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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il disprezzo, 1954

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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1954
E i primi, come mi accorsi subito, si riassumevano
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1954
uno solo: Emilia non mi amava più perché amava
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1954
perché amava un altro. ¶ Mi parve, alla prima riflessione
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1954
parte, una seconda osservazione mi faceva escludere che Emilia
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1954
che una delle segretarie mi stava di fronte, in
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1954
dottor Battista l’aspetta». Mi riscossi, alla fine, e
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1954
che ingombrava l’anticamera. Mi accorgo a questo punto
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1954
con un soprannome, non mi era mai riuscito di
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1954
seduto qualcuno che egli mi presentò con il nome
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1954
un esame più attento, mi accorsi che quella maestà
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1954
rigidezza tedesca; e allora mi accorsi che era di
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1954
che, nel salutarmi, egli mi sorrideva, in maniera assai
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1954
e troppo bianchi che mi fecero pensare, non so
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1954
idealità; ma ciò che mi sconcertava di più era
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1954
far nulla, ma non mi riesce... noi, qui in
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1954
un gesto che oscuramente mi offese, come per fermare
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1954
avevo accettato l’invito mi sembrava fuori posto, una
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1954
invece: «Questo soggetto non mi piace per questo o
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1954
pure nella dolcezza: «Rheingold mi ha fatto una proposta
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1954
fatto una proposta che mi ha interessato... egli ha
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1954
questo mondo... Dunque, Rheingold mi ha detto: gli anglosassoni
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1954
soggetti che lei, Molteni, mi ha proposto via via
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1954
mancanza di entusiasmo e mi considerava con un’attenzione
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1954
egli riprese: «Quello che mi ha colpito soprattutto nell
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1954
Film». ¶ Non dissi nulla. Mi rendevo conto che poesia
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1954
grandiloquenza. In fondo, come mi dissi, il gusto di
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1954
seduto di nuovo e mi diceva: «Allora Molteni, che
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necessità, non osava rifiutare. Mi dissi, perciò, che in
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1954
spiegarmi: «Vede Battista... io mi sento tagliato soprattutto per
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1954
quel suo sorriso artificioso, mi stava proprio vicino e
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1954
non ne è riamato» mi ricondusse d’improvviso alla
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1954
un ricordo che, come mi accorsi subito, sembrava dare
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1954
risposta alla domanda che mi ero posto nell’anticamera
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1954
Battista: perché Emilia non mi amava più? ¶ Quanto sto
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1954
il viso sorridente, io mi rividi, ad un tratto
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1954
allorché un incidente minimo mi aprì, per così dire
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1954
disopra della sua spalla, mi accorsi che aveva commesso
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1954
aveva commesso un errore. Mi chinai e cercai di
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1954
persona. Sfiorandole la mano, mi accorsi che non la
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1954
e vidi che lei mi guardava di rimando, con
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1954
dicendo con una smorfia: «Mi scusi, mi ero distratta
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1954
una smorfia: «Mi scusi, mi ero distratta», mi colpì
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1954
scusi, mi ero distratta», mi colpì il tono secco
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1954
meglio era lei che mi guardava, di continuo, sfrontatamente
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1954
non sapendo come evitarli, mi ridussi a dettarle passeggiandole
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1954
specchio i suoi che mi fissavano. Alla fine quello
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1954
giorno che, al solito, mi chinavo da dietro le
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1954
e pentito: la ragazza mi piaceva, senza dubbio, altrimenti
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1954
E poi tu non mi ami, perché una moglie
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1954
che tu lo desideri... Mi sono forse mai rifiutata
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1954
in una maniera che mi stupiva ogni volta oscuramente
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1954
volta oscuramente e che mi attraeva per non so
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1954
far bene l’amore mi darebbe noia e cercherei
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1954
era vero e magari mi avrebbe ricordato, con cruda
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1954
convinto che tu non mi ami più, ecco tutto
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1954
più, ecco tutto». ¶ Ella mi guardò di nuovo prima
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1954
tutta la persona ella mi gettò le braccia al
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1954
con una voce che mi suonò falsa: «Ma Riccardo
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1954
