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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Magari domani resto, 2017

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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la faceva nonna Giuseppina, mi risveglia l’appetito. ¶ “Alla
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di vino. ¶ Subito dopo mi butto con la testa
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e mille pensieri che mi premono come un macigno
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boccone troppo grande e mi perdo nei dettagli della
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bicchiere di vino e mi alzo per osservare da
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in intimità, felici addirittura. Mi avvicino ancora un po
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i loro corpi, quasi mi viene voglia di correre
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Apro la finestra e mi accendo una sigaretta. Un
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sono settimane che non mi preparo qualcosa di decente
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apparecchiata per una persona mi hanno riportata alla mia
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Toledo e la sera mi ritiravo sempre tardi. Anche
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Anche lì in cucina mi aspettava una tovaglietta con
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soldi per le sigarette mi faceva stare male. Comunque
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di pasta e patate, mi hanno fatto capire che
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nel mondo finché qualcuno mi farà trovare qualcosa di
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alza a sedere e mi lecca la mano. Chino
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occhi dolci. A volte mi domando come sia possibile
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una camicetta di seta. Mi sono truccata un po
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Quando sono in ufficio, mi piace marcare il territorio
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perciò chiamò casa e mi pregò di preparargli il
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con la sua prof mi finsi nostra madre). ¶ Quando
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aprì la dispensa e mi offrì i soliti biscotti
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commentò: “Luce, anche oggi mi hai sporcato tutto il
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ti bastano i Galletti?”. ¶ Mi girai di scatto e
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ogni pomeriggio in parrocchia. Mi pentii quasi subito della
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non c’era più. Mi chiedevo dove fosse finito
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mamma. ¶ In ogni caso mi rimase un sasso sullo
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interessano gli uomini?” ¶ “Non mi piacciono le femmine, se
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maschi o le femmine. Mi interessa che tu ti
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subito.” ¶ “Non ti capisco.” ¶ Mi carezzò la mano. “Niente
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era venuta. ¶ Quella storia mi ha insegnato due cose
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il calcio piaceva perché mi ricordava mio padre. Non
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giorno del primo scudetto, mi venne a svegliare alle
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già in cucina e mi stava preparando il latte
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è tutta colorata!” e mi diede il cinque. ¶ In
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questo l’aneddoto che mi fece innamorare del calcio
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D’Angelo, e io mi beavo in vista della
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al mio posto e mi dirigo subito nella stanza
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un circolo vizioso che mi porta a ricevere un
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nu cesso ambulante”. ¶ Stamattina mi sembra facile capire che
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lo schermo e non mi degna di uno sguardo
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solleva il capo e mi fissa. “È nel suo
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acidula della sua voce mi ricorda che la Forino
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Manuel. I primi tempi mi fece la guerra perché
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volto al suo. Lei mi dedicò uno sguardo timoroso
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in chiaro, perché già mi hai rutt’ ’o cazz
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se lo vuoi sapere, mi sta pure un po
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con lui. Perciò non mi rompere più le scatole
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posteriore dei jeans, e mi avvio in salone per
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E adesso? Lo sveglio? Mi avvicino e gli poggio
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smuove di un millimetro. Mi passo una mano sul
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senza pensarci troppo. Poi mi inginocchio e cerco di
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appena sente la stretta, mi si avvinghia al petto
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altrimenti, per quel che mi riguarda, sarebbe potuto rimanere
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ciuffo di suoi capelli mi solletica il naso mentre
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naso mentre il telefono mi avvisa dell’arrivo di
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Manuel, infine lo sguardo mi cade su Kevin che
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prima delle undici e mi trova seduta sul divano
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le chiavi nella toppa mi metto a sedere composta
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attendo. Lei entra piano, mi sorride, si disfa del
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mio fianco. ¶ Solo adesso mi accorgo che ha il
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ancora detto una parola; mi guarda e sorride, ma
