parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

concordanze di «me»

nautoretestoannoconcordanza
1
1440
onestissima su levò verso me gli occhi e tacendo
2
1440
da provedere, e subito me lo dirai molto prima
3
1440
più anni, poiché io me la feci persino quando
4
1440
disse ella, "trista a me, in quello abito mi
5
1440
ho detto, abbia inteso me senza alcuna fatica, e
6
1440
farle, ove tu amando me, desiderando l'utile nostro
7
1440
e diligenza quanto da me tutto il dì imparerai
8
1440
per sua utilità, intese me essere più savio di
9
1440
fortune sue essere in me, e con l'altre
10
1440
acciò che ella vedendo me lieto ancora si rallegrasse
11
1440
si rallegrasse, e vedendo me stare tristo non avesse
12
1440
e molto più a me, perché so tu non
13
1440
ogni tristezza, sempre a me, a' parenti e agli
14
1440
amico. Per questo a me sarebbe caro sapere se
15
1440
di', così questo a me pare cosa incertissima e
16
1440
riverissono. ¶ LIONARDO ¶ Così a me pare ragionevole la donna
17
1440
ché niuna cosa a me sarebbe più cara che
18
1440
qui sempre fu in me troppo affezionato, e forse
19
1440
non lo imputate a me, ma giudicate che la
20
1440
affezione di Lionardo in me fa che ogni mia
21
1440
alcuna non sono in me? Ben mi sono certo
22
1440
masserizia si potesse per me narrare sarebbe se non
23
1440
hai più ingegno di me insieme e più dottrina
24
1440
mi bisogna, e a me basta intendere quello che
25
1440
del danaio. E potea me muovere questo, che pur
26
1440
possessioni? ¶ GIANNOZZO ¶ Bene a me sogliono questi vostri litterati
27
1440
la mia, conosco a me essere debito risponderti più
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1440
danari, che ancora a me non manchino molte e
29
1440
bene costassino vili, a me sarà più grato pigliarmi
30
1440
più che se io me l'avessi stagionate in
31
1440
monstralla contraria, certo in me si può giudicare niuna
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1440
Lodarestilo. ¶ ADOVARDO ¶ Se Lionardo me ne consiglia, io sono
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1440
le cose. Parse a me volesti pur troppo rendere
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1440
altre commodità. Pare a me non fare stima in
35
1440
comendazione. Però sempre a me parse da fuggire questi
36
1440
signori. E credete a me, da loro si vuole
37
1440
cosa. ¶ GIANNOZZO ¶ Se a me fosse troppo sconcio fare
38
1440
sarebbe tra lui e me diviso. ¶ GIANNOZZO ¶ E se
39
1440
fizioni. E abbiate da me questo: chi con qualunque
40
1440
amico mio... Ma, tristo me, che fo io? Quando
41
1440
LIONARDO ¶ Sì certo, a me pare spesso necessario usare
42
1440
Pur vorrete trovare da me via per onde possiate
43
1440
liberale, né tanto a me pare dovuta la liberalità
44
1440
così poi elli giudicano me da più che loro
45
1440
d'astuzia, né a me ancora par poco piacere
46
1440
ove io dileggio chi me voglia ingannare". ¶ ADOVARDO ¶ Molto
47
1440
ingannare". ¶ ADOVARDO ¶ Molto a me piace costui, il quale
48
1440
potessi, però che a me sta debito aiutare e
49
1440
testé ancora licito a me con qualche mia similitudine
50
1440
occhi quello che a me pare in uno padre
51
1440
sia, dico, testé a me licito seguire ne' miei
52
1440
Giurovi, Giannozzo, mai a me parse vedere più atta
53
1440
feci io. Perché a me parea non piccolo incarco
54
1440
in casa, bisognando a me non raro avermi fuori
55
1440
partire questa somma, a me tenermi l'usare tra
56
1440
in publico, così a me parrebbe ancora biasimo tenermi
57
1440
le femine, quando a me stia nelle cose virili
58
1440
potelle rivedere quando a me paresse senza altri testimoni
59
1440
mi voglia. Né a me pare a questo più
60
1440
de' miei passati a me piacque e allora e
61
1440
mia alcuna scrittura, subito me la consegnasse. E per
62
1440
a te come a me mentre che sarà salvo
63
1440
non meno che a me. Tu hai vedute le
64
1440
utili a te, a me e a' figliuoli nostri
65
1440
non meno che a me". ¶ LIONARDO ¶ E qui che
66
1440
avea comandamento sempre obedire me, e pertanto era disposta
67
1440
tu mai vedrai in me mancamento alcuno, me n
68
1440
in me mancamento alcuno, me n'avisi, imperoché a
69
1440
odimi: sopra tutto a me sarà gratissimo faccia tre
70
1440
desideri altro uomo che me solo, sai". Ella arrossì
71
1440
camera mia ricevesse solo me, e questa fu la
72
1440
obediente, che testé da me imparerebbe volentieri in reggere
73
1440
gli comandassi quanto a me paresse d'insegnarli. ¶ LIONARDO
74
1440
senza uomo altri che me appresso? ¶ LIONARDO ¶ Molto mi
75
1440
figliuoli maschi, e a me desse ricchezza, amistà e
76
1440
Dio e gratissima a me e utile a' figliuoli
77
1440
ingiuria a Dio, a me, a' figliuoli nostri e
78
1440
anni nata prima di me, né certo agiugneva ad
79
1440
