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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Arpino, L'ombra delle colline, 1964

concordanze di «madre»

nautoretestoannoconcordanza
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L’urlo di sua madre ci immobilizzò. ¶ “Se non
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nere!” gli urlò sua madre dall’inferriata della cucina
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se ne accorge tua madre!” mi sfogai finché persi
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una sola stanza con madre e sorelle piccole, o
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la narice palpitante da madre dei Gracchi…». ¶ Ride ancora
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di dire a mia madre: ho mangiato abbastanza veleno
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che avevano visto mia madre offendersi e quasi piangere
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aveva tentato ancora mia madre. ¶ “E tu diglielo, e
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stomaco…” aveva lamentato mia madre. ¶ “Valgano o no, sono
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in attesa di mia madre, di Caterina, che al
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un qualcosa che mia madre e Caterina, perennemente sedute
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fare!” borbottò a mia madre che lo voleva zitto
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cose…” lo interruppe mia madre coprendosi la faccia con
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il fratello di tua madre, morì a diciassette anni
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spaventi…” si oppose mia madre piangendo. ¶ Lui ebbe solo
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lo toccasse, neppure mia madre, restò sola con l
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Non fosse per mia madre e per me, mio
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mi gridava soffocata mia madre. ¶ Ma noi ci arrampicavamo
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un Lenin…” diceva mia madre in un orecchio a
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gli altri, da mia madre a Caterina a Doro
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in tanto sconquasso. Mia madre non riusciva più a
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tanto? Gli scriva…”. ¶ Mia madre sospirava, premendosi il fazzoletto
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arriva…” l’avvertiva mia madre con un lamento, gli
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e veli, collane, mia madre era pallida di cipria
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di fresco da mia madre, il lungo triangolo azzurro
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a passo romano. Mia madre m’aveva costretto a
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medesimo anno. Fu mia madre a impormi di tacere
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e ci affacciammo, mia madre e io, sul corso
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motociclisti, era Mussolini. ¶ Mia madre aspettava con un vaso
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candido del berretto. ¶ Mia madre confusa scaraventò vaso e
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girare per casa mia madre, spaurita: “O come sono
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anno diverso, quello. Mia madre dovette ritornare nella casa
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minestrina serale di mia madre. ¶ Lungo il marciapiedi dovevo
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il ritorno di mia madre dalla campagna, che l
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perfezione che, diceva mia madre, le sue scarpe, quand
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a leggere mentre mia madre ci guardava pallidamente dalla
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Giacomo, D’Annunzio. ¶ Mia madre era tornata dalla campagna
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entrò nella stanza mia madre accendendo la luce. ¶ Non
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la mano di mia madre che mi riordinava i
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la luce. ¶ Anche mia madre dovette uscire dalla stanza
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sua età…” diceva mia madre. ¶ “Dubbi da mezze calze
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teneri…” sospirò ancora mia madre. ¶ “Il meridionale autentico è
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stanchi sospiri di mia madre. Anche certe mie improvvise
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gli sforzi di mia madre per fargli trovare la
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può competere…” lamentava mia madre: “La sfuriata per il
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baionetta austriaca, e mia madre scuoteva il capo senza
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voci che raggiungevano mia madre e la costringevano a
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nera tristezza. ¶ A mia madre non rivolgeva la parola
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d’una spalla, mia madre mi sollecitava a dire
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nel piatto e mia madre mi guardava con un
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Vedevo che anche mia madre, più degli altri anni
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siamo incapaci!” concludeva mia madre: “E non c’è
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qualcosa…” s’udì mia madre con voce malata a
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mani giunte, e mia madre aveva cacciato tutti noi
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almeno un momento. ¶ Mia madre aveva portato in una
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tra i tigli. ¶ Mia madre lo fece dormire con
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ai muratori…”. ¶ “E tua madre?”. ¶ “Cosa vuoi che capisca
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commento di Caterina. ¶ Mia madre leggeva più di un
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di perfetto azzurro, mia madre si portava tutte e
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ridere rivolta a mia madre: “Gli sembrerebbe di far
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della buonanima…”. ¶ E mia madre annuiva rassegnata, ogni giorno
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si spaventava subito mia madre: “In queste bocche di
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mondo…” ripeteva Caterina. ¶ Mia madre aveva distribuito pantaloni e
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della sua cucina, la madre di Francesco ci guardava
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riluttante. ¶ E persino mia madre diceva: “Non ficcategli le
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le domande di mia madre sulla salute, la riuscita
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torceva le mani mia madre. ¶ Lo ripeté per giorni
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nella valigia di mia madre. ¶ “La mia testa, la
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di rendersi conto mia madre, sottovoce muovendosi per la
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essere vivi, oggi…”. ¶ Mia madre non le rispondeva neppure
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cercava di acquietarla mia madre. ¶ “Si capisce che mi
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latino, pungolato da mia madre che ritrovava un’ombra
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una parola a mia madre o malaccorta nell’accostare
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era lamentato con mia madre, approfittando d’un mio
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entrasse!” si confidava mia madre in cucina, desolata: “E
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talvolta, quando udivo mia madre e Caterina ridere sottovoce
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a farli accomodare. Mia madre lasciò la macchina per
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Sono partigiani!” sospirò mia madre: “Ci giurerei… Non le
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tenaglie al marito, mia madre era riuscita a penetrare
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obbedire, così ricostruiva mia madre riempiendo i vuoti della
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banditi, si dilungava mia madre reggendosi la tempia, e
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i profili di mia madre, del colonnello, vivevano e
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al colonnello, a mia madre, pochissime, sarebbero certo bastate
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sempre preferito essere tua madre che non tua moglie
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le mani di tua madre, un lino lunghissimo ti
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farmi da padre e madre per mio conto…” sorrise
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fai sentire come una madre dolorosa all’idea che
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fila indiana pettegolando, la madre in testa, alla pastura
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un ricordo di mia madre. Con la mano, a
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hanno dato…, di tua madre…,» piange, ora, scuotendosi dalla
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pensione… Pensa a mia madre: dopo sessant’anni di