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Eterno Riposo, ma non mi ha spiegato come ricambiare
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la sua assenza, che mi ha spinta a costruirmi
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nata e cresciuta, che mi hanno costretta a diventare
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aspetta, ti prego.” ¶ Quasi mi sembra di provare compassione
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che fino a ieri mi procurava un certo prurito
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bbona che aggio fatto”. ¶ Mi risiedo. Lei tira fuori
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Ma non posso, e mi tocca stare qui a
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quel pezzo di merda mi aveva fatto seguire dai
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mazziato a quel poveretto, mi hanno sbattuta in un
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in un taxi e mi hanno riportato qui!”. ¶ “Ma
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abbozzare, ma lei nemmeno mi ascolta e domanda: “Ti
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pensile in cucina e mi vengono in mente le
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buona madre. Che beva mi sembra evidente, che non
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una bottiglia di scotch. “Mi dispiace, manc’ ce cunuscimm
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dispiace, manc’ ce cunuscimm’, mi starai prendendo per una
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dice poi. ¶ “Ma no...” ¶ Mi interrompe e aggiunge con
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È un periodo che mi va di giocare a
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la guerra, l’amore mi ha stufata!” ¶ La risposta
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io nun ’o vedev’.” ¶ Mi giro d’istinto per
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mmerd!” ¶ A questo punto mi farebbe piacere apprendere qualcosa
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le tre e quarantacinque; mi sono alzata e ho
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fratello Antonio a fermarmi, mi afferrò per il polso
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per il polso e mi portò a casa di
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e il sabato successivo mi presentai dal parroco dell
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e i gatti non mi stanno nemmeno tanto simpatici
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uno scolaretto impreparato. ¶ “Perché mi fanno sentire impotente.” ¶ Lui
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in chiesa”. ¶ Mia madre mi perdonò dopo molti mesi
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ogni modo il ricordo mi dà la spinta necessaria
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Alzo lo sguardo e mi accorgo di un foglio
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troppo rumore. Cane Superiore mi salta addosso e cerca
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gli sono mancata: lui mi fissa e piega un
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vino, e una rosetta. Mi scappa ancora un altro
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sorriso (e la cosa mi stupisce parecchio, considerato il
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un attimo fa), poi mi volto d’istinto a
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C’entra, perché ultimamente mi sembra di essere tornata
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Io lo sono.” ¶ Carmen mi fissa ancora un istante
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intervenire Sasà, ma io mi alzo e stringo la
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ormai, non posso. Sasà mi sta ancora guardando a
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di sgattaiolare all’esterno. ¶ Mi presento sotto casa di
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al guaio nel quale mi sono cacciata; mi ero
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quale mi sono cacciata; mi ero ripromessa di andare
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rinunciare al caso, invece mi ritrovo a fingere di
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Sbuco dall’ascensore e mi trovo davanti proprio lui
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leggermente a mandorla, che mi punta con il suo
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la mia babysitter?” ¶ “Sì.” ¶ Mi scruta un altro po
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altro po’ e aggiunge: “Mi piace il nome Luce
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piace il nome Luce, mi fa pensare al giallo
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come non mai, che mi invita a entrare. Sarà
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sfidare la gravità. ¶ Carmen mi fa strada in casa
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e con modi sbrigativi mi mostra le varie stanze
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Kevin al mio fianco mi guarda e fa: “Andiamo
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giocare?” ¶ “Eh,” ribatte e mi afferra la mano. ¶ Sarà
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dell’abitazione, e non mi sorprenderei più di tanto
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è strano che non mi sia ancora imbattuta nella
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una buona cosa, e mi fa pensare male. ¶ Kevin
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senza far rumore e mi imbuco nella sua stanzetta
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Sgrano gli occhi e mi avvicino per controllare se
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del noto fumetto e mi accorgo che le mensole
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non potevo immaginarlo. ¶ Lui mi chiama. ¶ “Che c’è
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a quest’ora mamma mi fa mettere il pigiama
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prendere il benedetto pigiama. ¶ “Mi aiuti?” fa lui. ¶ “Perché
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lascia stare,” rispondo e mi avvicino per togliergli la
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da fare, il busto mi sembra troppo grande. Dopo
