Lorenzo de' Medici, Simposio, 1469

alcuni havea qualche notitia, ¶ Ma non sapea quel che

Adovardo non son'io, ¶ Ma son la Sete, più

il bere è male, ¶ Ma in questo modo poi

giovan'ancor c'è, ma non è giunto. ¶ Io

messo ¶ Per tristo battaglier, ma fiero, & franco. ¶ Vedi tu

ch'io ti nieghi, ¶ Ma quando tu mi spaccerai

da lungi messer Piero, ¶ Ma conobbil d'apresso Belfradello

è bevitor per eccellenza, ¶ Ma in ver'ei bee

vantaggio. ¶ Costui taverna fa, ma ne fa male; ¶ Perche

gli ha soffregati, & riarsi, ¶ Ma sanno che gli è

questo un giorno solo; ¶ Ma io scorgo da lungi

monstrar lui questo resto, ¶ Mà per farmi dispetto ei

venne veduto ¶ Duo torre, ma nei muover che facieno

suoi non son frullin', ma giubilei ¶ Et sa' tu

venuti, ¶ E volendo parlar, ma non gli lascia, ¶ Quel

gli manca il gusto, ¶ Ma bene spesso la parola

e' non bee vino, ¶ Ma lo tracanna, & manda a

ch'ambo son cotti: ¶ Ma bisogna e'sie presto

sete bugiarda di Bertoldo. ¶ Ma naturale, & par ogn'hor

poi ¶ Drizzossi à lui, ma l'onda altrove il

passar crede al dirimpetto: ¶ Ma piu giu'l guida

mostra, & tose l'ale; ¶ Ma odi quel che ferno

si partiva scarico & leggiere. ¶ Ma restaron poi sì con

sete con tai bicchieruoli, ¶ Ma Benedetto Alberti s'interpone

nuovo torcifeccia ¶ Abbracciar presto, ma non può perfetto, ¶ Che

il ver cantato havete , ¶ Ma anco mi partì per

Si come succhia molle; ma die in brocca. ¶ Costui

anche fariè del mosto: ¶ Ma odi quel ch'io

disposto ¶ Parlar d'appresso, ma la mareggiata ¶ Gli faceva