già che tu a me se' candida troppo e
80
1440
piacere se non a me in questo, e stima
81
1440
tu non fussi; benché me non potresti tu ingannare
82
1440
fuori, se tu amerai me, stima tu quale potrà
83
1440
a tutti motteggiava. Io me n'avidi. ¶ LIONARDO ¶ Crucciastivi
84
1440
buono modo, ché a me sempre parse, figliuoli miei
85
1440
E apprendete questo da me. Le femmine troppo meglio
86
1440
e dissili: "Tristo a me, e come t'imbrattasti
87
1440
costumata e modesta". Ella me intese, lacrimò. Io gli
88
1440
disonesta che contumace. A me mai piacque in luogo
89
1440
né sarebbe paruto a me potermi fare ubidire da
90
1440
chi io avessi confessato me essere servo. Adunque sempre
91
1440
questo adunque molto a me sarà grato vedere a
92
1440
per questo sempre a me piacque così ordinare la
93
1440
pelle cose quali da me ella con sì grande
94
1440
piacemi ti proferisca a me molto esperta quanto stimo
95
1440
non poco fui in me stessi lieto, vedendo in
96
1440
ornatissimo pentirsi, quale a me diede indizio a persuadermi
97
1440
nostre avverse fortune a me non è licito essere
98
1440
GIANNOZZO ¶ Non punto. A me non sarebbe certo molto
99
1440
età puerile, pare a me, teme e sente molto
100
1440
e non averla; che me ne comperrei una ariosa
101
1440
si narrano. Però a me mai piacque questo dividere
102
1440
mio fratello abitasse senza me sotto altro tetto. ¶ LIONARDO
103
1440
fusse altra cagione, a me avermi presso tutto quello
104
1440
quello mi bisogna, a me avere provato più anni
105
1440
e poi al tempo me ne rifornirei, ché meglio
106
1440
prima potessi, ove serbandola me ne nascesse danno. Ma
107
1440
e riderai. ¶ LIONARDO ¶ A me questa vostra prudenza troppo
108
1440
né ruine di piove me gli potessoro nuocere, e
109
1440
raro peccarebbono, e a me per questo porterebbono più
110
1440
legne in poco tempo me la fare' io fertilissima
111
1440
altre frutte. Poi a me sarebbe, Lionardo mio, che
112
1440
se non fruttassono, a me ancora sarebbe utile: taglierei
113
1440
questo arei troppo in me piacere. ¶ LIONARDO ¶ Quale uomo
114
1440
con buoni, certo a me piacerebbe averli cresciuti in
115
1440
tra gli uomini, a me potrà parere il meglio
116
1440
di sanità, io per me così ti dico: se
117
1440
spregiato, quelli di fuori me ne biasimerebbono, sare'ne
118
1440
frastagli, questi ricami a me piacquono mai vedelli, se
119
1440
e diligenti verso di me e verso de' miei
120
1440
altri e meritare da me quanto quelli buoni avessino
121
1440
alla famiglia, commodo a me, atto a me e
122
1440
a me, atto a me e a' miei, e
123
1440
e lodo. E a me molto piacerebbe a quello
124
1440
figliuoli miei, così a me pare perdita più tosto
125
1440
questo modo spererei Dio me ne prosperasse, e aspetterei
126
1440
vederà niuna cosa a me essere occulta, stima che
127
1440
mano. E quanto a me questo precetto pare troppo
128
1440
danno ritrarsi. ¶ GIANNOZZO ¶ A me, quando io riduco a
129
1440
in questa quanto a me s'apartenesse molto sarei
130
1440
mi farli amorevoli a me e alle cose mie
131
1440
quantunque da' miei a me più parrebbe onesto accettarne
132
1440
de' suoi; e a me potrà parere stultissimo colui
133
1440
alcuno stato. Credete a me, figliuoli miei, che di
134
1440
non riferisco; credete a me, niuno può durare in
135
1440
E così ragionevole a me pare stimare ne' miei
136
1440
sia strano, e a me più debba essere caro
137
1440
Non sarebbe qui a me, Lionardo, maggiore debito insegnare
138
1440
rapisse? ¶ LIONARDO ¶ Meno a me dorrebbe se a uno
139
1440
ne pare? ¶ LIONARDO ¶ A me pare questa vostra amorevole
140
1440
da tutti, come da me, creduta e gustata, forse
141
1440
e aviliti. ¶ LIONARDO ¶ A me non bisogna udirne più
142
1440
buona opinione; vedi, a me pare le spese tutte
143
1440
in cosa alcuna a me mai piaccia correre a
144
1440
E dicovi, sempre a me parse via brevissima a
145
1440
Ben confesso questo; a me pare da dislodare troppo
146
1440
tutto il dì, a me dicesse "così sta", io
147
1440
quanto faresti tu a me, che tutto il dì
148
1440
dissi testé, dispiaciono a me, perché eglino spendono sanza
149
1440
E dicovi tanto, a me questo giova la masserizia
150
1440
io vi dirò di me, che masserizia sia la
151
1440
qui in prima a me pare che volere usare
152
1440
in cose necessarie a me e a' miei, e
153
1440
mancamento. E' miei missoro me ad altri essercizii, quanto
154
1440
forse desiderando prima da me utile che laude, quali
155
1440
lasciarli. Ma io per me sempre mi sono adoperato
156
1440
intelletto in onore di me e de' miei. Sono
157
1440
fare quanto possa in me stessi l'animo lieto
158
1440
piacere a Dio a me pare sia fare mai
159
1440
E io spesso fra me stessi pongo mente che
160
1440
io recitava erano da me fabricati, o pur intesi
161
1440
Poi, come vedi, da me a me adussi que
