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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
1
1620
Tomaso di Savoia. ¶ Tardi mi movo, serenissimo signore, a
2
1620
devozion mia, et tardi mi riduco a divulgar con
3
1620
Per la qual cosa mi accorgo esser a me
4
1620
componimento nella nostra lingua, mi sono lasciato nondimeno prevenire
5
1620
maniera, del che sommamente mi onoro, sìcome nello stile
6
1620
stile e ne' concetti mi sono passati innanzi, così
7
1620
ultimi a comparire: né mi scuso con Vostra Altezza
8
1620
casa et della patria mi ritrovo. ¶ Impedimenti d'altri
9
1620
Impedimenti d'altri affari mi hanno trattenuto et distrazzioni
10
1620
distrazzioni d'altri accidenti mi hanno desviato, allontanando tanto
11
1620
e restia, la qual mi suol fare alle volte
12
1620
quelle cose che più mi rilevano nella fortuna e
13
1620
nome. ¶ Ond'io che mi sono alla testugine paragonato
14
1620
ch'io fo, dovunque mi sia, d'esser parziale
15
1620
del signor Marino, io mi fo a credere, che
16
1620
che tacer quello, che mi par che Vostra Signoria
17
1620
opere di Vostra Signoria mi sgomentano sì fattamente, ch
18
1620
Adone, del qual poema mi fur dette gran cose
19
1620
Preti; care, dico, perché mi vengono da due de
20
1620
cari amici ch'io mi abbia al mondo; et
21
1620
care anche, perché caramente mi lodano et mi lusingano
22
1620
caramente mi lodano et mi lusingano. ¶ Risponderò a voi
23
1620
de' meriti miei, questo mi fa doppiamente vergognar di
24
1620
della trivialità. ¶ Anzi (se mi è lecito dirne con
25
1620
o dalle vostre lingue mi sono attribuite, si riflettono
26
1620
l'esser lodato non mi piace, senza dubbio mentirei
27
1620
palese l'onorevolezza che mi viene da testimoni sì
28
1620
una volta scritto. ¶ Più mi glorio io, che l
29
1620
le grazie delle muse, mi abbiano celebrato nelle lor
30
1620
lor carte, che non mi turbo de' cicalecci di
31
1620
di mille balordi che mi vanno lacerando la fama
32
1620
lacerando la fama. ¶ Più mi pregio che il conte
33
1620
di me, che non mi tribulo ch'alcun moderno
34
1620
nome con vilipendio. ¶ Più mi piace di vedere nella
35
1620
mia memoria, che non mi attrista l'avermi sentito
36
1620
scheccheratrici delle Scanderbeidi. ¶ Più mi giova, che prima dal
37
1620
dotte risposte, che non mi nuoce l'essere stato
38
1620
in francese, per quanto mi potesse dar di grido
39
1620
il resto de' goffi. ¶ Mi basta ch'un cardinal
40
1620
nostro tra' morti; et mi basta ch'un cardinale
41
1620
quello istesso che ora mi viene ratificato da voi
42
1620
in vece di piccarmi mi hanno più tosto onorato
43
1620
tosto onorato. Ch'io mi sia figliolo della Sirena
44
1620
Ma coloro che ciò mi rinfacciano per obbrobrio vengono
45
1620
simia non so come mi possa ben convenire, poich
46
1620
convenire, poich'io non mi son giamai piegato a
47
1620
prevengono col proprio nome. ¶ Mi hanno contrafatto, dico, imitandomi
48
1620
scroccati dalle mie cose, mi fanno il concorrente addosso
49
1620
la mia riputazione, questo mi fa rompere ogni freno
50
1620
con una breve digressionetta mi vada alquanto dilatando intorno
51
1620
abbattono nel medesimo, né mi par poco in questo
52
1620
componimenti de quali essi mi appellano tradottore sono stati
53
1620
in quella parte che mi si deve, ne tacciono
54
1620
et nell'altra foggia mi sono ingegnato anch'io
