parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
è una vittima.» ¶ Silvestro mi era molto grato per
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1983
della fiducia. ¶ Certe volte mi pareva che le difficoltà
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1983
significato. ¶ Adesso alla ferrovia mi legava un affetto profondo
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1983
ad essa, gli occhi mi si velavano di lacrime
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1983
di lacrime, come quando mi ricordavo di Irina, o
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1983
o delle donne che mi avevano amato e poi
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1983
la ferrovia, certe volte, mi sembrava la figura e
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1983
cominciassero. Ricordai quando non mi sembrava possibile che noi
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1983
nomi quando ciò non mi sarebbe potuto servire mai
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1983
alla sua gente, e mi recavo spesso in casa
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1983
Ajdym portando dei regali. Mi veniva spontaneo andare da
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1983
cosa stesse facendo e mi seguiva volentieri, forse anche
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1983
Eppure siete voi che mi avete parlato degli sciamani
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1983
anche affezionato, se non mi sono sbagliato, quando ti
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1983
toccata con le labbra. Mi era parsa una stranezza
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1983
le gambe buone, certo mi avrebbe chiesto di andare
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1983
andare con lui. Non mi avrebbe lasciato solo. Sono
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1983
che lo avevano attraversato. Mi tornava in mente una
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1983
o almeno rozzamente cicatrizzata. Mi ero costruito una specie
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1983
forme e dei colori. ¶ Mi accorsi che continuava a
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1983
resto del mondo… ¶ Sentendolo mi pareva di riscoprire le
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1983
le attrazioni che già mi avevano catturato quando leggevo
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1983
gola di uccelli sconosciuti. Mi ero accorto da tempo
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1983
manco da casa, ormai? Mi sembra di non ricordarmelo
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1983
non ricordarmelo neanche più» mi disse una volta. ¶ «Sono
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1983
per me.» ¶ Dicendo così mi sentii dentro qualcosa di
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1983
come nel villaggio, e mi guardava quasi volesse dirmi
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1983
fui io. Un giorno mi sentii agitato e inquieto
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1983
le gonfiasse fuori misura. Mi ricordai di mio nonno
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1983
invece la consapevolezza che mi sentivo agitato e stravolto
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1983
agitato e stravolto. ¶ Poi mi parve di capire quello
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1983
febbri e le dissenterie. Mi avvolsero in due coperte
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1983
in due coperte e mi misero sul carro, per
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1983
al villaggio. Il carradore mi condusse direttamente in casa
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1983
momento la cosa non mi parve strana, anzi naturalissima
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1983
Ajdym e a Falalej. Mi aiutarono a mettermi a
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1983
riuscivo a capire come. Mi pareva d’essere solo
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1983
visto né sentito niente? Mi pareva di avere del
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1983
di tirarlo fuori perché mi stava soffocando. Il palato
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1983
da una inesplicabile secchezza. ¶ Mi stava succedendo qualcosa, senza
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1983
o nella taiga. Almeno mi pareva che fosse chiara
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1983
evidenti e più dichiarate. Mi portavano via lentamente, con
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1983
divincolio d’immagini che mi attraversava ve n’era
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1983
che per un poco mi era sfuggito tornava ad
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1983
e collegate tra loro. Mi sentii una volta investito
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1983
mentre un’altra donna mi aveva lasciato, quando dentro
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1983
di me proprio quando mi ero ammalato. Era un
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1983
Era un regalo che mi veniva fatto, anche se
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1983
ci riuscivo. L’angoscia mi scavava il cuore, ma
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1983
bastione della speranza, e mi sforzavo di puntellare nel
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1983
cui l’avevo appreso mi era parso soltanto mito
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1983
e della superstizione quando mi sorpresi a pensare con
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1983
ogni momento la pelliccia, mi diceva che c’erano
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1983
luce, ma io non mi fidavo. Era già quasi
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1983
cominciava a farsi sentire. Mi chiedevo se fosse il
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1983
uomini fino alla fine… ¶ Mi accorsi che stavo dando
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1983
della morte, e tuttavia mi pareva di essere certo
