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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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una sedia in cucina, mi siedo a fianco del
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è imperlata di sudore. ¶ Mi alzo, raggiungo il piccolo
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interno di questa casa. ¶ Mi tappo istintivamente naso e
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sul cortile, sul mondo...» mi dico inzuppando l’asciugamano
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a fior di labbra. ¶ Mi avvicino con la testa
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si sta consumando. ¶ «Non mi faccio illusioni su quello
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sveglia di soprassalto. ¶ Adesso mi guarda, mi sta guardando
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soprassalto. ¶ Adesso mi guarda, mi sta guardando, mi pare
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guarda, mi sta guardando, mi pare, con gli occhi
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vicino al mio letto?» mi chiede improvvisamente, come se
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chiede improvvisamente, come se mi stesse vedendo per la
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resto del suo corpo. ¶ Mi sporgo ancora di più
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dal solo materasso e mi guarda, mi guarda, mi
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materasso e mi guarda, mi guarda, mi guarderà. ¶ «E
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mi guarda, mi guarda, mi guarderà. ¶ «E allora, dentro
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leggera, per non svegliarlo. ¶ Mi fermo, perché adesso sta
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adesso sta dormendo profondamente, mi pare. ¶ Rimango a guardarlo
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bagliore si sta spegnendo. ¶ Mi addormento anch’io, forse
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anch’io sono esausto. ¶ Mi sveglio di soprassalto. Adesso
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inarcato su un gomito. Mi sta guardando, mi sta
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gomito. Mi sta guardando, mi sta fissando, a occhi
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poco scompare, come se mi stesse vedendo per la
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adesso. ¶ «Tu chi sei?» mi domanda ancora. ¶ Non rispondo
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si espandeva...» ¶ “Sta delirando” mi dico continuando a tenergli
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del mondo... “Dove sono?” mi domandavo. “Dove sarò? Perché
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vita, tutta la morte... Mi sono gettato nella rivoluzione
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morte che viene prima... mi sono gettato nella cruna
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visione...» ¶ Si interrompe improvvisamente. ¶ Mi stringe più forte la
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la scuote, come se mi volesse dire qualcosa ma
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piangi?» gli chiedo. ¶ Non mi risponde, non riesce a
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a rispondermi. ¶ «Dovrei alzarmi...» mi dice in un soffio
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Non lo so se mi addormento di nuovo anch
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buio. ¶ D’un tratto mi sveglio di soprassalto, se
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stavo dormendo. ¶ Sento che mi sta scuotendo forte la
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testa sollevata e puntata. ¶ Mi sta guardando con gli
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facendo? Ti eri addormentato?» mi dice continuando a fissarmi
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se stavo dormendo.» ¶ Adesso mi sta sorridendo, mi pare
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Adesso mi sta sorridendo, mi pare, con gli occhi
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girato verso di me, mi fissa ancora per un
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io sto arrivando. Io mi sto aspettando...» ¶ Poi non
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di liquirizia e fantasticavo...” mi dico improvvisamente “non sono
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sentiero dove i cinghiali mi toccavano il volto con
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non sono morto quando mi hanno fermato di notte
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un imbuto. ¶ “Sto soffocando!” mi dico. ¶ La magnolia non
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decomposizione del mio corpo...” mi dico senza vedere niente
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morto, sarò, non sarò...” ¶ Mi stacco dalla cerniera della
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cerniera della mia mano. ¶ Mi alzo dalla sedia. ¶ Rimango
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le mie gambe stecchite. ¶ Mi comincio a sollevare dal
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che tu stai vivendo!» mi dice all’improvviso, alzando
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buio. ¶ Resta immobile, muto. ¶ Mi sta stringendo convulsamente la
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in due?» sento che mi sussurra con un filo
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adesso, molto lontani. ¶ «Vieni...» mi sussurra ancora, d’un
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ancora, d’un tratto. ¶ Mi continua a stringere forte
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il piano del fornello, mi pare, incrostato e spento
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il tavolo. ¶ Si siede. ¶ Mi siedo. ¶ Sento che sta
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peperonata. ¶ Prendo la forchetta, mi metto famelicamente a mangiare
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a mangiare. ¶ «Sei affamato!» mi dice, con enorme stupore
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enorme stupore. ¶ E intanto mi guarda, mi sta guardando
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E intanto mi guarda, mi sta guardando, nel buio
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sta guardando, nel buio, mi guarderà. ¶ Adesso è lui
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Adesso è lui che mi sta sorridendo, mi pare
