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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Gian Pietro Lucini, Nuove revolverate, 1913

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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1913
el scovin de piuma; mi preferissi el manegh de
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prime, né nelle seconde, mi consacrò Futurista: non nelle
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mio massimo successo popolaresco: mi si squillarono i campanelli
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né saranno mai futuriste". ¶ Mi ripeto: "Revolverate si chiamavano
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esaurite ed a cui mi piace dar un seguito
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da un orgoglio luciferino. Mi propongo niente di meno
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valgono meglio di loro. Mi si disse, invece intorno
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pietà; ed al giudizio mi accontentai. ¶ Quanto al modo
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infliggo una teoria; ma mi sovvenne, che, cento anni
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è pur quella - forse mi presumo troppo? - che intercede
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il suo genere. ¶ Chi mi proibisce di fare altrettanto
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in modo opposto? Chi mi nega la capacità, per
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Foscolo, Leopardi e Carducci, mi metta in mente di
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Greci, e coi Greci mi fermi alla roccia stessa
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Ed ecco perché io mi schivo e non accetto
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troppo tardi. Essi già mi hanno imputato colpa e
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di edifici scolastici; essi mi hanno tacciato, perché videro
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contro il Verso Libero, mi sono accorto d'essere
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e per assalto: e mi certificai che il mio
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Non vi chiedo, né mi curo di sapere, se
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curo di sapere, se mi metteranno alla coda, od
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o sono ignoranti, se mi prendono per uno de
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infinito. Piú tosto non mi permetto tale e tanto
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e me ne guardo. Mi accorgo come altri se
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raccoglie senza fatica. ¶ Voi mi direte: "Tu non osi
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la mia latinità non mi permette. Chi libera l
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me stesso, ma tutti mi intendono, e, non confondendomi
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e senza millanteria, generoso; mi accorgo ch'egli pecca
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mia politica; che non mi astraggono dalla mia razza
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dal mio suolo, ma mi propongono, seguitamente, in contatto
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universe forze reagenti, mentre mi dichiarano personalmente. Con ciò
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eterno. Per ciò io mi guardo ai fianchi ed
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ci dia il capolavoro; mi faccia dimenticare, in terra
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aveva voluto difendere e mi accusava d'essere un
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tuo nuovo romanzo, che mi dicesti esser quasi finito
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tu primeggi senza discussione, mi fece molto dispiacere il
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essere futurista, obbedendo semplicemente, mi pare, a un desiderio
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stessa "Diffida", che oggi mi serve, ne varietur, per
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del tuo "Verso Libero". ¶ 2° Mi spiego perfettamente questa tua
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fatta da me e mi costò, come venne pagata
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l'Amministrazione di Poesia mi faceva un primo resoconto
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anch'essa, e perciò mi affrettai a ridomandare le
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edizione L. 274,20, e L. 100 mi vennero dal Marinetti, compensate
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quanto costasse: l'editore mi aveva promesso oralmente che
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e voglio che tutti mi deridino per questa ingenuità
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e) Ma ciò che mi determinò il ripudio sdegnoso
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Futurismo, in qualunque salsa mi venisse condita, e specialmente
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tanto sfarfallar di tricolori ¶ mi ha abbacinato..." ¶ E mi
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mi ha abbacinato..." ¶ E mi sentii ribollir dentro tutto
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DON GIOVANNI ¶ E che mi dai costí? ¶ STATUA ¶ Cenere
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ed una ragione; ¶ e mi stupisce, dopo la vostra
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vangelo velino, ¶ se non mi si avventa di fronte
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Oh, benedetta Genia trista; ¶ mi risollevo per voi sopra
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valvola alle bestemie sacre, ¶ mi rassereno lo spirito, ¶ raschiandomi
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Rimanete immobili? ¶ Che? Non mi schiaffeggiate? ¶ Che? Non vi
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navigare, ¶ della tua faccia mi feci un altare: ¶ vi
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ucciso un galantuomo ¶ che mi ha visto a rubare
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ho comperato il biglietto; ¶ mi dà certi diritti sopra
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ya! ¶ "Y ar ver mi cuerpo jermoso, ¶ quien no
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juncal. - ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ¶ Hermosa flor de mi viña, ¶ habia a secarte
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Signori, giú il cappello. ¶ ("Mi permettete una domanda sola
