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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Muzzopappa, Affari di famiglia, 2014

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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olimpiche. ¶ Superato l’ingresso mi rendo conto che girare
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con il volto fasciato mi rende paragonabile a una
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un panino. Che fa? Mi picchia? ¶ Non sia ridicolo
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giorni. ¶ Mio padre non mi fece toccare terra nemmeno
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la nostra vecchia governante, mi servì ogni pasto su
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argento cesellato a mano. ¶ Mi ci potevo specchiare dentro
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Orlando tutte le mattine mi porge la colazione e
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qui a fargliele pesare. ¶ Mi fermo un attimo a
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sondare la sua provenienza, mi è bastato osservare con
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Ne vuole un po’?, mi chiede, mentre la goccia
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No grazie, rispondo. E mi sforzo di trovare qualche
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evitando la senape. ¶ Allora, mi parli un po’ di
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che ho una che mi succhia il cazzo. ¶ Ora
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preferisco cambiare argomento. ¶ E mi dica, cos’è quella
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Un tempo le sopportavo, mi dice, parlando come un
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lavorato. Pulivo i tavoli, mi fa, ingurgitando in tre
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PIANO SI RAFFREDDA, miss!, mi fa, masticando a tutta
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faccenda della TV così mi paga. ¶ E io, pur
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e lo seguo. ¶ Dopotutto, mi occorre una TV. ¶ Superato
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davanti ai quali, puntualmente, mi sento non solo inadeguata
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sorpassata. La tecnologia non mi appassiona: posso mostrare interesse
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e, scortata dal ragazzino, mi porto davanti al muro
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Ha bisogno di qualcosa?, mi chiede a sorpresa un
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schermi tradizionali. E poi, mi fa, nel caso volesse
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è la contessa rapita?, mi chiede infine, sporgendo la
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io? Ma per chi mi ha presa? ¶ Però lei
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hai sentito mia nonna?, mi fa eco il ragazzino
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mettevo le mani addosso», mi osserva per qualche istante
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torna a me e mi trapana gli occhi, soffiando
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Cosa le devo dire? Mi serve un televisore, ecco
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una mano da me, mi deve raccontare ogni fottuto
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mio, fosse uno scherzo mi vedrebbe già ridere con
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Se avessi un’alternativa, mi creda, non sarei qui
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LEI È UNA GRANDISSIMA! ¶ Mi sta prendendo in giro
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una roba fottutamente geniale!, mi dice, con entusiasmo. ¶ Non
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di Lourdes. Che forza! ¶ Mi creda, avrei fatto a
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per cui approvano. ¶ Uh! Mi spiace. E per quale
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in questo momento proprio mi sfugga, sono anche fin
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genere dalle mie parti?, mi fa, come abitasse nella
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Nell’attesa che torni, mi nascondo dietro una colonna
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all’agitazione. ¶ La gente mi fissa. ¶ Se ogni occhiataccia
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le braccia. ¶ Andiamo, dannazione!, mi fa, prima di scortarmi
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nello spazio davanti e mi guarda. ¶ Vada piano? Sta
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così lei abita qui?, mi dice il ragazzo una
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mia presenza. E ora, mi scusi se metto fretta
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fuori questo dannato televisore, mi dice, mettendo nella voce
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vincere con la psicologia, mi sbagliavo. ¶ Collegata la TV
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un cane vero, miss?, mi chiede il ragazzo indicando
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spazzola e aspettare che mi venga qualche idea brillante
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so perché, ma quando mi spazzolo i capelli mi
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mi spazzolo i capelli mi vengono delle idee fulminanti
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spazzola nella Birkin e mi avvicino alla porta d
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alle spalle. ¶ 16 ¶ Con coraggio, mi avvio lungo il ciglio
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decine di metri. Non mi trovassi in chissà quale
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con il raffreddore. ¶ Quando mi avvicino a una persona
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che per quel che mi riguarda potrebbe essere l
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nella situazione in cui mi trovo, rapita da me
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solleva lo sguardo e mi sfonda con una di
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lei chi cazzo è?, mi fa, pulendosi il naso
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contro la spalla. ¶ Non mi riconosce? ¶ Mi squadra dall
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spalla. ¶ Non mi riconosce? ¶ Mi squadra dall’alto in