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lo indossa. ¶ D’improvviso mi è presa una gran
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di fumare; sarà perché mi sono appena resa conto
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creaturo! ¶ Per fortuna Kevin mi distoglie da tali inutili
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Il latte?” ¶ “Sì, mamma mi porta una tazza di
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Socchiudo gli occhi e mi avvio in cucina senza
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tecnologiche; mia madre non mi ha mai portato qualcosa
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con il latte caldo. ¶ Mi siedo al suo fianco
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Lui si gira e mi fissa perplesso prima di
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spalanca gli occhi e mi fissa per un istante
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istante di troppo che mi costringe a distogliere lo
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andato,” ribatte, e stavolta mi costringe a voltarmi. ¶ Ho
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corazza di distacco che mi porto appresso e ora
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qua, si era scocciato...” ¶ Mi sistemo meglio sul divano
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meglio sul divano e mi faccio attenta. ¶ “Di cosa
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rispondo di getto e mi alzo. Non so cosa
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un ultimo sorso e mi porge la tazza. Poi
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Esco sul balcone e mi accendo finalmente la sigaretta
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Sollevo lo sguardo e mi imbatto in un’anziana
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rifugia dietro la tenda. ¶ Mi arriva un messaggio di
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guarda ’nu poco che mi doveva capitare, ricordo che
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le sarei molto grato.” ¶ Mi portai la mano agli
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tono duro: “Ma lei mi ha vista?”. ¶ Vittorio Guanella
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con la bocca aperta. ¶ “Mi guardi meglio, le sembro
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grattò la testa e mi squadrò brevemente prima di
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no.” ¶ “Sono parecchio strana, mi creda. Io non cucino
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proprio lo vuole sapere, mi faccio preparare il pranzo
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Cos’è la sacrista?” mi interruppe. ¶ “La sacrista? Non
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fare ’sta cosa, lei mi deve ricambiare con tre
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favore?” domandò subito. ¶ “Non mi deve chiedere il perché
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chiama mio marito, perché mi faccio preparare il pranzo
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restare in silenzio, però mi deve promettere che non
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deve promettere che non mi farà domande personali. Non
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è una grande cuoca. Mi piacerebbe conoscerla prima o
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Meglio poi,” dico, e mi verso un bicchiere di
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Ogni giorno Vittorio Guanella mi fa trovare apparecchiata la
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giorno apro la porta (mi ha consegnato una copia
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steso al suo fianco, mi viene incontro scodinzolando. ¶ Finisco
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scocciata oggi...” ¶ “Mia nonna mi chiamava così...” ¶ “Così come
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Ah, sì?” ¶ “Già. Lei mi chiamava ‘nenné’, mio padre
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invece, ‘picceré’, come ancora mi chiama mio fratello...” ¶ “Stai
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di te... e così mi stuzzichi, mi viene voglia
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e così mi stuzzichi, mi viene voglia di farti
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vuole scendere né salire.” ¶ “Mi piacciono i soprannomi, i
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di non abbattersi, non mi piacciono i lagnosi, come
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intenderci. Però, ecco, se mi fermo a riflettere, non
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lavoro?” ¶ “Boh, forse non mi è mai piaciuto e
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dei più deboli. Invece mi ritrovo a faticare per
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per un rattuso che mi chiede di spiare una
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tiro alla sigaretta e mi lascio leccare la mano
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nella vita.” ¶ “Perché non mi suona qualcosa con la
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onorando il nome che mi porto dietro. Sono più
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colpo di tosse e mi pone la mano sul
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ancora i bicchieri e mi invita a fare un
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Sì, ora il messaggio mi è più chiaro. ¶ Le
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gli angioletti ¶ Anche stamattina mi ritrovo seduta al bancone
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imbottite di cose che mi fanno schifo e non
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fanno schifo e non mi appartengono, questo proprio non
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appartengono, questo proprio non mi va. ¶ Mi sembra di
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proprio non mi va. ¶ Mi sembra di essere tornata
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sfaccettature; da piccola non mi piaceva nulla, se non
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certa età mia madre mi costrinse a ingurgitare ogni
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verdura. Siccome all’inizio mi rifiutavo di assecondare la