55
1620
questa sorte d'imitazione mi abbia male o bene
56
1620
povertà è tanta che mi bisogna accattar delle ricchezze
57
1620
vengono a navigare, né mi sapranno ritrovar addosso la
58
1620
rivelo. ¶ Et almeno non mi potranno querelare ch'io
59
1620
se non ch'io mi ritrovo già da un
60
1620
avvedersene; massime io, che mi stimo più d'ogni
61
1620
tutte l'altre lodi mi vi confesso, salvo solo
62
1620
solo di quella che mi date, annoverandomi tra gli
63
1620
sapete ch'io non mi diletto punto di disprangar
64
1620
alla vostra buona grazia mi raccomando, pregando il Signore
65
1620
già d'inviarne alcuna, mi è sopragiunta la Galeria
66
1620
sconciamente, che in leggendola mi è venuta pietà di
67
1620
potrebbe pur passare, né mi curo del carattere, ancorché
68
1620
dell'autore. ¶ Questo disordine mi ha fatto mutar deliberazione
69
1620
d'aggiugnervene parecchie che mi ritrovo averne in abbozzo
70
1620
et le Trasformazioni, non mi occorre di parlare per
71
1620
ora. ¶ Pregate Iddio che mi conceda qualche anno di
72
1620
d'angosciosa vena ¶ Amor mi mena. ¶ Per desio di
73
1620
omai renduta per pietà mi sia ¶ la donna mia
74
1620
rapita. ¶ Chi pur là mi riconduce, ¶ dond'io venni
75
1620
Destin forte, dura stella ¶ mi costringe. ¶ Ecco, indietro mi
76
1620
mi costringe. ¶ Ecco, indietro mi rappella ¶ pur l'Abisso
77
1620
Ma più di voi mi doglio ¶ sì poco grate
78
1620
cetera. ¶ Misero, e che mi vale ¶ l'alta virtù
79
1620
dell'Erebo? ¶ Omai che mi rileva ¶ cerchiar le tempie
80
1620
or perché sì poco ¶ mi giovar vosco affettuose preci
81
1620
del donator la cortesia ¶ mi torna in danno e
82
1620
deh dove sei? chi mi t'invola ¶ consorte mia
83
1620
oimè, non so come ¶ mi fu del bel camin
84
1620
Ciel, ch'ogni piacer mi toglie, ¶ di piacevol suggetto
85
1620
oggi in poi sempre mi vesta; ¶ sì come l
86
1620
man, ch'a sé mi tira, ¶ far del proprio
87
1620
al'infelice caccia ¶ involato mi fossi! ¶ Felice me, se
88
1620
Quindi la Dea crucciosa ¶ mi fe' de' propri cani
89
1620
deggia ¶ boschetto o paradiso, ¶ mi scorse empia ventura. ¶ Paradiso
90
1620
trovai. ¶ Inferno, s'io mi giro ¶ al mal, che
91
1620
la caccia, ¶ perché non mi parea con l'arco
92
1620
del'offerte bellezze, oltre mi misi, ¶ e dela pura
93
1620
in parte a misurar mi diedi. ¶ Adombrava il bel
94
1620
nova beltate ¶ vaghezza simplicissima mi trasse. ¶ Se colpa è
95
1620
le cose belle, ¶ colpevole mi chiamo. ¶ Eran dala chiarezza
96
1620
di lontan la vista ¶ mi ferivano il core. ¶ Né
97
1620
fronte. ¶ Insolita paura ¶ entrar mi sento ad abitar nel
98
1620
fuggendo, meco ¶ di me mi meraviglio, ¶ e di mia
99
1620
solo ¶ di me stesso mi resta ¶ che col primiero
100
1620
Etolia i can loquaci ¶ mi sgridano da lunge. ¶ I
101
1620
voci ¶ ben allor io mi sforzo, ¶ e di dirgli
102
1620
e Saetta e Maldente ¶ mi ferir l'altr'orecchio
103
1620
il rabbioso assalto alfin mi stendo. ¶ Ecco intanto il
104
1620
voglia: ¶ "Son io, chi mi difende? eccomi, amici". ¶ Ma
105
1620
lontano, ¶ misero, et io mi lagno ¶ che son troppo
106
1620
crudel bellezza; ¶ o chi mi tolse il volto ¶ con
107
1620
miei propri uccisori. ¶ Perché mi perdonaro, ¶ ne' monti e
108
1620
conta loro ¶ com'io mi moro". ¶ Palpitante, malvivo e
109
1620
e crudi ¶ trangugiato io mi fossi, ¶ taccio l'istoria
110
1620
quel bene, ¶ ch'Espero mi concesse, ¶ Lucifero mi fura