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occhi. Con la testa mi fa cenno di no
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nel suo marsupio. ¶ Non mi muovo e lo fisso
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Sollevo il dito indice. ¶ Mi perdoni, vorrei chiederle un
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chiederle un piccolo favore. Mi servirebbe un televisore. ¶ Un
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televisore. ¶ Un televisore? ¶ Sì. ¶ Mi prende per il culo
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aspetti un attimo, miss. Mi faccia capire. ¶ Miss? ¶ Io
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ne sto qui che mi faccio i fottutissimi cazzi
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sbucando dal nulla e mi dice buongiorno, giusto? ¶ Giusto
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invece di chiedermi roba mi chiede un TV color
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all’orecchio. ¶ Ehm, pronto? Mi ha scambiato per un
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negozio? ¶ Non serve che mi prenda in giro. Non
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stupida. ¶ Cosa intende dire, mi fa mettendosi in piedi
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stupido sarei io? Eh? Mi prende per il culo
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la mia voce. ¶ Non mi capitava di avere a
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padre. ¶ Aveva novantadue anni, mi chiamava ormai Paola e
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di trovare la calma. ¶ Mi spiace per lo spaccio
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parte. Tutto qui. Non mi sembra poi una richiesta
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gira di scatto e mi punta il dito contro
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dito contro. ¶ E chi mi dice che lei non
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della polizia? ¶ Sì, lei!, mi fa, avvicinandosi minaccioso, come
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che si chiama? ¶ Non mi chiamo. ¶ Senta, il patto
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patto è semplice: lei mi porta un televisore e
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Allora prendo il motorino!, mi fa, prima di volatilizzarsi
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no no. Io non mi muovo da qui, gli
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Allora, miss, si decide?, mi fa il ragazzino. ¶ E
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casco. ¶ Ci voleva tanto. ¶ Mi assicura che lei è
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stradale? ¶ Ma secondo lei? ¶ Mi posso fidare? ¶ Ha altra
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contorni. Gli occhi non mi lacrimavano così tanto dall
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orologio. ¶ Visto che veloce?, mi fa, arruffandosi i capelli
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la Coprova, al camposanto mi ci porta il ragazzo
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Scendo dal vespino e mi guardo intorno. ¶ Anzitutto devo
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rischiare che la gente mi riconosca. Sarebbe antipatico dover
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di solito, non appena mi adocchiano, si avventano contro
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Sarei irriconoscibile. ¶ Il ragazzino mi osserva perplesso. ¶ Che sta
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perplesso. ¶ Che sta facendo? ¶ Mi copro. ¶ Perché? ¶ Fa un
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libro ha 912 pagine. ¶ Urca!, mi fa, usando un termine
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almeno il postino. Ma mi raccomando, non lasci impronte
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andranno benone. ¶ 13 ¶ Non che mi aspettassi una dama di
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abbia capito ancora non mi è chiaro. ¶ In certi
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di tanto in tanto mi capita di seguire nei
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ho preso una decisione!, mi risponde, con lo stesso
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no, no, no, no!, mi fa, scuotendo l’indice
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che fa? Quando parlo, mi registra? ¶ Ho una memoria
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Ho una memoria selettiva!, mi dice, sollevando il dito
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vita mia. ¶ Ora finalmente mi è tutto chiaro! ¶ E
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che non è così. ¶ Mi faccia capire, gli dico
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sfracella nel latte. Lei mi lascia qui? ¶ Sì. ¶ Da
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realtà, sono venti giorni, mi dice, abbassando lo sguardo
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diciamo venticinque anni, ma mi pare ora stia un
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alcun modo?, gli faccio. ¶ Mi spiace, ma «quando il
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faccia come crede. Ma mi dà la sua parola
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Parola di boy scout, mi dice, portando una mano
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di giorni. ¶ Cose buone, mi auguro. ¶ Lattine, soprattutto. ¶ Lattine
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La Patetica di Čajkovskij mi parte nella testa. ¶ E
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sua pistola? ¶ Il tizio mi guarda come avesse davanti
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del mio studio. ¶ E mi lasci anche delle munizioni
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prova vera apprensione. ¶ Quanto mi mancano i suoi «la
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piallate che per giorni mi ha fatto compagnia ora
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è più. ¶ Buonanotte, contessa!, mi dico da sola, con
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che in questo momento mi sembra di capire finalmente
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l’abito giusto. Infine mi siedo davanti al mio
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più in vita mia mi fiderò di un falegname
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falegname con turbe artistiche. ¶ Mi si dovesse rompere una