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rumore provenisse dal soggiorno; mi immaginavo le monache vecchie
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nella mia stanza e mi rapivano. Altre volte, invece
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rapivano. Altre volte, invece, mi svegliavo all’improvviso urlando
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al giorno in cui mi imbattei, un bel po
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il bastardo se oggi mi ritrovo a ridere di
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primi anni dell’adolescenza. Mi piacevano pochissimi ragazzi, ed
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una primavera ormonale che mi scombussolò e mi fece
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che mi scombussolò e mi fece esplodere le due
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e ogni volta che mi imbattevo in lui il
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forsennato e le guance mi diventavano del colore delle
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a farmi delle domande: mi piacevano le donne e
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un artista di strada. Mi avvicino per sbirciare con
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afferrare una monetina, quindi mi avvicino con un sorriso
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poi si gira e mi fa l’occhiolino. A
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riflettuto un istante, e mi inginocchio anch’io fra
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fra i due. ¶ Se mi vedesse mia madre, inizierebbe
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barbona. Al solo pensiero mi viene di nuovo da
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della sua vita, eppure mi compiaccio del suo sguardo
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come ti viene? Mò mi devi far stare angosciata
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mentre puliva il lavello. Mi dava le spalle e
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non approvava la scelta. ¶ Mi avvicinai, le appoggiai una
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don Biagio?” sbottai, e mi allontanai, “ma che gli
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dei figli da crescere. Mi piacerebbe fare un po
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niente per me”, e mi incamminai verso l’ingresso
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E, d’un tratto, mi rividi in lei, nella
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chinai il capo e mi riversai per le scale
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frase di mia madre mi colpì dietro le spalle
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dietro le spalle e mi travolse come una valanga
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quale turbinio di shopping mi coinvolgerà. A che ora
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Chiudo la conversazione e mi siedo su uno scooter
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a un palo. Quindi mi accendo una sigaretta e
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diversi da un negozio. Mi sembra una donna volgare
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giocavo con un’amica, mi vide ridere per finta
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Luce,” fa lui appena mi vede, “che c’è
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sigaretta in bocca. ¶ “Senti, mi serve sapere una cosa
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cosa...” dico titubante. ¶ Lui mi squadra da capo a
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volevo sapere... insomma...” ¶ Genny mi guarda senza capire. “Che
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infine a sussurrare e mi mangio le parole, come
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modo giustificarmi. È che mi sento in colpa, e
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di comprovata efficacia che mi aiuta a sentirmi meglio
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se ne fotte. Infatti mi restituisce l’accendino che
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Gli vuole bene?” ¶ Genny mi squadra perplesso e risponde
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lancia il mozzicone lontano, mi afferra la guancia fra
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a lui e che mi è rimasta sulla punta
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della lingua: “Ah, sì, mi vogliono bene tutti? E
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abbiamo immaginato ¶ “Allora, che mi racconti?” ¶ “Niente, don Vittò
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racconti?” ¶ “Niente, don Vittò, mi hanno assegnato la mia
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mia prima causa e mi fa schifo!” ¶ “Ti fa
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un attimo, la nonna mi chiamava così, ma non
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polacca che lo accudisce. Mi dedicò un ampio sorriso
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un ampio sorriso e mi pregò di seguirla in
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lui, è che non mi piace sentirmi chiamare signora
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bisogno di qualcuno che mi cucini per il pranzo
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e capisco finalmente chi mi ricorda: Gargamella, il cattivo
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do a te perché mi fido e perché ’a
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la gente e neanche mi interessa saperlo, ché tanto
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spiare la gente non mi piace per niente, solo
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mamma che ogni giorno mi chiede perché non torno
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troppo. Perciò fumo e mi faccio piacere questa specie
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specie di lavoro che mi ritrovo per le mani
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specie di Gargamella che mi corteggia senza remore. ¶ “L
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passi da te” e mi porge un incartamento, “si
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euro sul tavolino e mi invita ad alzarmi per
