ Ma nulla o poco par
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miei sdegni ed ire. ¶ Ma l'uomo 'l tutto
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parlan sol di voi, ma tutt'i lati ¶ odon
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pudor non le dispoglie. ¶ Ma se le ciance lor
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di mal dir ripiena. ¶ Ma piú di tutti 1'alma
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eterni e duri guai. ¶ 91. ¶ Ma ramentando i' vo le
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e in alto sale. ¶ Ma più del resto Italia
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Unni furon più divoti. ¶ 95. ¶ Ma di brevi sará maggior
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Giglio si vedrá sfiorire. ¶ 96. ¶ Ma tanta è la costanza
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restin l'ingiure annichilate; ¶ ma quivi il suo furor
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giusto sdegno giá distrutto: ¶ 110. ¶ ma quivi scritto i' trovo
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mal le strade torte; ¶ ma crescer poi veggiendo l
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a i ver signori? ¶ Ma per adesso piú giá
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ed ogni vizio abonda. ¶ 13. ¶ Ma prima vuol provar se
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giganti ruppe e sfece. ¶ 15. ¶ Ma sperando che questa verginella
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castello posto s'era; ¶ ma fin ch'appaia 'l
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altro amor si spoglia. ¶ 31. ¶ Ma ritornando a ciò che
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nel crin facea fermallo. ¶ 36. ¶ Ma Fortuna, che spesso cangia
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in ogni parte spande. ¶ Ma chi cantar il tutto
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valor non mostrino paraggio. ¶ Ma ne l'Italia son
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le prime quella addita. ¶ Ma dove 'l Mencio i
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prodi, arditi e buoni; ¶ ma chi volesse quanti furon
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sua sorte ¶ contra costui, ma vinto al fin ne
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or la dotta Manto; ¶ ma di lor molti per
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grande vederlo non volea; ¶ ma la vertú non teme
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ogni or si preme. ¶ Ma fin lodato cosí buon
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e conservar la fede; ¶ ma getta al vento tutte
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morti orrende e crude, ¶ ma pèsti manderá, guerre e
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fará l'ultimo gioco. ¶ 66. ¶ Ma dove mi trasporta il
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del stato universal erede, ¶ ma del valor e di
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volte liberò d'affanno. ¶ 70. ¶ Ma chi volesse dir i
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farsi il piú perfetto; ¶ ma sí piace d'Amor
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il gran Clemente onora; ¶ ma volse il ciel che
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non ti fêr accoglienza, ma cantando ¶ disser: "Beati quei
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suco che si puote; ¶ ma tropp'è l'alto
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volar mai non raffina; ¶ ma chi lodarla, quanto merta
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e sí perfetta donna. ¶ Ma come posso con sí
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e le fattezze vere; ¶ ma il bello ingegno punto
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segna come sta preciso. ¶ Ma que' begli occhi far
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cose sí stupende vede. ¶ 174. ¶ Ma tutte quelle parti che
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quella il ciel sortita; ¶ ma chi d'April può