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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora G. di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose entro poeticamente descritte, 1545

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
1
1545
potermene impatronire. Il che mi successe sí bene ch
2
1545
fatto. Né a questo mi sarei io da me
3
1545
bella e poetica commendare, mi parve anco non lasciarle
4
1545
qualche onorato personaggio, non mi scostando del commune uso
5
1545
uno, or altro ramemorando, mi sovenne non ci essere
6
1545
fronte di Quella, io mi rendo certo che per
7
1545
che di lui sperare mi devesse. Ma, o egli
8
1545
diletto, perciò che e' mi pare che ciascuno, sia
9
1545
sua buona grazia umilemente mi raccomando. ¶ IL BANDELLO A
10
1545
desir che 'n petto mi germoglia, ¶ e vuol ch
11
1545
desir: - Ciò che vedesti, - ¶ mi dice ogni or, - perché
12
1545
l Veglio in cor mi scrisse; ¶ se senza vostr
13
1545
sète, dal volgo che mi leva fòra, ¶ altro Aganippe
14
1545
ché scrivendo di voi mi levo a volo ¶ col
15
1545
l'orecchie il suono mi ferio ¶ ed indi al
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1545
non so che, che mi parea ¶ d'una rara
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1545
che la memoria ancor mi dá diletto. ¶ 18. ¶ Di zendado
18
1545
piú vaga etate, ¶ tal mi pareva sovra 'l fiume
19
1545
il ciel contempre: ¶ - Chi mi divieta che la bell
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1545
Atteon con l'acqua mi distempre, ¶ ch'esser non
21
1545
Altro, so ben, - rispose, - mi dirai ¶ prima che 'l
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1545
gientile. ¶ 27. ¶ Né questo punto mi tormenta o spiace, ¶ che
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1545
aggioia e lieta piú mi face, ¶ di me, d
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1545
riva ¶ a te vicina mi porrò sedendo, ¶ ché meglio
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1545
anzi tempo morte non mi preme, ¶ i' condurrò le
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1545
che con un salce mi fará poeta, ¶ ch'assai
27
1545
poeta, ¶ ch'assai toccar mi basta questa mèta. ¶ 54. ¶ E
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1545
qui l'ingegno non mi manchi e l'arte
29
1545
ritroso l'uom esser mi soglia, ¶ né l'aspettar
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1545
inferno, ¶ ond'io vosco mi mossi con tant'ira
31
1545
Giove maledire, ¶ ch'or mi fanno uomo, or fuoco
32
1545
e ch'egli qui mi serve assai sovente ¶ di
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1545
di cortello: ¶ dal ciel mi fan volar infra la
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1545
non avesse esempi; ¶ né mi par uopo il tutto
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1545
in quella fôro. ¶ 112. ¶ Però mi par che cura singulare
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1545
alquanto riposata quella ¶ che mi cantava quant'udito avete
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1545
Turbato è 'l ciel, - mi disse, - ed ogni stella
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1545
si serbe. ¶ 27. ¶ Or qui mi par lasciar Mercurio alquanto
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1545
quel Signor in cui mi fido, ¶ andate a ritrovar
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1545
ultimo gioco. ¶ 66. ¶ Ma dove mi trasporta il buon disire
41
1545
che nel petto ancor mi preme, ¶ per dir de
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1545
questo mar solcasse. ¶ Cantar mi basti dove origine ebbe
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1545
dicessi, piú ridire ¶ forza mi fôra, sí fu saggio