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chiama Kevin.” ¶ “Kevin?” e mi produco in una smorfia
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fino a tardi (quando mi è possibile), fatto sta
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del giorno. ¶ In questo mi ricorda molto mio fratello
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pavimento di piastrelle scivoloso mi fornisce una grossa mano
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dopo un po’, e mi acquieto, giusto il tempo
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nervi con Alleria spesso mi porta a provare qualcosa
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e lacera dentro. Perciò mi conviene tornare a narrare
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vicoli sotto casa, poi mi sono infilata nel solito
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tatuaggio sul collo. Appena mi ha vista, ha esordito
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Antonio, mio fratello. Antonio mi chiama così perché lo
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che chiedessi nulla, lui mi ha preparato un caffè
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umani con i quali mi intrattengo durante il giorno
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aggio riconosciuto subito, poi mi ha salutato e ho
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il mio ex?” ¶ Sasà mi ha guardata senza sapere
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me piace, perché poi mi vengono ’e duluri reumatici
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il torcicollo.” ¶ Poi finalmente mi sono zittita, perché avevo
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perché, d’un tratto, mi sono ritrovata senza più
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poco ci mancava che mi portassi la mano alla
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e ha detto: “Prego”. ¶ Mi sono girata di scatto
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mano, pronto a ordinare. Mi sono fatta da parte
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resto con l’altra, mi ha sorriso, ha fatto
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Sasà ha riso, io mi sono avvicinata (fregandomene del
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occhi nei suoi. Lui mi è sembrato colpito e
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cerca casa nei paraggi mi fa torcere lo stomaco
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fa torcere lo stomaco, mi fa sentire così piena
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e livore che quasi mi verrebbe voglia di prenderlo
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pensiero la pressione massima mi zompa a duecento, mi
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mi zompa a duecento, mi vengono le extrasistole, e
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a mio piacimento, quando mi è utile, come in
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Insomma, per farlo camminare mi tocca indicare un punto
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tipi di passaggio, e mi scopro divertita nel constatare
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mio stupore, che non mi fa incazzare ma quasi
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fa incazzare ma quasi mi porta a sorridere quando
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per fargli un dispetto, mi forzavo di giocarci io
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tua sorella?”. ¶ Io mica mi sentivo granché felice mentre
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cosi di plastica, però mi beavo dello sguardo frustrato
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mamma, la quale, giustamente, mi avrebbe rispedita a giocare
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le Barbie. Invece lei mi guardava sorridendo e commentava
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non aveva affatto pazziato. Mi chiamavo davvero Luce Di
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sebbene in quell’istante mi stesse allattando, si alzò
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La versione di nonna mi sembra un tantino più
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ripristinare la verità: “Nenné,” mi disse un pomeriggio di
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lui potesse aggiungere altro: “Mi faccia capire, avvocato, lei
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po’ le palpebre e mi mostrò una simpatica serie
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di infierire, oggi non mi ritroverei con un tacchino
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un tacchino lesso che mi si è abbarbicato addosso
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infatti qualche settimana dopo mi si avvicinò e disse
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parrucchiere sotto casa. Lui mi aveva squadrata un attimo
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lo affascinò assai. Perciò mi ritrovai a schivare i
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Senti, ma perché non mi dai del tu? Mi
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mi dai del tu? Mi fai sentire vecchio altrimenti
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dal lavoro!”, lo stoppai, mi pulii la bocca e
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immagina, e dico che mi ha infilato una mano
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di getto. Solo dopo mi guardò dritta negli occhi
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amici e basta” e mi porse la mano con
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un sorriso. Ricambiai e mi dedicai alla carne ormai
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che da un anno mi passa uno stipendio e
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passa uno stipendio e mi permette di fare quello
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o meno velato corteggiamento. ¶ Mi sa che è giunto
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trovo in piedi che mi aspetta fuori dall’auto
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atmosfera di inizio estate mi fa stare bene, il
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Ray-Ban a goccia mi toccherebbe prendere l’autobus
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momento. Perciò sorrido e mi avvicino, lui apre lo