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problema principale è che mi annoio. ¶ Ho provato persino
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osservandolo con più attenzione, mi sono resa conto che
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infarto, allora sì. Altrimenti mi sa che questo gran
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poi io sia effeminata mi sembra il minimo. ¶ È
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tempi in cui Amedeo mi portò a Memphis per
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l’altro giorno e mi è sembrata proprio brutta
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mondo. ¶ Niente da fare, mi sa che ho combinato
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pochi giorni fa qualcuno mi avesse detto che mi
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mi avesse detto che mi sarei ritrovata da sola
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quelle fragorose risate che mi prendono quando vedo in
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Due mattine fa, quando mi sono chiesta se avessi
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sono scoppiata a piangere. Mi sono fatta pena. E
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raccontarmi. Tutto ciò che mi dicevo era prevedibile. Non
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fosse un genio, né mi sarei aspettata che di
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figlio, rinsavito all’improvviso, mi avrebbe sottratto a questo
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se ne fotte. ¶ Già mi vedo in qualche ospizio
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un dottore sadico che mi imbottisce di psicofarmaci e
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qualche vecchia novantenne che mi parla di Garibaldi al
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Devo trovare una soluzione. ¶ Mi guardo intorno, cerco nei
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cazzotti la TV. ¶ Non mi resta che aprire la
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sfogo che in seguito mi costrinse a cambiare la
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sia una buona madre mi è sempre stato chiaro
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che riempirmi di affetto, mi ha dato la stessa
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api e dei fiori. ¶ Mi sentivo rifiutata. ¶ Una sera
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sentivo rifiutata. ¶ Una sera mi feci forza e mi
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mi feci forza e mi permisi di entrare in
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con un elastico». ¶ Non mi ha ascoltato quando si
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basta con questo racconto!, mi fa. Non si direbbe
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potrei chiamarla per nome? ¶ Mi spiace, ma ho le
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serve una TV. Sa, mi piacerebbe capire se qualcuno
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molto probabile, a palazzo mi hanno già sostituito con
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con una controfigura. Non mi è parso però di
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aguzzo gli occhi e mi sporgo leggermente in avanti
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manca la parola, eh?, mi risponde, credendosi Michelangelo. ¶ E
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Arriccio le labbra. ¶ Sa, mi dice, sedendosi su uno
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avere un mercato? ¶ E mi fissa, come si aspettasse
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le mie inclinazioni. Se mi saltava in testa di
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testa di confidargli che mi sentivo perfetta per diventare
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grazie! Le sue parole mi confortano molto, sa? ¶ Ne
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sono lieta. Ma adesso mi scusi, vorrei essere concreta
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Guardi è proprio lì!, mi fa, indicandomi un punto
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Abbasso lo sguardo e mi rendo conto di esserci
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E ora, per favore, mi aiuti a portarla di
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la colazione. ¶ Perfetto. E mi raccomando: niente Gocciole. ¶ 11 ¶ A
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Gocciole. ¶ 11 ¶ A essere sincera, mi sarei aspettata un televisore
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di marzo. ¶ La camera mi inquadra seduta su un
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triangolo in pizzo nero, mi descrive come una donna
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non venga mai fuori. Mi addormento sempre un attimo
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Ancora qualche secondo e mi descriveranno come un reperto
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Vittoria e poi, bum, mi sono risvegliata stesa a
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numero di telefono se mi si avvista da qualche
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volte a intervalli regolari. ¶ Mi fa una certa impressione
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figlio. Ancora ricordo quando mi portò a casa una
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casa una cretina che mi parlava dei fratelli Karamazov
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cretino. ¶ Spengo la tv, mi sollevo dal divano in
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divano in cellophane e mi spingo a grossi passi
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porta a soffietto e mi lancio contro il cassetto
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sulle lame affilate. ¶ Signora!, mi fa il rapinatore, rincasando
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che rotolano sul pavimento. ¶ Mi occorrono riviste, un foglio
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durante le vacanze estive, mi dilettavo a giocare nel
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questo chi lo dice?, mi rispose piccato con aria
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capi base. ¶ All’inizio mi sentivo sperduta. Non avevo
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di essere davvero portata. ¶ Mi bastarono poche settimane per
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l’haute couture e mi insegnò come preparare i