falsa: «Ma Riccardo, perché mi dici questo?... io ti
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1954
passato». La sua bocca mi fiatava calda nell’orecchio
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1954
orecchio, sentii che ella mi passava la mano sulla
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le due braccia. ¶ Ma mi venne l’idea che
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1954
l’idea che ella mi abbracciasse in quel modo
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1954
caso che ella non mi amasse più, per soppesare
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1954
Avrei voluto soggiungere: “e mi separerei da te”, ma
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1954
speravo tuttora che ella mi amasse e temevo che
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visto che tu non mi ami più?», gridai esasperato
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sappi che ti sbagli». ¶ Mi venne quasi la speranza
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1954
e nello stesso tempo mi resi conto che, almeno
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1954
per quel giorno, ella mi aveva persuaso. Ma, disperatamente
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1954
e sussurrò: «Baciami, vuoi?». ¶ Mi rialzai e la guardai
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1954
uno sforzo sovrumano, mentre mi parlava, mi accarezzava e
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1954
sovrumano, mentre mi parlava, mi accarezzava e mi stringeva
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1954
parlava, mi accarezzava e mi stringeva; e si apprestasse
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1954
adesso le passo Riccardo». ¶ Mi alzai, passai nella camera
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1954
presi il ricevitore. Battista mi annunziò, come avevo previsto
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1954
come avevo previsto, che mi aspettava il giorno dopo
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1954
il ricevitore. Soltanto allora mi accorsi che Emilia era
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1954
dopo, all’ora fissata, mi recai all’appuntamento. Battista
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1954
in fondo alla sala. Mi sentivo adesso in uno
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1954
con Emilia, ripensandoci su, mi ero definitivamente convinto che
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1954
definitivamente convinto che ella mi aveva mentito affermando che
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1954
aveva mentito affermando che mi amava; ma questa volta
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1954
e più clamorosa soluzione mi piaceva più della prima
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1954
compromessi. ¶ Come ho detto mi sentivo calmo; ma di
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1954
tempo una squallida tranquillità. Mi sentivo tranquillo, ma sapevo
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1954
era finita, almeno così mi pareva; presto sarebbe cominciata
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1954
essere introdotto da Battista, mi venne in mente che
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1954
mente che sinora io mi ero limitato ad accertarmi
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1954
Emilia. Ma adesso, come mi pareva, sapevo di sicuro
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1954
sicuro che ella non mi amava più. Potevo dunque
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1954
avessi indovinato questo motivo, mi sarebbe stato più facile
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1954
come era evidente, non mi amava più. Per un
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1954
certi problemi di geometria, mi dissi: “Pensiamo per assurdo
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1954
intorbida e rende oscuro. Mi piacque, in quel momento
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1954
in cui l’istinto mi dava risposte così contraddittorie
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1954
adesso, piuttosto che straniero, mi sembrava addirittura ostile, mi
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1954
mi sembrava addirittura ostile, mi sarei sentito più sperduto
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1954
gli avevo assicurato che mi sarei trovato in casa
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1954
in secondo luogo, come mi dissi, avevo bisogno, nel
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1954
telefonata di Battista, appunto, mi forniva questo pretesto. ¶ Così
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1954
mentre l’ascensore saliva, mi venne fatto di pensare
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1954
affare, per poi ritirarsi, mi sembrava, tra le tante
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del pianterreno. Era meglio, mi dissi, molto meglio non
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1954
tardi, quella stessa sera, mi sarei spiegato con Emilia
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1954
improvviso, una nuova riflessione mi fermò: era vero, dalla
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1954
poi, quella sera Emilia mi avesse riconfermato il suo
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1954
proprio un poveruomo, come mi dissi, lacerato tra l
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1954
a sua volta e mi domandò a quale piano
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1954
sollievo profondo; e, insieme, mi venne fatto di riflettere
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1954
Ma in che stato mi trovo per comportarmi in
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1954
con la madre; insomma, mi aveva mentito. ¶ Dovevo avere
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1954
mai sei a casa? Mi avevi detto che eri
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fuori». ¶ «Mia madre, poi, mi ha telefonato che non
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placidamente. ¶ «Ma perché non mi hai avvertito?». ¶ «Mia madre
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1954
hai avvertito?». ¶ «Mia madre mi ha telefonato all’ultimo
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hai fatto?». ¶ «I Pasetti mi hanno invitato». ¶ Risuonò in
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1954
con la solita indolenza, mi diceva: «Va’ un po
