Pino Cacucci, Nahui, 2005

lo adagio sul letto, me lo avvolgo addosso e

lui sono stata veramente me stessa. Una notte l

Una notte l’oceano me l’ha strappato via

E abbi fiducia in me. Tornerò presto, ma se

mai avuto segreti per me.” ¶ Lui sospirò, celando lo

dovere di un soldato, me lo hai sempre detto

istituzioni, il governo. Per me sono sempre state frasi

se dovessi perderti, per me la vita diventerebbe intollerabile

perché Lui è con me.” ¶ L’autista lo ignorò

colare a picco con me. Con noi”. ¶ Gli occhi

Huerta lo deve a me, se si trova dov

le ha parlato di me?” ¶ Il ministro, imbarazzato, gli

imprecisato della tappezzeria. ¶ “A me, niente. Ma non voglio

non prova niente per me. Ma non mi importava

insegnato a usare, e me la sono puntata alla

lui scivolava fuori da me sospirando soddisfatto e io

sigarette mentolate, indifferente a me e a tutto, come

all’inarrestabile sfacelo di me stessa in un posto

senza un angolo per me dove restare in solitudine

minimamente l’allusione offensiva. ¶ “Me l’ha ammazzato,” mormorò

Non sapete niente di me. Tutti voi, qui, ignorate

lo vidi uscire da me, quando lo sentii piangere

rancore, il disprezzo per me stessa, il terrore del

le braccia e lui me lo ha strappato, ha

e intanto Manuel diceva: “Me l’hai ammazzato”. No

guarda, ora lo sveglio... “Me l’hai ammazzato.” E

qualcuno avesse svegliato anche me, da quell’incubo, quanto

è spalancato davanti a me un abisso verde come

che un uomo come me possa infiammarsi di passione

una tale violenza? Povero me! ¶ “Un uomo come me

me! ¶ “Un uomo come me”... A quarantasei anni, Gerardo

smorfia, quasi a dire “me da igual”. “Ma sì

male, per allontanarlo da me. Uno scandalo, ecco cosa

bruciava di desiderio per me. Non mi sfiorò neppure

uomo più vecchio di me che, pensai, avrebbe potuto

dirmi vieni via con me. Diego mi piaceva di

avrei preso su di me con tutto il suo

de Tepeyac. Anch’io me lo procuro lassù. È

serio. E il ‘Doctor’?” ¶ “Me l’ha affibbiato un

il Doctor Atl, per me solo e unicamente Gerardo

Manuel. ¶ “Ma proprio a me doveva capitare in sorte

alle cucine europee, a me restava la scelta della

così diceva, ma secondo me perché si comportava da

davvero le cose... Per me, a salvare Gerardo furono

smeraldi veri. Un po’ me ne intendevo, a Parigi

dovevo fare, accidenti a me che non l’ho

permesso di rientro. E me ne pento, visto che

stata madre. Perché non me ne hai mai parlato

donna. Non davanti a me.” ¶ “Ti chiedo scusa, don

ero certo che a me non sarebbe mai accaduto

di poter bastare a me stesso, odio questa urgenza

tuo odore, e odio me stesso per il piacere

odiassela volgarità gratuita, aggiunse: “Me l’hai insegnato tu

ma non davanti a me. Perché almeno il rispetto

vecchio revolver, accidenti a me che non lo tengo

sue mani e per me non esisteva nessun altro

cabrón poteva benissimo amare me e altre dieci contemporaneamente

aveva scopate prima di me, e lì aveva cominciato

a pochi passi da me. Il volto in fiamme

io la voglio per me”. ¶ Intanto, l’atelier della

a un certo punto me lo sono ritrovato davanti

umiliata provando pietà per me. E mi ha persino

a mia insaputa. Non me li ricordavo neppure quei

svaghi. Nellie Campobello, invece, me la ricordo bene: carina

chi? Da cosa? A me sembrava che al potere

funzionari, e io intanto me ne tornavo a casa

che ho amato quanto me stessa e forse di

il mondo che vede me – allora il suo sarebbe

propria vita significava sacrificare me, lasciarmi sola con il

sia più rovinata di me”. ¶ Quell’acredine rancorosa non

è comportato male, con me. E la vita è

suicidate? Sarà meglio che me ne vada a dormire

che era pazza: con me chiacchierava per ore con

scorreva nell’esilio da me stessa, assistendo al lento

distacco, la morte che me li ha tolti non

che ho vissuto non me lo può togliere nessuno

il frigorifero, diceva: ‘Che me ne faccio? Casa mia