Pietro Metastasio, Giustino, 1713

il settantesim'anno ¶ Che mai non furo soggiogati e

compiacere oprai. ¶ E se mai stringerassi un sì bel

camere uscisti? e perché mai ¶ Ivi non mi attendesti

sarà coppia tal che mai più bella ¶ Imeneo non

piacere ¶ Quanto n'avesse mai. ¶ IMP. Ma andar ne

Oh felice Sofia! Chi mai pensava ¶ Che in un

io cangio doglia, ¶ Ma mai non cangio il mio

il fosse, ¶ Qual giovamento mai potrà recarti, ¶ Se non

Qual fine aver dovran mai queste nozze, ¶ Che hanno

doglia tua non potrà mai ¶ Esser estinta? ¶ CLE. In

apparir del sole. ¶ IMP. Mai più grato giungeste agli

ch'ora giungete, e mai non ebbi ¶ Di trovarvi

giunge. ¶ Ma come esser mai può che mente umana

in parte oscuri, perché mai non puote ¶ Disciorsi affatto

siano ministre ancora. ¶ Chi mai finger potea tanta ruina

core, ¶ Come potrò soffrir mai la sua morte? ¶ AST

Oh sconsolata reggia! ¶ Che mai dirà Teodora a tal

Oh non t'avessi mai ¶ Conosciuto, o Giustino! In

che non s'inganna mai ¶ Chi con occhio sincero

no, ciò non fia mai. Si beva, e questo

mio petto Amor non mai regnava. ¶ SCENA SETTIMA ¶ asteria

di sorte è questa mai? ¶ Ah mio Giustin, non

non hai cura, ¶ Né mai gli rendi la rapita

TEOD. Cara Sofia, sarà mai giunto il fine ¶ Di

loro fin riduci! ¶ Chi mai creduto avrebbe ¶ Che dall