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arrivare a toni esasperati, mi sembra di aver riassunto
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il Koh-i-Noor. Mi importa solo che sia
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nuca. ¶ I suoi «quasi» mi mandano in confusione. La
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Ci voleva tanto. ¶ Però!, mi fa. Non sospettavo avesse
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un sussulto finale che mi spinge in avanti. ¶ Siamo
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in avanti. ¶ Siamo arrivati!, mi fa, squillante. ¶ Dove? ¶ Io
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anche svitato. ¶ Il giovanotto mi invita a fare il
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e cuoricini. ¶ Prima lei, mi dice, con un ampio
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con uno sguardo inflessibile. ¶ Mi guarda e non si
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un momento all’altro mi aspetto venga fuori Biancaneve
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con improbabili motivi geometrici, mi aggiro per la casa
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la mostra itinerante che mi è capitato di visitare
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un dialogo. ¶ Intende queste?, mi fa, infilando le dita
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qui in piedi? Sediamoci, mi dice, indicandomi un sofà
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lasciato il cellophane sì!, mi fa. Ma non con
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dietro le gambe e mi accomodo. ¶ E così lei
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Oh, no, no, no, mi fa il ragazzo, muovendo
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lavoro. ¶ Probabilmente il ragazzo mi ha scambiato per una
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chiedermi come mai rapino... ¶ Mi ha tolto le parole
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È una lunga storia, mi confida, assumendo la posa
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cos’è un ebanista? ¶ Mi limito a fissarlo, tanto
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lavoro. Solo che poi mi hanno buttato fuori per
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venga, le faccio vedere!, mi dice, che nella sua
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uno stia qui e mi aspetti, visto che si
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giro di dieci secondi mi torna con un grosso
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la bandiera sulla Luna. ¶ Mi allunga un raccoglitore di
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una banca vicino Bergamo. Mi vede?, chiede, mostrandomi un
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zucchero? ¶ Niente tè nero, mi spiace. ¶ Una tisana al
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sarcastici. Con tutta probabilità mi avrebbe rapita sul serio
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guadagnarne. ¶ Ecco l’acqua!, mi fa, tornando con un
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tono di voce imperiale. ¶ Mi dica, risponde, accomodandosi accanto
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favore. ¶ Quello che vuole! ¶ Mi fermo un attimo a
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invece, mossa dalla disperazione, mi vedo spuntare dalla bocca
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un momento come questo mi appaiono, non so come
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chiedo di rapirmi. ¶ CHE?, mi fa, lasciando cadere il
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alcuna intenzione di... RAPIRLA, mi dice la superstar delle
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se posso essere sincero mi scusi sa, ma io
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non me li aspetto, mi fa, tutto impettito. Sembrava
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cui, faccia il favore, mi risparmi la parte. Ho
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Niente. Non si fida. ¶ Mi guarda con la stessa
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sotto il mio naso, mi pignorerà la tenuta costringendomi
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pasticceria. ¶ Oggi per esempio mi ha raccontato della famiglia
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testa contrariato, mentre Amedeo mi suggerisce che avrei fatto
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e un titolo che mi descrive come una madre
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soldi per anni. ¶ Quanto mi manca. ¶ A me sono
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era colto e intelligente: mi parlava di Thomas Eliot
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Per il primo appuntamento mi invitò al cinema a
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nascita di Emanuele, Amedeo mi regalò un armadio. ¶ Un
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pupo... ¶ Vieni qua, moribonda!, mi fece, prendendomi in giro
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in giro come sempre. ¶ Mi alzai a fatica, con
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aperto le ante, però, mi resi conto che stipati
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invece nulla. ¶ Mentre io mi ero già liberata dell
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la superficie non conta, mi dice, ridendo. E poi
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cercato un uomo che mi amasse per il mio
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ragazza mia. ¶ Non capisco, mi dice, spingendo gli occhiali
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come reggersi in piedi. Mi segui? ¶ Sì. ¶ I ragazzi
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a Salvador Dalì quando mi dipinse con i baffi
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è una rapina». ¶ 7 ¶ Non mi capitava di assistere a
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ghiaia rovente in bocca. ¶ Mi difesi a modo mio
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da raccontare, soprattutto quando mi ritrovo in certi simposi
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scompormi ad Anna, che mi guarda, senza scomporsi. ¶ Senza
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dando l’allarme, contessa, mi fa la ragazza, premendo
