Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

e sensuali. Con le mani scarnite s’avvinghiava il

tenetegli le vostre santissime mani in capo, l’ha

branca di cenciosi dalle mani artigliate i quali avevano

dall’agitarsi di braccia, mani anchilosate e perse, archi

la loro anima nelle mani accoppiate sul petto. Sul

pareva avesse amputate le mani e guidasse coi polsi

gli legò ambo le mani e i piedi. ¶ — C

capo nel cavo delle mani raccolte e sentì il

finisci strozzato dalle mie mani medesime: porco e pazzo

nella tagliola delle sue mani ferrate. ¶ — Vieni, bello — diceva

gli faceva frattare le mani, e pareva se le

paure impiccolite con le mani umane. I ragazzi sulla

ci accoppiò sopra le mani e rivolse il pensiero

le penitenti mettendosi le mani entro le chiome, lasciando

saprei dove mettere le mani — e il gobbo ne

la fronte con le mani colpevoli ma le parole

latta con su due mani strette una nell’altra

Degli uomini conosceva le mani, ne aveva strette tante

il viso sopra le mani morbide. La sua immobilità

il capo tra le mani e dopo un istante

parlare volle con le mani toccare il volto di

a tracolla, poggiò le mani sul manico del martello

e il viso sulle mani. ¶ Quando il treno, si

e si ponevano le mani sul cuore come colui

passò sulla fronte le mani gelide quasi volesse snebbiarla

Vecchi emunti, con le mani annodate sotto le ginocchia

il primo pezzo, dalle mani screpolate e terrose, insidrite

le donne, aggelate nelle mani dalla paralisi, andava lacrimando

come un Cristo, le mani insidrite e scalfite gli

col capo poggiato sulle mani annodate. I due rimasero

cieco annaspava con le mani quasi a voler palpare

onore, abbiamo giurato nelle mani di Mazzini. ¶ — Sentiamo quelli

sfiniti, aggrappati con le mani alle serrette per non

sorriso: ¶ — Siamo nelle vostre mani. Tant’è morire fucilati

L’uomo poggiò le mani sul tavolo, si tirò

portava in dono, sulle mani ceree, due noci di

saponata violacea, tenevano sulle mani tremolanti dei groppi di

vezzi di perle sulle mani contratte. Un nano che

aveva tamponato con le mani cicciose la cima delle

nude, terminavano con certe mani sproporzionate come quelle di

s’avvicinò, con le mani in tasca, alla ragazza

la ragazza pose le mani sue, diacce come il

pietra pareva avesse cento mani che acchiappavano cavi e

sul viso e sulle mani sanguina e passa come

come una bimba. Le mani, insidrite di rosa gelato

alzò, gli porse le mani e disse: ¶ — Ma sei

lo lasciamo nelle vostre mani: aiutatelo. Noi si torna

gli orli con le mani e si preme il

tono rosso lupinaro. Le mani dell’omino gentili gentili

Tarmito strinse nelle sue mani la lucertolina diaccia a

qualche copertina rimaneva nelle mani sganasciata dal testo. ¶ — Lultrascalpe

L’uomo giungendo le mani, le cui dita s

manipolato dalle deduzioni come mani gelide mantrugiano un pane

carta sull’acqua. Le mani pallide della ragazza passavano

volto orrido e le mani di lui stringevano le

marciapiedi inorecchito. Anche le mani su due braccia corte

gli occhi stralunati, le mani strapiombavano sulle rotule pese

l’ali bianche sulle mani. Si destò: un ragazzo

con la pesca, le mani l’ha tagliuzzate e

urli di muta. Le mani stecchite tenevano quelle del

occhi chiusi, con le mani giunte Niccolao. ¶ Le campane

ed angolari, con le mani stecchite formavano un cerchio

bianco e celesti, le mani use all’uncino ed

gli occhi fissi. Le mani strette, tra le tenaglie

battito del cuore. Nelle mani attanagliava una conchiglia e

fine per le nostre mani medesime. ¶ L’indiano udendo

le dieci dita delle mani: — Da dieci lune. ¶ — Perchè

vicini le gazzette. Nelle mani di Isaia i fogli

dal leggere, alzava le mani al cielo, vi rivolgeva

dei capelli, levato da mani barbare in alto e

a cui baciò le mani tremando. ¶ Il sole avvampava

medesimo egli aveva le mani, il viso, i capelli

il dorso con le mani e squadrava il mare

Nicodemo. Volle collocato nelle mani il teschio i cui

quelle che portavano sulle mani i ragazzi stucchinai. Gli

bevendosi le cervella. Dalle mani nodose e potenti si

tenevano il testone sulle mani, le scapole come due

contatto della terra, le mani pesavano informicolite e piombate

Tarmito seduti, con le mani sul fucile, dialogavano; chiese

hanno condotti con le mani legate, dove siamo passati

ceruli aperti e le mani accoppiate sul petto come

avevano imbucatate e le mani di gesso immobili sopra

prominenti. Egli sedeva sulle mani e con gli scarponi

pelle di una serpe. Mani colte dalla risipola con

gli palpavano con le mani motose. ¶ Altri con lo

ammucchiai e con le mani scheletrite si tiravano i

quelli che con le mani schiacciavano sul capo i

tersa, si marmò le mani e il viso, asciuttandosi

il viso e le mani avevano mézzi di sinopia

soldati piantarono gavetta e mani nella pila e se