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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli, 1947

concordanze di «me»

nautoretestoannoconcordanza
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le avevo portate con me. ¶ E il mio mare
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volli mia madre con me; ma lei sopravvisse di
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venisse a morire da me quassù, i suoi vecchi
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si capisce che io me lo ricordo come se
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che siete disgraziati come me, o fuori di qui
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diventai un uomo e me lo scoprii addosso come
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sul matrimonio); quanto a me sentivo di essermi irreparabilmente
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eri già fidanzata con me!» avrei voluto dirle mettendomi
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serio e dabbene. Per me, non vedo difficoltà.» ¶ «Gesù
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poi di colpo, vedete me...» ¶ «Signora mia, destino; significa
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di superiorità! Ma con me non attacca. Eccovi la
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stiratrice. Due volte madre me la faceva quella sua
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e l’ora. Come me ne ricordo; era un
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con lo spago e me lo porgevano sospirando, quasi
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sapeva come parlarne a me. Infine, stavamo per addormentarci
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prendeva tante? ¶ Affidarmi a me stesso! Io sono sempre
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nutro regolarmente, adesso; tu me li mandi ben suddivisi
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Non volli nessuno con me. Mi avevano mandato un
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finiti tanti pensieri per me. Finiti? Non posso crederci
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conosci), ad occuparti di me. Il tempo precipita. Dio
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rideva o piangeva con me fedelmente, era la terza
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io: domani toccherà a me... ci stai?» è il
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quando mi innamoro di me. Cara Maria. Si fece
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parenti lo protessero da me. Ci separammo allora e
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vestiti. ¶ Nonna, preghi per me, adesso? Se i tuoi
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tacerlo?), sgusciai fuori e me ne andai al cinema
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che lo assaporarono con me, assai più che dai
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avevano senso né per me né per lei; dicevo
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suoi occhi su di me nella chiesa piena di
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treno, la chiesa per me è rimasta sempre quella
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fermacarte di cristallo; se me la ricordo! È una
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la licenza elementare e me la diede, capì e
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invece i quindici soldi me li tengo io che
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e i babà che me ne derivarono, mi vergogno
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lontano peccato rafforza in me l’amore per la
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chiesa di Sant’Agostino, me la rende mille volte
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candela più lunga. A me e il piccolo Gargiulo
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le anime del Purgatorio, me le ricordo inconcepibilmente allegre
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canzonette del 1919; io, per me sono diciassettenne e dal
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e vieni subito da me». Non fanno un discorso
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chi sta per annegare; me ne infischio, le gridavo
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alzati e vieni da me. L’ombra della ringhiera
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è più forte di me. Racconto il mio primo
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appunto, sua sorella e me. Si degnò di non
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sedia dal cortiletto e me dal balcone della mia
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amico, fu giovane con me; scrive il mio indirizzo
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precedente. Dei celebri ristoranti me ne infischio, ma il
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molto più abile di me in queste cose, potevo
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di gettarsi su di me scoppiò a ridere. «Che
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sai quanto valeva per me quella lira, sbirciavo le
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spille di sicurezza: «Quante me ne dài per un
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il rosario». Ahi, se me la ricordo questa civetteria
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e stai facendo a me». Canzonette, e nuvole in
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ci dice: fidatevi di me, tutto si aggiusterà... domani
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sono attimi supremi per me, come se mi sentissi
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tragedia nera – sarebbe per me e per te! – Ma
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ho prese quattro e me ne appello alla signora
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volterei le spalle e me ne andrei. ¶ Ninna nanna
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respinto? Ora spetta a me decidere: ora sono io
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poi vedi se non me lo piglio. Il vecchio
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mise a gridare: ¶ «Sì me l’immaginavo, qui nessuna
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era innocente. ¶ «Allora sposasti me, ma fu come se
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oggi che la memoria me lo tende appunto come
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incontro vi strazia (guardate me), ognuno capisce che siete
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Ersilio, non dipendono da me; posso impedirli o suscitarli
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tutta la gente come me, potendosi avere i tuoi
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una plausibile spiegazione di me stesso. Erano una quindicina
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subito un ricordo per me. “A capo e trattino
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l’inaudita paginetta che me le descriveva; tornavo sulle
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San Gennaro dei Poveri; me ne ricorderò finché avrò
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venite dalle campagne calabresi, me ne accorgo dal vostro
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calice d’oro e me l’accosti alle labbra
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voi, che volete da me? Don Annunziato era una
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tuffaste. Che volete da me, ora, a tanta distanza
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ad occuparsi immediatamente di me.» ¶ Strizzò l’occhio, bevve
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di forestieri e disse: «Me la porto via perché
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vostro dolore; quanto a me, nel vostro dramma non
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li volevo tenere per me. Ma se li gradite
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in regola. Siviero Luisa me l’avete data? E
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avete data? E io me la tengo. Siviero con
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so dirvi quale – e me ne dispiace per Luisella
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si ricorderanno certamente di me anche quest’anno. Purché
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nel 1912 a Napoli con me? Avevo dieci anni e
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a piangere un morto (me per primo) senza spaghetti
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D’accordo. Nemmeno a me piacerebbe vedere gli austriaci