111
1620
Espero mi concesse, ¶ Lucifero mi fura? ¶ Perché quanto cortese
112
1620
fura? ¶ Perché quanto cortese ¶ mi fu la sera oscura
113
1620
tanto l'aurora chiara ¶ mi si dimostra avara? ¶ Dite
114
1620
ha rapito ¶ colui, che mi rapio, ¶ dala paterna reggia
115
1620
Noto rapace, ¶ con Eolo mi querelo, ¶ e le lor
116
1620
ingrato e sconoscente ¶ preda mi lasci et esca ¶ dele
117
1620
questi, ¶ quando la fé mi desti ¶ con maritaggio altero
118
1620
in ufficio sì vile ¶ mi terrò fortunata. ¶ Tu, che
119
1620
padre, ¶ dal cui grembo mi tolsi ¶ per seguir follemente
120
1620
mio fratricida? ¶ O consolar mi deggio ¶ sovra il fido
121
1620
la miseria estrema ¶ non mi concede pure ¶ o d
122
1620
bocca cortese, ¶ voce che mi risponda? ¶ Conviemmi dunque a
123
1620
alcun ventre ferino ¶ non mi dà pur sepolcro) ¶ insepolta
124
1620
feroce custode, ¶ perché non mi togliesti ¶ la vita a
125
1620
perché, partendo ¶ almen non mi lasciasti ¶ quella spada inumana
126
1620
in seno ¶ poter viver mi toglie, ¶ senza il mio
127
1620
Teseo almeno ¶ poter morir mi neghi. ¶ Chi sarà che
128
1620
neghi. ¶ Chi sarà che mi vieti ¶ che con mortal
129
1620
fanti e fiumi, ¶ né mi sommergo in essi, ¶ come
130
1620
distruggermi in foco, ¶ questo mi giova poco, ¶ che da
131
1620
qui da qualche ramo ¶ mi rimarrò pendente. ¶ No, no
132
1620
saldo e più tenace ¶ mi tien legato il core
133
1620
legato il core, ¶ né mi dà morte Amore. ¶ Sorbir
134
1620
e mentre ¶ senza morir mi moro, ¶ sarà per maggior
135
1620
quel ch'al cor mi va, ¶ dallo qua. ¶ Avvi
136
1620
buon prò. ¶ Se talor mi lava il mento, ¶ d
137
1620
mento, ¶ d'allegria bear mi sento, ¶ se si versa
138
1620
ancor la tazza. ¶ Io mi tengo apena in piè
139
1620
in piè. ¶ Evoè. ¶ Chi mi spigne? chi mi tira
140
1620
Chi mi spigne? chi mi tira? ¶ Qual vertigine m
141
1620
doleasi amaramente: ¶ – Dove, dove mi porti ¶ troppo ahi pur
142
1620
bere? ¶ Certo (quant'io mi creda) ¶ certo alcun dio
143
1620
crudo e nemico ¶ valicar mi consente. ¶ Pavento e m
144
1620
patria riva? ¶ Ahi, chi mi priva del'usata pace
145
1620
a monte impor già mi vedesti ¶ contro i celesti
146
1620
o bruma. ¶ Oimè, qual mi consuma incendio novo? ¶ E
147
1620
il soverchio ardire: Amor mi sforza. ¶ La ragion dela
148
1620
e s'addolora, ¶ impossibil mi fora. ¶ Quindi al pensier
149
1620
ottuse e tarde. ¶ Vinto mi chiamo, anzi perdon ti
150
1620
senza giamai morir, morir mi sento. ¶ Morrò (se 'l
151
1620
onde sfavillo, ¶ in acqua mi distillo. ¶ Io quel, quell
152
1620
tu stessa ¶ che sospirar mi fai, per me respiri
153
1620
quegli occhi avari, ¶ che mi privan di luce, hanno
154
1620
io solo a te mi giro, ¶ ond'al sol
155
1620
Dura scorza, invida fronde ¶ mi nasconde ¶ lo mio bene
156
1620
Or poich'altro non mi lice, ¶ infelice, ¶ godrò l
157
1620
verde il capo biondo ¶ mi circondo, ¶ non puoi far
158
1620
dilicati giovani. ¶ Tal qual mi vedi carico ¶ di rigori
159
1620
miei baci indelebili. ¶ Parlar mi sia pur lecito ¶ con
160
1620
che 'l mio ben mi togli, ¶ come non ti
161
1620
creasti? ¶ Perché l'esser mi desti, ¶ s'esser devevi
162
1620
del'incurabil piaga ¶ che mi sento nel fianco, ¶ squarcia
163
1620
occhi il raggio ¶ nascondendo mi dai, ¶ o 'l piacer
164
1620
l gioire, ¶ che provar mi facesti ¶ qualvolta ti mirai
165
1620