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per te»; e io mi alzai ed uscii. ¶ Il
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1954
divano, Emilia distesa che mi guardava; e notai che
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1954
ringraziarmi né guardarmi. Io mi allontanai verso la sala
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1954
dolorosa e apprensiva, quasi mi parve che lo facesse
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1954
Ma in realtà, come mi ripetevo, le sue conversazioni
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1954
vero che la mamma mi aveva veramente avvertito che
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vero, dunque: Emilia non mi amava più. In altri
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altri tempi, ella non mi avrebbe certo parlato in
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parlato in questo modo. Mi avrebbe detto con dolcezza
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1954
dimostrazione che Emilia non mi amava più, e, tuttavia
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1954
amava più, e, tuttavia, mi restava ancora il dubbio
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1954
fondo privo di importanza. Mi dissi ad un tratto
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1954
da lei, che non mi amava più; che soltanto
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1954
fornirmi le prove che mi mancavano tuttora... Questi pensieri
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1954
Tra un momento Battista mi telefonerà per propormi una
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1954
Beh, sarai contento, no?», mi giunse la sua voce
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1954
era ancora tranquillo, indifferente. ¶ Mi levai, feci il giro
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la rivista, ma come mi vide sedere davanti a
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1954
lei, l’abbassò e mi guardò. «Perché», dissi con
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certo che tu non mi ami più... allora tutto
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questo è inutile». ¶ Ella mi guardava con occhi spalancati
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disse nulla. «Tu non mi ami più», continuai, «e
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l’avresti voluto». ¶ Ella mi guardava, irresoluta; e poi
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1954
poi aggiunse: «Ogni notte mi svegliavi... per questo ho
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1954
quale, d’altra parte, mi riusciva difficile credere: avevo
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e nessuna di loro mi aveva mai detto che
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chiusi lo scartafaccio e mi alzai. ¶ Per un momento
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ha ispirato!». ¶ Pasetti non mi era antipatico, nonostante la
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tu ti faccia pagare... mi sembra di udirla: “Riccardo
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e che, tuttavia, come mi sembrava di capire, egli
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panni di bambini. Egli mi precedette nel salotto, esclamando
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e quasi scherzosamente; lei mi aveva sempre risposto con
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1954
secchiello del ghiaccio e mi gridò: «Tua moglie al
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della solita angoscia. Meccanicamente mi levai e feci per
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voce di Emilia che mi diceva: «Scusami, ma oggi
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la comunicazione e io mi voltai verso Pasetti. «Riccardo
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ma ci farai piacere». ¶ Mi era venuto, inspiegabile, quasi
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L’invito di Pasetti mi fece piacere; e l
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me soltanto un dito, mi raccomando... e anche tu
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oscuro senso di miseria. Mi domandai ad un tratto
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1954
ad un tratto: «Perché mi sento tanto infelice?»; e
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1954
per l’avvenire. Egli mi rispose con la solita
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1954
progetti di Pasetti non mi interessavano e, anche se
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1954
interessavano e, anche se mi avessero interessato, quella sua
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1954
Allora, guardando quel viso, mi colpì l’espressione degli
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malinconica timidezza. Quest’espressione mi meravigliò, anche perché il
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una tale attenzione. Poi mi dissi che ogni uomo
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un tratto, mentre già mi distraevo e rivolgevo gli
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meglio una percezione subitanea mi trafisse: «In quegli occhi
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questo sentimento... Emilia non mi ama, non mi amerà
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1954
non mi ama, non mi amerà mai più». ¶ Ebbi
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1954
la signora Pasetti, sollecita, mi domandò se, per caso
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1954
tra Emilia che non mi amava e il lavoro
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1954
io non amavo. E mi dissi improvvisamente: «Io non
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disperata risolutezza queste cose, mi accorsi che non riuscivo
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1954
convinto che Emilia non mi amasse più, né che
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1954
indubitabile. Perché Emilia non mi amava più, come era
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dolorosa, avrebbe richiesto, perché mi convincessi del tutto, infinite
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1954
convinto che Emilia non mi amasse più; ma non
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1954
nella ferita che, sinora, mi ero adoperato invece di
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1954
di ignorare. Questo pensiero mi spaventava; tuttavia capivo che