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che pratico kick boxing, mi dice, strizzandomi l’occhio
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le pratiche di difesa mi piacciono molto. Ho anche
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forse di denaro contante. ¶ Mi chiedo se questo tizio
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in vita sua e mi domando, inoltre, come faccia
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St. Moritz nel ’98, quando mi misi in testa di
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viaggio a St. Moritz mi costò quanto un monolocale
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mia Birkin color aragosta. ¶ Mi guarda. ¶ Lo guardo. ¶ Mi
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Mi guarda. ¶ Lo guardo. ¶ Mi fissa. ¶ Lo fisso. ¶ Riflessa
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nei suoi occhi verdi, mi vedo già sepolta viva
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la macchina del ghiaccio. ¶ Mi scusi, fa con una
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le palpebre e, inchinandosi, mi prende le dita con
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che un uomo non mi rivolgeva un saluto del
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Tranquillizzata dalla sua cortesia, mi lascio andare. ¶ Amico mio
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Niente colpi di testa, mi raccomando. ¶ Non si preoccupi
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È scarica! Stia serena, mi prenderò cura di lei
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prenderò cura di lei, mi rassicura, dedicandomi un nuovo
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fuori di qui. ¶ 8 ¶ Quando mi invitano in qualità di
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qualche «prima» importante, spesso mi capita di dover sfilare
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stessa condizione in cui mi trovo adesso, se si
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giovane lo afferra e mi usa come scudo per
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sono tranquilla. ¶ Qualunque rapinatore mi avrebbe sbattuta nell’abitacolo
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della vettura, non solo mi apre lo sportello, ma
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stradina di campagna e mi invita a scendere aprendo
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pensione. ¶ Poi con gentilezza mi chiede di scendere dalla
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con acceleratore a tavoletta. ¶ Mi sbaglierò, ma nel mio
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avvolgente. ¶ Sa una cosa?, mi dice sorridendo. È la
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la prima volta che mi capita di avere a
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Ah, no? ¶ Be’, non mi dica che non mi
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mi dica che non mi ha riconosciuto!, mi fa
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non mi ha riconosciuto!, mi fa, sgranando gli occhi
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riconoscerla? ¶ Direi di sì. ¶ Mi stacco dal sedile per
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Orlando non avrebbe tempo. ¶ Mi spiace ma proprio non
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ho già concluso e mi sembra che al momento
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rapinatore educato». ¶ HA SENTITO?, mi fa il giovanotto, con
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gli occhi luminosi. ¶ Non mi rimane che roteare le
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solo pensassi di rapirla?, mi chiede, premendo a tavoletta
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una persona qualunque, lei. ¶ Mi ci vogliono pochi secondi
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più ci penso, più mi accorgo che forse questa
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un paio di giorni mi resi conto che l
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nel suo incedere sgraziato, mi si presenta in maglietta
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l’hanno regalato. ¶ Non mi riferisco al panama, sciocco
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e occhiate ambigue. Non mi serve dire pezzo di
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che quando il babbeo mi si presenta in casa
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spicciati. ¶ Mamma, devo parlarti. ¶ Mi siedo sull’unica Frau
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fissa. ¶ La cosa non mi entusiasma. ¶ Be’, dovrebbe. Lei
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il diamante di famiglia. ¶ Mi aggrappo ai braccioli, infilzandoli
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UNA MEDUSA SPIAGGIATA? ¶ Papà mi fece promettere di regalarlo
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mare increspato dal vento, mi dice, fissando con trasporto
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cuore... ¶ Per quel che mi riguarda puoi anche richiuderlo
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anche richiuderlo. ¶ Ma io, mi dice. E nemmeno completa
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viale del cimitero. E mi guarda con gli occhi
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in banca. PARLA! ¶ Nulla. Mi guarda a bocca aperta
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una statua del Tussauds. ¶ Mi tiro su dalla poltrona
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Sono solo più ubriaca. ¶ Mi spiace che tu la
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misura da Krizia. Ora mi tocca regalarla alla Caritas
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un bene dell’anima, mi fa, con lo stesso
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ho già detto: papà mi ha dato la libertà
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come fosse cedrata e mi lascio scivolare nella Frau
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da Pierrot. E ora mi ripaga così. ¶ A questo
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probabile che mio figlio mi odi davvero. ¶ Avrei dovuto
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Nell’attesa che arrivi, mi sforzerò di pensare a
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discussione con mio figlio mi ha rovinato la giornata
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il caramello. ¶ Come desidera. Mi duole però riferirle che
