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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «mare»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
di marzo; anche sul mare, cielo capovolto verso l
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1930
Magra, appariva color del mare e vele aperte sembravano
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1930
immerse nella freschezza del mare, spiccavano i due fanali
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1930
campagna s’allargava, il mare diventava sterminato, i fiumi
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1930
strade, che davano al mare, erano bianche e listate
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1930
parte che guardava il mare, la sua ombra celeste
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1930
avorio; il cobalto del mare tra le bifore, contrastava
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1930
lo portò verso il mare. Lo sterminato abbagliava. Le
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1930
dal vasto palpito del mare lo portasse verso il
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1930
del loro padre. ¶ — Il mare, il mare! — sbraitava incollerito
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1930
padre. ¶ — Il mare, il mare! — sbraitava incollerito il gobbo
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1930
Dina invelenita urlava: — Il mare?! ¶ — Oh gente! gente! Reggetemi
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1930
Per aver detto: il mare, il mare! è diventata
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1930
detto: il mare, il mare! è diventata Proserpina e
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1930
La Signora alla parola mare si divincolava e ringhiava
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1930
sgrugnate a martello: — Il mare?! Gobbo iniquo, ti dipingo
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1930
lungi ci rompeva il mare placido ci fu imporporato
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1930
hai ben donde! Il mare!... ¶ — Segno e santo di
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1930
paese era sopraffatto dal mare che pareva dovesse inondarlo
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1930
dovesse inondarlo, sommergerlo. Il mare era palpitante di vele
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1930
strolagava or verso il mare or verso i monti
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1930
addiaccia pian piano nel mare. ¶ Gl’ infermi s’alleccurivano
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1930
ragguagliato urlava frenetico: — Il mare? il rogo! Fargli una
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1930
un fiume, come il mare, come gli Oceani; ma
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1930
ritornava di là dal mare annunziava l’avvento della
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1930
persone maledicenti, impietrate. Il mare diacciato dalla sua rievocazione
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1930
tremendo, orrido, quando il mare medesimo romperà i suoi
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1930
vortici ci porteranno al mare. Io sarò in testa
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1930
vagava in riva al mare: tristi e pusilli, timorati
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1930
annodato sulla battima del mare e con le dita
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1930
aveva i tremiti del mare. Una vela nera si
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1930
i catecumeni passeggiavano sul mare dalla parte di levante
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1930
sentivano e presentivano il mare; quando erano deportati all
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1930
parlare ho passato il mare con le mie creature
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1930
i salicastri e il mare si distendeva placido sulla
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1930
l’acque soverchie al mare. ¶ — Io mi chiamo Cuore
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1930
teneva di continuo al mare da dove suole levarsi
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1930
il vento turbinava il mare, e le gru si
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1930
nome: — Dina, passo il mare. ¶ La signora Dina a
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1930
straripò sull’anima: Il Mare. Dopo una lunga riflessione
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1930
butterei le chiavi in mare. ¶ La madre continuava a
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1930
va di là dal mare. Per l’Americhe. ¶ La
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1930
Deve traversar tutto il mare, deve camminare tra cielo
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1930
camminare tra cielo e mare, mare e cielo. Ricordatevi
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1930
tra cielo e mare, mare e cielo. Ricordatevi di
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1930
balbettò il gobbo. ¶ — Il Mare?! — disse ammonitrice la madre
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1930
supplichevole alla madre. ¶ — Il mare?! il mare, il mare
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1930
madre. ¶ — Il mare?! il mare, il mare!... — E nella
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1930
mare?! il mare, il mare!... — E nella voce della
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1930
sommersa nella profondità del mare, con l’alghe accercinate
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1930
Andrà di là dal mare, nelle Americhe, nei paesi
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1930
sulla grande distesa del mare, il cuore invelato filava
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1930
arrivato di là dal mare! ¶ La madre, sollevandosi, s
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1930
i campi, partì il mare, insanguinò le vele palpitanti
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1930
s’era rilevato sul mare. Nella campagna l’ontanete
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1930
pinete s’incurvavano sul mare, i velieri che facevano
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1930
verde lontana in un mare giallo, mettevano una stampa
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1930
bovi. La cantilena del mare e il ronzìo verde
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1930
uccelli sulla battima del mare e leggevano senza rimpianto
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1930
macèa delle muraglie. ¶ Il mare implacabile rettilineo, al contrasto
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1930
andavano di là dal mare abbacinati dalla idea della
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1930
ginocchia, affissavano spauriti il mare e ne ascoltavano, sgomenti
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1930
accennò la distesa del mare. Tutti tacquero un momento
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1930
