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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, La tristezza ha il sonno leggero, 2016

concordanze di «me»

nautoretestoannoconcordanza
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altri, forse. Non per me. Ero nel corridoio di
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toccò il divano, a me, invece, la scelta. Che
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Sono due mesi che me lo scopo». ¶ Aveva ripetuto
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rimase nuda davanti a me. Ero così inebetito da
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è più alto di me, pesa centoventi chili e
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si prendeva cura di me, giocava con me e
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di me, giocava con me e mi aiutava a
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Flor iniziò davanti a me la sua personale guerriglia
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sua battaglia, stringerla a me, incoraggiarla, dare del cretino
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lo avevo davanti a me ogni giorno; era quell
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figlio, e io perché me ne rimarrei volentieri sul
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in ordine decrescente, da me a Giovannino. Da allora
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ingranaggio. Giulia ha trovato me, ma non me ne
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trovato me, ma non me ne lamento, anche io
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fare a meno di me, che Matilde me la
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di me, che Matilde me la desse, che il
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così scontato. «Sono per me?» ho chiesto poi, afferrando
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la mia collaborazione) e me li ficca in libreria
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vetrina. ¶ «Dovresti fare come me» ha continuato lei sbuffando
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importante, non dirla a me, parlane con Palle mosce
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che avevano invitato anche me, nonostante dal giorno dopo
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pitone. ¶ «Cosa vuoi da me?» dissi. ¶ «Nulla, avevo bisogno
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di un metro da me. ¶ «Non posso parlare» ho
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seduta di fianco a me sul divano. ¶ «Va’ a
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in piedi davanti a me. ¶ «Ma perché, Valerio è
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Cosa vi siete dette?» ¶ «Me la tieni un attimo
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occhi e prosegue: «Secondo me dovreste parlarvi e magari
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segreti del sesso a me ignoti» risposi infastidito e
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ha nessuna parentela con me, è nata dal primo
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mamma erano tutte per me. Una conquista non da
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bustine di figurine, a me mamma comprava tutta la
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conviveva mia madre, io me la spassavo. ¶ Quella domenica
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Quella domenica d’autunno me ne stavo tranquillo sul
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massima naturalezza mi chiese: «Me le regali?» ¶ Sgranai le
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dire che odiava anche me. E poi, come si
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ipotesi. Anche perché a me, in quel periodo, mamma
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molto. Era affettuosa con me come mai più sarebbe
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è seduta accanto a me e ha appena chinato
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interiore. ¶ Perciò, se oggi me ne vado in giro
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sono io. Grazie a me hanno potuto sfoggiare la
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felice e fiero di me stesso, avevo affrontato quell
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allontanato da Matilde e me ne stavo chiuso nel
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si sedette accanto a me sul divano, mi posò
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dei ragazzini ingenui come me. ¶ Se la mamma di
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qualcuno lo facesse per me. ¶ «Che faccio bene a
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faccia a faccia, con me nella stanza che tentavo
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ritenuto di lasciar decidere me non era contemplata. Mamma
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ribatte serafica Renata. ¶ «A me piace, è un nome
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è stata importante per me.» ¶ «Mamma» interviene Giovannino, «non
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scelta, non venite da me. E poi non capisco
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compagno di fumate: come me, non doveva passarsela tanto
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di non scegliere e me ne stetti in disparte
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vostro padre e da me, per il bene di
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della profonda diversità fra me e i miei fratelli
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via del ritorno, con me sul sedile posteriore che
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gruppo) e che a me lo scoutismo è servito
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ha mai spronati. Con me, invece, ogni sera accendeva
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veniva a giocare da me; quasi sento l’odore
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esistevano proprio, e a me, per certi versi, sembrava
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tanto normale, ma a me piace lo stesso. ¶ D
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sei niente, eppure per me sei quanto di più
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che certi discorsi per me erano troppo complicati e
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È più bella di me?» ¶ «No» replicai subito. Era
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sempre più bene a me. Che io sarò la
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ogni tanto giocava con me, ma che sapevo non
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contro una parte di me che non accetta aiuto
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nessuno conosce meglio di me il sentiero che sto
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capisco cosa voglia da me. «Mi piacerebbe poter parlare
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del solito, persino con me. ¶ Mentre il nostro pulmino
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estate in casa. A me importava poco del caldo
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situazione. Si presentò da me e domandò: «Perché non
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fare qualche fotografia per me? Così quando torni potremo
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Mario fotografava spesso anche me e il resto della
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tesoro. Poi chiesi: «Davvero me la regali?» ¶ «No, regalartela
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quanto è importante per me, quanto ci tengo. Mi
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nel mondo, anche per me. ¶ Un insolito rammarico ¶ Una
