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Giordano Bruno, Il candelaio, 1582

concordanze di «me»

nautoretestoannoconcordanza
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peggio: converrà forse a me gramo ¶ Monstrar scuoperto alla
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seno d’Abraamo, e me che, senza aspettar quel
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questo Candelaio che da me si parte, la qual
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i porci qualche decembre me la pagarranno. E che
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mi s’aggrandisse, e me si magnifica l’intelletto
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voga; voga, sia”. A me è stato commesso il
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la fame, che si me bisognasse vomire, non potrei
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ch’il spirto; si me fusse forza di cacare
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non è lei a me, come io son cossì
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esser] Bonifacio, non di me che son di dui
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ed uso continuo tra me e lei, quella prima
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venuto per burlarti di me! ¶ Bartolomeo E tu resta
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quanta facilità, questo scelerato me si ha fatto dir
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quel calatho in brachiis me si fa obvia? è
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come il rognone, misera me, magra in mezzo al
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il mio core, ¶ E me hai impresso all’alma
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come lui. Io, per me, di rima non m
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a voi che a me. ¶ Bonifacio Sii come si
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candelaio? ¶ Gioan Bernardo Basta, me vi raccomando. ¶ Bonifacio Dio
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lasciate la cura a me. La cosa già fu
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uomo più molesto a me, ch’abbia possuto produrre
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er], avanzarò oro per me e per te; — ché
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faceva tutto; e da me non volea altro che
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sapete? ¶ Marta Se non me dite, non so altro
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in Puglia? ¶ Marta Ahi me lassa! per lui sarò
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a dito, ogni poltrone me darrà la baia. Intendi
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lui e non a me. ¶ Sanguino Se dice che
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Ottaviano ... abbiate pietà di me, e non mi lanciate
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fanno andar fuor di me. ¶ Manfurio In ecstasim profunda
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illud: “Longe fac a me!”. ¶ Pollula Salve, domine praeceptor
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siate stata presso di me, diece volte me l
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di me, diece volte me l’avete veduta cacciar
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Lascia la cura a me, disse Gradasso. Cossì potesse
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il tempo non aspettarà me. Bisogna che ci serviamo
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a cavallo, servitevi di me. ¶ Vittoria Ah ah ah
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che si fusse desmenticato, me l’ha fatta peggio
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di cocchiara richiesta da me si me voleva fare
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richiesta da me si me voleva fare quel piacere
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cazzo! — dissi intra di me, — costei ne vuole; al
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dunque, — dissi io intra me stesso, — costei vuol dansare
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con una bocca piccolina, me gli feci udire in
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aver più forza di me? Cagnazzo traditore, s’io
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che non vorrei per me! Perché, prima che dichino
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saltainbanco, ch’io per me non fo conto d
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morir la paziente. ¶ Bonifacio Me ne guardarò bene. ¶ Scarramuré
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morrebbe la paziente,... — ¶ Bonifacio Me ne guardarò bene. ¶ Scarramuré
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E bisogna ricordarvi di me. ¶ Bonifacio Eccovi questo per
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ne ha dati a me, per non aver occasione
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Son buone; ma a me non piace né l
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borsa. ¶ Corcovizzo Io, per me, porto i danari cqui
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il mio padrone, a me, povero innocente!” Però, abbiam
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Oimè, forse che non me gli ha tutti involati
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A. BA, mio padre me die’ per ragazzo al
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ed a’ letterari. ¶ Manfurio Me vobis commendo: mi raccomando
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farete questo piacere a me ed al signor Magister
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di favori assai. ¶ Manfurio Me tibi offero. ¶ Sanguino Imprestategli
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galant’omini, ché per me non ve dimando nulla
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Come non dite a me? Vi par che questa
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idest l’entrata: per me tanto, sicuramente l’aragne
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femine sappiano più di me). — Ben venga Lucia. Che
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signora: uh uh, misera me, meschina me, che mal
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uh, misera me, meschina me, che mal’ora t
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braccia, e dire, — che me ne vien rossore e
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messer Bonifacio mio, chi me ti toglie? Ahi, mia
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m’ha egli voluta, me gli hai negata; son
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lui mi consumo, che me lo negarai. Ahi, cuor
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uh uh, oimè, desolata me! che rimedio potrò porgerti
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mio intenso amore, sempre me si ha mostrata non
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si stimarà beatissimo, quando me si udirà dire che
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o cielo, cielo a me sola crudele, che possa
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possa lui venir a me, quel bene, che non
