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Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «me»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
il vaticinio che per me gli fece ¶ Il vegliante
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1867
o stranier: gradito a me tu giungi. ¶ Vieni, t
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1867
Ulisse io più, né me più vide Ulisse. ¶ E
4
1867
eroe. Men duro ¶ A me certo sarebbe il suo
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1867
struggono gli averi, ¶ E me pur anco struggeran fra
6
1867
che ad altri, ¶ A me cui spetta governar la
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1867
Itaca accetterei, se a me volesse ¶ Il gran Giove
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1867
si trova, ¶ E a me, che tanto il bramerei
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1867
novo, ¶ Egli cortese a me li renderebbe. ¶ Sì, questo
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1867
ultrici Erinni ¶ Invocherebbe contro me partendo. ¶ No, tal comando
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1867
trastullarmi, o svergognati, ¶ A me non lice. E non
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1867
giura ¶ Che se di me non chiede, o da
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1867
Mio compagno ed a me consenti inoltre ¶ Che al
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1867
Laerziade Ulisse, ¶ Che a me fu padre, e per
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1867
mio buon genitore, a me ne rendi ¶ Or la
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1867
Ma tal contento a me finora e al prode
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1867
tanto ¶ Non lice a me sperar; no, se la
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1867
ai nobili Cauconi ¶ Io me n'andrò, d'un
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1867
la mia sposa ¶ E me circonda; ed io d
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1867
E di ricchezze, a me non cale. Io molto
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1867
tanto incendio ¶ Sol per me svergognata arse di guerra
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1867
stille versar. Tolse a me pure ¶ Nel furor delle
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1867
O pubblico bisogno? A me lo narra. ¶ Telemaco rispose
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1867
che giammai non mente. ¶ Me desïoso di veder le
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1867
il sassoso lido, a me, che mesto ¶ Traea le
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1867
nulla s'asconde, a me rivela ¶ Qual degli Eterni
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1867
Proteo, che padre ¶ A me si dice, e che
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1867
Un Immortale. - E a me così la Diva: ¶ Questo
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1867
apparir dell'Alba a me tu vieni ¶ Con tre
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1867
faticar, si volse ¶ A me sdegnoso con tai detti
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1867
Di tradirmi così? da me che brami? ¶ Io gli
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1867
E il veglio a me: S'era tua brama
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1867
Molti pensieri allor fra me volgendo ¶ Mossi alle navi
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1867
libando, ¶ Ogni giorno di me ti risovvenga. ¶ Deh, non
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1867
attendono i compagni. A me fia grato ¶ Sempre un
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1867
di Vulcan fatica. ¶ A me la diede Fèdimo, il
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1867
lunghi tuoi lamenti impietosita ¶ Me tua germana a consolarti
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1867
ombra, e indarno a me lo chiedi. ¶ Tacque, e
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1867
Dea qual tu sei, me Dio ricerchi? ¶ Pure m
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1867
lo trafisse. E a me del pari, ¶ Invidi Numi
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1867
Olimpo, ¶ Che son di me più forti e più
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1867
or tu disegni ¶ Di me misero, o Dea! Sopra
43
1867
degli Dei), che in me non cova ¶ Pensier d
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1867
ti consiglio ¶ Quanto a me stessa consigliar potrei ¶ Se
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1867
Che mai sarà di me? Tutto si compie ¶ Quanto
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1867
la saggia Ninfa a me predisse, ¶ Che molto avrei
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1867
ti prenda ¶ Pietà di me, che il tuo soccorso
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1867
Ahi! che sarà di me! che più mi resta
49
1867