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1545
con questo canto, ¶ e mi mancrebbe a raccontarlo l
45
1545
non udite ancora ¶ udir mi parve da la Ninfa
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1545
giá per l'ossa mi scorreva un gielo ¶ di
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1545
il core, ¶ e sentir mi parea l'acuto telo
48
1545
che la Ninfa cantando mi dicea. ¶ 6. ¶ Ond'ella, che
49
1545
co i divini occhi mi passò nel core, ¶ e
50
1545
ciò che segue subito mi disse, ¶ prima tenendo al
51
1545
non s'oppose, se mi presti fede. ¶ Perché perfetto
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1545
dicendo: "Ahimè, di te mi doglio": ¶ e di sanguigne
53
1545
piú penace; ¶ ché vivendo mi sento sofferire ¶ doglia maggior
54
1545
Lo star in vita mi tormenta e dòle, ¶ ché
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1545
leva o pur chi mi conforta? ¶ Sola, Camilla, altrove
56
1545
il gran Fattor che mi discioglia ¶ tosto da questa
57
1545
singulare. ¶ 158. ¶ Ma per ora mi credo ch'a bastanza
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1545
ingombra e 'l cor mi piglia, ¶ che poi contar
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1545
dir di voi mosso mi sono, ¶ ché perder nulla
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1545
tal il vostro favor mi dona il canto, ¶ (vostra
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1545
a mano a man mi sentirai scoprirti, ¶ u' l
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1545
cose assai che qui mi taccio ¶ fe' co l
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1545
moverlo puote. ¶ 94. ¶ Or dove mi trasporta il parlar mio
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1545
tal impresa giá non mi moss'io, ¶ e pur
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1545
moss'io, ¶ e pur mi giova quant'i' n
66
1545
io di lei come mi vidi senza, ¶ quasi morir
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1545
giá mai scoprire. ¶ 106. ¶ E mi pareva pur udir ancora
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1545
mira. ¶ In mille parti mi girava allora, ¶ come dal
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1545
altro giá ch'eco mi rispose mai. ¶ 107. ¶ Ch'ovunque
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1545
gran rapido fiume. ¶ 108. ¶ I' mi rimasi, né saprei dir
71
1545
pensier noiose some ¶ martír mi davan senza fine immensi
72
1545
Austro a Calpe, che mi giura Amore ¶ che trovar
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1545
quant'ogni or Amor mi giura ¶ su gli aurati
74
1545
chiaro ch'egli non mi mente. ¶ Ma di chi
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1545
senza lito. ¶ 6. ¶ E pur mi spigne il mio desir
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1545
ch'ogni spirto ingombra ¶ mi tira a sé qual
77
1545
sí ch'a cantarla mi dá forza e aíta
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1545
infiniti sospir del cor mi tragge, ¶ passo passo tornai
79
1545
ed ora tutt'ardore. ¶ 11. ¶ Mi pareva incontrar in ogni
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1545
la cantata bellezza, e mi parea ¶ veder da quell
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1545
d'altro mai pensar mi fu concesso, ¶ sí m
82
1545
sovvra 'l Lambro punto mi fermai, ¶ ma corsi a
83
1545
saprei dir come: ¶ ovunque mi volgeva, il bel rosato
84
1545
acquista il nome, ¶ e mi pareva udir quelle parole
85
1545
il sole. ¶ 15. ¶ Mille fïate mi fermai per via ¶ da
86
1545
ed uno d'essi mi diceva allora: ¶ "Ch'agogni
87
1545
S'ho dormito, ora mi sveglio ¶ per por nel
88
1545
mostrandomi ch'amar non mi sconviene. ¶ A questo il
89
1545
il primo a pena mi pungea la scorza, ¶ n