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1983
perduti. La mia vita mi appariva come un seguito
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1983
era mai esistito. Adesso mi era stata sottratta anche
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1983
dalla bufera. Ciò che mi era sempre sembrato la
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1983
che avevo attraversate. Eppure mi restava ancora qualcosa. Neanche
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1983
cercavo perché il tempo mi mancava. Potermi sedere contro
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1983
lasciare che la neve mi coprisse… ¶ No, non potevo
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1983
o forse svogliatezza, che mi erano passate vicine, e
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1983
per ragioni che quasi mi sfuggivano. ¶ Adesso era un
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1983
la camminata nella neve mi rivelava, ossia che il
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1983
mio spirito era stanco. Mi fu chiaro che qualcosa
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1983
grandi spazi nei quali mi potevo ancora tuffare, per
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1983
sia d’accordo. Io, mi ricordo, non riuscivo a
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1983
soltanto sfiorato. La taiga mi apparteneva del tutto, adesso
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1983
la terra di cui mi ero sempre sentito figlio
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1983
sempre sentito figlio, che mi aveva generato e mi
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1983
mi aveva generato e mi avrebbe seppellito, accogliendomi dentro
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1983
messo piede sul treno mi sarei sentito finalmente libero
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1983
un filo di ragno mi diceva anzi che si
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1983
egli potesse capire che mi rendevo conto di quello
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1983
sia Ajdym che Anataj mi parvero due esseri strani
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1983
andiamo, a Ulan Ude?» mi chiese Marco. ¶ «Con questo
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1983
sono morto per questo. Mi sono rassegnato.» ¶ Falalej aveva
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1983
in altri posti che mi sono dimenticato. Ho perso
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1983
foga dei movimenti. Spesso mi era parso che in
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1983
era lei. Un giorno mi chiese: ¶ «Portami una volta
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1983
n’era ormai andata, mi chiedeva che lo portassi
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1983
soffocato intuisse inesplorati messaggi. Mi riusciva agevole e naturale
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1983
naturale occuparmi di lui. Mi sarei annoiato se la
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1983
E invece quelli che mi stavano attorno li sentivo
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1983
chiamare. ¶ Una sera Falalej mi disse che quella della
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1983
cui lui diceva addio. ¶ Mi raccontò le leggende dell
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1983
la sorte. E infatti mi disse che se fosse
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1983
cosa. ¶ «E cioè?» ¶ «Che mi porti fino al Bajkal
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1983
porti fino al Bajkal. Mi piacerebbe sentire la voce
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1983
sarma che le solleva. Mi piacerebbe stare un poco
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1983
tutti i suoi guai?» ¶ Mi schiarii la voce. ¶ «Tu
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1983
quasi niente, e così mi resta moltissimo tempo per
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1983
vogliono bene.» ¶ «Se uno mi fosse amico veramente mi
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1983
mi fosse amico veramente mi procurerebbe l’erba che
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1983
un gufo sull’albero. Mi faceva impressione trovarlo nell
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1983
i colori delle cose mi era sempre parso un
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1983
un regalo straordinario che mi era stato fatto, ma
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1983
ospedale. Per un attimo mi pareva che il figlio
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1983
volo dentro di me mi preoccupava. Allora non ero
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1983
scivolosa e ghiacciata che mi aveva condotto per molti
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1983
nuovo vittima della pazzia. Mi sembrò che uno dei
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1983
svanire silenziosamente. A volte mi chiedevo perfino se davvero
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1983
Se guardavo i compagni mi rendevo conto che avevano
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1983
con Ajdym, e nessuno mi tolse dal capo che
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1983
la cena. La vecchia mi guardò con stupore, come
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1983
guardò con stupore, come mi vedesse per la prima
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1983
tanto tempo che non mi ricordo nemmeno di essere
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1983
sorpreso dalla tristezza. Qualcosa mi mancava. Ero nell’isba
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1983
eppure era come se mi trovassi fuori, nel freddo
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1983
legna spaccata» disse Marco. ¶ Mi alzai per andare a
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1983
anch’io con voi. Mi è venuto mal di
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1983
usciva di nuovo. ¶ «Anataj mi ha chiesto di aggiustargli