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specie di baciamano che mi lascia disorientata, perché a
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del bagno. ¶ Quando ieri mi ha detto che sarebbe
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sui partners), Arminio non mi ha mai ancora affidato
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duro, e in testa mi ripetevo la solita frase
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Manuel!”. ¶ Se quella sera mi avesse mandata a quel
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sarebbero andate meglio. Invece mi affidò alle cure del
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grazie alla loro posizione mi danno sui nervi, così
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refolo di vento che mi porta un po’ di
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stesso che uso quando mi fanno insospettire o arrabbiare
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non dare insegnamenti. Pertanto mi sento quasi in dovere
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lodi di don Biagio, mi metto a canticchiare tra
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grado di preparazione (non mi fece alcuna domanda al
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studio di via Monteoliveto mi presentai con indosso un
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della carreggiata e io mi sono appena accesa una
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clacson a festa. ¶ Arminio mi fissa con il solito
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Spengo la sigaretta e mi faccio attenta. Lui, con
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un caso delicato, ma mi fido di te, devi
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L’avvocato sorride e mi guarda con aria compassionevole
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la donna. Solo dopo mi rivolgo a Geronimo. “Mi
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mi rivolgo a Geronimo. “Mi faccia capire, perché forse
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controparte? È questo che mi sta chiedendo? Di giocare
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occhiali da sole e mi scruta con pazienza prima
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di guardare e giudicare”. ¶ “Mi sta chiedendo di spiare
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che quest’uomo che mi saltella attorno da più
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capo, quello, cioè, che mi paga uno stipendio, seppur
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i tribunali della Campania, mi muovevo come un vip
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Perciò, quando mia madre mi parlò dello studio Geronimo
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di Arminio Geronimo, non mi sono neanche arricchita. ¶ Comunque
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di allora, il quale mi aveva comunicato con un
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di tempo per riflettere. Mi ero chiusa nel bagno
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infanzia e che adesso mi andava benissimo questa vita
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valigie e disse che mi avrebbe chiamata presto. Due
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contrario, il bastardo non mi è mancato neanche un
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del pomeriggio, quello che mi ero detta fra me
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vantaggio sulla cellulite, perciò mi ripromisi di non farmi
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si sbriciolarono all’istante; mi sedetti davanti al pc
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davanti al pc e mi scolai una bottiglia di
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cosa per un attimo mi portò a pensare che
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sedativi naturali). Alla fine mi leccai le dita per
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dita per bene e mi alzai per rovistare nella
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stabile fatiscente dei Quartieri mi apparisse più miserabile del
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monolocale, la prima volta, mi era sembrato un albergo
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di lusso. Forse perché mi permetteva di allontanarmi dalla
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arrivò dopo cena, quando mi resi conto che bisognava
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tacchi. Un guaito, però, mi fece bloccare e voltare
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dai bidoni della spazzatura. Mi avvicinai e sporsi la
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cucciolo di cane che mi guardava con occhi lucidi
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porto da me”, e mi infilai in ascensore. ¶ “Brava
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del bastardo (il che mi diede una certa soddisfazione
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soddisfazione), poi, ancora vestita, mi tuffai sul materasso. Solo
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mentre quel piccolo esserino mi leccava il gomito che
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ironia, che da allora mi fa compagnia tutti i
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telefonica con il bastardo. Mi presentai da lui con
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Geronimo sollevò il capo, mi squadrò e disse: “Uè
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cazzimma) prese il sopravvento: mi feci ancora più rossa
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e in petto (quando mi parte la cervella chissà
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ad accogliere dodici salsicce), mi avvicinai alla scrivania con
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mai tutta questa confidenza, mi scusi? Che ne sa
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interminabile minuto di silenzio, mi puntò gli occhi e
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lasciavo ero tanto sana,” mi confidò una sera di
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aveva paura di niente,” mi ripetei la sera nel
