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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «me»

nautoretestoannoconcordanza
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fintamente risentito. ¶ «Solo per me, quindi, a Napoli ci
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Meu Deus, eu arrependo-me do fundo do coração
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tuoi felici ¶ ricordati di me. ¶ 4 ¶ Dopo quelle letture e
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il mondo, ¶ anche a me, Fontenelle, illuminasti ¶ il giovanile
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noi che siamo? A me m’è mai venuto
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scosse la testa. «Per me, nonostante tutto, Napoli oggi
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quartieri più infelici, a me piace per questo. Tanti
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mandarla quasi tutta a me, che non studio nemmeno
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essere obiettivo, anche verso me stesso. Poi ho una
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Farnese”, “Regina”, “Calabria”.» ¶ «Per me va bene solo come
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quella cosa nostra. Secondo me viene sfiziosa. ’Nce voglio
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E allora perché non me ne hai ancora parlato
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capisco la scelta. A me Chiara pare semplicemente una
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Avevano proposto anche a me d’entrarci, ma c
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piace. E poi, a me non vanno quelle idiozie
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necessariamente schiavo. E per me non va bene. Proprio
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bene. Proprio no.» ¶ 3 ¶ «Per me neppure» concluse la mattina
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devo pensare solo a me, alla mia libertà. Come
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la giornata. Sai quanto me ne fotte delle poesie
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pezzenti inebetiti salivavano. ¶ «Io me strafocasse la panza de
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Ah no! Não! Deixe-me, lasciami!» ansò. Lo spinse
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in gola i “Deixe-me você tambèm! Lasciami anche
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era da lei. ¶ «Che me ne importa» dichiarò a
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le roi Ferdinand? Il me dégoûte d’ailleurs!» ¶ Pagano
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tuoi versi scritti per me. E tu hai i
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E proprio adatta a me” aggiunse, col pensiero. ¶ 4 ¶ Una
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molto viva, bella. Io me ne sono innamorata da
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Pascual. «Hai ragione. Io me so’ ’no poco fatto
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sempre chiamata Lenòr. A me piace di più.» ¶ «Oh
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Lenòr viene via con me. Poi interverrà la legge
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sta bene, gode dentro me suo rifugio. Questo colpo
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assorbito un veleno da me. ¶ Uno fra gli infiniti
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nodi di pianta. ¶ «Diga-me, paizinho» mormora, cercando di
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metti sempre contro a me! Manco la parlata mia
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corna, guarda! Tutte a me!» ¶ Si mise a leggere
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meu Deus! Ma di me? Nada de nada. Il
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che turbinano intorno a me! Non vedo null’altro
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idea di quella cosa me ne procurò ancora. Provavo
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terribile pietà universale: per me stessa, per tutti, perfino
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Quasi tutto dipendesse da me, avesse vita perché ero
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la devi pigliare con me, Graziella» aveva cominciato, con
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Ch’aggia fa’? Non me paccaria’ cchiù. Io t
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testa. ¶ «Grazie’» disse. «Con me starai bene. Però m
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te passano.» ¶ «Ma tu me fai torna’ ogni tanto
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che aveste bisogno di me, per tutto questo.» ¶ «Di
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vieni a pranzo con me: sai che Napoli è
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potrei non farlo, se me lo chiedi così?» ¶ «Allora
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del potere. Senti a me, Lenòr, che ti sono
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a una porta: «Non me ne voglio ì». ¶ «E
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devi muovere più.» ¶ «Non me ne vado cchiù. Giuro
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sai pure tu. Che me lo spie a fa
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abbracciarla, gridando: «Signo’, non me lassa’. Se me ne
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non me lassa’. Se me ne voglio fui’, accideme
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a lo Spino. Se me ne vado, accìdeme, ca
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cose llà no. Io me so’ fatta zoccola, no
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ghe xe nula che me dia maggior dolore quanto
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nome del popolo. A me fan sempre paura quelli
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confidato: «Signo’. Io stasera me ne vado. Non posso
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votre société! Elle ne me plaît pas du tout
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esitazione, proseguì: «Anche per me voi restate ferma alla
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lo santo».1 ¶ «Ma si me stai smiccianno da tre
