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invenzioni verbali


Vittorio Alfieri, Sofonisba, 1789

concordanze di «me»

nautoretestoannoconcordanza
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Scipione, almen lasciarmi ¶ con me stesso potreste. — Il piè
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te indegno; ¶ cedilo a me; lo sconsolato viso ¶ innalza
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misero! — Dovute ¶ quindi a me son queste catene; e
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lusinga ¶ di soggiogare. A me vicina, e quindi ¶ ora
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il vostro, ¶ men da me pure era abborrito. Offeso
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Cartagin nullo ¶ più di me vi potria: veduta poscia
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la fama, e di me stesso ¶ la stima io
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pria ¶ sposa, che a me; forse pur ei ne
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disperato furor, che in me s'indonna. ¶ Morire io
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io tengo: ¶ ma, lasso me! morir non so, né
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prode, e caro ¶ a me, non men che necessario
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sua rabbia contro a me fia paga ¶ di aver
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d'amore... ¶ Ahi lassa me!... già da gran tempo
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si ponno ¶ pagar da me. Più di Scipion, te
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t'amo ¶ più di me stesso assai. ¶ Sofonisba ¶ Giurami
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Affrica trarre ¶ non lascerai me viva. ¶ Massinissa ¶ Inutil fia
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io dal tuo fianco ¶ me disveller non posso: Affrica
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a un tempo ¶ a me tu sei: quindi sa
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e come, in fin, me far felice io possa
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d'unico figlio, a me (tel giuro) ¶ duol del
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e il dolor mio, me debbe ¶ ei stesso qui
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a Roma, o a me: se sposa mia promessa
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sposa mia promessa, ¶ da me sol Sofonisba or qui
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puoi; ma, se tu me non sveni, ¶ ir non
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accusator mi udranno ¶ di me stesso: dirò, che alla
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e l'armi... ¶ Misero me!... mi squarci il cuor
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I ¶ SOFONISBA ¶ Sofonisba ¶ Misera me! che mai sarà? qual
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pietoso pregni gli occhi, ¶ me stai mirando, a favellar
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gli occhi torci ¶ da me sdegnoso; e su la
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chi veggo ¶ venir ver me? Fors'io vaneggio?... Oh
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te stessa parli? ¶ A me favella. Or, mirami; son
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affetti mille. Ma, da me rampogna ¶ niuna udrai tu
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assai, che non di me, pietade. ¶ Conosci or, donna
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no mai, ¶ tu per me non avevi. Io stesso
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donna, or dunque da me... Ma Scipio a noi
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visto ancora ¶ tremar per me; per altri or scendo
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avversa la sorte, a me fa quasi ¶ abborrir la
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fitta nell'alma. In me, bench'io pur donna
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Cartagine fare, e a me. Nemica ¶ qui fra l
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sorte ¶ a dar di me non basso un saggio
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al mio core, a me soltanto ¶ dovevi aprirti; a
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mi è prova, ¶ che me nemico non volgare estimi
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il carco. ¶ Siface ¶ Misero me! deh! perché vissi io
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tuo dritto?... ¶ Mai per me nol farei; ma in
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io stessa. ¶ Funesto a me il comanda alto dovere
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ogni mal sottrarmi, in me son certa, ¶ seguitando Siface
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dunque apprendi or da me. Di Roma è il
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te stesso. ¶ Massinissa ¶ Misero me!... Se almen potessi io
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fora ogni sdegno. A me davanti ¶ se appresentato il
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vano: or altro ¶ a me non lascia la crudel
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tanto ¶ tu vincitor di me non eri: ardente, ¶ instancabil
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trionfa; intera palma ¶ di me ti dà questa sublime
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alto cor fa fede; ¶ me non offende: anzi, a
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ineseguibil ciò che a me fia lieve, ¶ stimate or
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Questa mia spada, ¶ che me salvò già tante volte
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il mio brando; in me il ritorci. — ¶ O me
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me il ritorci. — ¶ O me uccidi, o me segui
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O me uccidi, o me segui. ¶ Siface ¶ Oh Massinissa
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soltanto, e non per me: ti voglio ¶ quindi pria
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stesso, ¶ pria che per me vederti estinta invano. ¶ Sofonisba
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v'ha forza, ¶ che me rattenga or dal seguirti
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sfogar dovrassi; o in me, qual onda a scoglio
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incerto, ¶ ecco, ei ver me turbato porta: ei forse
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lui! — Deh! vieni a me; deh! vieni... ¶ SCENA III
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te. ¶ Massinissa ¶ Fuor di me stesso io m'era
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che appien tornato in me son io. ¶ Scipione ¶ Già
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tua trama è a me palese: stanno ¶ furtivamente in
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armati hai tu. Presto me vedi ¶ a morir, sempre
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ella stessa svelare a me tue trame ¶ appieno or
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favor tuo... ¶ vuol contra me?... Creder nol posso. Or
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Scipione; e tu da me ti togli? ¶ Scipione ¶ Sacro
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Di Roma? Io di me stessa in mano ¶ per
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core ¶ regal pietà per me tu ancor rinserri. ¶ Massinissa
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è del dovere in me, forza non havvi ¶ che
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d'Asdrubale, secura ¶ in me medesma io qui non
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il core... ¶ Credilo a me: bench'io non pianga
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non resta ¶ partito a me nessuno, altro che morte
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Roma avuta: ma per me non volli ¶ porti a
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osi? ¶ Sofonisba ¶ Maggior di me ti voglio: esserlo quindi
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ti trarrebbe amore: a me vergogna ¶ il viver fora
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il mio morire: a me il giurasti; e ancora
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sorso ¶ libai, vittoria a me daran di Roma. ¶ Vedi
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degna ¶ giurasti procacciarmela... Ahi me stolta! ¶ che in te
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Oh giorno! — ¶ Guludda, a me quel nappo. — Or va
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forza ¶ tu vuoi da me?... Pur troppo (io 'l
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nappo. ¶ Ahi! che feci? me misero!... ¶ Sofonisba ¶ Consunto ¶ ho
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destra ¶ sprigionerotti, affin che me tu sveni; ¶ ad altro
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abborrisco se omai... ¶ Scipione ¶ Me sol, me solo ¶ uccider
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omai... ¶ Scipione ¶ Me sol, me solo ¶ uccider puoi; ma
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Rientro ¶ al fine in me. — Scipion, tutto mi hai
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strascìna... ¶ ten prego;... e me... lascia or morir,... qual