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di dicembre del novanta mi accompagnò a scuola e
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la solita frase: “Picceré, mi raccomando...”. ¶ “Non sciupare la
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quando penso a lui mi viene da ridere, perché
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o in un negozio, mi ha mai detto o
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la verità, e nemmeno mi interessa conoscerla, mi basta
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nemmeno mi interessa conoscerla, mi basta continuare a pensare
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per quello che non mi ha dato, invece gli
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unico vero insegnamento che mi ha trasmesso: non avere
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come la madre. Perciò mi sarei dovuta chiamare proprio
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e parenti alla lontana, mi chiamavano Rosaria, e se
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sedere al suo fianco, mi abbracciò e mi carezzò
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fianco, mi abbracciò e mi carezzò la testa sprofondata
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infinito, le mani che mi lisciavano i capelli e
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lacrime e il muco mi costringevano a fermarmi ogni
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in una tazza che mi porse con il solito
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amore. La guardai e mi sentii protetta, sicura che
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tentai di ribattere, lei mi passò un fazzoletto che
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mia madre.” ¶ Nonna Giuseppina mi rispose risoluta: “Nenné, se
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tu, e tuo fratello!”. ¶ Mi portai le mani alla
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passioni, di emozioni. Non mi sfiorò nemmeno l’idea
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con voce gelida, appena mi fu vicino. ¶ Lui spalancò
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ribattei senza guardarlo. Poi mi voltai e lo lasciai
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dopo la finta sicurezza mi aveva già abbandonata e
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visitarmi appena mio fratello mi ha parlato di Arturo
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un calore inaspettato che mi fece rizzare i peli
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peli sulle braccia. Allora mi girai su un lato
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su un lato e mi chiusi in me stessa
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vita. ¶ La mattina dopo mi svegliai con delle coliche
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corsi in bagno e mi sedetti sul water, in
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di me. ¶ Schizzechea ¶ Centogrammi mi guarda di sottecchi mentre
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che l’avvocato Geronimo mi conceda il grande onore
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nervosa perché d’improvviso mi sento del tutto fuori
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un certo punto, sfastidiata, “mi devi chiedere qualcosa?” ¶ Lui
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capuzzella dallo schermo e mi scruti!” ¶ “Ma no, niente
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odora di urina. ¶ Non mi è difficile immaginare che
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profumo da quattro soldi mi ruba una smorfia di
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una smorfia di disgusto. Mi giro e vedo Pasquale
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dico, ma lui nemmeno mi ascolta e fissa inebetito
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Pasquà!” ¶ “Eh?” ¶ “Eh, e mi sembri un deficiente che
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finalmente lo sguardo e mi fissa incuriosito. ¶ “È dalle
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un dispetto al bastardo mi gasa parecchio. ¶ “Se ti
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è il destino che mi sta chiamando”. ¶ “Bravo,” dico
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faccio l’occhiolino e mi avvio dall’avvocato. Che
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una scopata. ¶ L’avvocato mi viene incontro con un
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un ghigno marpione che mi provoca subito il voltastomaco
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subito il voltastomaco e mi fa una sorta di
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quale in sua presenza mi capita quello che non
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tesoro, come va? Manuel mi ha raccontato. Vieni, assettati
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Già il fatto che mi abbia chiamata “tesoro” mi
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mi abbia chiamata “tesoro” mi sterza tutto il sistema
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che lui faccia altrettanto. Mi guarda e continua a
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le guance che quasi mi pendono ai lati del
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dice: “Luce, una volta mi raccontasti che hai fatto
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o non hai.” ¶ Lui mi offre un sorriso perverso
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è assai complicato e mi stanca, e io non
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stanca, e io non mi posso stancare pecché oggi
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anzi, è amorevole.” ¶ “Quindi mi stai dicendo che il
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non ci riesco. ¶ “‘Schizzechea’ mi piace molto come parola
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senso di malessere che mi saliva da dentro. È
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da dentro. È che mi sentivo in colpa per
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situazione paradossale nella quale mi ero ficcata, e poi
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ficcata, e poi non mi piaceva per niente il
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lo leggo in volto.” ¶ Mi sono girata e l