162
1440
vedi, da me a me adussi que' suoi detti
163
1440
famiglia nostra e di me stessi. Sempre m'afatico
164
1440
altri meno vecchi di me, libero e leggiere da
165
1440
sete. E truovo in me questo: per cruda che
166
1440
bellezze. E pare a me stiano le bellezze in
167
1440
punto, io pongo in me questa regola: mai mi
168
1440
mi levo, così fra me stessi io penso; oggi
169
1440
quanto io pruovo in me, e' dice il vero
170
1440
io. La mattina ordino me a tutto il dì
171
1440
mi riposi ricolgo in me quanto feci il dì
172
1440
tempo no. Benché, a me rarissimo aviene, - se io
173
1440
rimediarvi, vengo insegnando a me stessi come per l
174
1440
operoso, imperoch'elle a me paiono quanto le sono
175
1440
nostre più che in me stessi? Come potevo io
176
1440
miei, che buono per me, se io già più
177
1440
già più anni in me avessi avuta altra opinione
178
1440
miei. Niuna cosa a me pare in uno uomo
179
1440
Ogni altra vita a me sempre piacque più troppo
180
1440
la qual cosa a me pare che avenga solo
181
1440
certo sì, perché a me sarà lodo soffrire quelle
182
1440
prima diventi pessimo? A me non pare buono colui
183
1440
di questo più di me potete ramentare essempli assai
184
1440
troppo alto. Basti a me essere e parere buono
185
1440
disonestà. ¶ LIONARDO ¶ Quanto a me pare comprendere del dire
186
1440
la quale sempre a me parse maggiore e più
187
1440
e vizii. Pertanto a me mai parrebbe da biasimare
188
1440
servire quello che a me fosse debito fare: senza
189
1440
qualche estrema severità, a me certo parrebbe cosa piissima
190
1440
stimare poco, ché a me lo onore e la
191
1440
amore, la pietà a me fa più cara la
192
1440
il debito mio. A me s'apartiene comandare a
193
1440
famiglia populosa pare a me qui resti a dire
194
1440
quanti recitasti documenti. A me piace questa tua maravigliosa
195
1440
tanta brevità parse a me el tuo stile nel
196
1440
studio. Va, Battista. Tu me poi ritroverrai qui. ¶ BATTISTA
197
1440
bene bisognassi, più a me sarà caro sapere sia
198
1440
virtù. Né potresti a me fare cosa più grata
199
1440
a' ragionamenti nostri? A me pare già tardi. Ricciardo
200
1440
per sua carità in me, e per mia reverenza
201
1440
di lui, fu a me in luogo di padre
202
1440
quale vie più di me con troppo desiderio l
203
1440
tutto ozioso? Quanto a me, non parerà ben vivo
204
1440
e opera. E a me sarà costui da nollo
205
1440
starsi indarno. Manco a me dispiace la sentenza d
206
1440
laude, costui appresso di me sarebbe in maggiore errore
207
1440
sentire gravezza alcuna, a me pare sia non altro
208
1440
virile e onestissimo, a me pare si doverrà molto
209
1440
e qualche uno di me, e così questo aver
210
1440
sarebbe questo essercizio per me. Ma volendo tu darti
211
1440
può riputare quanto a me pare verissimo, certo le
212
1440
giustissimi. ¶ Né qui a me pare da udire coloro
213
1440
odiosi. Sia ditto da me con onore e reverenza
214
1440
chi tutte queste da me dette cose, animo, corpo
215
1440
La quale sentenza a me sempre parerà virile e
216
1440
E molto qui a me piace costoro in questa
217
1440
bisogno, e troppo a me sarà colui ricco a
218
1440
LIONARDO ¶ E anche a me. Ben te lo dissi
219
1440
rapì? E pare a me non prima fusse estinto
220
1440
emendatissima lingua. ¶ Né a me qui pare da udire
221
1440
dotto negarà quanto a me pare qui da credere
222
1440
E molto qui a me piacerebbe se chi sa
223
1440
scritta ci dispiaccia. A me par assai di presso
224
1440
chi fusse più di me dotto, o tale quale
225
1440
non della volontà qual me muove a quanto in
226
1440
muove a quanto in me sia ingegno, opera e
227
1440
Francesco, perché sempre amasti me, sempre a te piacquero
228
1440
meriti tuoi verso di me mandandoti questo libro quasi
229
1440
nostra amicizia, ma giudicherai me molto più a te
230
1440
pruovo io testé in me. Stamani in su la
231
1440
bisognasse. Ora qui a me pare essere tutto rotto
232
1440
tra' miei vecchi e me era questa una, però
233
1440
di questo godea tra me stessi, ma pure e
234
1440
e lodare. Così a me intervenia. Io aodiava chiunque
235
1440
intervenia. Io aodiava chiunque me ne stoglieva, e ogni
236
1440
promesso, eravi chi affirmava me averlo giurato a' compagni
237
1440
perché amorevoli temevano a me non intervenisse qualche sciagura
238
1440
nostri contadini, credi a me come a chi in
239
1440
parere avaro. ¶ GIANNOZZO ¶ Dio me ne guardi! Avaro sia
240
1440
Queste spese, credete a me, il quale omai per
241
1440
sentenza tua? Se a me fia licito teco imparare
242
1440
prestantissimo in discernere in me quanto io sia in
243
1440
LIONARDO ¶ Niuna cosa a me più essere può grata
244
1440
tanto per imparare da me, ché stimo già con
245
1440
perché vegga quanto a me questo essercitarti meco e
246
1440