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prima volta che qualcuno me lo chiedeva e, anche
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degli insetti intorno a me, nella speranza che prima
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era qualcosa dentro di me che me lo impediva
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dentro di me che me lo impediva. E non
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sono le mie radici. Me capisci?» ¶ Feci di nuovo
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una condizione irrealizzabile fra me e la serenità. ¶ La
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il muro dinanzi a me finché non sentii la
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intero viaggio di ritorno me ne restai accucciato in
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agli altri e a me stesso la delusione che
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a un triangolo con me e Tomoko. ¶ «Insomma, dopo
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affrontare il discorso con me davanti, anziché con me
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me davanti, anziché con me in una fossa». ¶ Giovannino
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Gargiulo, sempre prima di me.» ¶ Poi chiude la conversazione
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mesi ha vissuto con me e Matilde, un’era
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di Matilde, anzi di me e Matilde nei primi
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quelli come noi, come me e Matilde, che ci
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dicendo: «Se entra lui, me ne vado io». ¶ Perciò
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gente si scostava. A me questa cosa divertiva, lei
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decisioni. ¶ Per uno come me è troppo avanti. ¶ Anestesie
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di vite attorno a me, tutte rinchiuse in quelle
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se gli annuncio che me ne vado di casa
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stanza da letto. ¶ A me la scelta, ancora una
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prenderci?» ¶ «A chi?» ¶ «A me e a Ernesto.» ¶ «Dove
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che, a differenza di me, aveva imparato a scalciare
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che seguirono furono per me abbastanza traumatici. Mio padre
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in effetti, anche a me la scelta di mamma
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sicuro di portarlo con me alle urne, ed ero
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Cavaliere sorridente poi, io me ne uscii con questa
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di uno scontro fra me e Valerio o Giovanni
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tutto questo, ma non me ne starò qui a
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si girano verso di me e mi fissano. È
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al lavoro. Per giorni me ne rimasi seduto dietro
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non spettava solo a me, che ero un codardo
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i suoi risultati, a me non restava che intraprendere
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sua moglie, non certo me». ¶ Lo guardai senza capire
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pranzo da loro, papà me ne mise davanti tre
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nulla, ma dentro di me iniziava a crescere la
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un futuro diverso per me: lui che sarebbe potuto
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che è toccato a me scontare il fallimento della
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futuro e dentro di me accarezzassi il sogno segreto
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suo di donna che me lo aveva portato via
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avesse dirottato su di me metà delle energie che
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numerosi limiti. Migliore di me certamente.» ¶ Non dissi nulla
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a prendersi cura di me tutti i santi giorni
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ne ha più di me, in ogni caso non
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ricostruzione avrebbe riguardato solo me. Tuttavia, l’emozione si
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Matilde a decidere per me, il suo colpo di
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sarà una parte di me. È una cosa che
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una parte imperfetta di me, qualcosa di cui puoi
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te, ora sei solo.» ¶ «Me la caverò.» ¶ Lei annuì
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Ci vivo. Le chiavi me le ha date papà
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la cosa, però, fra me e Flor non c
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dormo da Valerio.» ¶ «Da me?» domandò lui preoccupato. ¶ «Che
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sussurrai a Valerio. ¶ «Per me è finita quando ha
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detto che dormiva da me.» ¶ «Ecco, appunto. Fate come
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Che avresti dormito da me il sabato.» ¶ «E non
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proposito di sorelle. A me puoi dire la verità
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mai ti scoperai Arianna me lo verrai a dire
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farai o perché non me lo dirai?» ¶ «Dormi.» ¶ Silenzio
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rispose senza indugio. ¶ «Con me? Okay» balbettai. ¶ Si erano
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possibile, una cena da me, e lei ne fu
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e aveva chiesto di me. ¶ Fu mia madre ad
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hai confessato almeno a me?» ¶ «Tu non c’eri
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venire lo stesso da me?» ¶ Giovanni sospira e si
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la decisione giusta per me e per chi mi
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te, ma soprattutto a me stesso.» Poi aggiunge: «E
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stupiti (non era da me citofonare alle dieci di
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mani senza che nemmeno me ne accorgessi e del
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non erano adatti a me) ho accumulato qualcosa come
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ho capito che a me di diventare qualcuno non
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di diventare qualcuno non me ne frega una mazza
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fosse lui a invidiare me. Mi guardava con occhi
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chiedendomi di dormire con me. A volte, se tornavo
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La prima volta che me lo ritrovai ai piedi
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questa la differenza fra me e lui, fra me
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me e lui, fra me e i tanti uomini
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tradito nessuno, se non me stesso. ¶ «Chi è quest
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di quella casa a me estranea, dopo che la
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se davvero dentro di me ci fosse una vocina