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che mi sta sorridendo, mi pare. ¶ «Anche a te
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a mangiare quasi niente» mi dice, dopo un po
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non cucinata... Il cibo mi ritorna indietro, il mio
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ho conati di vomito, mi sveglio di colpo, quelle
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guarnizioni non tengono perfettamente, mi bagno una gamba, quando
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bagno una gamba, quando mi alzo di notte per
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seminario da qualcuno che mi guardava come se stesse
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stesso come tu adesso mi stai guardando come se
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è spaccata in due?» mi domanda all’improvviso, per
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che sta dicendo, perché mi capita a volte di
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il magnete dell’increazione.» ¶ Mi fissa nel buio, sbalordito
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fissa nel buio, sbalordito, mi pare. ¶ «Ma allora che
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immane tracimazione, è perché mi hai messo davanti tu
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buio. ¶ «Tu chi sei?» mi domanda improvvisamente. ¶ Gli sorrido
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so, non lo saprò. ¶ Mi continua a fissare in
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sta succedendo, quello che mi è successo e che
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è successo e che mi sta succedendo anche come
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succedendo anche come scrittore?» mi dice d’un tratto
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d’un tratto, e mi sembra che sia venuto
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buio, e che adesso mi stia parlando con le
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ci sarà. E allora mi sembrava di non fare
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non ne hanno colpa, mi dicevo...» ¶ «Non ne hanno
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ripetendo, nel buio. ¶ «E mi dicevo che forse era
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in due la letteratura, mi dicevo che proprio per
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questa immane tracimazione, quando mi disperavo perché nessuno aveva
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darà. “Per quale ragione?” mi domandavo. Per questa spaccatura
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dell’Ottocento... E allora mi dicevo: “Ecco, forse è
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a venire a capo...» ¶ Mi sto spostando irresistibilmente in
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increato...» comincio a dire. ¶ Mi interrompe. ¶ «Tu chi sei
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mentre lo dico...» ¶ Non mi lascia finire. ¶ «La vita
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bagliore giallo dell’esplosione. ¶ Mi alzo, vado irresistibilmente a
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gli tremano le gambe, mi pare. ¶ «Sto molto male
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pare. ¶ «Sto molto male» mi dice. «Sto morendo.» ¶ Va
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la camera da letto. ¶ Mi metto al suo fianco
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sul letto. ¶ «Stammi vicino» mi dice. ¶ Vado a prendere
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non lo so perché mi escono queste frasi. Però
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escono queste frasi. Però mi è successo altre volte
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un disperato ardore che mi tormenta e che mi
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mi tormenta e che mi consuma. Non mi vedo
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che mi consuma. Non mi vedo più nello specchio
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del volto, le guance mi si stanno incavando, le
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sta annerendo. Sto morendo, mi pare, sto tracimando. Ma
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adesso...? ¶ Che cosa succede? ¶ Mi immobilizzo. ¶ “Stanno bussando alla
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ruotare la testa, perché mi sembra di continuare a
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al corridoio. ¶ Il cuore mi sta battendo forte. ¶ “Chi
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improvviso. ¶ Riprendo a respirare. ¶ “Mi sarò sbagliato, avrò sentito
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dopo i colpi riprendono. ¶ Mi alzo dalla sedia. ¶ La
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ma non vedo niente. ¶ Mi sto spostando verso la
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porta di questa stanza, mi pare, verso la cucina
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fronte a me, che mi guarda, mi guarda, mi
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me, che mi guarda, mi guarda, mi guarderà. ¶ Anch
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mi guarda, mi guarda, mi guarderà. ¶ Anch’io lo
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aprire!» gli dico. ¶ Non mi risponde, mi continua a
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dico. ¶ Non mi risponde, mi continua a guardare, in
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E tu chi sei?» mi domanda ancora. ¶ Non gli
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gli rispondo, gli sorrido, mi pare. ¶ È ancora immobile
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nel vano della porta, mi sta guardando con gli
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gli chiedo, con gentilezza. ¶ Mi guarda, mi guarda. ¶ «Che
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con gentilezza. ¶ Mi guarda, mi guarda. ¶ «Che cosa sta
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Che cosa sta succedendo?» mi dice ancora, immobile dall
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casa. ¶ «Da dove vieni?» mi domanda ancora, fermo nel
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che viene dopo, verrà, mi sono sottratto alla vita
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dentro di te che mi stai guardando o sei