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1954
impulso del mio animo mi avevo suggerito. ¶ Intanto continuavo
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1954
tempo. Alla fine, quando mi parve di poter accomiatarmi
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un’impressione di fretta, mi alzai. Ma, proprio in
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1954
dalla madre, questo pensiero mi attraversò la mente: “E
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condizioni”. Questo pensiero mortificante mi ispirò un senso di
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1954
che dovevo andarmene. Pasetti mi accompagnò alla porta, la
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si aspettava che io mi intenerissi di fronte allo
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1954
strada, quasi d’istinto mi diressi verso casa. Sapevo
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trovata: in tal caso, mi dicevo, avrei avuto il
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provocare una spiegazione definitiva. Mi rendevo conto che da
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pietose tergiversazioni e ipocrisie, mi pareva di preferire qualsiasi
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verità, qualunque essa fosse, mi sembrava ormai infinitamente più
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1954
giunsi nella mia strada, mi riprese la perplessità: Emilia
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1954
immagine precisa: io non mi trovavo più di fronte
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1954
che amavo e che mi amava, bensì di fronte
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1954
che, per così dire, mi girava dietro le spalle
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1954
letto. Nello stesso momento, mi levai in piedi, sempre
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1954
come avviene, ciò che mi era sembrato intollerabile la
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1954
qualche giorno più tardi mi sembrava non soltanto tollerabile
199
1954
temuto che ella non mi volesse più affatto, le
200
1954
ad illudermi che Emilia mi amasse come in passato
201
1954
mie ambizioni teatrali e mi ero dedicato al cinema
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1954
stato sicuro che Emilia mi amasse, il lavoro di
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1954
lavoro di sceneggiatore non mi era sembrato troppo gravoso
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1954
tutt’a un tratto, mi parve che vi si
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1954
io... in questo film mi sono espresso... questo film
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1954
coraggio e la volontà mi abbandonarono e cominciai a
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1954
fin dal mio levare, mi appariva come un deserto
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1954
del regista e lui mi accoglieva nel suo studio
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1954
durante il lavoro, tutto mi appariva in una luce
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1954
o risoluzione, lodi che mi sapevano di amaro perché
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1954
sapevano di amaro perché mi pareva, come ho già
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1954
che in fondo non mi riguardava e a cui
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1954
Anzi quest’ultimo inconveniente mi apparve in quei giorni
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1954
collega di sceneggiatura, come mi accorsi ben presto, sempre
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1954
qualche difficoltà, che io mi facessi avanti con la
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1954
la mia facondia, non mi facevo pregare e con
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1954
lavorare. Ma ogni volta mi vergognavo di me stesso
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1954
Come ho detto non mi accorsi di tutti questi
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1954
non capii perché non mi fossero apparsi fin dall
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1954
finalmente che il lavoro mi ripugnava perché Emilia non
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1954
ripugnava perché Emilia non mi amava più, o almeno
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1954
sicuro, coraggio e fiducia mi avevano abbandonato e il
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1954
abbandonato e il lavoro mi sembrava nient’altro che
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1954
riflessione; ma appunto perché mi rendevo conto che essa
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1954
che a tutta prima, mi erano sembrati intollerabili e
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1954
la situazione in cui mi trovavo, avrei certamente rinunziato
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1954
come all’amore, perché mi sarei convinto, come mi
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1954
mi sarei convinto, come mi convinsi in seguito, che
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1954
questo coraggio; e forse mi illudevo che il tempo
230
1954
Così, tra Emilia che mi rifiutava se stessa e
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1954
lavoro al quale io mi rifiutavo, in un’aria
232
1954
fine; e contemporaneamente, Battista mi accennò ad un nuovo
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1954
più importante, che, naturalmente, mi sarebbe stata pagata molto
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1954
e indifferenza cui, tuttora, mi ostinavo a non dare
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1954
sentivo che Emilia non mi amava più; se mi
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1954
mi amava più; se mi avesse amato gliene avrei
237
1954
fine e questo pensiero mi rallegrava: finalmente quella fatica
238
1954
Sapevo che ben presto mi sarei trovato alle prese
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1954
ma di questi intanto mi liberavo; e tale previsione
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1954
di una prossima liberazione mi fece lavorare quella mattina
241
1954
l’appartamento e poi mi sarei dedicato di nuovo
242
1954
al mio caro teatro. Mi era tornato, intanto, più
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1954
per Emilia e talvolta mi rimproveravo persino, con un