ora ferma contro a me la tua qual sia
247
1440
baldanzoso che tu a me ti porga troppo timido
248
1440
che modesto. ¶ LIONARDO ¶ A me in questo tuo così
249
1440
non tanto perché a me paia dire il vero
250
1440
cosa credo sarebbe a me licito affermare fusse forza
251
1440
amo, e benché in me io non senta questa
252
1440
ragioni insieme tenessi in me quelle faci con che
253
1440
e divino. ¶ LIONARDO ¶ A me piace lo 'ngegno tuo
254
1440
congiunti sempre qui a me e in ogni altra
255
1440
se io non stimassi me piacerti ragionando forse non
256
1440
giudicio. Ma poiché a me così persuado te essere
257
1440
altrove occupato, sempre a me parrebbe da preporre questa
258
1440
miei, poco essere in me. Eppure volendo versare testé
259
1440
aviluppate, interverrebbe a chi me udisse come a quelli
260
1440
chi dispiace. Così a me testé interverria sanza avere
261
1440
sanza avere prima in me dilucidato lo 'ntelletto mio
262
1440
schiere ed esserciti suoi. Me stessi nel recitare inordinato
263
1440
porgerei a voi di me poca utilità. Né io
264
1440
alluminata mia memoria, di me solo vi porgerei forse
265
1440
aperti e manco per me chiari; onde più tosto
266
1440
Chi vorreste voi che me stessi a udire? A
267
1440
gl'ignoranti, stimate, di me e di mie sentenze
268
1440
lettere, vorrebbono udire in me quella prisca eloquenza elimatissima
269
1440
testé dubiterei denegassi a me questa grandissima grazia solo
270
1440
a lui né a me con parole mai sarebbe
271
1440
Ma non aspettate da me se non quanto di
272
1440
questo dolore seguo in me quello approbatissimo proverbio dello
273
1440
tempi presenti, e a me stessi, quando che sia
274
1440
A questo modo a me pare manifesto apparisca che
275
1440
e devutissima. Né a me pare in le famiglie
276
1440
nell'armi paiono a me, quando egli arà presenza
277
1440
E per certo a me così pare sia. Nulla
278
1440
ragionarne, ché io per me non so quale alle
279
1440
la quale, quanto a me pare, vuole essere più
280
1440
te non fusse a me permessa questa licenza. Ma
281
1440
ricchezza. E quanto a me, benché io possa credere
282
1440
come forse ora a me converrà essere. L'un
283
1440
non poco errare. A me nella famiglia nostra Alberta
284
1440
Alesso; e pare a me ch' e' nomi sozzi
285
1440
e magnifichi pare a me tengano buona grazia, e
286
1440
a uno solo? A me certo pare stultissimo consiglio
287
1440
Ben confermo che a me pare da credere così
288
1440
Emilio. E pare a me questa utilissima, licita consuetudine
289
1440
Ma io temo a me non intervenga come si
290
1440
il meglio voi lasciate me da me stesso infiammato
291
1440
voi lasciate me da me stesso infiammato satisfarvi, o
292
1440
il vostro dire in me faccia utile opera alcuna
293
1440
sollecitudine, non pare a me faccenda troppo grave. E
294
1440
età periscano molti, a me questo non pare da
295
1440
o tu non riputare me pazzo, benché io in
296
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essere padre. E qui me conduco, Lionardo. Sieno, s
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di maninconia. ¶ LIONARDO ¶ A me cotesto pare più da
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Tu so non riputi me di quelli così fatti
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e molto, quanto in me sta, m'adopero lasciarli
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testé non occorrono a me in mente tutte le
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che io sento in me. In questo essere padre
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e conservare. Né a me piacerebbe chi donasse un
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Le voglie inoneste a me sempre parsero più tosto
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litteratissimo. E quanto a me in questo piacerebbe seguire
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correggere senza ragione a me pare cosa da stoltissimi
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loro vizii sopratutto a me pare si voglino emendare
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malvoluto. Onde qui a me piace la sentenza di
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bene assai quello che me ne fare, ma io
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che tu più di me se' esperto e dotto
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sé possa perfetta, a me certo parrà potere affirmare
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non perfetta. Pertanto a me pare officio a' padri
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del ragionare, Adovardo? A me qui teco interviene come
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Così testé sento a me teco in questo nostro