90
1545
bell'ombra e grata mi copriva. ¶ Ed ecco in
91
1545
ch'io ¶ da te mi parta ed onde veni
92
1545
perché mai piú non mi vedrai dapoi ¶ che quindi
93
1545
vorrei, ¶ che 'n cor mi vedi e 'n mezzo
94
1545
gli occhi miei". ¶ 89. ¶ Ché mi pareva aver sovvra la
95
1545
Ninfa e bella: ¶ - Perché, - mi disse, - adesso non ten
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1545
diva, ¶ che 'n vita mi tenevi col tuo canto
97
1545
mai sempre appresso star mi veggio, ¶ quella ch'ogni
98
1545
quella ch'ogni or mi scopre e mostra il
99
1545
adunque? Il cor chi mi divora? ¶ Di cui le
100
1545
Or se 'l pensier mi fa veder costei, ¶ che
101
1545
con le finte forme mi trastulla, ¶ allor che la
102
1545
guida innanzi a lei mi fosse, ¶ ché s'io
103
1545
fosse, ¶ ché s'io mi ritrovassi adesso seco, ¶ non
104
1545
folgore percosse: ¶ star non mi lece né so dove
105
1545
so dove il piè mi porte, ¶ poi che, Ninfa
106
1545
mio ben perdei. ¶ Ben mi dicesti con parole corte
107
1545
andar la forza sí mi fura ¶ ch'agghiaccio e
108
1545
se questo rigor troppo mi dura, ¶ mi veggio in
109
1545
rigor troppo mi dura, ¶ mi veggio in tutto de
110
1545
e pur andar innanzi mi bisogna, ¶ se veder voglio
111
1545
il mondo appella. ¶ 99. ¶ Né mi fu uopo dir qual
112
1545
di mille lacci allor mi vidi avinto. ¶ 100. ¶ Eran dal
113
1545
sí chiari e divi. ¶ Mi baste adunque dir in
114
1545
il vago viso, ¶ piú mi legava ogni or da
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1545
calde armi ¶ con che mi fere ogni or e
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1545
vuol sferrarmi, ¶ ma piú mi sferza, e accresce piú
117
1545
ho tolto meco. ¶ I' mi viveva d'ogni affanno
118
1545
anni ¶ in suo poter mi trovo pien d'affanni
119
1545
provi doglia, ¶ ben creder mi si può, perch'egli
120
1545
arbitrio e di ragion mi spoglia. ¶ A piaga vecchia
121
1545
l'impiaga? ¶ 8. ¶ Amor, che mi conosce, che mai sempre
122
1545
prima sopporto ch'ei mi stempre, ¶ che fòr uscir
123
1545
che di me stesso mi vergogno meco, ¶ né però
124
1545
cosa alcuna in vita mi tenea, ¶ se non mirar
125
1545
ancor de la memoria mi sgomento. ¶ 15. ¶ E pur dolce
126
1545
ben ch'ogni mirar mi fosse un dardo ¶ che
127
1545
l'osai per cui mi doglio: ¶ ché s'una
128
1545
aspra dipartita ¶ che morir mi faceva stando in vita
129
1545
Ne la solita stanza mi fermai, ¶ godendo la da
130
1545
Madonna pur in fronte mi vedea, ¶ come per lei
131
1545
allor vi fur che mi mostraro, ¶ com'uom che
132
1545
stava, ¶ in arido carbon mi trasmutava. ¶ 29. ¶ Poi che la
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1545
ogni or, se piú mi struggi, ¶ e liggiera dinanzi
134
1545
fomento al fuoco che mi pasce e incende? ¶ Perché
135
1545
fier si stende? ¶ Perché mi celi l'alma vista
136
1545
distrutto, ¶ chi sará che mi sane o che mi
137
1545
mi sane o che mi giove? ¶ A tal, vergine
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1545
il rimedio uscire. ¶ Chi mi tormenta e 'n fuoco
139
1545
tormenta e 'n fuoco mi mantiene, ¶ mi può sanar
140
1545
n fuoco mi mantiene, ¶ mi può sanar e farmi
141
1545
tiene ¶ chi la morte mi dá e fa gioire
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1545
in vostra mano: ¶ voi mi fate languir, mi fate
143
1545
voi mi fate languir, mi fate sano. ¶ 33. ¶ Un sol
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1545
uman, lieto e sincero, ¶ mi cava d'ogni doglia
145
1545
dunque un dolce sguardo mi dá vita, ¶ perché sí
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1545
Se contra morte quel mi porge aíta, ¶ perché soave
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1545
diva: ¶ ma, se quanto mi detta Amor ragiono, ¶ perché