ai balli; ¶ E a me la cura ne fidò
50
1867
il vero ¶ A scoprir me n'andrò. - Fuor della
51
1867
di questa ¶ Gente a me sconosciuta; e tu m
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1867
Scheria. ¶ Egli, che a me poc'anzi un uom
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1867
Dal popolo concessi! e me pietosi ¶ Invïate a' miei
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1867
suoi latrati; ¶ Ed or me pure, in tanto mio
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1867
accosta e degli Eterni. ¶ Me solo sventurato avverso nembo
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1867
non ha, che a me sia sconosciuto. ¶ Io maneggiar
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1867
domator dell'onde: ¶ Da me, se Marte lo ricusa
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1867
poi ch'oltre di me dodici prenci ¶ Ha la
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1867
giorno ch'egli a me non pensi. ¶ Disse; ed
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1867
tornato, ¶ Ti sovvenga di me, che fui la prima
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1867
utile tuo stesso, a me rispondi; ¶ E dimmi con
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1867
sono i guai ¶ Da me sofferti per voler di
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1867
nudrice, ¶ E tanto a me diletta. Invan Calipso, ¶ Nobilissima
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1867
lasciâr di dieci ¶ A me la scelta. Così lieti
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1867
compagni io raccolsi a me dintorno, ¶ E così dissi
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1867
dal licor soave, ¶ A me di novo ne chiedea
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1867
il nome tuo ¶ A me palesa, perché far ti
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1867
promesso. ¶ Nessuno ho nome; me la madre e il
69
1867
e il padre, ¶ E me Nessuno chiamano gli amici
70
1867
presente ¶ Ospital che da me fra poco avrai. ¶ Ciò
71
1867
cari amici ¶ Ed a me stesso procurar lo scampo
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1867
suoi velli ¶ E di me che l'inganno ordito
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1867
tu, che senti ¶ Di me pietade, favellar potessi, ¶ E
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1867
e dal recinto usciti, ¶ Me primamente, indi gli amici
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1867
volgea, quantunque ¶ Tutti a me contrastassero, dicendo: ¶ Sconsigliato, perché
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1867
che pur troppo ¶ In me si compie un vaticinio
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1867
montone davano concordi ¶ A me per giunta. E al
78
1867
venti procellosi, e a me lo porse; ¶ Perché de
79
1867
Dal cortese Ippotide a me donato, ¶ Si guardavano in
80
1867
noi lontano, ¶ Ché a me non lice dar soccorso
81
1867
Adunati i compagni a me dintorno, ¶ Io così dissi
82
1867
in due schiere; e me dell'una ¶ E il
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1867
venerando e caro ¶ A me su tutti, favellò primiero
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1867
sparir li vidi a me dinanzi; ¶ Né verun più
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1867
e ne facea ¶ A me palese la virtù segreta
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1867
miei compagni? ¶ E qui me stesso ad arte trattenendo
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1867
io li vegga a me dinanzi. ¶ Sì dissi; e
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1867
stessa Maga, ¶ Impietosita, a me si volse, e disse
89
1867
Co' fedeli compagni a me ritorna. ¶ Il suo consiglio
90
1867
sangue ei fosse a me congiunto; ¶ Ma gli altri
91
1867
diêro. ¶ Ma Circe a me s'appressa, e così
92
1867
un momento che da me ti scosti. ¶ Laerziade divino
93
1867
buio inferno? - E a me così la Ninfa: ¶ Astuto
94
1867
Della nostra partenza: a me l'avviso ¶ Ne die
95
1867
li vidi intorno a me raccolti, ¶ Io così favellai
96
1867
prora? ¶ Ed egli a me piangendo: O di Laerte
97
1867
bella nave), ¶ Ricòrdati di me, fa' ch'io non
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1867
nemmeno ad essa, ¶ Benché me ne crucciassi amaramente ¶ Conceder
99
1867
e beve. ¶ Ed a me rivolgendosi, prosegue: ¶ Facile e
100
1867
ragioni. ¶ Io veggo a me dinanzi il simulacro ¶ Dell
101
1867
prenci achivi. ¶ E a me la veneranda genitrice: ¶ No
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1867
nero ¶ Sangue libato, a me facean palese ¶ La patria
103
1867
che agli altri a me, che qui comando, ¶ Tutta
104
1867
dissi; e tosto ¶ A me la dolorosa ombra d
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1867
o saggio Ulisse, ¶ Né me sommerse in mare il
106
1867
spento; e tutti a me dintorno ¶ Cadevano sgozzati i
107
1867
lago di sangue. A me vicina ¶ Gemer sentìa la
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1867