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o sei tu che mi stai vedendo da dentro
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avanti. ¶ Entro nella cucina. ¶ Mi fermo, mi guardo attorno
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nella cucina. ¶ Mi fermo, mi guardo attorno, nel buio
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Sei quel biografo che mi aveva mandato il Gatto
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Esordi, all’inizio, che mi manderà? Che è arrivato
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dove allora vivevo, che mi ha chiesto con gentilezza
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Si interrompe un istante. ¶ Mi viene ancora più vicino
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viene ancora più vicino, mi pare. ¶ «Sei tu il
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io il tuo biografo?» mi chiede all’improvviso, con
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esplosione, nel buio. ¶ «Vieni!» mi dice d’un tratto
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dice d’un tratto. ¶ Mi prende la mano. ¶ Adesso
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prende la mano. ¶ Adesso mi sta portando nell’altra
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fosforescente nel buio. ¶ «Guarda...» mi dice venendomi molto vicino
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vicino con la testa, mi sussurra, e poi si
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è buia. ¶ «Lo vedi?» mi sta dicendo ancora, ansimando
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gli rispondo. ¶ Sento che mi sta stringendo più forte
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mano. ¶ «Perché io adesso mi sto vedendo come da
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altro corpo?» sento che mi sta domandando con la
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due?» ¶ Non gli rispondo. ¶ Mi guarda, da infinitamente vicino
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dei due sta raccontando?» mi domanda ancora, in un
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Qui non posso seguirti» mi dice. «Devi entrare da
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per la prima volta. ¶ Mi fa un cenno di
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un cenno di saluto, mi sorride con gli occhi
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deserta. ¶ “Saranno scappati tutti” mi dico. ¶ L’ascensore non
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altro. ¶ Imbocco le scale, mi guardo attorno. ¶ “Dove sono
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guardo attorno. ¶ “Dove sono?” mi chiedo costeggiando la ringhiera
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dov’ero stato, sarò, mi trovavo all’improvviso dalla
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poi un altro angolo. ¶ Mi fermo di fronte a
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col cuore in gola. ¶ Mi guardo istintivamente attorno, anche
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sono, so soltanto che mi sto avvicinando al termine
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macchine e camion che mi sfrecciavano a fianco sbattendomi
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che non capivo se mi stava vedendo, se mi
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mi stava vedendo, se mi vedrà. Passavo vicino al
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e di sonno che mi riempivano gli occhi e
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riempivano gli occhi e mi scendevano lungo le guance
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in che mondo specchiato mi stavo guardando, non capivo
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altro mondo. E allora mi domandavo: “In che vita
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sono? In che specchio mi sto guardando? Perché mi
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mi sto guardando? Perché mi sto guardando e non
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sto guardando e non mi sto vedendo? Perché lo
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vedendo? Perché lo specchio mi sta divorando? Sono io
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divorando? Sono io che mi sto guardando senza vedermi
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dentro lo specchio che mi sta guardando e non
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sta guardando e non mi sta vedendo? Cosa starà
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cerca dell’interruttore, accendevo, mi infilavo nel piccolo spazio
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un passo nel balconcino, mi affacciavo a quella voragine
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a quella voragine suicida, mi affaccerò... ¶ Affori, Bresso, Niguarda
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il sonno in cui mi trovavo a mio agio
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dalle prime righe, mentre mi trovavo a Mantova nella
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esordi, quello che allora mi sembrava un libro, anche
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ancora pronto per cominciare, mi sembrava di non riuscire
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di fogli a quadretti, mi ero chiuso in una
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pomeriggio d’estate, mentre mi trovavo in Calabria e
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rovente dal sole, e mi sembrava di non essere
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avevo capito niente, non mi era stato rivelato assolutamente
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e fusione? No, non mi pare, perché le strutture
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seminale del mondo? Non mi pare, perché io ero
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non è stato quello, mi pare, perché io non
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vedeva. E poi quando mi spostavo attraverso le strade
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che sono così stupido mi sono accorto, fin da
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accorto, fin da quando mi avvicinavo a questi Increati
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anche prima ancora, mentre mi avvicinavo mese dopo mese
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avvicinamento e di increazione mi ero reso conto a
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stupidità, nel mio accecamento, mi sembra sempre più sconvolgente