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1545
morrò, se questa non mi sgrava ¶ del grave peso
149
1545
in memoria poi cantava: ¶ mi lodò spesso e, innanzi
150
1545
mercede. ¶ Né tanto dar mi volse mai d'ardire
151
1545
fier e irato sguardo mi feriva. ¶ 50. ¶ Ed era questo
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1545
albergo proprio di filosofia, ¶ mi fêr lasciar il luoco
153
1545
dolce e irreprensibil riso ¶ mi disse: - Figlio, tu 'l
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1545
muto stai, e sí mi miri ¶ come se mai
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1545
sará che 'l vero mi confessi, ¶ e da gli
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1545
sue parole a mente mi tornaro ¶ quanto se n
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1545
onde vergogna e duol mi scoloraro, ¶ qual ch'a
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1545
che 'l cor sí mi trafisse, ¶ e la mente
159
1545
e riverente a lui mi volsi, ¶ né per vergogna
160
1545
a me, poi che mi tolsi ¶ da te, mio
161
1545
anni sempre seguitai. ¶ 98. ¶ Ben mi ricordo, saggio dottor mio
162
1545
fanciullo a te tutto mi diedi, ¶ ed era mio
163
1545
a quel di Stagira mi rivolse. ¶ 99. ¶ Ed era forse
164
1545
anco ella poi, ¶ che mi sforzò cangiar il mio
165
1545
suoi ¶ de l'academia mi scopriva il nume, ¶ e
166
1545
e divin precetti tuoi ¶ mi posi a seguitar chi
167
1545
a lui lontano, ¶ e mi rivolsi in tutto al
168
1545
raccolse, ¶ per voler quanto mi dicea seguire. ¶ E disse
169
1545
oprar ogni ora, ¶ se mi concedi, Amor, che li
170
1545
bontate. ¶ Ma questo non mi quadra, perciò ch'io
171
1545
chiunque crede, ¶ può dir: "Mi purgo e 'l cor
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1545
i' ricercai, ¶ che quanto mi dicea seguisse appresso, ¶ e
173
1545
dicea seguisse appresso, ¶ e mi dicesse quai ministri toglie
174
1545
preci, e pregarlo che mi dia sostegno, ¶ che dir
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1545
come donne, legge. - ¶ 51. ¶ - E mi par, padre, che tu
176
1545
dèo. ¶ Ma 'l cor mi rende d'un sol
177
1545
io: e 'l mastro mi rispose, ¶ come suol sempre
178
1545
io lasciai. - ¶ 66. ¶ Ond'io mi mossi a dir allor
179
1545
e mastro reverendo, ¶ tu mi mostri d'Amor la
180
1545
tu che 'n fronte mi vedi ogni concetto, ¶ mostrami
181
1545
riso ¶ il venerabil Veglio mi rispose: ¶ - Figliuol, in parte
182
1545
qual col dubbio fòra mi levasti, ¶ quando de la
183
1545
m'ascolti bene. ¶ 72. ¶ Far mi bisogna come il cacciatore
184
1545
suonin tanti gridi; ¶ però mi piace ragionarne alquanto, ¶ acciò
185
1545
nel suo regno: ¶ né mi par uopo ch'ora
186
1545
qui t'aspetto se mi brami udire. ¶ A dietro
187
1545
il sacro dottor mio ¶ mi disse nel partir: - A
188
1545
quel santo Veglio, ¶ che mi dicea d'Amor quant
189
1545
diss'io, "ch'adesso mi risveglio ¶ de l'affetto
190
1545
alma donna mia. ¶ E mi parve piú bella e
191
1545
santa leggiadria, ¶ parea che mi dicesse: "È questa l
192
1545
e tal dolcezza, ¶ e mi parea che i tre
193
1545
in quell'unita. - ¶ 24. ¶ - Quanto mi parli, - i' dissi, - o
194
1545
o mastro mio, ¶ molto mi piace e mi conforta
195
1545
molto mi piace e mi conforta assai, ¶ e veggio
196
1545
morte. ¶ 26. ¶ E tu non mi dimostri altro che gioia
197
1545
in questo Amor che mi commendi tanto. ¶ Piacer mirar
198
1545
con martíre: ¶ "Non morendo mi sento, ahimè, morire". ¶ 40 ¶ Non
199
1545
pigre ¶ ch'ami chi mi disama e chi mi
200
1545
mi disama e chi mi fugge, ¶ e per un
201
1545
a donna sí crudel mi dia". ¶ 55. ¶ Cosí deliberando a
202
1545
se stesso, - il mastro mi rispose, - ¶ ciascun di lor
203
1545
tutto per adesso non mi lece, ¶ ch'ei dice
204
1545
Fattore, ¶ "E qui", dice, "mi godo, qui m'esalto