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Mességué. Tra un po’ mi servirai solo pane e
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indossando un camice bianco. ¶ Mi spiace, signora. ¶ Che disastro
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vada per la stracciatella. Mi aiuterà a sbrogliare la
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quel cretino apre bocca mi salta il sistema nervoso
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o tre parole e mi piglia una voglia inarrestabile
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imbecille come un agrume. ¶ Mi pare di capire che
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pena per la tarantola. ¶ Mi spiace, signora. ¶ Immaginavo per
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prima volta dopo anni, mi sono guardata attorno in
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nove. ¶ Vorrà dire che mi sveglierò col gallo. ¶ Mi
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mi sveglierò col gallo. ¶ Mi spiace, contessa. ¶ Richiama la
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piegato a novanta, e mi avvio in completa autonomia
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nera dall’aria scomoda. ¶ Mi affaccio nel suo box
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Maria Vittoria, che piacere!, mi fa, scattando in piedi
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come stai? ¶ Bene, signora. Mi spiace averla convocata così
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averla convocata così presto. ¶ Mi sono svegliata col gallo
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Dictionary of Banking Terms. Mi segue? ¶ Anna? ¶ Sì? ¶ Non
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Fin negli abissi, direi. ¶ Mi scusi. Proverò a sintetizzare
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cifra del pennarello non mi piace... ¶ Preferisce quella indicata
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sono stati spesi circa, mi faccia verificare... centoquarantamila euro
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e solerte. ¶ La ringrazio!, mi fa, cercando di sistemare
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sentimento di solidarietà femminile mi spinge a parlarle con
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di bicchieri di alcol, mi permetti un suggerimento? ¶ Certo
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di vita. ¶ Un consiglio?, mi chiede incuriosita, sistemando gli
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sorridendo l’infermiera che mi posò Emanuele in grembo
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mio collaudato sguardo inceneritore. ¶ Mi costa ammetterlo, ma aveva
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durarono giorni e io mi ritrovai senza marito, senza
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ricco fisso mensile. ¶ Tuttora mi chiedo come mai mio
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da mesi. Da Emanuele mi sarei aspettata non dico
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accettabile, per quel che mi riguarda, solo da parte
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proprietà immobiliari, e adesso mi ha costretta non solo
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Dio solo sa quanto mi piacevano quei biscotti freschi
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giro di qualche mese mi ritroverò in prigione per
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che è peggio non mi aiuta a comprimere i
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stai?, con tutta probabilità mi risponderebbe Le nove e
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e le discussioni che mi ritrovo a fare da
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rabbia. ¶ Ancora oggi, quando mi cerca per sapere come
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sono così tese che mi sorprendo, in preda al
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ne risentirebbe. ¶ Il maggiordomo mi serve. ¶ E poi io
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un’occhiata sicura e mi versa un darjeeling in
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il suo atteggiamento distaccato mi irritava. Non che dai
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che dai miei domestici mi aspetti numeri da foche
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invidia. ¶ Al mattino Orlando mi sveglia facendo il suo
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per fare cassa. E mi parla come fossimo tra
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il materasso. ¶ L’età mi ha donato splendidi boccoli
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dei bimbi col grembiulino. Mi fermai a mensa con
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sotto il piatto fondo, mi fecero trovare una letterina
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Terminata la colazione, credo mi tirerò fuori dal letto
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breve passeggiata di salute. ¶ Mi duole rammentarle che oggi
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la prima rivista che mi capita a tiro: qualche
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di una radio. “Emanuele mi ha fatto il regalo
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Ho paura di no, mi risponde abbassando la testa
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risponde abbassando la testa. ¶ Mi tiro fuori dal letto
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seno proveniente da Miami. ¶ Mi spiace, signora. ¶ Ludmilla Coprova
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nome d’arte. ¶ Non mi dirai che questa tizia
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non sembra da meno. ¶ Mi siedo a bordo letto
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come un francobollo non mi lascia tranquilla. ¶ Cos’altro
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un ometto. ¶ Non che mi attendessi qualcosa di diverso
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in futuro. ¶ E invece mi tocca sorbire le insistenze
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sono dei rebus fenomenali. ¶ Mi spiace la prenda così
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stile è nettamente migliorato. ¶ Mi spiace ricordartelo, ma l
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capito, signora. Non insisto. Mi ritirerò in camera. Intendo
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il discorso. ¶ Molte volte mi è capitato di voler