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di cominciare questi Increati, mi è capitato di dire
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detto questo, da dove mi è uscita questa affermazione
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stellare circostante. E che mi sono fermato lì! Perché
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sono fermato lì! Perché mi era venuto di continuare
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mondiale dei vivi, dove mi fermavo contro la spalletta
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la tua voce che mi guidava attraverso il telefono
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non rispondevi, come quando mi sono trovato in quel
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quel sangue...» ¶ «Per forza!» mi interrompe Lazlo, tranquillamente. «Stavo
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tua voce nuda che mi stava parlando da dietro
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vicini tu eri controluce, mi continuavi a parlare da
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vederti?» ¶ «Perché sono increato» mi risponde la sua voce
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sono io. Perché lui mi ha ceduto il volante
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cuore in gola. ¶ «Conquistate!» mi risponde senza girare la
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la testa, nel buio. ¶ Mi lascio cadere sullo schienale
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strade, di notte, percorrerò...” mi dico chiudendo gli occhi
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ci passavo davanti e mi allontanavo, e lei continuava
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buio per rapinarmi, e mi facevano sanguinare la bocca
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un guantone da motociclista, mi scaraventavano a terra nella
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attacchini, e io intanto mi domandavo, mi domanderò: ‘Dove
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io intanto mi domandavo, mi domanderò: ‘Dove sono? Che
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casa, nella mia casa, mi pare, attraverso quelle strade
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tornerò, se quando tornavo mi sembrava di non essere
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ero uscito, e io mi trovavo dalla parte esterna
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da dentro, e allora mi sorprendevo a pensare: ‘Sto
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vedo?» gli domando. ¶ Non mi risponde, perché mi ha
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Non mi risponde, perché mi ha già risposto, mi
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mi ha già risposto, mi risponderà. Continua a guidare
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comincio incontrollabilmente a dire. «Mi è capitato di vederla
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Bagdad!» ¶ «No, è Milano!» mi risponde la voce calma
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saremo, abbracciati, incernierati, increati...”.» ¶ Mi fermo improvvisamente, perché non
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riesco più a parlare, mi manca il fiato. ¶ Mi
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mi manca il fiato. ¶ Mi pare, da un movimento
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di traverso e incendiate. ¶ Mi giro verso Lazlo, per
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quei paesi erano deserti...” mi dico continuando a guardare
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solo la Pesca che mi aspettava sverginata nella sua
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solo un immenso rogo?” mi chiedo guardando i corpi
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con mazzi di rose” mi continuo a dire “e
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proseguire in macchina, allora mi getterò fuori e correrò
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secondo anello delle circonvallazioni” mi metto a pensare e
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ferrovia...» ¶ «Sì, lo so» mi risponde, muovendo appena la
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noi. ¶ «Dobbiamo andare là!» mi dice Lazlo indicandomi una
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e a braccia larghe, mi pare, perché le sue
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cancella i contorni, ma mi pare che le sue
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di Leonardo che brucia» mi risponde Lazlo, sorridendo contro
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ancora spaccato in due» mi risponde senza girarsi, «perché
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della morte del mondo» mi risponde senza guardarmi, con
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di luce. ¶ «Tieniti stretto!» mi sta dicendo Lazlo. ¶ Un
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mano al cruscotto. ¶ «Là!» mi risponde, tenendo il volante
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ancora in piedi, isolata. ¶ Mi fermo, impietrito. ¶ “La mia
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facce. ¶ “Sì, è vero!” mi dico riprendendo a correre
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del mondo. ¶ «Corri! Corri!» mi sta dicendo Lazlo. ¶ Sono
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si indovina sul fondo. ¶ Mi giro verso Lazlo. ¶ «Qui
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di vino alle labbra, mi fermerò, e poi ripartivo
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e quella macchina che mi riportava a casa, e
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femminile che, da dietro, mi accarezzava gli occhi chiusi
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immortalità!” ¶ Apro gli occhi, mi sveglio, di tanto in
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a cadere la neve, mi pare, perché il mondo
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Che neve è questa?” mi domando ancora. “Sarà quella
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città rigenetizzate degli immortali?” ¶ Mi riaddormento di nuovo, più
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nel buio bianco. ¶ Quando mi sveglio, e apro gli
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apro gli occhi, e mi guardo intorno, sono a