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1954
come piace a te... Mi sveglio tutte le mattine
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1954
gallo e poi non mi riaddormento più e tutta
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1954
la testa, contenta, come mi parve, che riportassi il
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1954
sul suo pretesto: «Non mi sono mai abituata... ho
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1954
con la finestra chiusa». ¶ Mi accorsi, mentre parlavo, che
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1954
un sacrificio molto lieve... mi abituerò». ¶ Ella parve esitare
250
1954
ti dicessi che questo mi dispiace e che voglio
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1954
andare al lavoro... non mi sveglierai più». ¶ «Ma se
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1954
era scomparsa. Una domanda mi veniva alla mente: Emilia
253
1954
la spiegazione di Emilia, mi sarebbe rimasto un dubbio
254
1954
stanza, l’abbracciai e mi meravigliai oscuramente accorgendomi che
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1954
che la sua fronte mi arrivava appena al sommo
256
1954
più tardi, mentre ella mi stava accanto, distesa sulla
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1954
suo corpo nudo ora mi appariva grande, ampio, possente
258
1954
sospetto che ella non mi amasse più si affacciò
259
1954
a quel momento, invisibile, mi rendevo conto che poteva
260
1954
diventata estraneità, assenza, separazione. ¶ Mi soffermai su questo sentimento
261
1954
impetuoso, ispirato, che sinora mi era sembrato scaturisse da
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1954
per la prima volta, mi accorgevo che questo impulso
263
1954
di cui soltanto adesso mi rendevo conto, subentrasse da
264
1954
In quel momento Emilia mi passava accanto nel suo
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1954
andirivieni per la stanza. Mi sporsi con uno scatto
266
1954
d’ogni altra cosa, mi pareva confermare il cambiamento
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1954
cosa sia mutato». ¶ Ella mi lanciò un rapido sguardo
268
1954
la stessa». ¶ «Una volta mi amavi di più... ti
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1954
presso il fuoco: ella mi stava vicina, in quella
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1954
io la desideravo e mi pareva strano che ella
271
1954
non tacesse e non mi abbracciasse, come, al solo
272
1954
altra parte, questo desiderio mi faceva sperare non soltanto
273
1954
No, adesso». ¶ Così dicendo, mi sporsi, l’afferrai quasi
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1954
e ormai è tardi...». ¶ Mi sentii offeso da queste
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1954
cacciò un grido: «Ahi, mi fai male». ¶ Ora io
276
1954
ne rendi conto... adesso mi avrai lasciato il segno
277
1954
con indolenza, ma, come mi accorsi, senza alcuna civetteria
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1954
si sporse e, maternamente, mi scoccò un leggero bacio
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1954
volevo da te». ¶ Ella mi respinse, dicendo una volta
280
1954
decisamente sgarbato: «Ahi, lasciami... mi fai male». ¶ «Non è
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1954
la testa china. Poi mi giunse di nuovo la
282
1954
la camicia, pensai, e mi ricordai che in passato
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1954
vieni... che aspetti?». ¶ Non mi voltai né mi mossi
284
1954
Non mi voltai né mi mossi; ma mi domandai
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né mi mossi; ma mi domandai ad un tratto
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1954
nei nostri rapporti. Sì, mi risposi subito, era stato
287
1954
dentro un cassetto. Così mi era avvenuto nell’amore
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incantata distrazione e io mi ero sempre ritrovato tra
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del resto subito represso, mi parve che si esprimesse
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provvisorio e inferiore. Io mi rendevo conto che, pur
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era vero dolore; e mi tormentava il pensiero che
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qualche modo accontentarla. ¶ Finalmente mi decisi, come ho detto
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i mezzi, che tuttora mi mancavano, bensì perché capivo
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somma altro denaro, che mi procurai in prestito; e
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la sua tenace passione, mi aveva in qualche modo
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appartamento non ancora arredato, mi fecero per qualche tempo
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quel giorno quella passione mi apparve legata e confusa
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finalmente acquistato un appartamento mi avesse reso ai suoi
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fine della visita, come mi avvicinavo ad una finestra
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con tutta la persona mi chiese sottovoce di baciarla
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melodiosa e struggente, ella mi sussurrò all’orecchio, almeno
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all’orecchio, almeno così mi parve, che la prendessi
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il peso della persona mi attirava in giù, verso
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miei mezzi molto limitati mi consentivano di comperare. Intanto
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per l’acquisto, io mi sentivo, come ho già
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reali condizioni. Questo pensiero mi stupiva in una maniera
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e in qualche momento mi ispirava quasi dell’irritazione
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casa e ogni giorno mi annunziava, col suo tono
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placido, qualche nuovo acquisto. Mi domandavo come mai, lei
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come mai, lei che mi amava tanto, non indovinasse
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le crudeli preoccupazioni che mi angustiavano; ma mi rendevo
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che mi angustiavano; ma mi rendevo conto che, probabilmente
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sua serenità e soddisfazione mi sembravano, nel contrasto con