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ma la buona fortuna me vi ha fatto rincontrar
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con questo medesmo passo, me ne vo a Pellegrino
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Per quel che costei me dice, io credo di
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io non ardisco tra me stesso dirla. Or, va
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è manco bisognoso? — Meschina me! io lo dico, io
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mesi sono, che non me ci ha piovuto. Ieri
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misero, sfortunato e desolato me! ¶ Marta Ahi lassa, che
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andar a risolvermi, si me debbo venir ad apiccar
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è questo. ¶ Marta Amara me! voglio tornar in casa
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stata esaudita, mal per me! io non ho core
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pallium” Questo, adimpiendosi in me ipso, mi fa che
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essere ufficiosi tre altri me si sono offerti e
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sin tanto che da me non vi si farrà
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vostro che suo! Io me gli mostrarrò tutta infiammata
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spellechiar capretti. ¶ Manfurio O me miserum! verba nihil prosunt
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Oimè, ahi lasso, o me disfatto, vituperato! Tu me
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me disfatto, vituperato! Tu me la pagherrai. ¶ Consalvo Meglio
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il resto. Oggi, quando me hai mandato a dimandar
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l’alchimista Cencio non me ne die’ più. ¶ Bartolomeo
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Consalvo Signor Capitano, costui me vuole imponere cose che
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non scappino. ¶ Corcovizzo Si me scappano, dite che le
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andiamo. ¶ Bartolomeo Oh, meschino me! e questo di più
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Quando m[esser] Bartolomeo me si sentì poner mano
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credo che questa ruffianaccia me ne abbia fatte più
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quali sarranno attribuite a me, si non starrò in
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a voi ed a me. ¶ Bonifacio Tu non m
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altro che costui, non me. ¶ Sanguino Via, via, sciagurato
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cose che passano tra me e mia moglie. ¶ Corcovizzo
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nisciuno cercare più di me, al quale è fatta
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in fallo; ed ora me ne venevo dalla casa
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satisfazione per lei. A me basta solo, e fo
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di quelle, ed a me crudele, col farmi per
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Lascia, lascia fare a me. Come passa questo negocio
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ha fatto cascar ancora me; e per perfidia non
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ché più disastri non me si aggiongerranno! ¶ Scena 14 ¶ Scarramuré
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non si lamenti di me, ma che me si
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di me, ma che me si tenga ubligato. Ecco
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S. mi perdona, io me ritiro. ¶ Scarramuré Ah, ah
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Hu, uh, uh, misero me, quante confusioni oggi! Vedete
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vi dichi? Ecco, sfortunato me, che mi han fatto
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che pensi peggio di me che de gli altri
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servitore e schiavo, tanto me, quanto lui, si, accettando
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si parta. ¶ Sanguino Io me imaginavo bene che tu
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priego, abbiate compassion di me e non entriate in
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Bonifacio; lasciate dir a me. — Signor Palma, non abbia
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impacciarmi. ¶ Bonifacio Oimè, povero me! ¶ Scarramuré Signormo, si V
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sofista di costui). Tu me la prendi troppo larga
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che ti burli di me e di questo povero
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barbe. Bonifacio O povero me, eh, per amor de
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ubligato in perpetuo, si me perdona questo fallo e
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di questo, quanto a me! Bisognarà sì ben far
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che, per ogni modo, me la voglio levar di
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padrone Malefacio, ed a me l’ha tolto. Questa
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l’occasione, la diligenza me l’ha fatta apprendere
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Per l’avenire tra me e madonna Carubina son
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il fatto mio a me. ¶ Sanguino Siate il benvenuto
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non sarrà finita tra me e lui. ¶ Scarramuré M
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per confondere lei e me, per ponerci in pena
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di cangiarla, ed a me di farmi il peggio
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stimando certo che non me ne sarreste nemici, essendo
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il mio onore: si me fate questa grazia, uh
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chiave. Marito traditore, si me ti accostarrai, t’ucciderrò
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ministro della giustizia, a me, avanti vostra moglie, m
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esser] Bonifacio: tenetevi a me ed appigliatevi alla mia
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non cascare. ¶ Bonifacio Io me guardarrò bene. ¶ Sanguino Aspetta
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un poco cqua con me tu, figlio mio, perché
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mia, voglion darmi marito. Me si presenta Bonifacio Trucco
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Rispose: “Prendilo”. “Ma a me non piace troppo”: disse
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per i casi che me si sono aventati al
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e lasciatelo strigliar a me; e tu, Maestro, conta
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pacientia, ¶ Nam plausus per me factus est ¶ Iam dudum
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ora, atque oculos in me video esse coniectos, — sì