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Giovanni stava raccontando a me e soprattutto a se
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non ti occupi di me, mi hai lasciato da
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i nostri fratelli, non me. Io non credo alle
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prima il padre, poi me. «Te la deve dire
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se fosse stato per me... E poi non è
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lui mentre parla con me. ¶ «Papà sta morendo» dice
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nostra dopo cena, mentre me ne stavo a gambe
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sul divano, dietro di me, e lì rimase in
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così poco interessati a me che spesso mi rifugiavo
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di serenità anche a me. ¶ Poi, una notte mi
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sarebbe facile dormire con me, ma io non voglio
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non hai bisogno di me, hai la tua cameretta
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breve pausa, incalzò: «Allora, me lo prometti?» ¶ Avevo fatto
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Mario e un po’ me. ¶ Alla fine Mario si
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due, infine, bastarono a me per capire che anche
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c’è tua sorella. Me promette che le vorrai
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in allegria». ¶ Di felicità me ne intendo poco ¶ È
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a prenderti cura di me, sono ancora abbastanza giovane
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e so provvedere a me stessa, come ho sempre
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c’è Mario con me.» ¶ «Aspettami, arrivo» risposi sbuffando
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più bambini» ribattei, «a me neanche a cinque anni
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mi sembra di sì.» ¶ «Me l’avevi detto come
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mio supporto? Sfogarti con me?» ¶ «Dici?» ¶ «Lì mi sono
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la paura, e a me capita spesso di cagarmi
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mancava l’aria.» ¶ «A me mai, forse a te
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averti vicina.» ¶ «Anche per me fu imbarazzante, anche se
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e la attiro a me. Non reagisce, perciò inizio
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in realtà il discorsetto me lo fece lei una
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notte, quello che a me non era più concesso
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da Renata. Io, invece, me ne restavo in silenzio
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la gente attorno a me, proprio come Vasco quando
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delle opere strane, Arianna me ne ha mostrata qualcuna
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lo conosci?» domandò Renata. ¶ «Me lo ha fatto vedere
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una vita lontana da me e dall’Italia, non
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che davvero conta per me, e invece eri diventato
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lui.» ¶ «Cristo, Arianna, perché me lo dici solo adesso
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occhi famelici su di me, lo facevano anche i
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di sbavarmi dietro. Così me la ridevo e gli
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forse sarebbe arrivato, invece me ne restai in silenzio
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come prima.» ¶ «Perché non me lo hai mai detto
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non giocava più con me, se ne restava tutto
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uno più grande di me e di te.» ¶ «Davvero
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non era brava come me, andava troppo veloce e
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dita ancora su di me, infine commentò: «Lo immaginavo
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a essere pazzo di me, mi chiedeva di fuggire
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facesse pure, tanto non me ne fregava nulla, e
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pregava di tornare in me, diceva che mi amava
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mi amava e più me lo ripeteva, più lo
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finestra, di fianco a me c’è Renata, che
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mai davvero felice con me stesso e con il
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Tu, per esempio, secondo me lo sei parecchio.» ¶ «Cosa
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affatto.» ¶ «Che poi, secondo me, la ricerca ossessiva di
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Già, a difendermi da me stessa, però. Tento come
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quella povera creatura da me stessa. No, meglio di
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Vorrei solo dimenticarmi di me, semmai anche del mio
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ed ero presente a me stesso. ¶ «Che ha fatto
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non andava più in me, come se la bolla
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a toccarmi, e a me non andava. Gli dissi
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felice della scelta. Non me lo ha mai confessato
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e più grosso di me, con i capelli ispidi
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cadevano molli. ¶ «Vieni con me un attimo?» E mi
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improvviso, qualcosa dentro di me si ribellava ad anni
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Che consiglio vuoi da me?» chiesi serio. ¶ «Non lo
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altra come Rosalinda secondo me sarà un’impresa. Perché
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rotella fuori posto. ¶ A me, invece, piaceva molto e
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alla nostra, soprattutto a me, e dopo la separazione
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per prendersi cura di me. ¶ Almeno così pensavo. ¶ Dopo
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era interessato solo a me, ma anche a mamma
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non lo chiedere a me» rispose, «non ho mai
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Era di fronte a me, con il sigaro fra
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commentò Matilde. ¶ «Già» risposi, «me ne sono accorto.» ¶ Dall
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al nostro amore. ¶ Non me lo posso permettere ¶ Appena
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gli occhi e a me viene naturale guardare Arianna
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voi?» domanda, rivolta a me e ad Arianna. ¶ «Non
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Non ti preoccupare per me» replico allora, «piuttosto, pensa
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gira anche verso di me, «Mario starà bene. È
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mia moglie tutta per me, oltre che una casa
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soffio equivarrebbe a perdere me stesso. E questo non
