parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federico Roncoroni, Sillabario della memoria, 2010

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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2010
serie di accezioni che mi hanno accompagnato per tutta
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qualsiasi pezzo di carta mi capitasse a tiro: «To
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capitasse a tiro: «To’», mi diceva tendendomi un foglio
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propi un bel pastrugn», mi diceva passandomi la mano
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sapori: «Non pastrugnarmi tutta», mi sussurrava una ragazzina dei
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che di grande efficacia. Mi restarono però seri dubbi
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preciso. Anche “porca” non mi diceva molto, perché in
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mentre con gli anni mi si veniva sempre meglio
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dolore che provavo quando mi strappavo le pellicine intorno
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definizione ufficiale della parola mi squarciò il velo della
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velo della memoria e mi riportò davanti agli occhi
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quella accezione, è nota, mi sono reso conto, a
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al punto che spesso mi è venuto il dubbio
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fino a quando non mi trovai, per puro caso
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frutti e con Maria mi sfuggiva, come molte altre
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non erano argomenti che mi interessavano. Così, notata la
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senso proprio di seno, mi venne incontro tenera e
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ogni volta più complicati, mi si manifestavano in tutto
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Ma a pensarci su, mi ritrovo incerto nella scelta
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più vecchie che nuove) mi ha messo di fronte
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parole di sua competenza, mi ha dato un’informazione
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Minerva Medica, Torino 1974) e mi ha sbattuto sotto il
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origine, la parola “seno” mi suona da sempre così
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mammelle”. “Mamme”, in effetti, mi è sempre parsa una
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mammelline”, “mammellucce” e “mammellette”, mi risulta difficile da usare
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e uscito dal nido, mi è capitato di usarla
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liberare quei petti che mi immagino pieni e floridi
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colpito anche un uomo mi portò a escludere che
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saperne di più, non mi fu, al solito, di
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passato ai dizionari dialettali, mi riuscì di sapere, e
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del francese “jambon”). ¶ Come mi sarebbe piaciuto raccontarle, se
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quest e damm a mi quest (e in Brianza
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quest e damm a mi quest [e in casa
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di un gioco, che mi ha allietato l’infanzia
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l’unico suggerimento che mi diede in questo campo
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a una gara che mi riporta all’età dell
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cavallo della parola “pipita” mi ha attraversato la mente
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in fondo all’orto, mi annunciava mestamente che le
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e che la nonna mi mostrò tenendo aperto con
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morte tutte, aggiunse, perché, mi spiegò, la pivida impedisce
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prima di galoppare altrove, mi fece ricordare anche che
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che dopo quel giorno mi rifiutai di mangiare carne
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una sorellina, e non mi volevano tra i piedi
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in Sicilia, e invece mi andò bene. Non era
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con i miei compaesani mi ero riempito le orecchie
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le avrebbe capite, ma mi piacevano da morire. Una
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morire. Una in particolare mi suonava di continuo nelle
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orecchie: non era, non mi pareva, una parola volgare
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nonna di Monte Olimpino mi educò anche all’affettività
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unica mancetta settimanale che mi semplificò la vita tra
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Inferno. La nonna Pina mi educò anche alla moralità
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ai pericoli dai quali mi avevano costantemente messo in
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pensano a me e mi curano. Non sono forse
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grida assordanti, in cui mi ero finalmente avviato per
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sempre dal male che mi aveva preso e dalla
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Non sono loro che mi sono apparse nella luce
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sorriso ancora più dolce, mi hanno salutato e se
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riposo e di pace mi ha riportato indietro, nel
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ancora giunto e altri mi aspettavano, se non loro
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nulla che al ricordo mi morda la coscienza. Però
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prima volta in cui mi sono sentito tutto preso
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una poesia. E qui mi fermo. Non perché non
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dei due maestri che mi stavano di fronte. La
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prima di toccarti...». ¶ Basta. Mi è venuta nostalgia della
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confortarmi in questa opinione mi arrivarono tramite i fumetti
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e nello scrivere. Non mi piace l’oltranza che
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senso del limite. Non mi piace l’oltranza di