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poche brevi parole a me dài molta o necessità
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così attento e volentieri me ascolti. ¶ Dico adunque che
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mezzani in virtù a me sogliono parere coloro in
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in altrui. Pare a me che in ciascuno non
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essercizio e fatica a me pare che a' robusti
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palla essercitarsi. Né a me dispiacerebbe se i fanciulli
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da ogni parte a me piaceano e' tuoi ricordi
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tu per vendicarti a me dài nuova fatica, come
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Cesare qui rispose: "A me stanno in casa molti
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non molto più di me vagliano. Di tanta gioventù
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non poco gloriosa, a me non pare vedere alcuno
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fanno. E credi a me, Lionardo, ne' padri stanno
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senza maninconia. Solo in me sarebbe prima opera fare
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loro gustasse piacerebbe a me. Ogni essercizio che sia
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lui sia lecito, a me più piace che chi
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essere povero che io me ne vergognassi, Adovardo. Credi
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pensi la povertà in me sì cattiva, sì perfida
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contento, Adovardo, poiché sì me hai convinto, a te
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tu così inverso di me proccurerai non mi caricare
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Carlo; ma, - Componevami fra me stessi a mente, - dissi
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piacevolissimo modo che a me non pare soleano gli
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così testé era a me gran voluttà assentendogli vedere
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come fo io a me stessi, questa vera una
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spente, solea spesso fra me maravigliarmi e dolermi se
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non sanza cagione a me sempre parse da voler
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penso, e ove fra me stessi, o giovani Alberti
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fortuite, mai parrebbe a me iudicarlo savio né prudente
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però sia chi reputi me sì arrogante ch’io
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ben conoscessi; ché a me sempre fu chiaro e
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sappiate e meglio di me tutto conosciate. Ma pure
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sarà utile, pure a me fia gran premio una
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da voi letto; anzi me lo riputerò a grandissima
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ove voi piglierete da me quello ch’io sopratutto
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m’ho indutto a me stessi nell’animo non
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in quel poco a me sia possibile, in questo
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di memoria, e se me qui stimarete qual sono
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quanto sia arte in me e forza, mai, né
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a sudore, né a me stessi perdonerò per fare
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molti modi stimola ancora me. E ben veggio vorresti
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se io potessi di me come solea Iulio Cesare
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non sia ancora in me pure acerba, né sono
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Se la fortuna non me lo permette, o se
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lo volere. Sia di me quanto piace a Dio
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sono, né sia in me ascritto ad imprudenza se
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loro picciola lode a me parerà grande. Vero è
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temuto, né mai a me piacque apresso di chi
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sua. Né anche a me pare opera se non
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ch'e' miei a me figliuoli e carissimi rimangano
