Vittorio Alfieri, Mirra, 1786

si taccia, ¶ donna, per me l´almo tuo nome

e sì tosto a me venir non suole ¶ il

nostra ¶ misera tanto, a me narrar puoi tutto. ¶ Già

ella!... ¶ ma, innanzi a me, tacita stassi; e sempre

di sangue figlia; a me, d´amore; ¶ ch´io

fia vero, ¶ che a me, cui tutti i suoi

bambina, or chiusa ¶ a me pure si mostri? E

suo dolore, anco a me il niega, e insiste

e insiste, ¶ e contra me si adira... Ma pur

del benigno Sonno, ¶ infra me tacitissima, l´aìta ¶ per

che rattenuto in petto, ¶ me pur con essa uccideria

passeggera doglia; e a me il comando ¶ di tacervelo

suo; tel giuro. ¶ Da me sempr´era custodita; e

nol vedessi. E a me lo avria pur detto

avria pur detto; ¶ a me, cui tiene (è ver

non l´ama; ¶ a me ciò pare: eppur, qual

ella ognor chiama, a me deh pria venisse! ¶ Almen

vanne; ¶ e posa in me, come in te sola

essa in fero stato ¶ me pur riduci? Ah! la

in un, che a me spiacer non tema, ¶ nel

a ciò che a me non meno ¶ dorria, che

in ch´ella a me si mostra. ¶ Ciniro, tu

sappi, ch´ella a me sempre tremante ¶ viene, ed

ed a stento a me si accosta; in volto

begli occhi ¶ dono a me mai non fa; dubbi

core, io possederla ¶ vorrei... Me lasso!... ah! non so

per lui? ch´io me pur stimi ¶ cagion, benché

dolore? — Ah! Mirra ¶ di me, del mio destino, omai

pianger foss´ella!... A me fia dolce ¶ anco il

ha. Deh! come a me l´apristi, ¶ così il

dei dirmi, ¶ che in me non hai fidanza niuna

e poco estimi? A me rileva or troppo ¶ il

a compierle; e di me dubita intanto ¶ il da

dubita intanto ¶ il da me scelto sposo? È ver

io m´ingannava. — In me non sta (pur troppo

m´odi: ma in me solo ¶ sta, che tu

parenti, e men da me; da falsa ¶ vergogna, il

non veggo ¶ mai di me pago, mai? Cagion poss

un dolor, che in me supposto ¶ è in gran

l´ascondessi anco a me stessa. Or prego; ¶ chi

svanirà, son certa. ¶ Dispregierei me stessa, ove pur darmi

rimaner vo´ sola con me stessa... ¶ SCENA IV ¶ EURICLEA

crucciarti, prego, ¶ contro di me, no. Già da gran

Oh ciel!... contro di me... Lo sdegno ¶ della implacabil

parve ¶ con minacciosi sguardi me cacciasse, ¶ orribilmente di furore

le chiome. ¶ Mirra ¶ E me pur fai ¶ rabbrividire, inorridir

genitori uccide; ¶ odiosa a me stessa, altrui dannosa, ¶ scampar

Euriclea ¶ Oh cielo!... a me?... Mi manca la parola

gli alti avvisi a me insegnavi: io spesso ¶ udia

figlia! oh figlia!... A me la morte chiedi? ¶ la

chiedi? ¶ la morte a me? ¶ Mirra ¶ Non reputarmi ingrata

di mia doglia: in me già quindi ¶ addoppiato è

in volto... ¶ Mirra ¶ A me?... ¶ Ciniro ¶ Ma donde, ¶ donde

illustri ¶ Perèo scegliessi, in me cogli anni sempre ¶ la

mi tien natura. Or me compiango, ¶ or me stessa

Or me compiango, ¶ or me stessa abborrisco: e pianto

a vana ¶ pietà di me, coll´accennar mie fere

io, forse, ¶ quanto egli me, non l´amo;... e

indivisibil sempre, ¶ egli in me pace, io spero, egli

io spero, egli in me gioia ¶ tornar farà: cara

è colpa ¶ non di me, del mio stato; in

mio stato; in cui me stessa ¶ prima abborrisco... Io

ma tremo... ¶ Mirra ¶ In me più forte ¶ tornar mi

tornar, sì, posso di me stessa io donna, ¶ (ove

oh ciel!) quanto a me costi, ¶ dir nol posso

molti figli e cari ¶ me lieta madre rivedrete in

vendette. Scontare, ecco, a me fai, ¶ in questa guisa

contro alla Dea?... ¶ Cecri ¶ Me lassa!... ¶ Odi il mio

fero ¶ contrasto è in me: pur, gentilezza, e amore

d´altrui, non di me stesso, han vinto. ¶ Men

abborre Mirra? ¶ Ciniro ¶ A me tu il puoi ¶ creder

tue fide ancelle? E me da lor non scerni

non scerni, ¶ che neppur me tu vuoi?... Di me

me tu vuoi?... Di me che fia, ¶ se priva

D´anni molti ¶ carca me lasci, e di dolor

io deggio; ¶ ed a me prima io ´l sono

contenti ¶ genitori tuoi: per me non altra ¶ gioia esser

mio. ¶ Se non potrai me poscia amar tu mai

più bello è a me del viver mio! ¶ SCENA

le Furie ho in me tremende. Eccole; intorno ¶ col

mi festi; ed a me stesso ¶ più insoffribil, che

lungo ribrezzo, ¶ che per me nutri. Oh noi felici

misera, abborrita, ¶ davi a me già; tu me la

a me già; tu me la togli: ed ecco

di tua propria mano, ¶ me non uccidi, a morir

pur ti riman per me d´amore, un ferro

figlia,... ¶ meco adirata sei?... me tu respingi?... ¶ e di

Al mio destino orribile me lascia;... ¶ o se di

lascia;... ¶ o se di me vera pietà tu senti

ridico, uccidimi. ¶ Cecri ¶ Ah! me stessa ¶ ucciderei, s´io

stesse, io stessa pria ¶ me li vo´ sverre, io

ciel!... Rabbrividir mi fai. ¶ Me dunque abborri?... ¶ Mirra ¶ Tu

una incognita forza in me favella... ¶ Madre, ah! troppo

ami; ed io... ¶ Cecri ¶ Me nomi ¶ cagion?... ¶ Mirra ¶ Tu

e al tutto ¶ in me ti affida: io vo

non l´avrei; convinto ¶ me n´hai (pur troppo

nuovo ancora ¶ questo a me giunge. ¶ Mirra ¶ ... Del mio

merti; e che in me cessi ¶ l´immenso amor

osa seguirlo. ¶ Io, (lasso me!) tardo pur troppo io

mare di sangue: a me gli sguardi ¶ pregni di

orribil danno. — ¶ Mirra, invan me l´ascondi: ah! ti

omai; purché tu a me favelli. ¶ Parlami deh! come

ei stesso... ¶ ed a me quasi io ´l niego

che dissi io mai?... Me misera!... Ove sono? ¶ Ove

vendicarti... seppi,... ¶ e punir me... Tu stesso, a viva