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l’immagine che sinora mi ero fatto di me
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di me stesso. Sinora mi ero considerato un intellettuale
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passione e al quale mi pareva di essere portato
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anche su quella fisica: mi vedevo come un giovane
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Anche nell’aspetto fisico mi vedevo cambiato: non ero
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e semplice, piena, come mi pareva, di tutti i
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l’opprimevano. Mio malgrado, mi rendevo conto di provare
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invidia, sempre mio malgrado, mi accorgevo che si accompagnava
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altri simili a me. Mi rendevo conto di questa
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argomento. Nello stesso tempo, mi accorgevo di provare una
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un altro; e però mi rendevo conto tutto il
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del dopoguerra, appunto perché mi sembrava di non poter
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di pensiero, che, tuttavia, mi era sinora mancata; e
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mancata; e perciò molto mi indispettiva di sentire le
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quanti», pensavo con rabbia, «mi basta, come a tanti
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fine, un giorno che mi sentivo più disperato o
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meno fermo del solito, mi lasciai convincere da un
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che da un pezzo mi stava attorno, e mi
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mi stava attorno, e mi iscrissi al partito comunista
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una volta di più, mi ero comportato non come
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con ogni probabilità non mi sarei mai iscritto se
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per una coincidenza che mi parve provvidenziale, il giorno
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film. Per qualche tempo mi sentii sollevato e allegro
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persona amata. Emilia, insomma, mi sembrava priva del tutto
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alcuni miei difetti e mi giudicasse e cessasse di
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in quei due anni mi parve talvolta persino di
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annoiarmi. Certamente, poi, non mi resi conto che ero
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conto che ero felice. Mi sembrava di fare cosa
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amato; e quest’amore mi sembrava un fatto comune
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qualcuno, in quei tempi, mi avesse detto che ero
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detto che ero felice, mi sarei persino stupito; avrei
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e lei amasse me, mi mancava la sicurezza del
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esser felice? Così, non mi sono mai tanto lamentato
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indietro con la memoria, mi accorgo di serbare un
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un incidente che allora mi parve irrilevante, ma al
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spalanca lo sportello dicendo: «Mi dispiace, ma non c
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con un taxi». Emilia mi guarda e poi risponde
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ma...»; e io, improvvisamente, mi accorgo che il suo
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che soltanto adesso, scrivendone, mi torna alla memoria, una
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sportello ancora aperto, ella mi guarda con occhi irresoluti
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tra me e me, mi avvio alla vicina stazione
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alla fine del pranzo mi ha proposto di partecipare
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bar a rotelle. Battista mi saluta con allegria; Emilia
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tono lamentoso, quasi struggente, mi domanda dove sia stato
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avuto un incidente e mi accorgo di adottare un
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accaduto. Questa volta, però, mi pare di abbondare troppo
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essere creduto; e, insomma, mi rendo conto di aver
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tavolo tre bicchieri e mi invita a bere. Mi
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mi invita a bere. Mi seggo; e chiacchierando e
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allegro che quasi non mi accorgo che Emilia non
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il suo riserbo non mi stupisce. Semmai mi meraviglia
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non mi stupisce. Semmai mi meraviglia un poco il
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fine della serata, Battista mi parla con serietà del
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al quale dovrei collaborare, mi racconta la storia, mi
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mi racconta la storia, mi informa sul regista e
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lavoro, nel modo migliore. Mi recai il mattino dopo
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tagliato, e che, invece, mi rivelò, nel corso del
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l’altro sceneggiatore. ¶ Mentre mi è possibile indicare con
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in casa di Battista, mi è molto difficile dire
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l’annoiavano. Io non mi contentavo di queste generiche
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libertà di decisione. Ella mi rispondeva che non le
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In quel tempo, invece, mi resi conto soltanto di
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a pensare che ella mi amasse meno che in