205
1545
ardore, ¶ che 'n cor mi rompe ogni terrestre smalto
206
1545
vidi cosí sospeso, alquanto ¶ mi posi a ruminar le
207
1545
le dette cose, ¶ e mi parea sentir in mezzo
208
1545
bella de l'usato mi parea, ¶ e piú ver
209
1545
lui dicea: ¶ "Amico, ora mi par che mio tu
210
1545
guida si ritrova cieco, ¶ mi diedi a ripensar ciò
211
1545
di me pietate ¶ chi mi soccorse col suo buon
212
1545
cosí grav'esiglio? ¶ Onde mi sforzo altrui mostrar la
213
1545
l'eterno ben qui mi fa fede, ¶ volendo il
214
1545
punto mancar dal ver mi vede, ¶ il cor mi
215
1545
mi vede, ¶ il cor mi punge con sí dolci
216
1545
vero e santo Amor mi discoperse, ¶ mai conosciuto da
217
1545
posto a far che mi rinove. ¶ Onde mi disse
218
1545
che mi rinove. ¶ Onde mi disse allor: - Figliuol mio
219
1545
Amor e dica quanto mi soviene, ¶ ché tempo è
220
1545
mastro, tanto ogni or mi piace; ¶ ma perch'a
221
1545
fuoco possa pace. - ¶ Cosí mi parve dirli brevemente, ¶ la
222
1545
parlar ripigliò, e sí mi disse: ¶ - Tu vuoi, figliuol
223
1545
m'arde e non mi grava? ¶ Ché, senz'Amor
224
1545
il premio in ciel mi veggio". ¶ 116. ¶ Che di tant
225
1545
i concetti miei, ¶ i' mi riposo alquanto, e poi
226
1545
e sincero, ¶ parea che mi dicesse: "Amico mio, ¶ tempo
227
1545
a dire: ¶ - Qualche pensier mi par che 'n capo
228
1545
mio. ¶ Soggiunsi poi che mi levasse fòra ¶ d'affanno
229
1545
mio disio. ¶ Un anno mi parea quella breve ora
230
1545
parte, ¶ e disse: - Assai mi piace poich'acceso ¶ ti
231
1545
e amando. ¶ E giá mi credo averti tratto fòri
232
1545
venni. - ¶ Indi abbracciommi e mi si strinse al petto
233
1545
fatto il tuo partir mi dá tormento. ¶ 75. ¶ Senza te
234
1545
sostegno non ho che mi tenea? ¶ Padre, non mi
235
1545
mi tenea? ¶ Padre, non mi lasciar senza consiglio ¶ in
236
1545
sempre eterno; ¶ né mai mi troverò lassato o sazio
237
1545
or altro il cor mi combatteva: ¶ chi m'animava
238
1545
m'animava e chi mi riprendeva. ¶ 82. ¶ Allor di tema
239
1545
vigilando o pur dormendo, ¶ mi ritrovai in mezzo d
240
1545
dumi; ¶ onde dov'io mi fossi non sapendo, ¶ girai
241
1545
quasi lagrimando ¶ in piede mi levai ed or qui
242
1545
lontana, ¶ ma la strada mi par scoscesa e strana
243
1545
l gran bosco, ¶ che mi par ch'alzi al
244
1545
rami e frondi, ¶ e mi sembra sí folto e
245
1545
come, stando, ¶ esser non mi parea quel che prima
246
1545
allor un che gridando ¶ mi disse: - Amico mio, questa
247
1545
l'apparir del sol mi parve ch'io ¶ in
248
1545
poi di grazia che mi desse ¶ che gli appetiti
249
1545
nessun d'i lati ¶ mi pieghi o fermi il
250
1545
fermi il passo o mi distoglia, ¶ ché senza il
251
1545
un gielato sudor tutto mi prese, ¶ ed un caldo
252
1545
rese, ¶ e sí liggier mi parve ch'io restassi
253
1545
che 'n tanti contrasti ¶ mi doni forza e fermi
254
1545
e tra' peccati immerso mi trov'io; ¶ ma pentito
255
1545
ed alti fossi: ¶ chi mi spigneva indietro e mi
256
1545
mi spigneva indietro e mi sgridava, ¶ chi forme orrende
257
1545
forme orrende e larve mi mostrava: ¶ 122. ¶ chi mi metteva
258
1545
larve mi mostrava: ¶ 122. ¶ chi mi metteva a canto damiselle
259
1545
di me pietate, ¶ che mi suggesse ch'eran fizzioni
260
1545
ed ecco un spin mi prese qual uncino, ¶ che
261
1545
che quasi a sé mi volse tutto in giro
262
1545
guardarmi, ¶ né mai chi mi mordesse pur m'accorsi
263
1545
e di pantere. ¶ 125. ¶ I' mi credeva al bosco essere
264
1545
essere aggiunto, ¶ quand'i' mi vidi assai da quel
265
1545
sicuro attrista. ¶ 126. ¶ Per contro mi si volse il mostro
266
1545
mio sentiero: ¶ poi soperbo mi disse: - Qui convienti ¶ morir
267
1545
vorrai campare. - ¶ 127. ¶ Questo dicendo mi ferí nel petto ¶ d
268
1545
con sanguigni denti ancor mi morse, ¶ onde il velen