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1983
quei giorni Ajdym stessa mi raccontò per esteso la
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1983
Quando stavo da Ajdym mi chiedevo fino a che
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1983
fucile, per vedere se mi veniva a tiro qualche
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1983
sull’origine della taiga mi faceva ricadere curiosamente in
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1983
sorte diversa, perché io mi riconoscevo veramente soltanto nell
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1983
più profondi del Bajkal, mi diceva che la pace
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1983
sottile che la vita mi sfuggisse così tra le
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1983
sarebbe finito. ¶ Mentre io mi smarrivo in strani pensieri
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1983
ponte. Rivedendo l’ingegnere mi fu subito chiaro che
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1983
dalla mattina alla sera. Mi sentivo il capo stretto
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1983
muovesse e niente funzionasse. Mi ricordavo dell’opinione di
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1983
la loro natura, e mi chiedevo se soltanto il
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1983
in un labirinto. Paradossalmente mi sentii pieno di ammirazione
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1983
Voci profonde e suadenti mi dicevano che il lavoro
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1983
a guardare i compagni. Mi sentivo afferrato da un
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1983
sì. Figurati. Io mica mi lamento…» ¶ Gli bastava solo
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1983
se me li ricordo, mi sembrano degli estranei.» ¶ «Succede
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1983
di lui… ¶ Una sera mi disse che un uomo
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1983
e solo alla fine mi disse che sapeva già
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1983
Era diffidente. Mentre io mi fidavo di tutti e
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1983
zona di terremoti, questa» mi diceva. ¶ «Ma con le
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1983
lui. ¶ Il fatto non mi mise allegria, forse perché
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1983
anche una certa espansione, mi sentivo un ostaggio della
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1983
alle soglie della morte. Mi pareva di udire nella
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1983
tra noi e loro. Mi parve da molti segni
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1983
ghiacci dell’inverno. Stavolta mi parve che la cosa
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1983
in quel modo. Tutto mi pareva facile perché alla
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1983
in primo piano, e mi soffiava nelle orecchie parole
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1983
non possono essere lontane.» ¶ Mi seguirono senza replicare. Si
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1983
un lusso che non mi potevo concedere. ¶ Poi cominciò
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1983
Forse un simile pensiero mi aveva attraversato per un
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1983
una funzione. ¶ Il saperlo mi rese più forte. Rassodò
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1983
su di me. Nessuno mi aveva affidato un incarico
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1983
forza stessa delle cose mi aveva collocato in una
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1983
fatto lo ero. Così mi toccò dimenticare tutte le
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1983
in ombra della vita. Mi ricordai che anche Irina
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1983
calcestruzzo. ¶ Nello stesso tempo mi pareva che la ferrovia
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1983
Alcuni operai del posto mi avevano mostrato il luogo
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1983
dal movimento dei lavori. Mi avevano indicato col dito
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1983
una risposta come controvoglia. Mi pareva sonnolento, carcerato dentro
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1983
Ma, indipendentemente dai canti, mi pareva che una nenia
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1983
qualunque tempo. Quei canti mi facevano pensare che, nel
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1983
che ricominciava sempre daccapo. Mi sembrava di entrare ogni
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1983
E le sibille inesistenti mi rivelavano, con i loro
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1983
in Russia, eppure non mi ero ancora abituato al
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1983
e i loro picconi. ¶ Mi chiesi cosa sarebbe accaduto
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1983
di una cometa che mi guidasse, m’indicasse la
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1983
indicasse la strada, e mi dicesse che cosa dovevo
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1983
alla mia vita. Forse mi accadeva ciò che Bastiano
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1983
la ragione elementare che mi ci trovavo, e che
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1983
Allora, che ne dici?» mi incalzò. «Ora è il
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1983
scrutando avidamente ogni cosa. ¶ Mi fermai un istante a
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1983
impercettibile passo avanti, e mi guardavano da lontano come
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1983
e immobili. Il cuore mi batteva più in fretta
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1983
l’orsa sarà incinta.» ¶ Mi sembrò che Marco fosse
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1983
agli animali, ma poi mi parve che la cosa
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1983
ad Anataj. Del resto mi pareva sottinteso che si