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cena in ciabatte. Non mi piace l’oltranza di
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è un pollo. Non mi piacciono - mi piacevano da
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pollo. Non mi piacciono - mi piacevano da adolescente, adesso
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discussioni a oltranza. Non mi piace l’oltranza di
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altrui fino a spezzarla. Mi piace, invece, l’oltranza
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le proprie resistenze interiori. Mi piace l’oltranza di
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ammirazione e di rispetto. Mi piace l’oltranza di
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e culo il culo. Mi piace l’oltranza di
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di continuare a vivere. Mi piace l’oltranza stilistica
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di Carlo Emilio Gadda. Mi piace anche l’«oltranza
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di uno spirito sofferente». Mi piace la parola “oltranza
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nei sensi in cui mi piace, ho cercato di
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più volte ma mai mi è uscita fuori perché
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i politici. Meno brutto mi pare “oltranzoso”, forse perché
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diventato e sono amico: mi piacerebbe farne i nomi
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chiamare lesbiche e tanto mi bastava. ¶ Come sia potuto
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uomo, vuoi perché “omo-” mi suonava come una semplice
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uguale, medesimo’. Ma non mi ha mai sfiorato il
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la donna... Il pensiero mi si spense nella mente
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pochissime volte, e quando mi è capitato di farlo
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bella bambina del mondo, mi chiese, in verità non
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sollevando leggermente il grembiule, mi mostrò il suo, capii
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perché quest’ultimo termine mi pareva troppo intimo. Soltanto
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il libro di scienze, mi arrivò il termine per
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e cosa, forse perché mi sono accorto che la
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dire che la parola mi piace, per il suono
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bomborino” della mia infanzia. Mi piace per quello che
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poco sotto. Però soprattutto mi piace per il nome
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Giuseppe Gioacchino Belli, però, mi fa notare la cara
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oleosa e scivolosa. Non mi piaceva, anzi mi incuteva
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Non mi piaceva, anzi mi incuteva un senso di
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nel bottiglione verdastro dove, mi pare di ricordare, la
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conservava quella che avanzava. Mi faceva anche un po
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nella lisciva se non mi lavavo bene dietro le
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con un vecchio prete, mi preparava, insieme ai miei
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Comunione e alla Cresima, mi aveva lasciato perplesso circa
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la lussuria. Ottima ragione, mi sembrò, per cercare di
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La definizione del dizionario mi parve confermare la pochezza
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gli altri. Per quanto mi riguardava, anzi, tirai un
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La carne proprio non mi piaceva, e già mangiare
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quella che la mamma mi metteva nel piatto a
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mezzogiorno lanciandomi significative occhiatacce mi costava una fatica enorme
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altro, la lussuria non mi pareva un peccato molto
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pochi minuti morì, non mi fu difficile collegare l
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teorie circa la lussuria mi venne, intorno ai dodici
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significato della parola ‘lussuria’ mi venne dalla scoperta che
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simpatico di quanto non mi era parso, era morto
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la colorita espressione non mi illuminò granché: la morte
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andava meglio approfondita. Naturalmente, mi ci vollero anni di
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sfrontate, di ripulse che mi lasciavano avvilito, di improvvisi
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significato della parola LUSSURIA mi si spalancò davanti, e
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robba” d’altri perché mi bastava la mia; non
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l’unico peccato che mi sento di poter confessare
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della zia Carluccia non mi sarei mai ricordato se
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non per diletto) non mi fossi imbattuto, in III
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2010
al maschile, e non mi sono mai piaciuti né
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uni né le altre. Mi è sempre piaciuta invece
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consorte, si ripeteva e mi ripeteva che il signore
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il signor Menno, perché, mi disse, per lui quella
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cosa che in proposito mi viene in mente è
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dico io. Talvolta, invece, mi vengono in mente - ma
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giovinezza. ¶ «Merd!» La mamma mi guardò disperata, si scusò
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via del ritorno, non mi risparmiò i rimproveri. Ma
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2010
allora, da piccolo, non mi sono mai accorto che
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anno più tardi, però, mi resi conto che reggere
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bello fare niente’ (→ fanagottone); «Mi u fa finta de
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non fa niente, non mi sento offeso’; o anche
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orifizio e le aggiacenze» mi avrebbero riempito di erotico