colui, che 'l cor mi lega, ¶ or dela lingua
166
1620
note ¶ a quel che mi rapisce ¶ impeto violento, ¶ sìch
167
1620
vi riveggio ¶ luci, che mi beate. ¶ Ecco, ho pur
168
1620
appago ¶ del ben, che mi contenta) ¶ di desiar desio
169
1620
desio. ¶ Oimè, s'io mi rivolgo ¶ alo stato dolente
170
1620
dolente, ¶ in cui dianzi mi vidi ¶ privo de' tuoi
171
1620
favilla ¶ del foco, che mi strugge, ¶ indugiato a vedermi
172
1620
altro; ¶ ciò non cercar mi giova, ¶ peròch'ad alma
173
1620
confidi o diffidi, ¶ o mi viva o mi mora
174
1620
o mi viva o mi mora, ¶ o mi manchi
175
1620
o mi mora, ¶ o mi manchi allegrezza, ¶ o m
176
1620
mare di martiri, ¶ che mi sommerge l'alma ¶ nel
177
1620
possa ¶ quel ben che mi mostrasti. ¶ Non lasciar che
178
1620
sciocca ¶ trascuragine ingrata ¶ rinfacciar mi volesti. ¶ O Tisbe, o
179
1620
non amarti tanto ¶ possibile mi fora, ¶ quanto il viver
180
1620
io parlo e piango? ¶ Mi lasciò forse in vita
181
1620
e pianga tanto, ¶ che mi disfaccia in pianto. ¶ No
182
1620
stesso, ¶ che di cor mi son privo, ¶ ad Amor
183
1620
non uccidesti? ¶ Gran torto mi facesti, ¶ che se (come
184
1620
dice: ¶ – Padre, tu che mi fosti ¶ nemico sì rabbioso
185
1620
pena, ¶ ch'a morir mi conduce, ¶ giudici e testimoni
186
1620
di quelle che dicesti, ¶ mi discorron dagli occhi. ¶ Non
187
1620
lasciando, ¶ qualor da te mi parto, ¶ ne' tuoi begli
188
1620
più sinceri amici, ¶ solo mi rimanessi ¶ di dargli nel
189
1620
qui vedi, ¶ prezioso tesoro ¶ mi fece erede e mi
190
1620
mi fece erede e mi lasciò custode. ¶ Deposito a
191
1620
io però di penetrar mi vanti ¶ del culto stile
192
1620
foco ¶ che per te mi distrugge, ¶ o di bella
193
1620
digiun del'amorose fami ¶ mi recate quel cibo ¶ che
194
1620
mio foco; ¶ contener non mi so, mentr'io vi
195
1620
rapisca ¶ l'esca che mi sostenta, e, benché siate
196
1620
omicidi e predaci, ¶ quante mi deste piaghe, io vi
197
1620
lucciola né luce: ¶ sol mi basta quel sol che
198
1620
basta quel sol che mi conduce. ¶ La ninfa avara
199
1620
questo, che in man mi vedi, arco leggiadro? ¶ Vana
200
1620
sordi al canto, ¶ umiliar mi vanto. ¶ Ma nulla teco
201
1620
seguace, ¶ che pur dietro mi tiene a sì gran
202
1620
Chiedi ciò ch'io mi cheggia? io voglio, io
203
1620
Altra fame, altra sete ¶ mi divora e distrugge ¶ di
204
1620
lupo? ¶ Fileno ¶ Filaura mia, mi vide ¶ la lupa, e
205
1620
convien si celi. ¶ Discoprir mi si vieta ¶ quella piaga
206
1620
concetto trovar che più mi piaccia. ¶ Fileno ¶ Lasso, e
207
1620
vecchiezza egra infelice, ¶ tu mi furi il mio pregio
208
1620
concetti e carmi ¶ io mi credea più grati e
209
1620
apporti, onde più tosto ¶ mi spaventi e minacci. ¶ Non
210
1620
del mio amor tu mi prometti? ¶ Fileno ¶ Amor è
211
1620
grifagno, ¶ che di cori mi pasca; ¶ né voglio esser
212
1620
vendo, ¶ e, se nulla mi dai, nulla ti rendo
213
1620
posta: ¶ io, per me, mi diletto ¶ più del suon
214
1620
oro. ¶ Se pur canto mi piace, ¶ quel cantor solo
215
1620
curo; ¶ e, s'altri mi riprende, ¶ dirò che, quando
216
1620
le Dive celesti errar mi giova. ¶ Poma d'or
217
1620
accolto, ¶ di ciò non mi cal molto. ¶ Fileno ¶ Fortuna
218
1620
larga offerta e libera mi fai, ¶ son publiche ricchezze
219
1620
ne la fucina ove mi scalda Amore, ¶ tanto fossi
220
1620
se fossi Giove, ¶ sìche mi fosse dato ¶ grandini d
221
1620