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1983
alberi, o quasi, dove mi fermavo un minuto per
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1983
per richiamarlo, quando Anataj mi fece cenno di lasciarlo
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1983
dirgli qualcosa, quando Anataj mi mise una mano sulla
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1983
così» dissi. ¶ Il ragazzo mi sembrò sollevato. Diventò più
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1983
una specie di solidarietà. ¶ Mi chiedevo se stessimo andando
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1983
Una folata di preoccupazione mi avvolse di nuovo, e
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1983
avvolse di nuovo, e mi chiesi quante potevano essere
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1983
comune con il cacciatore. Mi disse che forse veniva
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1983
e carica di meraviglia. Mi disse che certo l
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1983
tuttavia attorno a lei mi pareva di veder fumare
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1983
vedevano anche gli altri? Mi pareva di sì. ¶ Silvestro
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1983
mai dove sarebbe arrivato. Mi aspettai che lui, saltando
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1983
opera cominciasse. ¶ Ciò che mi diceva mi stupiva e
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1983
Ciò che mi diceva mi stupiva e nello stesso
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1983
e nello stesso tempo mi pareva perfettamente naturale. Da
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1983
naturale. Da lui non mi aspettavo altro che questo
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1983
azione. Ogni volta che mi trovavo vicino a lui
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1983
posto. Forse anch’io mi trovavo in una posizione
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1983
e la sua vita mi fossero entrate veramente nel
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1983
entrate veramente nel sangue? Mi ricordai di quello che
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1983
che paralizza ogni cosa. Mi mette uno spavento, se
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1983
conto che era cieco. Mi sentii a disagio. Katja
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1983
di sé, e non mi lasciava andar via. ¶ Tutti
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via. ¶ Tutti i giorni mi tratteneva a lungo, quando
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1983
lei per la spesa. Mi raccontò che aveva avuto
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1983
perché subito ci ricordasse. Mi aggiravo nei pressi della
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1983
occhiata a me rivolta mi pareva preziosa, un tacito
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altri venuti da fuori. Mi era facile insinuarmi nella
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1983
credeva minimamente nell’impresa. Mi ero fermato un paio
201
1983
quando stavo in Russia mi ero fabbricato la convinzione
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1983
un cantiere. La ferrovia mi rivelava la sua zona
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1983
sempre domande strane.» ¶ «Informatevi. Mi piacerebbe di saperlo…» ¶ Da
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1983
più la mia vita mi pareva la realizzazione di
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1983
serviva a dipanarlo, che mi pareva avere le sue
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1983
fatto da tanto tempo. Mi vedevo un po’ come
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1983
di un’ombra, e mi pareva di schierarmi dalla
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1983
e senza costrutto. Però mi piaceva lavorare immerso nel
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1983
i deserti della Mongolia. Mi piacevano i castori e
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1983
corsi d’acqua, perché mi sentivo un essere terrestre
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1983
lavoro nella sua totalità. Mi era difficile dimenticare che
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1983
state una cosa sola. Mi pareva di essermi completamente
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1983
era sempre quello che mi sedeva più vicino, quasi
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1983
Kirkovsk per l’inaugurazione?» mi chiese una volta. ¶ «Chi
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1983
polverio della pietra lavorata. Mi faceva pensare a sâr
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1983
nel chiuso dell’isba, mi confidava le sue paure
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1983
vagabondi sopra la terra. Mi veniva voglia di cantare
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1983
filastrocca di paese, che mi era rimasta in mente
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1983
nella nostra terra. Invano mi dicevo che era dappertutto
220
1983
utilizzare la sua isba, mi aveva dato il suo
221
1983
avesse, ma una volta mi raccontò qualcosa che mi
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1983
mi raccontò qualcosa che mi permise di contarli con
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1983
ho tutto quello che mi occorre. Se volete, date
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1983
un’anima del purgatorio. Mi guardava quasi aspettasse una
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1983
uscite del sabato sera, mi sembrava di leggere la
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1983
Ajdym. ¶ E io? Come mi sentivo io, di fronte
227
1983
donna kirghisa? Ecco, io mi sentivo “strano”. Quando sapevo
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1983
vicino alla mia gente. Mi capitava talvolta di cercare
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1983
la stanchezza dello spirito mi faceva ricadere nell’antico
230
1983
desiderio di andare lontano. Mi sembrava di sapere che
231
1983