l'empia Clitennestra a me togliea ¶ Di bearmi negli
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1867
il vecchio Nestorre e me soltanto ¶ Ebbe rivali. Quando
110
1867
e il carco a me fu dato ¶ Di serrarne
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1867
Lieta in udir da me lodato il figlio, ¶ Per
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1867
testa alta portando. A me dinanzi ¶ Nuove intanto accorrean
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1867
cor disdegnoso, e a me t'appressa. ¶ Al mio
114
1867
il reo destino, ¶ Che me già colse sotto i
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1867
e sospettai ¶ Che contro me Proserpina dall'Orco ¶ Invïasse
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1867
Ma la Ninfa ¶ Prese me per la mano, e
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1867
compiuto, gli occhi in me fissando, ¶ Ella soggiunse: Tutto
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1867
si conviene che a me sol palesi ¶ Sieno di
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1867
ascoltarne il canto: ¶ A me solo il concede, pur
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1867
Alla lor volta ¶ Essi me ritto all'albero con
121
1867
canto ¶ Delle Sirene, a me sciogliean le funi, ¶ E
122
1867
divorava; ed essi a me dolenti ¶ Stendean le mani
123
1867
chiamai gli amici a me dinanzi, ¶ E così dissi
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1867
Queste cose narrava a me Calipso, ¶ E Calipso le
125
1867
feace, ¶ Che pur da me discende, non m'onora
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1867
coricammo. Di stanchezza oppresso, ¶ Me tosto colse un grave
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1867
Sidone dirizzâr le vele, ¶ Me qui lasciando addolorato e
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1867
Ben so che a me propizia ognor tu fosti
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1867
consuma le notti. A me non era ¶ La tua
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1867
sua magion l'Atride, ¶ Me còlto avrebbe nella mia
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1867
tanto ti mostri a me cortese. ¶ Ospite alcuno, gli
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1867
solo ¶ Avea cura di me, che qui mi pose
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1867
glorïoso Agamennón seguendo. ¶ A me lo svela, e ti
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1867
i suoi cari, ¶ E me più ch'altri, nel
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1867
cura ¶ Ei prendeasi di me, sì che pur io
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1867
l'eroe, come da me si brama, ¶ Da me
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1867
me si brama, ¶ Da me, dal buon Laerte e
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1867
fra loro, solo a me lasciando ¶ Una povera casa
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1867
scerner dalla paglia in me saprai, ¶ Se guardi sotto
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1867
In ogni impresa a me fortuna arrise, ¶ Che per
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1867
ginocchia a tanti eroi, ¶ Me scegliean col possente Idomeneo
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1867
Ma per salvarmi ¶ A me Giove inspirò questo consiglio
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1867
la spada ¶ Gitto da me lontano, e corro incontro
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1867
un Dio nemico. ¶ A me solo un Celeste in
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1867
de' miei mali, ¶ Di me ben altro divisâr costoro
146
1867
Facean essi ritorno, e me nascosto ¶ Tennero gl'Immortali
147
1867
Ma interrogar costoro a me non piace ¶ Dal dì
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1867
tu sempre, ¶ Come a me, viver caro al fulminante
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1867
solo offrirti è a me concesso: il resto ¶ Darà
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1867
età, quella forza in me non brilla, ¶ Ch'io
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1867
astuto ¶ Laerziade, che a me dormìa vicino. ¶ Ei dal
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1867
vestito. ¶ Ah, che per me non v'ha più
153
1867
manto io presi, ¶ E me lo cinsi intorno al
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1867
mantello qui pure a me darebbe; ¶ Ma in questi
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1867
questi cenci niun di me si cura. ¶ Vecchio, Eumeo
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1867
la notte, e a me fra l'ombre ¶ Guidar
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1867
guidarti; ¶ E questo da me prendi insigne dono, ¶ Il
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1867
troiane spiagge ritornando ¶ A me la diede in sua
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1867
Prendi, amato figliuol, da me pur anco ¶ Questo candido