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di più età di me fossero, ch'io mai
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avessi veduti, sempre levavo me verso loro e discoprivami
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non biasimato, e a me parea averne fatto el
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in ogni cosa a me sempre parse dovere con
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questo non sta in me. Quello che in me
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me. Quello che in me stimai licito, sempre mi
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vi nocerebbono, ché a me non è nuovo quello
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molta usura. ¶ Né a me spiace in voi che
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fo in presenza, doppo me gli sia giovato. ¶ Così
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veemente? Ciascuno amore a me pare non piccolo. Sonsi
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non paresse. ¶ LIONARDO ¶ A me non acade giudicare quanto
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di Lorenzo testé movevano me non più là se
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oltre che io in me forse non faceva. ¶ ADOVARDO
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parola di Lorenzo premeva me parte a pietà, parte
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a compassione. Conoscermi ancora me essere padre, a' figliuoli
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mi parse dubitare fra me stessi qual fusse più
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saperne ragionare. ¶ ADOVARDO ¶ A me sarebbe molto caro tu
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fastidia te che a me siano da molti, quanto
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mi sto, incendono in me qualche iusta indegnazione. E
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avantaggio più che a me che io non potessi
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a te dispiaceno a me. Quelle che a me
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me. Quelle che a me forse non sarebbono moleste
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il nome mio doppo me non ispento e anullato
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dimandarvi, Giannozzo. Ecco in me di qui a uno
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trassinare danari? Certo a me, che sono omai vecchio
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esserne copiosi. ¶ LIONARDO ¶ A me pare comprendere che Giannozzo
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famiglia. E pare a me di tutte le cose
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più tosto potere da me con mie ricchezze, mai
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Dite ora voi a me, Giannozzo, se voi avessi
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quanto io pruovo in me, che mai offesi alcuno
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amico mio: sempre a me piacque più tosto servire
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perché conosco lui ama me, quanto perché conosco lui
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moggio di sale. Giurovi, me la donna mia più
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cose inutili. Credete a me, e proverrete così essere
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troppo ci persequitavano, a me parse utile agiugnermi a
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industria e sollecitudine a me acquistai la grazia di
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mi fussi ricco a me noceva e disturbava. ¶ Qui
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el certo. Ma in me el non essere più
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e diligenza mia a me giovò non poco ad
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copiosa e abundante, a me gran parte bisognava meno
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detta, e holla in me molto osservata: raro el
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si sia ignotissimo a me dispiacque e turbommi, da
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essere tra lui e me naturale, come da' cieli
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quasi come domestico essemplo me a sapere simile trarsi
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fie grato, e a me in prima, che tu
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voglio, non ubbidirvi, a me basta vedere che così