maniera delle donne russe. Mi era sempre sembrato che
232
1983
voglia di uscirne. Se mi sedevo su uno dei
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1983
uno dei suoi panconi, mi pareva di averlo fatto
234
1983
una sedia dell’isba, mi pareva di capire fino
235
1983
più nulla da temere. ¶ Mi ricordavo del fratello di
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1983
occupato la camera, e mi chiedevo se il giovane
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1983
suoi funzionari. ¶ Sul forestiero mi ero fatto l’idea
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1983
lavoratori della linea siberiana. Mi si spalancò davanti una
239
1983
prospettiva alla quale non mi ero mai affacciato, o
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1983
anche sì, ma subito mi ero ritirato in preda
241
1983
freddo e nel vento. Mi venne in mente il
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1983
una strana modificazione, e mi chiedevo adesso se abbandonare
243
1983
fine, la ferrovia siberiana mi pareva una povera cosa
244
1983
mille particolari, eppure tutto mi pareva vagamente irreale, insicuro
245
1983
sonno. Anch’io adesso mi sentivo completamente calato tal
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1983
tartari, mongoli, e ciò mi aveva fornito testimonianza che
247
1983
caro. Proprio per questo mi pareva che ciò che
248
1983
Pensavo ad altre cose. Mi sentivo circondato da ogni
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1983
cordiali. Tutto ciò che mi circondava era intessuto di
250
1983
visi dei soldati asiatici mi sembravano molto più carichi
251
1983
sentire stridere le cornacchie. Mi pareva di cogliere altri
252
1983
so come, la taiga mi si addiceva. Mi pareva
253
1983
taiga mi si addiceva. Mi pareva, in modi più
254
1983
fosse un luogo dove mi potessi finalmente fermare. Non
255
1983
qualche ragione misteriosa non mi preoccupavano. Forse perché facevano
256
1983
un’altra cosa. Come mi abituavo subito alle persone
257
1983
un elemento ignoto che mi svelava le attrazioni segrete
258
1983
farci sentire. ¶ Nel cuore mi zampillavano momenti di tremore
259
1983
enigmatica. Ma tutto ciò mi sembrava trascorso da molto
260
1983
riguardava la mia persona mi pareva sempre meno importante
261
1983
leggero di un soffio. Mi lasciavo avvolgere dal tintinnio
262
1983
anni prima. Un russo mi disse che in antico
263
1983
piena notte. Qualunque cosa mi fosse accaduta, ormai, durante
264
1983
acuto dei corpi che mi erano vicini. A momenti
265
1983
erano vicini. A momenti mi svegliavo, e mi pareva
266
1983
momenti mi svegliavo, e mi pareva di avvertire sotto
267
1983
dormii profondamente, tanto che mi svegliai di nuovo soltanto
268
1983
viaggio era quasi terminato. ¶ Mi sentii battere il cuore
269
1983
Neppure qui, per quanto mi guardassi attorno, era possibile
270
1983
e il tabacco e mi misi a fumare, perché
271
1983
senza fessure. La pipa, mi pareva, creava un ordine
272
1983
il collo dai lupi. Mi guardava con gli occhi
273
1983
sguardo, e anch’io mi persi un momento a
274
1983
un momento a fissarlo. Mi chiesi se nel suo
275
1983
altri occhi di cani mi stessero guardando, svegliati dal
276
1983
che i miei compagni mi erano affidati. Risolvere la
277
1983
sostanza e senza autorità. Mi pareva che dovesse risolvere
278
1983
non era mai nato. Mi sentii gremito delle occasioni
279
1983
ma già il successivo mi recai a far provviste
280
1983
ero intento alle spese mi ricordai che stavo rosicchiando
281
1983
qualcosa per cui essi mi salutavano, facendomi una risatina
282
1983
A casa mia nessuno mi aspettava, e non avevo
283
1983
necessario, momento per momento, mi pareva adattissima alla mia
284
1983
una perdita di tempo. ¶ Mi guardò senza mostrare meraviglia
285
1983
notavano di più. Katja mi parlò, con modi apparentemente
286
1983
anche lui alla ferrovia. Mi meravigliai che facesse tante
287
1983
anche di più, che mi guardava in modi strani
288
1983
dito. Dopo qualche secondo mi resi conto che era
289
1983
avevo del tutto rinunciato. Mi diceva le sue paure
290
1983
Ma io non voglio. Mi sento distruggere al solo
291
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gli operai si confidavano. Mi dicevano anche le loro
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arrivavano dalla cava io mi perdevo a guardare le
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lavoravo. Incidendo le pietre mi pareva di venire scoprendo
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facevo a questo mondo. Mi sembrava di verificare certe
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quella di una pesca. Mi persuasi che si lasciasse
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di mia moglie, che mi stringeva la mano. Appena
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un luogo solo, e mi aggiravo per la casa
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per la casa come mi mancasse l’aria. Sentivo
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già lontane, ma che mi parevano vicinissime. Mi sembrava
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che mi parevano vicinissime. Mi sembrava ieri il giorno
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la spalletta del fiume. Mi vedevo come un uomo
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e ora il destino mi stava ricacciando da essa
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la neve delle strade. Mi sembrava di essermi svegliato
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per un allarme improvviso. Mi muovevo dentro uno spazio
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a quelle cioè che mi spingevano a un vagabondaggio
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modi rassegnati. Solo allora mi parve che il tempo
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Irina? come sta Irina?» ¶ Mi limitai a scuotere il
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un dettaglio della disgrazia. Mi limitavo a spingerli via
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ho più casa» risposi. ¶ Mi sentivo ridiventato il senzapatria
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volta, come tanto spesso mi era accaduto in passato
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non era mai nato, mi parevano scarsamente reali. Per