fresco di là dal mare, camminerai quanto il pensiero
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1930
abbia fine; cielo e mare, mare e cielo. Ebbene
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1930
fine; cielo e mare, mare e cielo. Ebbene, ti
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1930
tragittava sullo sfondo del mare nero luttato d’argento
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1930
destino di morte. Il mare era lì a testimoniare
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1930
compagno. ¶ — Di passare il mare. ¶ — Sulla linea del Sud
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1930
a portare oltre il mare l’onta della schiavitù
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1930
sul pendìo precipitante sul mare. Lecci e cipressi nereggiavano
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1930
fissavano l’arco del mare: CRISTOFORO COLOMBO. ¶ Il Tarmito
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1930
una scarpata; fissò il mare. Il piroscafo, che aveva
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1930
isole dei lecci, il mare che accerchiava ogni lato
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1930
seduto al cospetto del mare e il vasto alito
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1930
di andare a picco. Mare e cielo si mescolavano
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1930
terra che smusa il mare e arresta i fulmini
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1930
se l’ingollò il mare: — Ebbimo a buttar via
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1930
val dieci guadagnati in mare: un soldo guadagnato in
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1930
i dieci guadagnati in mare possono andare a fondo
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1930
essi andavano là sul mare come a un posto
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1930
vecchio disse sospirando: ¶ — Il mare si chiude anche sopra
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1930
e col rumore del mare in burrasca ¶ l’irto
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1930
la nostra! Acqua di mare, acqua di cielo! Cielo
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1930
di cielo! Cielo e mare, mare e cielo! ¶ — Se
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1930
cielo! Cielo e mare, mare e cielo! ¶ — Se non
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1930
e Corrao, travagliati dal mare, bagnati, sfiniti, aggrappati con
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1930
Pietrucci che navigò per mare; ¶ ho scritto questa tema
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1930
i cipressi, vicino al mare. ¶ Le lamentazioni dell’avvinazzato
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1930
abete, veleggiando in un mare senza sponde e senza
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1930
Promontorio di Carafeo, dal mare Morto, dove non guizzano
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1930
un motivo funebre, al mare rapido che, col moto
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1930
che aveva navigato dal mare di Danimarca al Baltico
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1930
pulviscoli di smeraldo sul mare. In quella luce apparvero
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1930
i riflessi abbaglianti del mare; ravvolti i torsi valorosi
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1930
onde tremule di un mare di smeraldi. Degli indiani
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1930
rompevano il fondo del mare lasciando dietro la nave
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1930
linea della carena. Il mare aveva sepolto la terra
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1930
astri scintillava in un mare di celeste vivo, come
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1930
pietrificava sul silenzio del mare. La volta celeste, raddoppiata
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1930
luce. Di repente il mare sconvolto dai venti, tutto
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1930
argento lo fermava il mare e lo spandeva in
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1930
fremito del vento sul mare. La pioggia degli astri
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1930
nel fondo pauroso del mare. Gli orecchi trivellavano come
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1930
rappe di biancospino, il mare echeggiava il battito dell
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1930
astri, le profondità del mare, il volere degli Dei
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1930
in vedetta chè il mare fremeva e i delfini
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1930
poppa più turchino del mare. ¶ Una vela bianca su
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1930
pini e porta sul mare il profumo della ragia
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1930
ciuffi sulla spiaggia del mare. Una donna tutta strappata
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1930
come uno spettro. ¶ Il mare si allutta e le
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1930
si fermò in un mare pesante, l’onde lambirono
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1930
il cielo violetto, il mare fremeva già di accordi
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1930
da antenne nere. Sul mare palpitante, barche d’argento
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1930
in casa! ¶ — Salutatemi il mare — disse egli. ¶ — Arrivederci. ¶ Tutti
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1930
sempre di più nel mare. Il faro è rimasto
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1930
son capitate dall’altro mare. Le pinete sono intatte
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1930
venticello metteva un altro mare sopra le piante millenarie
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1930
casa vostra? ¶ — Se il mare che abbiamo davanti, per
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1930
battima battima il gran mare. ¶ — Tutto questo a noi
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1930
le pinete, il nostro mare. Il destino nostro è
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1930
si possa ripassare il mare. ¶ I battiti della maretta
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1930
deserta. ¶ — Di là dal mare a quest’ora lavorano
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1930
all’amplesso vigoroso del mare. ¶ — Insegnatemi la via per
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1930
rappresentava la terra sul mare. Il globo cernierato ai
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1930
desideri, calmo come un mare d’ottobre in bonaccia
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1930
trae seco nel gran mare tenebroso: — Oh Signore! ¶ Sul
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1930
Un grande telo celeste mare era steso in fondo
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1930
passato a volo il mare e si fossero posati