269
1545
di quel ch'allor mi strinse il core, ¶ quasi
270
1545
volte, e a pena mi levai, ¶ afflitto e lasso
271
1545
quasi quasi a dietro mi voltai, ¶ né sapeva che
272
1545
innanzi i' rimirai ¶ chi mi chiamava a sé, levando
273
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genti a Dio nemiche ¶ mi dier cangiando ogni or
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gientil s'allaga. ¶ E mi diceva poi: - So che
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dinanzi gli occhi aver mi parve ¶ con draghi e
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aiuto mio". ¶ 138. ¶ In questo mi trovai nel fin del
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piú folto ed intricato mi pareva. ¶ 139. ¶ Or ciò che
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m'avenisse allor allora ¶ mi serbo a raccontar in
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al buon camino ritornar mi fe' ¶ con un gastigo
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piú vado innanzi, piú mi cede ¶ del bosco la
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al core, ¶ e sí mi parve il luoco ombroso
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ognintorno odore, ¶ che quasi mi fermai su il chiar
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a bere, ¶ sí caldo mi parea sentir il sole
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quel luoco far i' mi devea. ¶ 13. ¶ Ma 'l santo
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genio allor in cor mi disse: ¶ "Scuotiti, sciocco, e
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fatica lieta ed indefessa, ¶ mi facean cerri e quercie
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fra me: "Omai chi mi disvia? ¶ al sacro colle
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sará che disturbo piú mi dia?" ¶ Cosí dicendo a
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in lei ch'incontro mi veniva. ¶ E dolce ragionando
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veniva. ¶ E dolce ragionando mi dicea: ¶ - Questo giardin da
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deveva o s'ivi mi fermava. ¶ 33. ¶ Qual chi, su
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al desïato lito; ¶ 36. ¶ tal mi trovava allor e peggio
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l corpo era dubbioso. ¶ Mi diceva un pensier: "Or
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Un altro poi pensiero mi diceva: ¶ "Chiudi l'orecchie
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osso, ¶ che gir non mi lasciava, né voltarmi, ¶ quando
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velenosi ed empi, ¶ ratto mi posi fra la selva
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che sotto il colle mi trovai; ¶ 44. ¶ ma sí traffitto
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piedi, mani e volto, ¶ mi senti' snello, libero e
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la Madre di grazia mi rivolsi, ¶ ed in terra
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quanto posso in alto mi rincalzo. ¶ Cosí montando con
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di mezza trapassai. ¶ 52. ¶ I' mi sentiva quasi venir meno
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parea tutto traffitto; ¶ onde mi posi per posar alquanto
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era assiso. ¶ Per questo mi riscossi, e ancor di
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a la cima salir mi sforzo e provo. ¶ 54. ¶ Men
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piú m'affrettava, ¶ liggiero mi sentiva piú che prima
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ch'io soffersi. ¶ Gir mi pareva al cielo de