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1867
popoli pastor, che a me fu sempre ¶ Come padre
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1867
Per festeggiarmi; e a me partir conviene. ¶ A quel
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1867
e l'accoglienza ¶ Da me ricevi, che qui farti
163
1867
i Numi, ¶ Come a me tu sei caro, a
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1867
sue figlie, e di me cura ¶ Avea non meno
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1867
mai penuria ¶ Né per me, né per gli ospiti
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1867
sappia ¶ Il vecchio, e me col carcere punisca, ¶ Voi
167
1867
giunto ¶ Della partenza, a me ne date avviso ¶ Occultamente
168
1867
con molti. ¶ Se a me qui fosse di parlar
169
1867
Il solo Ulisse, e me lasciava Ulisse ¶ Nelle paterne
170
1867
bronzo ed oro, ¶ Da me celati in solitario speco
171
1867
Aver tu possa in me. Forse non giova ¶ Per
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1867
alcun di loro, a me fia grato ¶ Che tu
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1867
costoro, ¶ Allor contento a me li recherai, ¶ Ed io
174
1867
vengano i Proci, a me novelle ¶ Di lui narrar
175
1867
vaticinio ¶ Odi invece da me, che in breve appieno
176
1867
fe' poc'anzi ¶ A me palese uno sparvier, che
177
1867
che agli altri, a me. Poco mi cale ¶ Del
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1867
la cura che di me tu prendi, ¶ Tu che
179
1867
dicendo: Amico, nulla ¶ A me dar tu vorrai, tu
180
1867
Il bisogno che a me lo conducesse, ¶ Sempre contento
181
1867
frusto di pane a me ricusi. ¶ Arde a questo
182
1867
disse, ¶ L'ospite a me conduci, ond'io gli
183
1867
affretta, Eumeo, ¶ Venga a me lo stranier. Non odi
184
1867
mensa, e lascia ¶ A me del resto ed agli
185
1867
Mendico al par di me, tu non dovresti ¶ Impedir
186
1867
dì gl'iniqui a me dintorno ¶ Tutti di sangue
187
1867
oh quanta ¶ Gloria a me ne verrìa! Ma troppo
188
1867
a spïar, che a me piangendo ¶ Di suo marito
189
1867
Ben tu sapevi ¶ Da me medesima, che del mio
190
1867
altri tesori. Questo a me narrava ¶ Della Tesprozia il
191
1867
e tal mercede ¶ Da me n'avrai, che ti
192
1867
mai non erra, ¶ A me predice: né al suo
193
1867
tosto ne sarìa ¶ Da me cacciato. E come, o
194
1867
angosce al par di me già doma: ¶ Questa sola
195
1867
regina il carco ¶ A me ne diede, ch'io
196
1867
grande Ulisse più di me somiglia. ¶ Così dice; e
197
1867
Ulisse, ch'altri a me le scopra: ¶ Scoprirle io
198
1867
di lamenti; e a me dintorno ¶ Venìan fra tanto
199
1867
Voce queste parole a me volgea: ¶ Figlia d'Icarïo
200
1867
nell'oche; e in me, che forma ¶ D'aquila
201
1867
al figlio ¶ Ed a me ne verrebbe! Or questo
202
1867
senno; ¶ E tu di me, che pur son Diva
203
1867
tuoi perigli, tu di me diffidi? ¶ Orsù, credi al
204
1867
A servir condannate. Ah! me del pari ¶ Un qualche
205
1867
Consorte abbracci, né di me s'allegri ¶ Altr'uom
206
1867
Ma con vani sogni ¶ Me turba un Nume; e
207
1867
gli splende. ¶ Ma lasso me, se già calato ei
208
1867
l'intelletto; e per me stesso ¶ Esco di questa
209
1867
certo il gran Saturnio ¶ Me di senno privò! Benché
210
1867
prenci achivi, ¶ Più di me vigorosi, or via, prendete
211
1867
non vidi ¶ Che di me punto si curasse. Attenti
212
1867
fedele Eumeo, ¶ Entrambi a me li reca, e alle
213
1867
magnanimo e sospira, ¶ Misero me! miseri noi! gridando. ¶ Né
214
1867
Intanto l'arco a me porgete, ond'io ¶ Vegga
215
1867
del vigore antico ¶ In me si trova, o se
216
1867
il recusarlo, solo ¶ A me s'aspetta; né verun
217
1867
dell'arco, e a me che qui comando. ¶ Egli
218
1867
la mia sposa vagheggiar, me vivo; ¶ Né mai timore
219
1867
I paterni tesori a me recaste, ¶ E quanti mai
220
1867
e inerme e solo ¶ Me dalla soglia caccino gli
221
1867
così prega: ¶ Miserere di me, divino Ulisse, ¶ Che mai
222
1867
io non ebbi che me stesso, e un Dio
223
1867
buon Medonte, che di me fanciullo ¶ Tanta cura si
224
1867
in sua magion commesse, ¶ Me pure non uccida. - A
225
1867
cacciato, ¶ Né curansi di me, né della tua ¶ Pudica
226
1867
tutte le aduna a me dinanzi. ¶ Così favella; e
227
1867
costor, che di vergogna ¶ Me coprîro e mia madre
228
1867
Penelope tosto, e a me dinanzi ¶ Tutte conduci le
229
1867
subito l'avrei da me cacciata ¶ Con duri modi
230
1867
tutti gradito, e a me su gli altri ¶ E
231
1867
ei chiude, noto a me soltanto. ¶ A me che
232
1867
a me soltanto. ¶ A me che il feci, e
233
1867
ombra di Tiresia a me predisse. ¶ Se tal vecchiezza
234
1867
Ma che fruttava a me l'aver condotto ¶ La
235
1867
mura ¶ Combattendo cadeste? A me lo narra, ¶ Ch'ospite
236
1867
sia morto. Venne a me da lidi ¶ Assai lontani
237
1867
si partìa ¶ Lieto da me, che lieto il congedai
238
1867
vita, ¶ Meglio fôra per me calar fra l'ombre
239
1867
cose ¶ E le future, Me pur anco, esclama, ¶ Sì
240
1867
pur anco, esclama, ¶ Sì, me pure ascoltate. E chi
241
1867
più fausto giorno a me non sorse! ¶ Qui si