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de' cittadini. Uditemi. ¶ A me, per conscendere alla amicizia
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lui non ultimo a me parea di pregiare, era
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che gli altri a me parea e così da
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fu quello al quale me assiduo diedi con visitarlo
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lodati. E così a me el feci domestico di
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opprimerla e perturbarla: pertanto me essere di questa sentenza
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voglia udire: non a me, né a privato cittadino
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dì provide che a me nulla mancasse quanto bastasse
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vestirmi; e non raro me accettò a' suoi simili
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Vidi così potere, però me interposi che gli altri
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PIERO ¶ Non però a me sarebbe paruto utile, molto
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col principe Duca, a me molto bisognò pazienza e
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per non apportarli di me mai tedio alcuno, da
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loro partendomi sempre di me lasciava qualche espettazione; sempre
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loro con cose nuove me li rendea lieto, con
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degna di memoria, subito me ne faceano certo. Erano
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nostri di Rodi prestissimo me avisorono in que' dì
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senza altro alcuno che me solo interprete. Così avea
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interprete. Così avea fra me deliberato, così mi fu
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averso impeto. Questi a me cani nobilissimi avea el
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atterrato orso, e verso me ridendo disse, latino loro
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che quanto desiderava, così me ascrivete fra i vostri
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alla fortuna, quale oggi me fece essere vostro, come
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si racconterà, qui a me ora pare da preterirle
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commissi che persona suspicasse me usar la grazia e
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errore o vizio a me potessi essere impinto alcuno
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questo ricusava che per me alcun pigliasse magistrato a
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ogni invidia, escludendo a me tutte le ostentazioni e
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escrescere. Io così, contra, me declinava: davami facile, affabile
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umano a qualunque a me in casa e fuor
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raro in sua presenza me essercitava, e con dolcezza
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a voi ramenta, vedesti me giovane non debole, e
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apresso el Duca a me prima suto incommodo molestissimo
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fussi uomo quanto io me gli mostrai largo e
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per altrui invidia preponendo me agli altri, o per
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mia alcuna virtù, facile me aveano collocato in suprema
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preti, sempre e per me e per miei gli
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dare, se non a me ad altri: offici, beneficii
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più repulse, non però me tirava adrieto, anzi di
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niuno si partisse da me sanza mia liberalità, quale
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buone astuzie, sempre a me la trovai ottima! E
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questa materia già fra me non so che più
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approvasse. ¶ ADOVARDO ¶ Anzi a me piace la sentenza di
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costoro vorre'io a me dessono via a condurre
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qualche non prima a me noto e nocivo vizio
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amava si scoprisse, rendano me dotto qual sia utile