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doglia smenticai: ¶ di balsamo mi parve d'esser unto
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sano del tutto allora mi trovai. ¶ Il vestimento vidi
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e fissi. ¶ 63. ¶ Ciò che mi disse il sacerdote allora
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sudi e treme. ¶ Egli mi trasse d'i' miei
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e di certa salute mi dè speme, ¶ mentre però
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Ed altre cose assai mi disse il padre, ¶ de
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e leggiadre. ¶ 67. ¶ Egli dopo mi diede quel verace ¶ corpo
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qui d'Ippocrene non mi giova il luoco ¶ ne
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di fuoco ¶ in cor mi spire, e tal mi
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mi spire, e tal mi faccia vaso ¶ ch'io
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l'ultimo lavoro ¶ non mi negar il tuo soccorso
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da vestigio uman segnata. ¶ 72. ¶ Mi metto a caminar su
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a tal costume, ¶ che mi parea calcar bombace o
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di bianco marmo naturale. ¶ Mi volgo al destro a
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a tanta Madre?) ¶ che mi degni levar dal basso
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oscure ed adre, ¶ e mi conceda in ogni luoco
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e d'acqua sacra mi bagnò le gote: ¶ dapoi
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dapoi con bel sembiante mi proferse ¶ l'intrata dov
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forza calpestata. ¶ I' che mi vidi sovvra quella scorso
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dir il vero, ¶ ché mi parve, com'un si
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sí diviso, ¶ ch'esser mi parve giunto in paradiso
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e, quella fatta, ritto mi levai. ¶ In questo veggio
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parlar con dolci tempre. ¶ 105. ¶ Mi volsi al sacerdote che
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prego un dubbio che mi schiavi. ¶ Veggio un prelato
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A questo il sacerdote mi rispose ¶ dicendo: - Figlio, il
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a dirle tutte non mi sento, ¶ ché sí pudiche
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i' son, se despiegar mi fido ¶ tante sue lodi
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mai li disse: "Tu mi piaci", ¶ questi ebbe in
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anno passar, ch'assai mi duole. ¶ 142. ¶ Per questo nel
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A le colonne allor mi volgo, e miro ¶ sovvr
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in queste basse carte, ¶ mi scusi, ch'i divin
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del mio potere. ¶ 155. ¶ Ben mi son messo a tralatar
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penna di man spesso mi scuote. ¶ E quanto piú
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tempo ci dispenso, ¶ men mi par aguagliar le sacre
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Fregosa la casta Argentina". ¶ 165. ¶ Mi rivolgo e rimiro il
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scanno tutto aurato, ¶ questa mi par e credo certo