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1930
di là dal gran mare. I burattini si accapigliavano
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1930
marionette avevano passato il mare e nella traversata erano
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1930
spettacolose navi veleggianti sul mare di lampone, aranci crepuscolari
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1930
vulcani, le paludi, il mare, le radiche della selva
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1930
mondo, di là dal mare. Io, su dalle pianacce
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1930
al di là del mare, sofferse tutte le tribolazioni
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1930
la luna riflessa nel mare. Il capo ell’aveva
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1930
al di là del mare che scassano le prode
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1930
rovesciò sulla terra un mare; la foresta sconquassata dai
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1930
al di là del mare e gli fecero vedere
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1930
presagio, avrebbero ripassato il mare per riposare in eterno
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1930
tagliolo che fendesse il mare, sterminato lastrone d’acciaio
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1930
mani e squadrava il mare pensando: andrà secondo il
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1930
nel calice argentato del mare. La nave che aveva
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1930
balenavano il fondo del mare. ¶ I passeggeri di terza
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1930
attristata dal profondo del mare, umiliata dalla sua immensità
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1930
con austerità profetica: ¶ — Il mare è un campo infedele
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Non siamo sicuri sul mare, nè nel mezzo, nè
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1930
nè sulla riva. ¶ — Il mare è bello dalla ripa
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1930
Al di là del mare è l’allegria, ma
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ovunque, ma non sul mare: dice l’uccello. ¶ Le
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1930
il cielo dorato, il mare sonante di accordi in
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sguardo lontano: cielo e mare, mare e cielo. Nessuna
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1930
lontano: cielo e mare, mare e cielo. Nessuna montagna
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1930
silente come sopra un mare d’olio. Il sacco
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1930
piedi eran diretti al mare. ¶ — Et lux perpetua luceat
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1930
nave filò accecata sul mare della Patria. Nella notte
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1930
a vela passavano sul mare vaghi come ombre. Tutti
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1930
sul pietrato. ¶ — Uomo in mare! ¶ — Uomo in mare! ¶ — Là
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1930
in mare! ¶ — Uomo in mare! ¶ — Là s’è udito
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1930
la città sperona il mare col baluardo di pietrame
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1930
erbe, spolveravano nero sul mare. ¶ Gli occhi supplichevoli del
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1930
sul cielo lattato, il mare palpitava scalpellato fitto. Nel
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1930
li portò valorosamente sul mare. ¶ I bastimenti, il mare
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1930
mare. ¶ I bastimenti, il mare, il cielo, coi toni
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1930
moto sulle pietre. Il mare aveva recintato il cielo
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1930
caserma, dalla parte del mare scalpellava una cupola d
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lo guardo lontano sul mare, navigando verso il suo
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dal cortile nereggiava sul mare, il cielo lucente di
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piane vacue come il mare. Piacenza, ravvolta di grandi
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lento all’ansia del mare. Branchi di uccelli tessevano
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terra e uno del mare si strinsero la mano
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pena. ¶ L’uomo del mare, dagli occhi ombrati di
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i ragazzi fissarono il mare incantati. Un palpito d
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pietrami di là dal mare dove gli era stato
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riprenderanno la via del mare non saranno più merce
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montagna di cielo? ¶ — Il mare! ¶ — Il mare? ¶ — Ma di
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cielo? ¶ — Il mare! ¶ — Il mare? ¶ — Ma di dove è
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dove è uscito il mare? ¶ — Non ci sono ne
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prua, si affisò sul mare: gli zigomi e l
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Tarmito guardava avido il mare. ¶ — Anche tu puzzi di
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ramo che sarebbe il mare. ¶ — È vero. ¶ — Un marinaro
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sassaia? Ma buttalo in mare magari con un sasso
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tu affissi è il mare triestino, io mi ci
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sulla sassaia e sul mare, ma il marinaro brama
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io bramerei guerreggiare sul mare. — Il marinaro dando una
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sua madre, passò il mare e di lui non
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fiamme in un immenso mare di smeraldo. ¶ XXXI. ¶ Fuoco
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dell’Adria vicino al mare”. ¶ Una sera il Tarmito
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si avviavano verso il mare il cui battito eterno
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l’Alpe e il mare”. ¶ L’epigrafe l’aveva
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La Tebaide diventò un mare pietrificato. I parapetti delle
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sulle acque tempestose del mare. ¶ — Sono io, non temete
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ritornò la primavera in mare, là, verso il 21 di
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sgrondino sulla pianura. Il mare scalpella smeraldi, palpita verde
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nel verno lungo il mare, quando i temporali facevano
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d’Arno e il mare inghiottiva i bastimenti e
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questo è come il mare. ¶ — Non secca mai. ¶ I