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sempre quei due, che mi stanno aspettando al solito
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quell’angolo di marciapiede, mi aspetteranno, imbrillantinati, eleganti, con
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verso i due che mi stanno continuando a chiamare
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ridendo. ¶ «Sei arrivato, finalmente!» mi gridano aggiustandosi le cravatte
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tu sei ancora qui!» mi rispondono continuando a girare
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ancora. ¶ Ma loro non mi rispondono. Ridono, ridono. ¶ «Ma
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ricominciano a ridere. ¶ Adesso mi stanno prendendo tutti e
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due per le braccia, mi stanno tirando. ¶ «Vieni! Vieni
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Ma dove andiamo?» ¶ Non mi rispondono, perché stiamo già
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correndo così forte che mi sembra di perdere l
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rotolo di vellutino, io mi ero pulito gli occhiali
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attraverso quella finestra, perché mi avevate detto che c
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grande, addirittura un palazzo, mi pare, e poi di
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tanto che i due mi afferrano per le ascelle
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velocità della corsa, e mi trasportano per un po
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plof mentre il primo mi sta già tirando per
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già riprendendo a correre. ¶ «Mi è venuta fame!» dice
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pavimenti lucidi di cera. «Mi pare di riconoscerla, questa
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qui no, qui no!» mi rispondono tutti e due
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il mondo trema. ¶ Non mi rispondono. Ridono, ridono, sul
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chiedere ancora. ¶ «Gli immortali!» mi rispondono tutti e due
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chiamano. ¶ «Vai! Vai! Corri!» mi stanno gridando i due
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di luce. ¶ «Siamo increati!» mi rispondono gridando e ridendo
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avanzano travolgendo ogni cosa. ¶ Mi giro di nuovo. ¶ Davanti
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che si avvicina e mi viene contro. ¶ «Ma io
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già vista quella macchina!» mi passa per la mente
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contro la mia testa. ¶ Mi copro gli occhi, con
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portiera si spalanca. ¶ «Sali!» mi sta gridando una voce
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una voce, da dentro. ¶ Mi butto dentro. ¶ La macchina
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Abbiamo imboccato l’autostrada, mi pare, senza fermarci al
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da insegne pubblicitarie che mi sembra di riconoscere, che
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guidatore, nel buio. ¶ Non mi risponde. Si sente solo
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all’altro, senza parlare, mi pare di scorgere come
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chiedere ancora. ¶ «È Milano» mi risponde per la prima
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chi sei?» ¶ «Sono Lazlo.» ¶ Mi giro a guardarlo. Ma
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c’è buio. ¶ «Non mi riconosci?» mi dice ancora
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buio. ¶ «Non mi riconosci?» mi dice ancora, tranquillamente, senza
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voce nel cellulare, adesso mi sembra di ricordare, mentre
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sembra di ricordare, mentre mi spostavo attraverso le città
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si vede niente, ma mi pare che stia piangendo
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pare che stia piangendo, mi pare di scorgere in
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chi sono stato, sarò...» ¶ Mi è venuto ancora più
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anche lui, all’improvviso, mi abbraccia forte, mi stringe
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improvviso, mi abbraccia forte, mi stringe, con le sue
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mia strada, dopo che mi ero staccato da quell
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ancora rovente...» ¶ «Sì, sì, mi ricordo, mi ricorderò! E
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Sì, sì, mi ricordo, mi ricorderò! E poi, prima
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svuotata, e intanto lei mi teneva abbracciato il collo
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abbracciato il collo e mi baciava venendo su con
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finestra, sul camioncino che mi aspettava nella strada a
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sul materasso o se mi sarei sfracellato sopra l
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verrà, perché traslocavo e mi incernieravo, perché mi incernieravo
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e mi incernieravo, perché mi incernieravo e traslocavo, mi
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mi incernieravo e traslocavo, mi incerniererò, traslocherò.» ¶ «E adesso
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traslocatore e allora traslocherò!» ¶ Mi giro a guardarlo, nella
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guardarmi. ¶ «Non lo so...» mi risponde. «Non lo so
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immortalerò, mentre anche lei mi starà cercando, mi cercherà
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lei mi starà cercando, mi cercherà, mi troverà, mi
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starà cercando, mi cercherà, mi troverà, mi traslocherà, mi
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mi cercherà, mi troverà, mi traslocherà, mi immortalerà...» ¶ «E
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mi troverà, mi traslocherà, mi immortalerà...» ¶ «E se fosse
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E se fosse increata?» mi viene improvvisamente alle labbra