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che in passato perché mi accorsi che non era
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durante tutto il viaggio mi restò il rimorso di
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mio lavoro di sceneggiatore mi obbligava a star fuori
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per me. Ma appena mi accorsi che non soltanto
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se non, addirittura, come mi sembrò, con mal dissimulato
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nostri rapporti, ma perché mi amava di meno o
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la prima volta Battista, mi trovavo in una situazione
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penso che accettandola ella mi avesse fornito la maggior
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tutto. A questa riflessione mi sentii trafiggere da un
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lanciato un’occhiata penetrante, mi domandò improvvisamente: «Ma che
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con una prontezza che mi stupì: «Mi è venuto
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prontezza che mi stupì: «Mi è venuto il malumore
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alzò le sopracciglia e mi guardò in maniera interrogativa
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se stessi. Eppure Emilia mi aveva certamente visto, e
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detto a Battista. Improvvisamente mi uscirono di bocca queste
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me, nessuna preoccupazione... Poi, mi sono ricordato che in
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favorevole io dovrò invece, mi scusi, ma lei ha
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che in fondo non mi riguarda... Io darò tutto
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invece delle altre che mi stavano sulla punta della
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una bellissima sceneggiatura». ¶ Ormai mi ero infilato nel binario
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nel binario sbagliato e mi toccava percorrerlo fino in
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una sceneggiatura... una cosa, mi permetta di dirglielo francamente
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le persone che amiamo». ¶ Mi accorsi che mi ero
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amiamo». ¶ Mi accorsi che mi ero accalorato e che
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che, addirittura, gli occhi mi si erano riempiti di
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riempiti di lagrime. E mi vergognai e maledissi in
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mio animo sentimentale che mi spingeva a fare tali
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Molteni, che sentendola parlare, mi sembra di rivedere me
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me... Sa lei cosa mi rispose? L’ideale, finché
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l’ideale... Poi, come mi disse, l’ideale si
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giorni... ecco quello che mi disse... e io feci
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e io feci come mi diceva e mi sono
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come mi diceva e mi sono trovato bene... Lei
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America?». ¶ Guardai Battista che mi sorrideva in maniera paterna
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per questo, così almeno mi parve, meno sincero. E
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parve, meno sincero. E mi resi conto una volta
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simpatia. A questo pensiero mi tornò di nuovo la
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nuovo la tristezza che mi aveva assalito quando mi
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mi aveva assalito quando mi era sembrato di ravvisare
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uscita, anzi, almeno così mi parve, sembrò quasi compiacersene
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sebbene, come ho detto, mi sentissi stremato e mi
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mi sentissi stremato e mi rendessi conto che sarebbe
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porta e bussai. Emilia mi disse dall’interno di
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un atteggiamento riflessivo. Come mi vide domandò subito in
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con freddezza, che ora mi sentivo del tutto calmo
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tanto semplice?». ¶ Così ella mi aggrediva. E sebbene capissi
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e umiliante per me. Mi ero ripromesso di restar
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quell’accento così sprezzante, mi infiammai mio malgrado: «Ma
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tratto, «questo lavoro non mi piace, non mi è
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non mi piace, non mi è mai piaciuto... e
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lo farai»; ella non mi aveva mai tanto disprezzato
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un sentimento vendicativo. Ella mi aveva tanto tormentato, adesso
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precisione e direttamente. Ella mi guardò fissamente, e poi
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Ma quali?». ¶ Ella insisteva: mi parve che desiderasse sinceramente
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avrei voluto rispondere. Ma mi trattenni: i nostri rapporti
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avrebbero dovuto essere dette. Mi chinai alquanto in avanti
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vita che scorgessi intorno. ¶ Mi sentii subito calmare da
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notte così calma; sebbene mi rendessi conto con lucidità
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da non so dove, mi affiorò alla memoria il
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sapevo il greco; e mi rendevo conto che la
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omerico. Tuttavia questi versi mi erano lo stesso singolarmente
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nell’espressione aulica; e mi era venuto fatto, leggendoli
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altra chioma. ¶ Quello che mi aveva colpito, allora, così