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casa loro mangiavo quando mi andava, leggevo anche a
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anche a tavola, non mi lavavo quasi mai dietro
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pulivo i denti quando mi ricordavo. Mai una sgridata
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uscissi mai in strada, mi tenessi possibilmente a portata
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nonne. In primo luogo mi sento loro debitore di
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in ogni occasione, ma mi difendevano sempre, giustificando davanti
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scudo. In secondo luogo, mi hanno insegnato buona parte
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dei principi morali che mi hanno guidato a lungo
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tutte le caramelle che mi hanno deliziato la vita
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Andò in bestia e mi inseguì urlando e minacciando
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le botte di cui mi avrebbe riempito. Ma si
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non del fatto che mi capitò a otto anni
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altri negli anni successivi, mi domandò di che nome
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geografo” ma, per quanto mi piacesse l’idea che
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nonno e il babbo mi avevano più volte raccontato
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a kóre, kóres, ‘ragazza’, mi fecero declinare più volte
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ghê, ghês. Tanto meno mi ridussi mai a credere
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frequenza di nomi propri, mi sia poi capitato di
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al giorno in cui mi è capitato di leggere
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ed è subito sera», mi viene in mente quanto
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è subito sera”? Ungaretti? “Mi illumino d’immenso”? Come
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bene. Ma il dubbio mi rimane sempre, perché lo
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sette e dieci anni, mi ha fatto credere che
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prima di essere scartato, mi chiedevano le “generalità”: allora
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avvezzo e che invece mi paiono barbari, non l
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unica conoscenza che, come mi disse anche Socrate, ad
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a Camillo Langone che mi ha ricordato come il
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Ne possiede una, come mi segnala Mauro Novelli, l
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a me piace, perché mi ricorda il nonno e
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leggevo sempre, e non mi interessava sapere cosa volesse
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ormai leggere tutto, tanto mi bastava. La lessi per
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sbiadì e scomparve. Ma mi è rimasta scritta indelebilmente
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stava sulle corna, e mi ha fatto piacere sentirlo
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tutte le volte che mi trovo davanti all’eterno
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chi si irrita. “Non mi far incazzare”, “Guarda che
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far incazzare”, “Guarda che mi incazzo”, “Com’è incazzato
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ma neanche calorosamente. Chiara mi presentò come ‘il latinista
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assistito nella versione. Sereni mi gratificò con un cenno
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anche a me. ¶ Chiara mi portò con sé in
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senza discutere, quella che mi pareva, che era, una
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dorme. Una fase che mi riesce molto piacevole, perché
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vuota; altre volte, invece, mi è capitato di trovare
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2010
che da qualche anno mi travaglia e che cerco
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2010
o cerca di ragionare, mi fa grazia di una
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2010
andai a fargli visita, mi parlò non dell’insonnia
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2010
e le emozioni che mi raccontava erano le stesse
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2010
un significato, di cui mi sono innamorato, come mi
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2010
mi sono innamorato, come mi è successo con molti
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2010
oppure «Mamma, il Fede mi inzinga», diceva la sorellina
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2010
sconquassi che provoca. Però mi mancava il nome con
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2010
rifiuta, anzi lo fugge. Mi mancava, ma di recente
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2010
unica cosa che jeure mi suggerisce è un verbo
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2010
deriva. La parola, comunque, mi piace, anche se mi
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2010
mi piace, anche se mi fa più paura della
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2010
ben bene, lavoro che mi sarebbe piaciuto lasciasse fare
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2010
base a criteri che mi sfuggivano e che lei
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2010
al punto che oggi mi viene da pensare che
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2010
e petulante che era. ¶ Mi venne il dubbio che
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2010
fosse il tipo che mi era parso perché il
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2010
di vorrei ma poi mi pento - il Duccio della
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2010
quando la sentii pronunciare, mi sembra, in un film
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2010
edonista”) e che pure mi è molto cara. E
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2010
amava molto e che mi propose, appena ritenne fossi
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2010
seppi risolverlo, ma quando mi disse la soluzione, spiegandomi
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2010
su cui si fondava, mi piacque tanto che non
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2010
inutile, e se solo mi vedeva lì un momento
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2010
in mano da leggere, mi urlava: «Sta minga lì
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2010