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di quelle alle quali mi abbandonavo di notte, nei
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senza fermarsi mai, mentre mi spostavo da un luogo
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crollo e di catastrofe mi sentivo raggiunto da quello
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Nulla di ciò che mi succedeva mi sembrava veramente
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ciò che mi succedeva mi sembrava veramente nuovo e
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che era inevitabile. ¶ Quando mi trasferii da Bastiano, pochi
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piedi per camminare. Nulla mi mancava per attraversare le
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con me. Ogni tanto mi tornava un gran desiderio
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sventurato di cose che mi aveva condotto da loro
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nostra situazione. A volte mi pareva di vedere lui
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ortiche in un orto. Mi sarebbe piaciuto tornare nella
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un po’ come se mi fossi mosso senza frutto
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ricordo di essa non mi aveva abbandonato del tutto
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al Pacifico. Niente più mi legava a Ekaterinburg, anzi
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a Ekaterinburg, anzi tutto mi suggeriva di andarmene il
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funzionari di ogni tipo. Mi davano informazioni scollate e
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capriccio della sfinge che mi portavo dentro e che
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finalmente all’aperto? Chissà. Mi piaceva affidarmi al caso
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sbaglio. Ah, se uno mi avesse detto dove sarei
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luna, fuori dell’isba, mi restò un seguito d
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segni e delle metafore. Mi ero visto come un
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friulano, e una volta mi chiesero se fossimo rumeni
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propria sfera, e anzi mi pareva come di entrare
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due braccia da lavoro. Mi sforzavo di parlare con
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facciate delle stazioni, non mi dicevano niente, se non
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mia vita in cui mi sentii felice come quando
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oceano. ¶ La città non mi era mai parsa così
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mai parsa così lieta. Mi sembrava di vedere per
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disceso da chissà dove. Mi sentivo dentro una freschezza
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Non c’era perché. Mi piaceva udire dei suoni
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volta nella mia vita mi accorgevo che i colori
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voglia di camminare, che mi portavano dove volevo. E
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mio portamonete, tutto quanto mi restava di anni di
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la voce, con cui mi potevo rivolgere a chiunque
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i piedi, che non mi conducevano mai nel luogo
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più mio, perché mai mi sembrava di essere arrivato
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edificavano. Ero libero. Niente mi tratteneva. Varvara mi aveva
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Niente mi tratteneva. Varvara mi aveva lasciato appena avevo
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insieme non lo ero. Mi sentivo la pedina di
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doveva aver provato quando mi calavo dentro ostinati silenzi
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le sue parole non mi raggiungessero neppure. ¶ Mi abbandonavo
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non mi raggiungessero neppure. ¶ Mi abbandonavo con fiducia alle
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e del tempo, e mi dava una sorta di
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per il meglio” pensavo. Mi godevo quei giorni come
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uno scolaro in vacanza. Mi guardavo spesso nello specchio
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e l’Aral. ¶ Irina mi parlò di altre cose
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e la sua famiglia. Mi piaceva l’abitudine russa
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veniva da tanto lontano? Mi ero già creato un
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cose da sé. Non mi guardò nemmeno con attenzione
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ci pensate? In Siberia…» mi diceva Irina, accostando alle
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un istinto oscuro che mi aveva fatto ruzzolare da
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a levigare le pietre mi pareva di essere ritornato
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che era andato perduto. Mi ero di nuovo immedesimato
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tempo. Di quel periodo mi era rimasto soltanto un
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di lei, ma non mi permetteva mai di scavalcare
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un certo discorso, lei mi fermava bruscamente e infilava
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anatre selvatiche…» ¶ «Perché non mi ascoltate?» ¶ «Ma io vi
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giudicava infido e pericoloso. Mi sentivo agito da forze
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da forze imponenti che mi spingevano verso di lei