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il gamurrino. ¶ «Parla con me, cavalie’» intervenne quest’ultimo
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qualche domanda.» ¶ «Falla a me.» ¶ «Amico» proruppe il ragazzo
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da’ la libertà a me? Tu si’ cchiù libero
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si’ cchiù libero de me? Cavalie’, mo, te ’mparo
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gamurrino, cattivo. «Tu non me piace. Dici ca nuie
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come il dottor Cirillo. Me lo ricordo quando veniva
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don Eduardo). «’Na vota me pigliaieno co’ ’na vranca
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libereremo». ¶ «So badare a me stessa.» ¶ 1 La parola d
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morte. ¶ «Lo dite per me?» chiese, cupa, lui scosse
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capo. ¶ «Per voi, per me, per la gente come
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un sistema diverso. A me non piacciono certe frenesie
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perfino ingelosita. Lei! Di me! Davvero cambiata: sembra più
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Io non mi sento, me ne torno a letto
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borbotta. Afferra la gonna. «Me ne vado.» ¶ «Statti quieta
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le mani. «Solo tu me puo’ piglia’, signo’. La
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alza, tremando. ¶ «Io non me fido, signo’. Non posso
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dint’a li ttaverne. Me fanno male tutte ll
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la casa. Io non me ne vado cchiù. E
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arricchimento de Napole. Tu me fai ì?» ¶ Non capisce
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non veni’. Ma a me me fai ì? La
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veni’. Ma a me me fai ì? La porto
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te la roba ca me piglio.» ¶ «Tu sei pazza
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scrive, parle, ma a me me pari proprio ’na
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parle, ma a me me pari proprio ’na creatura
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coniglio. ¶ «Famme fa’ a me, signo’. All’uommene ’sti
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vedere in giro. Io me ne vado a Roma
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Signo’. Per cortesia. Non me facite inquieta’» rispose l
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m’è accidere a me.» ¶ «Dioda’, piglia una coperta
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de morto! Portami a me, dint’a la Vicarìa
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Non potete chiedere a me certe cose.» ¶ Naturalmente l
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proseguiva tranquillamente: «E non me voleva fa’ ’nzora’ co
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que la bêtise de me faire arrêter.» ¶ Per deviare
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di liberarci.» ¶ «Anche a me questo non è piaciuto
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Sparate!” gridava, ridendo. “Non me facite niente! Santo Jennaro
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facite niente! Santo Jennaro me scanza!”» ¶ «E allora?» ¶ «Faceva
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febbraio. Ventoso viene dopo.» ¶ «Me l’aggia ’mpara’ bbuono
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tenerli più nessuno. Neanche me sono stati a sentire
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Francesi a chiedere: “Monzù, me dai ’na prùbbica”, ”Monzù
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Une femme. Tu peux me procurer une femme?”. E
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fraternité: ¶ tu arrubbe a me, io arrubbo a te
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di fondo resta, per me, l’assurdità della Repubblica
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Tu cosa penseresti di me se non le pubblicassi
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cavaliere: “Dove tu portare me?”. E quello rispondere: “Die
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a consultarsi proprio con me. Abbiamo deciso di denunziare
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di denunziare il complotto: me ne sono assunto io
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durezza voluta. «Ma non me ne importa niente. Non
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aiutarti, capisci. Tocca a me. Ormai davvero tutto è
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qualcuno che sceglierà per me. Mi disegna il destino
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giusto che quello lì me l’abbia tolto, se
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alterigia. «Sai che per me non è possibile. Il
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scelta. Tutti hanno utilizzato me. Ne hanno approfittato.» ¶ Luigi
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sorriderle. ¶ «Poco male per me» ansima. «Ma davvero quella
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ne pensi, Lenòr?» ¶ «Per me è indifferente» mormora, rispondendo
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Io non parlo per me: per me vivere è
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parlo per me: per me vivere è indifferente e
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dodici figli comm’a me!» stride. «Non po’ tene
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sicuro? È stato con me fino all’ultimo...» «Anche
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mo’, di fronte a me, chi cazzo sei?». ¶ Cirillo
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via da davanti a me, mi disgustate. Pena de
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parlare con voi. Se me lo permettete». ¶ «Accomodatevi» risponde
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prese. E non da me. Che potrei fare? Arrovellarmi
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Allora... Volete pregare... Con me?» esclama, lieto di speranza