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labbra, nel buio. ¶ «Allora mi increerò!» ¶ Scorgo appena, sul
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senza parlare, come quando mi ha visto camminare nel
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le ruote, e poi mi ha aperto la portiera
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del camion, e poi mi ha invitato a salire
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traslocando, traslocherò. ¶ «Certe volte mi sembra di ricordare di
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e a traslocare, e mi sembra di sentire le
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è da molto che mi sto spostando in questa
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che non sto dormendo. «Mi pare di ricordare che
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io, anche Principessa, sarà...» mi sussurra, con gli occhi
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No.» ¶ Un secondo dopo mi addormento, all’improvviso, di
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improvviso, di schianto, come mi sto addormentando ogni volta
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e rigenetizzate di mondo. Mi addormento e sogno che
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e che allora io mi domando, mentre continuiamo a
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della villa che adesso mi sembrano anche quelle più
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dei morti, che attraverserò!” mi dico continuando a camminare
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sto sognando e increando, mi chiedo, mi chiederò: “Ma
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e increando, mi chiedo, mi chiederò: “Ma che sogno
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andando, dove andrò, eppure mi sembra di riconoscere ancora
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passando, passerò. ¶ “Sì, sì...” mi dico nel dormiveglia, nel
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dove c’era Milano, mi pare, ci sarà, ma
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morte? In che mondo mi trovo? Ecco, adesso mi
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mi trovo? Ecco, adesso mi sembra di riconoscere, dietro
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era un clandestino che mi aspettava nella sua casa
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silenzioso, compresso... E poi mi guardavo intorno, in quell
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fabbrica di laterizi dove mi fermavo certe volte a
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mi sono sganciato e mi sono nascosto, e che
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E che certe volte mi sono coricato a dormire
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vicino a me, perché mi pareva di riconoscere qualcosa
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allungati, si chiamava Soraya, mi pare, si chiamerà, ripudiata
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non è voluto risorgere» mi diceva dopo un po
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la sigaretta dalle labbra, mi guardava per un istante
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Io sono Mao Zedong» mi rispondeva soltanto, riprendendo a
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come se dormisse. «Io mi sono fatto incantare dalle
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di quella torre e mi aggiravo per quelle periferie
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Sì, sì, lo so...» mi rispondeva staccandosi la sigaretta
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lo so, lo saprò...» mi interrompeva Mao, girando di
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come continenti, sarò. Io mi sono trovato a vivere
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di venire prima, mentre mi aggiravo nell’Hunan all
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già indurite dai calli mi guardavano passare sollevando le
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mondo. E poi quando mi sono arruolato a quattordici
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immortalità, non può esserci» mi rispondeva anche lui, buttando
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Non sapevo dov’ero. Mi aggiravo al buio in
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bombardato e risagomato che mi sembrava di avere già
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noi! Combatti con noi!» mi gridavano molte voci, quando
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mondo. ¶ Ma io non mi fermavo, non mi arruolavo
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non mi fermavo, non mi arruolavo, continuavo ad andare
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adesso sto entrando e mi sto addentrando in una
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increerò. ¶ “Dove sto andando?” mi chiedo spostandomi in piena
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ampio giro, come se mi stessi spostando lungo una
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sta raccontando o che mi sta raccontando, mi racconterà
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che mi sta raccontando, mi racconterà, che continua a
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testa nera, nel buio. ¶ Mi giro a guardarlo: è
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incollati. ¶ «Sono Pierpaolo Pasolini» mi risponde, muovendo con fatica
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a dire, a gridare. ¶ «Mi hanno massacrato...» mi sussurra
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gridare. ¶ «Mi hanno massacrato...» mi sussurra con un filo
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un frantoio di sassi. ¶ «Mi hanno pestato a sangue
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mascelle scardinate e spaccate. «Mi colpivano da tutte le
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le sue schegge che mi penetravano nel cervello...» ¶ Sto
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non si vede niente. ¶ «Mi sono passati sopra con
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Palazzo della Suprema Armonia...» ¶ «Mi hanno sfondato le mani
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buio, come se non mi avesse sentito, mentre cammina
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mondo dei vivi dopo?” mi dicevo. “Che guerra è