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lento e silenzioso che mi sembrava di udire salire
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non ho ancora visto, mi domandavo come fosse”. ¶ “Anch
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come fosse”. ¶ “Anch’io mi chiedevo come fosse Kevìn
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lo spettacolo. ¶ In salotto mi ha offerto una sigaretta
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offerto una sigaretta e mi ha dato cinquanta euro
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e ha chiesto: “Che mi dovevi dire?”. ¶ “Che ti
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domanda. ¶ “Hai detto che mi dovevi parlare...” ¶ Ho fatto
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un po’ prima che mi accompagnasse sul pianerottolo. Qui
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accompagnasse sul pianerottolo. Qui mi ha afferrato le mani
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ma Carmen, come sempre, mi ha anticipata: “Potresti andare
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che domani...” ¶ “Ti prego,” mi ha supplicata, “non ci
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pagare!” ¶ “Farti pagare cosa?” mi è venuto spontaneo chiederle
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porta di casa. Quindi mi ha tirata di nuovo
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non minaccia... di parlare!”. ¶ Mi sono fatta attenta e
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i fumetti! Le maestre mi hanno detto che è
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detto che se non mi concedeva il divorzio e
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alla nonna e, invece, mi stavo accorgendo di esserci
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sentivo la paura che mi saliva dalla pancia. ¶ “Da
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sap’ buon’. Però ora mi vuole punire lo stesso
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il tuo cane, e mi ha anche detto che
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ho ceduto infine. ¶ Lei mi ha dato un bacio
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come quella degli ospedali. Mi sono fatta convincere da
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scendo con Alleria, spesso mi perdo nelle facce dei
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di finestre gialle che mi aiutano a immaginare che
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di mangiare la frittata, mi scolo la Peroni calda
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piccolo rutto, e poi mi dedico al mio Alleria
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al mio Alleria che mi porge il muso. Ed
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da circa un’ora mi sembra di avere conficcata
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di capirci qualcosa e mi lecca le labbra. Accosto
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sempre mia madre quando mi vedeva andare in giro
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la cresta. ¶ “La normalità mi fa schifo, anzi mi
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mi fa schifo, anzi mi fa paura, perché è
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non sapevo più dove mi trovavo, mi sembrava che
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più dove mi trovavo, mi sembrava che il mondo
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come un tiramisù e mi stesse crollando addosso. L
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insegnante spiegava e io mi tenevo la pancia, e
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vita al vento, non mi sentivo capace di avere
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avere un bambino, non mi sentivo capace di essere
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bisogno di qualcuno che mi amasse, ma che allo
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allo stesso tempo non mi costringesse a prendere decisioni
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non volevo prendere. Così mi feci forza e andai
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odore di minestra. ¶ Lei mi scrutò: “Nenné, che è
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un pianto dirotto. Allora mi fece sedere al suo
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mille piccole cose che mi mancano. ¶ Tutti bramiamo una
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con la forchetta mentre mi lascio andare a uno
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salvo poi rinfacciarglielo. Ma mi sarei infilata in un
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un certo punto. ¶ Non mi aspettavo una frase del
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grattato la barba e mi ha domandato se avessi
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scoppiato a ridere e mi sono resa conto di
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e ho aggiunto: “Ormai mi dovrebbe conoscere, tutto sono
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lui. ¶ “Per il cane mi sono attrezzata, per il
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Già pensavi a morire?” mi ha interrotta lui. ¶ Era
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Per tutto il resto, mi sembra difficile...” ¶ “Va be
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pentirsi davvero.” ¶ “Io non mi pento di nulla,” ho
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forse non quella che mi ero immaginato, ma ricca
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queste belle cose.” ¶ Subito mi è balzata davanti agli
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responsabilità su di te”. ¶ “Mi chiedo perché non me
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da una vita. ¶ “Kevìn mi ha parlato ’e vuie
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da dire. “Niente, non mi devi niente.” ¶ Carmen mi
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mi devi niente.” ¶ Carmen mi ha guardata sorpresa, allora
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aggiunto la frase che mi ero preparata grazie anche
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per esordire, ma lei mi ha anticipata. ¶ “Luce, io
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e che quando oggi mi ha chiamata e mi