Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

il padre e la madre, durante una morìa di

de’ suoi genitori, della madre sopra tutto, ch’era

Arrigo somigliava singolarmente alla madre: ne aveva gli occhi

bocca rossa della sua madre siciliana, era in istrano

stirpe migliore. Ascoltava sua madre con una specie d

suoi progenitori antichi. ¶ La madre lo amava, il padre

ultima confidente la sua madre carezzevole, che non sapeva

diploma di ricamo... che madre sarà! » ¶ E il povero

mettere di mezzo la madre, che si teneva sempre

vuoto in cassa; la madre e le sorelle contavano

mediocre, il padre, la madre, che l’avevan generato

Spolpò il padre, la madre, divorò i piccoli risparmi

desiderio del padre, della madre, del fratello, delle sorelle

il padre e la madre avevan giudicato che fosse

il padre né la madre osavano essere troppo severi

severi con lei; la madre sopra tutto, che forse

con la sua vecchia madre, un barone dalla barba

assiduità presso la vecchia madre. ¶ Quest’uomo però s

pranzo della sua vecchia madre, non sapendo come altrimenti

si chinò verso la madre per baciarla sui capelli

datemene ancora! ¶ La vecchia madre, tutta confusa dal complimento

casa. Il padre, la madre, quel dissimile fratello, non

poltrona, lui... — disse la madre. ¶ — No, anzi, vado in

sorella e quasi una madre che l’ aspettavano per

mattino aveva rimbeccata la madre perchè questa si era

fece. ¶ Il padre, la madre, non osarono dir nulla

tondo; aspettava. Padre e madre si tenevano in piedi

e questa è mia madre, — pensò Arrigo fugacemente, guardando

la zuppiera e la madre versava nelle fondine; poi

riconosce, in cui la madre ricorda la sua prima

ricondurre troppo tardi, — la madre disse ad Arrigo. Ed

padre e della sua madre, la sorella germana. ¶ Egli

a quel segno. ¶ La madre e la figlia stavano

questa figliola! — esclamò la madre sorridendo. ¶ — Mi curerò, — fece

cose, Lela! — osservò la madre severamente. ¶ — Scusa, mamma, lo

in carrozza con sua madre, dappertutto? ¶ — Si, lei. Ha

ella esclamò, guardando la madre con una occhiata piena

vista. ¶ — Lela!... — rimproverò la madre. ¶ — Eh, ormai!... Dunque m

carezzava, piano, come una madre. ¶ — Ah... Sono disperato!— egli

padre, la sua vecchia madre, con uno sguardo paurosamente

a diventare una buona madre di famiglia? Altro che

padre, o meglio sua madre, a vedere un po

eran nati dalla stessa madre, dallo stesso padre, per

la propria autorità di madre feconda e rispettata. Ma

Quella nostra Loretta!... ¶ La madre non si accorava gran

sei stata una brava madre: éccone i frutti! ¶ Ella

quali aveva taciuto. ¶ Della madre, Loretta si curava men

già grandicella quando la madre ancora si concedeva gli

sorridere perchè padre e madre le fossero ai piedi

impertinenze. ¶ — Via, — disse la madre. — vieni e mangia; ti

lasciatela mangiare... — intervenne la madre. — Discuterete poi. ¶ — Macchè! Figurati

ora... Ha ragione sua madre: lasciatela mangiare. ¶ — Grazie, grazie

infiammava il viso. La madre s’avvicinò a lui

crocchio: il padre, la madre, Paolo, il Riotti, l

non poteva parlare. La madre gli venne incontro e

è fuori, — rispose la madre, impacciata. ¶ — Ma voi, scusatemi

molto bene, — osservò la madre. — Ma ci si vede

rincaserà? ¶ Il padre, la madre, Paolo, si guardaron in

faticosì, lo precedette. La madre, Paolo, entraron dopo di

hai, Rigo! — esclamò la madre, entrando nella stanza illuminata

la voce strozzata. La madre corresse:. ¶ — Non è fuggita

una voce implacabile. ¶ La madre s’era messa a

tuo padre e tua madre? Tu, che nella tua

tre... Voi tre: padre, madre, fratello, dovevate impedire che

sopra di lui: la madre dette un urlo. Ma

mio padre, per mia madre, tutto quanto posso… Ditemi