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comuni? che credo quelli me ameranno con più fede
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ancora ciascuno istorico a me pare pieno di documenti
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Pur sempre, quanto in me fusse, fuggirei la consuetudine
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buoni, e contro, apparecchio me a prendere tutto el
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numero di chi a me paian buoni. ¶ Discerno e
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in Genova molto a me giovò questa astuzia, che
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e con questa licenza me tragittai fra gli altri
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notizia e familiarità a me e a' miei fino
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confesso non è in me. E che dirai, Lionardo
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a qui dicendo da me stessi desiderava ordine più
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ne' nostri libri da me non prima intesa, noi
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che non qui a me bisogna così fare come
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rida, quali sì attenti me ascoltasti? Niuno sarà ancora
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tinto di lettere, che me non riprenda arrogante e
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quasi infinito? Sempre a me piacque quella nostra appresso
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sentenza tua, per quale me induci a non preterire
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Lionardo, ma per esplicare me stessi solo quanto mi
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quale e' sia. A me non raro intervenne che
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virtù. Questa affezione in me tu, credo, chiami non
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amico, né tu di me potessi, come di chi
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essere stato che tu me aspettassi prolisso quanto alla
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ad amarlo molto in me conosca essere animo e
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sola. Poi apresso a me sarà debito non soffrire
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renderlo men vizioso, a me più graderebbe serbarmi quanto
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cosa era sopra da me a dirne luogo terzo
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ADOVARDO ¶ Ascoltatemi. Apresso di me chi ora monstri odio
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e sante. Poi a me qui parrà similitudine attissima
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alla antica amicizia, a me può parere vogliano affermare
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dovute. Qual cose, da me forse troppo breve e
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necessità di chi in me sperava e me amava
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in me sperava e me amava? E lodansi alcuni
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suo". ¶ LIONARDO ¶ E a me può parer detto prudente
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qual sia de' due me' detto. Ma così mi
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acceso el fuoco a me parrà pigli el miglior
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era libero addito a me perfino ai più segreti
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vostro dire male di me, rendete me di dì
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male di me, rendete me di dì in dì
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e' mal detti di me, né io ancora sentirò
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veggo che chi a me sia inimico, costui in
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contrario che chi a me sarà amico. Desidererà chi
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sarà amico. Desidererà chi me ami a me sia
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chi me ami a me sia bene, e del
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inimico desidererà sia a me miseria e calamità, arà
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di cose utile a me, a noi iocunde, e
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iocunde, e donde a me ogni mio desiderio e
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L'inimico, contra, quando me vederà, tutto si turberà
500
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di sdegno, donde a me resulti all'animo grave