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certe giornate in cui mi pareva di non scorgere
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che vengono dopo, verranno...» ¶ «Mi hanno spaccato i denti
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piccolo e disperato gioco...» ¶ «Mi hanno sfondato lo sterno
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del bacino, le pelvi, mi hanno stritolato la spina
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la catastrofe dell’immortalità...» ¶ «Mi hanno sfondato la lingua
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hanno sfondato la lingua, mi hanno schiacciato gli occhi
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i miei occhi mentre mi spostavo come dentro un
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sono stato? Chi sarò?» ¶ «Mi hanno sfondato il collo
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massa di metallo che mi passava sopra...» ¶ Adesso siamo
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sopra...» ¶ Adesso siamo fermi. ¶ Mi giro un’ultima volta
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improvviso verso di me. ¶ Mi sta guardando. ¶ Anch’io
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corpo, mentre anche lei mi stringe, mi avvolge, e
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anche lei mi stringe, mi avvolge, e la luce
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stessa fiamma. ¶ «Vieni, vieni...» mi sta cominciando o continuando
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dire la sua voce, mi pare, nel buio, anche
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un altro corpo che mi sta chiamando dentro di
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lontani da qualcos’altro. ¶ Mi sta baciando, con la
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l’accarezzo mentre lei mi bacia, e lei mi
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mi bacia, e lei mi accarezza mentre io la
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volta dentro di me!» mi sta sussurrando nel buio
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che la sua voce mi sta sussurrando nel buio
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e attraverso la vita...» mi pare che abbia ripreso
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Entra nella mia reggia!» mi sta sussurrando ancora, in
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ancora, in un soffio, mi sussurrerà. ¶ E allora io
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luci per me, che mi inabisso per la prima
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stato in questa reggia!” mi dico mentre continuo ad
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luci sono queste, che mi sembra di vedere e
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È la tua reggia» mi risponde con la bocca
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sono la tua sposa...» mi sussurra ancora, mentre le
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sangue, e io allora mi immobilizzo dentro di lei
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morte del mondo. ¶ E mi sembrava che intanto, sopra
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E che lei allora mi rispondeva, tra la veglia
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E che allora lei mi rispondeva: «Sta illuminando noi
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noi». ¶ «Tu chi sei?» mi sembra di averle chiesto
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buio. ¶ «Non lo sai?» mi sembra di avere sentito
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la villa era vuota. ¶ Mi sono alzato, mi sono
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vuota. ¶ Mi sono alzato, mi sono vestito. ¶ Poi ricordo
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Poi ricordo solo che mi sono lavato via il
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e il tucano che mi guardavano con i loro
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riaperto gli occhi? Quando mi sono alzato? Quando mi
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mi sono alzato? Quando mi sono lavato via il
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perché d’un tratto mi sono messo a raccontare
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Quando ero morto, quando mi percepivo come morto, credevo
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Quando ero vivo, quando mi percepivo come vivo, credevo
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si vedeva, e io mi spostavo attraverso il mondo
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attraverso il mondo che mi sembrava quello dei vivi
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buio? ¶ Una volta qualcuno mi ha detto, oppure l
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le stesse con cui mi ha accarezzato e increato
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zone di mondo dove mi sembrava di essere già
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ogni cosa. E che mi sembrava di tanto in
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in spalla. “Sì, sì...” mi dicevo vedendoli apparire improvvisamente
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vita che viene dopo, mi pare, ci vivrò, avevo
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quasi senza capelli, che mi parlava piano, così piano
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così piano che quasi mi addormentava. E qui invece
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dire, so solo che mi svegliavo ogni tanto fradicio
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adesso, saranno? Che cosa mi stanno facendo vedere i
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della visione? Che cosa mi facevano vedere allora? Che
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vedere allora? Che cosa mi faranno vedere adesso? ¶ E
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adesso? ¶ E che poi mi sono sganciato e mi
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varco della porta. ¶ «Vieni!» mi sta dicendo. «Andiamo nella
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più la villa!» ¶ Non mi risponde, però mi stringe
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Non mi risponde, però mi stringe un po’ più
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a tutta questa devastazione. ¶ Mi fermo, ci fermiamo tutti
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fratelli, prima di andarsene...» mi risponde continuando ad accarezzarmi