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Io la televisione non mi limito a guardarla: la
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la divoro. ¶ Normalmente, se mi trovo con un telecomando
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da decubito. ¶ Ti diverti?, mi chiedeva mio padre. ¶ Molto
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flessuosi. ¶ Finita la trasmissione, mi concedo una bella passeggiata
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di valva da capasanta, mi raggiunge Orlando, scuro in
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Perché forse finora non mi è mai capitato di
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lunghe coliti spastiche che mi costrinsero più volte a
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sono, perché proprio Veterinaria? ¶ Mi sento portato per i
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una nuova idea. ¶ Mamma!, mi fece. Ho deciso! Prenderò
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è davvero ovunque. ¶ Non mi capita spesso di fare
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pensieri violenti, ma stavolta mi ritrovo a riflettere su
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se mai nella vita mi capiterà di ficcare l
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dovrà cagare in piedi. ¶ Mi ritrovo a guardarlo con
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in tutti i modi: mi sono allontanata da casa
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una lettera minatoria e mi hanno dato persino dello
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vaso Ming. ¶ Si calmi!, mi fa, prendendomi per le
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il suo entusiasmo giovanile mi rinvigorisce. ¶ Guardiamo TVNY, miss
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gli chiedo, scettica. ¶ Shhht!, mi fredda. ¶ Allora, piccolo verme
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Allora, piccolo verme strisciante. Mi hai capito? Ora berrò
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il tenore dei dialoghi mi alzo dal divano e
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di arredamento inservibile. ¶ Jack, mi hai sentito? La puttana
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verso di me e mi fissa con lo stesso
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soluzione! Ce l’ho! ¶ Mi siedo accanto a lui
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lei è stata rapita. Mi segue? ¶ La seguo. ¶ Chi
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già minacciato di ucciderla. Mi segue? ¶ La seguo. ¶ Ma
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tenere la stessa linea. Mi segue? ¶ Continui. ¶ In tutta
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fottutissima troia! ¶ La Schweppes mi va di traverso e
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c’è, miss? Perché mi guarda così? ¶ Non le
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Ma per quel che mi riguarda, non è più
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ultima volta che Amedeo mi portò su quella giostra
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Che ne dice, miss?, mi chiede il ragazzo tentando
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indice, incollati tra loro. ¶ Mi sembra faccia davvero paura
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le pare manchi qualcosa? mi chiede, passando la lama
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la parola «diamante»? ¶ No. Mi riferisco a un colpo
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Miss, ce l’ho!, mi fa, con una luce
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un paio di cartucce, mi volto e mi preparo
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cartucce, mi volto e mi preparo a scendere. ¶ Ma
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in tutta la baita. Mi fermo di colpo, appiattendomi
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e denti da mastino, mi mostra il distintivo e
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mostra il distintivo e mi fa: ¶ Lei dunque si
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questa baita. ¶ Ma non mi arrendo, so come difendermi
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munizioni nel tamburo e mi porto sulle scale. ¶ Tolgo
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mentale. E pazienza se mi costeranno un occhio. ¶ Faccio
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gettate le pistole o mi sparo». Arrivata però a
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però a metà scalinata, mi ritrovo a lasciar scivolare
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piccola fiammiferaia, e invece mi ritrovo il «famoso rapinatore
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senza ottenere nemmeno un «mi hai chiamato?». ¶ E va
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forti maschi alfa, quando mi pare chiaro si tratti
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il mio disprezzo e mi metto a sedere, come
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unica cintura nera che mi attrae è quella in
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spesso il mio ruolo mi impone di mettermi seduta
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In questo momento, invece, mi vedo costretta a sedare
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si calmano. ¶ Allora, anzitutto mi preme ricordarvi che siamo
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busta e lei, giovane, mi faccia una cortesia: deve
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fottuto il cervello. ¶ Non mi sono fottuto nessun cervello
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sul piano, per cortesia? Mi racconti cos’ha in
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sarei mai diventato famoso. ¶ Mi limito a roteare gli
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delle sue capacità, ora mi scopro a fissare l
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sarei arrivato anche io!, mi fa, con la faccia
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In vita mia non mi è mai capitato di
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Fortuna i ragazzi non mi chiedono di collaborare, tanto
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forte, lavare a terra mi è impossibile per via
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bagno. E per quanto mi piaccia sfogliare «Donna Moderna