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Perché adesso quei versi mi tornavano alla memoria? Capii
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la persona di Emilia, mi girai verso la finestra
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le spalle al mare. ¶ Mi trovavo in un angolo
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una miscela alcoolica. Subito mi colpì nell’atteggiamento di
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quanto, in fondo, ormai mi aspettavo: Battista la raggiunse
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dalla parte della finestra, mi parve che i nostri
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sala. A mia volta mi allontanai verso la terrazza
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e di stupore perché mi pareva che quanto avevo
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pensato. Emilia, che non mi amava più e che
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secondo le sue parole, mi disprezzava, in realtà, poi
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disprezzava, in realtà, poi, mi tradiva con Battista. Così
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altro dall’amor proprio, mi impedì in quel momento
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o di quello che mi sembrava infedeltà) di Emilia
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di Emilia. Ma come mi avvicinavo alla balaustra della
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essere la verità. Certamente, mi dissi, Emilia si era
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sapevo perché, questo diritto mi sembrava che ella lo
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bacio. Così, in fondo, mi sbagliavo: ella non mi
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mi sbagliavo: ella non mi era infedele; o, per
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stesso giorno, la mattina, mi aveva pregato due volte
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rapporti. Irrompendo nella sala, mi sarei precluso definitivamente ogni
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riconquistare Emilia. Dovevo invece, mi dissi, agire a ragion
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e quella circospezione che mi imponevano le circostanze al
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ambigue. ¶ Un’altra riflessione mi fermò sulla soglia della
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di quel lavoro che mi disgustava e tornare al
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scandali, gradualmente. ¶ Tutto questo mi passò per la mente
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di colpo e io mi ritrovai attonito, gli occhi
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senza quasi rendermene conto mi staccai dalla balaustra, andai
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lungo di quanto non mi fosse sembrato, perché trovai
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particolare, non sapevo perché, mi turbò profondamente, come una
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tutto sicuro che lei mi aveva visto mentre spiavo
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che io sapevo che mi aveva visto. ¶ CAPITOLO QUINDICESIMO
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impaccio visibile, ciò che mi sorprese perché pensavo che
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con una frequenza che mi infastidiva; non meno mi
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mi infastidiva; non meno mi irritava il modo con
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prepotente, esclusivo e indiscreto mi riusciva intollerabile; e non
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e non senza ingenuità mi immaginavo che tale dovesse
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a ritenergli ostile. Ma mi sbagliavo, una volta di
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volta, mentre egli parlava, mi parve di sorprendere negli
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considerazione ammirata. Questo sguardo mi riusciva sconcertante e amaro
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esplosiva di Battista; e mi riconduceva alla memoria un
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ma nel suo sguardo mi parve che ci fossero
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lo riprendessi. E, sebbene mi annoiasse molto di interrompere
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degli spazi marini, finalmente mi decisi: «Mi scusi Rheingold
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marini, finalmente mi decisi: «Mi scusi Rheingold», dissi ad
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forse poco fa non mi sono espresso bene... ma
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la sua interpretazione non mi ha del tutto convinto
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rispose subito, con sollecitudine: «Mi dica... mi dica... discutere
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con sollecitudine: «Mi dica... mi dica... discutere fa parte
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E infatti, quasi subito, mi giunse la risposta di
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offenderlo di nuovo, perché mi sentivo di nuovo fortemente
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il fresco sul mare?». ¶ Mi voltai e vidi, disegnate
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da quello di Emilia mi parve che emanassero scontento
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con una galanteria che mi parve insoffribile, «allora, bella
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fui accanto a lei mi prese il braccio e
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non viene con me?». ¶ Mi voltai: Battista stava presso
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ci ritroviamo a Napoli». ¶ Mi aspettavo che Battista rinunziasse
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ma la prego, non mi lasci solo con Rheingold
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cinema». ¶ Non so cosa mi prese in quel momento
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intensa e misteriosa sensualità. Mi parve in quel momento
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Poi, mentre la guardavo, mi colpì questo pensiero: “Imbecille
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a lei e Rheingold mi veniva incontro. Montai in