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Sei diventata immortale?» ¶ Lei mi viene contro, con il
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contro, con il volto, mi sorride. ¶ «No...» mi risponde
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volto, mi sorride. ¶ «No...» mi risponde con dolcezza. «Io
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stato un bombardamento, mentre mi avvicinavo a Ducale, sul
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sarò.» ¶ «No, sta’ tranquillo...» mi risponde con la bocca
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non lo diventerai.» ¶ «Perché?» ¶ Mi sorride, mi bacia, sulla
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diventerai.» ¶ «Perché?» ¶ Mi sorride, mi bacia, sulla bocca, con
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gli occhi chiusi, mentre mi continua a baciare, vedo
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bocca. «Ma certe volte mi sembra di essere morto
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morto allora, sarò?» ¶ Lei mi continua a baciare, preme
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parlare, di tormentarmi. ¶ «No...» mi sussurra continuando ad affondare
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bombardati dagli immortali! ¶ «Vieni...» mi dice ancora, mi dirà
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Vieni...» mi dice ancora, mi dirà, con la bocca
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contro la mia bocca. ¶ Mi prende di nuovo per
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sta un po’ declinando, mi pare, segno che anche
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intorno al comodino, dove mi inginocchiavo per dire le
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capelli profumati e allentati mi sta sfiorando il mento
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le sta dicendo «mentre mi cambiavo la fasciatura, che
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declinando sempre più velocemente, mi pare, dobbiamo fare attenzione
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era da questa parte, mi pare, perché adesso la
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della porta, e poi mi hai detto semplicemente, con
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Ti piaccio?”...» ¶ «Ti piacerò...» mi sussurra adesso la Pesca
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delle dita, le labbra. ¶ «Mi ero tolta il vestito
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piano, e poi mentre mi cercavi attraverso le stanze
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una gamba spezzata. ¶ «Vieni...» mi dice ancora, anche se
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tira verso di sé. ¶ Mi chino anch’io, l
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nostro letto di nozze...» mi sta dicendo la Pesca
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girata verso di me, mi sorride. ¶ Io la guardo
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bolle rosse, nuziali, che mi hanno accolto in questo
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tu spaccata in due?» ¶ Mi viene contro, con tutto
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sua morbida testa. ¶ «No...» mi risponde, in un soffio
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saprò?» ¶ «Non parliamo più...» mi sussurra. ¶ «No, no, non
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e dalle morbide unghie mi stanno sfiorando e tastando
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io quelli che lei mi ha trovato frugando negli
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ha stirato, e che mi ha appena aiutato a
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sei?». ¶ E lei non mi risponde, non mi risponderà
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non mi risponde, non mi risponderà. Però muove le
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mio corpo e intanto mi cerca e mi accarezza
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intanto mi cerca e mi accarezza e mi bacia
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e mi accarezza e mi bacia, con la bocca
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chiedendo ancora, anche se mi sembra di averglielo già
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nulla, perché lei non mi risponde, mi bacia soltanto
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lei non mi risponde, mi bacia soltanto, a meno
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acquavite, fino all’orlo... ¶ Mi affaccio alla scala che
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estivi crivellati dalle scintille... ¶ Mi giro di nuovo, sbalordito
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una festa, quel giorno...” mi passa per la mente
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buia della grotta, e mi aveva invitato a ballare
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aveva invitato a ballare, mi inviterà, aveva intrecciato le
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mano... ‘È di organza!’ mi aveva detto sorridendo, mi
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mi aveva detto sorridendo, mi dirà, mentre, dopo averlo
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dita, anche se non mi sembrava di avergliele strette
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in questa immensa desolazione, mi sembra di percepire la
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spazio. ¶ “Che cosa sarà?” mi chiedo, col cuore in
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nell’aria, nello spazio. ¶ Mi giro di nuovo verso
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aria altre due bolle, mi pare, una grande, che
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numerose man mano che mi avvicino allo spigolo della
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perché sono tutte rosse?” mi continuo a domandare, girando
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dalla casa del custode, mi pare. ¶ Ma come si
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di calcinacci e mattoni. ¶ Mi guardo attorno, sul piano
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per l’emozione. ¶ «Non mi riconosci più? Sono la
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Sono la Pesca, sarò!» mi risponde la ragazza, con
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in un soffio. ¶ Non mi risponde, sorride, con la
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a scaldare l’acqua?” mi chiedo confusamente, mi pare