dele compagne erranti. ¶ Io mi parto, rimanti. ¶ Fileno ¶ Ferma
222
1620
i passi! ¶ Dove, lasso, mi lassi? ¶ Oh fato! oh
223
1620
cui felice or io ¶ mi contemplo e vagheggio. ¶ SELVAGGlA
224
1620
D'invisibil vivanda, ¶ che mi pasce e consuma, ¶ si
225
1620
ti provassi ¶ che quantunque mi viva ¶ son di vita
226
1620
apieno, ¶ se pur dato mi fusse, ¶ che come l
227
1620
apunto, ¶ se mal non mi rimembra), ¶ quel dì che
228
1620
passando ¶ sovra il cor mi si assise, ¶ e tutto
229
1620
allettarmi ad amare, e mi spaventi ¶ con martiri e
230
1620
il tutto ardisco. ¶ Non mi dir, ch'io non
231
1620
per me presumi. ¶ Non mi cur'io, né voglio
232
1620
amarti? e perché poi ¶ mi chiami empia e crudel
233
1620
sarai? ¶ Ah, che torto mi fai, ¶ giudice ingiusta, et
234
1620
ch'io per piacerti ¶ mi mariti ad un morto
235
1620
se ciò fai, ¶ subito mi vedrai ¶ suscitato e risorto
236
1620
pur da te vinta mi chiami, ¶ e ch'amata
237
1620
maligna nebbia di sdegno mi vien nascosta, subito nondimeno
238
1620
arrestar sol tanto, quanto mi basta a superare i
239
1620
le tenebre della desperazione mi sopragiungano. ¶ O almeno aquila
240
1620
elitropio a voi sempre mi rivolgo, et come fenice
241
1620
scrivo da voi sola mi viene, non è fuor
242
1620
i lamenti, ond'io mi doglio, ¶ tu sola il
243
1620
guardo. ¶ VI ¶ Ahi, che mi val che 'l ciel
244
1620
io ardo, s'io mi struggo e s'io
245
1620
in fronte il cor mi vedi. ¶ Sannol quest'antri
246
1620
mio tiranno e mastro, ¶ mi stillo e stempro a
247
1620
malizie e colpe. ¶ Or mi ruba in su gli
248
1620
poiché la vita mia mi dà la morte.» ¶ XXII
249
1620
morti, empia omicida, ¶ morir mi vedi e del mio
250
1620
sotto cui nacqui, ¶ e mi scorse quel dì stella
251
1620
dì che prima io mi compiacqui ¶ di far a
252
1620
la fiamma. ¶ XXV ¶ Non mi dolser le fiamme, anzi
253
1620
me stesso dicendo: ¶ «Così mi stillo in lagrimosa doglia
254
1620
il dolce e tu mi dai l'amaro.» ¶ XXVIII
255
1620
fonte limpido e sereno ¶ mi dice il ver la
256
1620
piaghe trafitta il cor, mi segue e chiama. ¶ Ma
257
1620
cetra antica; ¶ ma modestia mi tien la bocca chiusa
258
1620
allor baciommi, in sen mi strinse, ¶ e pur di
259
1620
d'alloro il crin mi cinse, ¶ così pian pian
260
1620
cinse, ¶ così pian pian mi disse entro l'orecchio
261
1620
magion quando le piace; ¶ mi siede in grembo, e
262
1620
uscio pur ier dietro mi corse; ¶ alfin di scorno
263
1620
papavero disfarse. ¶ LXXVIII ¶ «Fuggi (mi prese a dir) deh
264
1620
Prencipe Tomaso di Savoia ¶ Mi accorgo, serenissimo signore, essere
265
1620
idilli nella nostra lingua, mi son lasciato prevenire da
266
1620
casa e della patria mi ritrovo. Con tutto ciò
267
1620
e restia, la qual mi suol fare trascurato eziandio
268
1620
quelle cose che più mi rilevano nella fortuna e
269
1620
onore. Ond'io, che mi sono alla testugine paragonato
270
1620
e' meriti miei. Questo mi fa doppiamente vergognar di
271
1620
l'esser lodato non mi piace, senza dubbio mentirei
272
1620
alla vostra buona grazia mi raccomando. ¶ Di Parigi [gennaio
273
1620
à soffrir; qual più mi resta ¶ a tentar perch
274
1620
occhi ho vita, almen mi doglio ¶ non poter di
275
1620
fera, ¶ che 'l cor mi rodi, e la mia
276
1620
mio legnaggio scese, ¶ degno mi fé di ciascun altro
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due, ch'io già mi tolsi ¶ m'avanza ancor