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spingevano verso di lei. Mi sentivo libero soltanto di
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la cisterna del discorso, mi mettevo a fumare la
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un periodo doppio, perché mi toccava ricucire anche gli
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tra le mie mani. Mi chiedevo quando sarebbe accaduto
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Bastiano. Rimandai soltanto perché mi pareva che la cosa
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Il caldo dell’estate mi chiamava nei boschi, e
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e Irina, grande camminatrice, mi seguiva. Lasciavamo il lungofiume
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erano numerosi, sicché io mi chiedevo se per caso
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divertiti sobbalzi del cuore. Mi piaceva sentire le foglie
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modo, guardando la terra, mi figuravo gli insetti che
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sotto terra sarei finito… ¶ Mi ricordavo i racconti di
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macine. La sua ombra mi stava alle spalle, e
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e dei bisnonni che mi avevano camminato davanti, in
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lei il talismano che mi garantiva il ritorno, e
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difenderla con le mani. Mi abbandonavo alla malattia come
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una provvidenza sconosciuta, che mi aveva dato occhi per
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che anche la morte mi pareva un regalo, perché
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quadrate, di cui Irina mi aveva parlato… ¶ Sentivo caldo
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come se la febbre mi bruciasse a fuoco lento
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come rimediare la situazione. Mi dava le erbe e
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altri ammalati del villaggio» mi disse. ¶ «Non verrà in
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quasi senza significato. ¶ Falalej mi stava sempre attorno e
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con Ajdym, come se mi fossero stati ordinati dagli
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quando servivano. La testa mi doleva come volesse scoppiare
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volesse scoppiare, e Ajdym mi stava attorno senza sapere
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era ancora, ma io mi sentivo in modo diverso
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della vita. Di giorno mi trattava come sempre, ma
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distende accanto alla stufa. ¶ Mi sembrava che io e
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fiume e la taiga. Mi accorsi che mi sarebbe
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taiga. Mi accorsi che mi sarebbe piaciuto tornare a
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molto semplice, la vita mi aveva ripreso e mi
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mi aveva ripreso e mi riportava con sé. Davanti
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e la donna kirghisa mi avevano preparato. Ajdym mi
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mi avevano preparato. Ajdym mi pareva carica di animazione
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e adesso, di colpo, mi accorgevo che era così
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ragioni particolari per sostenerlo, mi convinsi che si era
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anche lentamente a uscire. Mi spinsi fino alla taiga
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del mio spirito che mi trovavo, perché esso fin
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impadronito di quelli, e mi aveva edificato dentro qualcosa
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fitta di sgomento, perché mi parve che i tronchi
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evitare i tronchi, e mi parve di cogliere l
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resti di quello che mi sembrava il nostro naufragio
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ferrovia era finito. Non mi era riuscito di riportarli
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ogni erba pasce. Io mi sono lasciato trascinare. E
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ma io, al solito, mi trovavo in situazioni molto
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della propria esistenza. Quando mi guardavano mi pareva che
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esistenza. Quando mi guardavano mi pareva che in loro
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modo era proprio così. ¶ Mi parlavano come fosse pacifico
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famiglia è qui.» Poi mi rivolsi a Marco: «Ti
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tanto che ci penso…». ¶ Mi frugai nelle tasche e
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Mai e poi mai mi sarei immaginato che finisse
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donna e un figlio mi erano stati sottratti a
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donna e un ragazzo mi erano stati regalati. Il
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pensando a ciò che mi avrebbe aspettato? Chi poteva
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la mia ultima avventura. Mi pareva, decidendo di restare
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d’immaginare a come mi avrebbero pensato quei pochi
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di Bastiano. E così mi avrebbero ricordato anche i
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un paese tanto grande mi metteva una sensazione di
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individuo perduto e disperso mi si adattava. Era contenuta
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racconto e della leggenda. Mi sento perso come dentro