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1913
all'estrema orazione. ¶ Io mi permetto di variar la
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in un macabro threno. ¶ (Mi permettete ancora due parole
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del De Colleville. ¶ Voi mi rimproverate d'essermi fatto
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Mamma lontana; ¶ se non mi vuoi con te, perché
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vuoi con te, perché mi baci ¶ forte e mi
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mi baci ¶ forte e mi stringi tanto da farmi
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che temo e che mi angoscia, ¶ per quel mistero
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grave, tranquilla, severa, ¶ e mi parlerai lungo tutta una
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Alza li occhi e mi guardino in fronte; ¶ vedano
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cosa molto piú seria. Mi vorreste spiegare il perché
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la vicina; ¶ m'accomando, mi sdraio e mi protendo
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accomando, mi sdraio e mi protendo ¶ allo specchio simpatico
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de Giovannin Bongee. ¶ Notte, mi ti confido con questa
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alla gola ¶ che non mi passa giú... - ¶ son cinqu
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già che non mai mi assicurò la casa ¶ pace
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in un roveto ardente. ¶ Mi guardi? mi rimproveri? rimani
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roveto ardente. ¶ Mi guardi? mi rimproveri? rimani indifferente? ¶ Faccio
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vince la partita;... ¶ e mi lasciai corrompere la tenera
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velo-pendulo-sottile-palatino, ¶ mi riesce dai precordii, ¶ s
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acre rigurgito; ¶ il singulto mi ajuta, le mascelle scardinansi
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vomito, liberazione e voluttà. ¶ - Mi affaccio ripurgato, lirico futurista
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una puttana; ¶ Notte, e mi libera: fasciato da te
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1913
mascherato d'ombra, ¶ già mi rinnovo, completo e riprovo
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desiderio, ex-cittadini, ¶ se mi mareggio in verità, ¶ pel
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ultimo bicchiere; ¶ qui, se mi svesto, con grande umilità
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esser io Gallo non mi profittò: ¶ cuculio, cercando, sorretto
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vernaccia?" ¶ - "Ragazza avventurata, ¶ che mi porti e che sai
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1913
elastica della Lozana Andalusa; ¶ mi riconosce in fatti chi
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la grande Città che mi schiaccia, ¶ l'incubo mio
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1913
lo scrittojo sul quale mi lusso la schiena ¶ curvato
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e vado in visibilio, ¶ mi spappolo, scompajo, ¶ sono l
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mondo, ¶ sollevo me stesso, mi riconcilio...: ¶ ho trovato al
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clinica sicura; ¶ riposo, sdrajato, mi affondo..., ¶ ti abbraccio, Madre
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creta torno alla terra ¶ mi ricongiungo in te". ¶ - "È
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ringrazio, Notte compiacente, ¶ che mi hai lasciato bere a
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nocciuoli ¶ tenera e snella; mi vi portai in orchestra
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vi portai in orchestra, ¶ mi vi altaleno e vi
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ne flagello le vipere; ¶ mi si inchinan le frasche
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ne fugo le opupe; ¶ mi acconsenton le sfide de
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Messia che trionferà. ¶ Cosí, mi sollevo in un battere
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graziosa, biricchina, sdegnosetta; ¶ come mi hai preso al vischio
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sono il piú brutto, mi assumo tutte le ingiurie
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il mio dadà". ¶ "Non mi rifiuterò alla conversione". ¶ "Brava
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nel costume..." ¶ "Io non mi impaccio in codesta fortuna
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di San Rossore; ¶ nessuno mi uguaglierà ¶ nella foga d
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scovo, le fugo, e mi accampo". ¶ "Curioso, Signore, e
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fallico ed esangue: ¶ Sade mi incontra e convogliami all
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alla paura dello scandalo; ¶ mi piego alla decenza consultiva
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mente ¶ il paesaggio che mi comprende; ¶ scoprir nuovi colori
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dall'Immortalità. ¶ Cento culle ¶ Mi son preso la briga
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cercare, a cercare... non mi ricordo piú... ¶ Non importa
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sarà se la mamma mi appresti ¶ turgide poppe montanare
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1913
la smorfia di soddisfazione: ¶ "Mi son preso la briga
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pandemia ai mille amor, mi ha abbandonato". ¶ E tutti
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questa mattina". - ¶ "La mamma mi morí quando son nato
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litania. ¶ "La mamma prostituta mi confidò alla ruota". ¶ "Fui
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oggi la leggete. Io mi era liberato dalla necessità
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sei un feroce tripolitanista, mi manderai a godere i
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dieci anni or sono, mi rimpicciolirei da me stesso
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Tra li ingegni solitarii, mi piace citarne uno solo
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1913
magnifico inno di liberazione mi viene appunto suggerito da