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caldo con dovizia. ¶ Non mi guardi così!, mi fa
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Non mi guardi così!, mi fa, con gli occhi
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sinceramente colpita. ¶ Per chi mi ha preso, miss? Per
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camicia per renderla perfetta?, mi fa, spruzzando amido sulla
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a posto casa tua! Mi hai sentito? E se
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ha terminato di spolverare. ¶ Mi fa quasi tenerezza. ¶ La
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miei due aiutanti non mi stupisce. Che abbiano quindici
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atteggiamento per me inconcepibile, mi sono vista costretta a
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tonaca a fiori e mi guarda. ¶ Non sono barchette
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ma che gli dico?, mi chiede. ¶ Che ne so
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bello vederli così uniti. ¶ Mi siedo davanti alla TV
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da due giorni non mi dà soddisfazione. Mi aspettavo
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non mi dà soddisfazione. Mi aspettavo notizie della lettera
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Avrà voluto dire divergenze? Mi chiede il rapinatore educato
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più tollerabili, anche perché mi ha ordinato di restituirgli
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avvicinarci. ¶ Venga qui miss, mi mescoli lo zucchero con
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delle Gocciole. ¶ Il ragazzino mi strizza l’occhio con
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e in teatro, quando mi ritrovo seduta accanto a
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tra gomiti. ¶ Nonostante questo, mi alzo da tavola, spazzolo
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da una forza esterna, mi ritrovo ad abbracciarli. ¶ Come
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mentre li abbraccio rifletto. ¶ Mi tradiranno? Venderanno alla stampa
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è. E lei, giovanotto... ¶ Mi dica signora, mi fa
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giovanotto... ¶ Mi dica signora, mi fa, stropicciando gli occhi
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fa, stropicciando gli occhi. ¶ Mi ha ospitato nella sua
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come una di famiglia. ¶ Mi guardo intorno per l
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parquet in finto legno. Mi mancheranno: se mi capiterà
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legno. Mi mancheranno: se mi capiterà di bere un
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questa casa, gli dico, mi creda, è molto difficile
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a parlare di alfieri. Mi prenderebbero per scema. ¶ Assorti
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acqua. «Vergine d’acciaio», mi chiamavano, per una serie
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tutto l’abitacolo e mi ritorna nel torace affaticato
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una figlia minorenne. ¶ Signora, mi starò anche affermando come
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come scultore di velieri, mi risponde il logorroico falegname
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macchina, contessa, è rubata, mi dice sottovoce con un
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io... vorrei... lasciarle... questo, mi dice il ragazzino, allungandomi
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poi, risalendo in macchina mi allunga con un grosso
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È la Maria Vittoria!, mi dice, sull’orlo della
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giuste per ogni occasione, mi ritrovo con la bocca
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E mentre in testa mi parte la musica di
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e l’artrosi che mi pulsa nelle anche. ¶ Mi
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mi pulsa nelle anche. ¶ Mi allontano senza voltarmi. Te
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urlare in lontananza. Io mi chiamo Alberto! ¶ E io
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arrivare stanca e barcollante, mi corre incontro. ¶ Ma... ma
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Tempo cinque minuti e mi riceve una fanfara di
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folla che di solito mi toccano quando vado a
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una gara a chi mi offre la poltrona più
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stanchezza di queste settimane mi cascasse addosso. Vorrei solo
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Luigi XVI. ¶ Invece no. Mi trattano come fossi l
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di buche, l’ometto mi dà l’idea di
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numero di scarpe. ¶ Anzitutto mi permetta di dirle che
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gentilezza, ritorna dritto e mi squadra indugiando sul viso
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viso. ¶ È proprio lei!, mi fa, come fossi la
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le camere dei bambini. ¶ Mi accomodo sulla seggiola mentre
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in un centro commerciale, mi fa. ¶ Io in un
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stampa vintage disegno fantasia. ¶ Mi guarda basito, quasi gli
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se lo dimentica. ¶ Allora?, mi chiede, cercando di trapanarmi
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appuntito. ¶ Allora che? ¶ Contessa, mi sembra non sia molto
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chiedere troppo? ¶ Assolutamente no, mi dice, intendendo l’esatto
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per la parola «assolutamente» mi spinge ad alzarmi dalla
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Un’ondata di flash mi acceca. ¶ Abbasso il finestrino
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in aristocrazia. Una bambina mi lancia in macchina una
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dalla curia nel lontano ’43, mi attende statuaria una donna