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stesso. E questo non me lo posso permettere. Neanche
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spalanca gli occhi. «Perché me lo chiedi?» ¶ «Perché sembreresti
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anticipa. «Lo sanno tutti, me compresa. Ma che cosa
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persino a servirsi di me per innervosire l’altro
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che accadeva intorno a me. Mamma, in realtà, scendeva
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e magari pescare con me gli scheletri colorati, invece
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paio di bracciate raggiungeva me e Arianna, che facevamo
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rispose, «dove, se no?» ¶ Me li rigirai fra le
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che toccava sempre a me gettare. Come le cialde
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di svegliarla. Alla fine me ne andai a letto
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padre si presentò da me con la figlia sottobraccio
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Quasi un record per me, da sempre abituato a
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mentre la attiravo a me sul letto. ¶ Matilde rise
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si contorceva su di me, quando suonò il cellulare
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si girò verso di me con gli occhi di
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grande di te, di me, del mare e del
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era volontà, era paura ¶ «Me ne vado» dico a
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Quarantasei.» ¶ «Pochi più di me adesso.» ¶ «Già» ribatte impassibile
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di allora con il me di oggi, mi sembra
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Allora lo lego a me con quanta forza ho
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bimbo, al rapporto fra me e Matilde o alla
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di fare domande e me ne resto lì, con
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regalo. Qualcosa dentro di me sapeva che eri tu
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null’altro che essere me stesso» ammette. ¶ «Lo so
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le relazioni umane.» ¶ «Già, me ne sono accorto.» ¶ «Perciò
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e avrei dato tutto me stesso pur di riuscire
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aveva capito meglio di me che il rapporto fra
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il giorno dopo di me. ¶ «Erri» esordì mio suocero
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dimostrazione di affetto, perciò me ne stetti sulle mie
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capacità di corteggiare. A me, per la verità, non
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l’uccello, Erri, a me le stronzate non le
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tutta la notte con me, magari a passeggiare e
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divertente la normalità.» ¶ «Per me che l’ho praticata
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aver perso tutto, persino me stesso. Poi, però, piano
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Non intendevo questo. Per me non sei uno sbaglio
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Come faresti senza di me?» ¶ Lei spalanca gli occhi
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questo che pensi di me?» ¶ «Già, sei proprio una
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questo che pensi di me?» domando di nuovo. ¶ «Già
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vita. Non fare come me, che da sempre, quando
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molto. ¶ La attiro a me, i nostri corpi di
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tu fossi stato con me». ¶ «Arianna, senti...» ¶ «È che
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stringo di nuovo a me. Poi poggio la fronte
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esaminare un mondo a me estraneo e se non
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è venuta a riprendersi me o a comunicarmi che
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è ancora dentro di me, nel cuore che l
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carboidrati riguarda quelli come me, che con i lineamenti
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vita assurda e a me in buona parte segreta
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strada. I primi tempi me li trovavo sempre davanti
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credono.» ¶ «Cosa vuoi da me, Matilde?» ¶ «Non ho finito
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inizio dei turbolenti (per me) anni Novanta. ¶ Chiuso nella
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Marta potesse interessarsi a me. Invece, incredibilmente, lei iniziò
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e, soprattutto, uscisse con me. ¶ Marta non la dava
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a Marta, poi notavano me e restavano meravigliati o
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colossale bugia. Marta non me l’avrebbe data. Era
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E allora torna con me!» ¶ Giulia sembrò riflettere, quindi
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faccio dormire più con me!» ¶ Lui spalancò gli occhi
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quale si rifugiava da me. ¶ «È che quei due
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riuscivo a dormire e me ne restavo tutta la
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ingegneria non facessero per me. ¶ «Non tutti siamo portati
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non lo è chi me lo ha attribuito, del
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una scelta, eventualità per me inaffrontabile in stato di
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che una parte di me, forse, sapeva che un
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Giulia. Una parte di me intuiva che il formicolio
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dopo, senza che quasi me ne accorgessi. Un pomeriggio
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della sua vita con me». ¶ Non so, credo che
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momento, Erri, e non me lo farò portare via
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impazzire, ero fuori di me, ora però so bene
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ancora, di credere in me. Ti sto chiedendo di
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sto tentando con tutto me stesso di capirci qualcosa
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a voler brindare con me. Il testo è lunghissimo
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a farmi sentire meglio, me lo auguro, però sai
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per Longanesi, eppure a me sembra un secolo, perché
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che vigila su di me da lontano. ¶ Grazie a
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che ha fatto per me e per questo libro
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preoccupare, per un po’ me ne starò buono. Solo
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creduto da subito in me ed Erri, a Tommaso
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parte di strada con me. ¶ Dicono che per cambiare
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di grande forza. A me è arrivata la scrittura