o “fare l’amore”. Mi ha risposto che adesso
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di biglie dell’avversario. Mi succedeva di rado, perché
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2010
campioncino, ma qualche volta mi capitava, e a partire
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2010
partire dai sette anni mi capitava sempre perché, essendo
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2010
Orchi, e il fatto mi fu raccontato dagli amici
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2010
a quell’insano gesto, mi distrasse spiegandomi che era
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2010
esplodessero il colpo. E mi raccontò che in guerra
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2010
è scapada», ‘Lo schioppo mi ha fatto ciflis e
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2010
suo, e in proposito mi sembra interessante quanto scrive
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2010
senso, comunque, il tempo mi riservava di fare esperienza
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2010
se ogni volta che mi è capitato mi sono
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2010
che mi è capitato mi sono sentito finito per
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2010
per sentito dire», come mi disse un triste giorno
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2010
stesso, con il quale mi chiamo quando sono contento
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2010
e con il quale mi vagheggio: quando penso a
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2010
quando penso a me, mi penso come Fede, il
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2010
il nome con cui mi chiamano o mi hanno
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2010
cui mi chiamano o mi hanno chiamato le persone
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2010
Medie e Liceo - che mi hanno sentito chiamare così
222
2010
che ho amato e mi hanno amato, anch’esse
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2010
dalle mie sorelle, quando mi telefonavano: «Mi scusi, potrei
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2010
sorelle, quando mi telefonavano: «Mi scusi, potrei parlare con
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2010
per te». Nessun altro mi ha chiamato o mi
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2010
mi ha chiamato o mi chiama così, e il
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2010
farlo, ci resterei male: mi sentirei come violato nei
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2010
più profondi. Una volta mi è capitato. Una tale
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2010
conoscevamo, e neanche biblicamente, mi si è rivolta chiamandomi
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2010
e gli altri che mi capita di frequentare a
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2010
chiamato come lui, Federico. Mi riesce difficile immaginare la
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2010
da bambina, dunque, che mi avrebbe chiamato come lui
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2010
sei nato, la levatrice mi ha detto ‘e allora
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2010
è morto, e quando mi sono sposata e sono
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2010
mamma, è bellissimo, e mi piace, mi piace tanto
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2010
bellissimo, e mi piace, mi piace tanto». «Poi allora
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2010
Sei stato un frescone», mi diceva. Oppure «Non fare
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2010
occasioni in cui, appunto, mi ero comportato da stupido
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2010
consolazione in quei casi mi veniva dal fatto che
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2010
indegno truffatore. Da allora mi è rimasta in mente
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2010
lungo tra parole che mi parevano tutte sinonimiche: la
242
2010
sinonimiche: la più ovvia mi pareva se débarrasser, che
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2010
se débarrasser, che però mi sembrava un po’ troppo
244
2010
semantica, e alla fine mi avventurai in un “Il
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2010
leggermente verso di me mi spiegò che décharger, nel
246
2010
non solo esisteva ma mi puniva anche, perché, come
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2010
puniva anche, perché, come mi resi subito conto, di
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2010
parolacce, bestemmie o ingiurie. Mi era successo con il
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2010
e il portoghese e mi sarebbe capitato poi con
250
2010
come al plurale, “donne”. Mi piace sia quando indica
251
2010
a me pare tale. Mi piace per la sua
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2010
che lo porta. Perciò mi piace perciò quando, a
253
2010
tutte le donne. Meno mi piace quando ha attaccato
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2010
trattino. E per nulla mi piace quando accompagna un
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2010
iniziale maiuscola, Donna Carla. Mi piacciono i suoi alterati
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2010
donnona”, “donnacchera” e “donnacola”. Mi piacciono i suoi derivati
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2010
dice Marcello provenzaleggiando, (→ donneare). Mi piacciono, quale più e
258
2010
a far parte: più mi piace “belladonna”, che fa
259
2010
cui rimanda, “superdonna”. Non mi piacciono le prime donne
260
2010
le prime donne, ma mi piace, dolce nella memoria
261
2010
memoria, la mia primadonna. Mi piacciono, indosso alle donne
262
2010
la sua comprovata perfidia. Mi piacciono le maestre, le
263
2010
vigilesse, perché sono donne. Mi piace il danno che
264
2010
si dice, la donna. Mi piace il suo etimo
265
2010
sesso (“donna” tout court). Mi piace Beatrice, mi piace
266
2010
court). Mi piace Beatrice, mi piace Laura, mi piace
267
2010
Beatrice, mi piace Laura, mi piace Silvia — soprattutto quella
268
2010
quella di Torquato Tasso -, mi piace Emma in Bovary
269
2010
piace Emma in Bovary, mi piace Anna — specialmente Anna
270
2010
Anna — specialmente Anna Karenina -, mi piace Paola, mi piace
271
2010
Karenina -, mi piace Paola, mi piace Giuseppina, mi piace
272
2010
Paola, mi piace Giuseppina, mi piace Serena, mi piace
273
2010
Giuseppina, mi piace Serena, mi piace Valentina e mi
274
2010
mi piace Valentina e mi piace pure Deborah, anche
275
2010
se ha l’acca, mi piace Sandra e mi
276
2010
mi piace Sandra e mi piace Jessica. Mi piacciono
277
2010
e mi piace Jessica. Mi piacciono, insomma, le donne
278
2010
tra le parole che mi sono più care — insieme
279
2010
da dire e non mi pare il caso — non
280
2010
a una persona che mi porto dentro dal primo
281
2010
e per molti motivi mi è cara, mi ha
282
2010
motivi mi è cara, mi ha disilluso, al punto
283
2010
sull’amato nome. Cosa mi ha donato la dolce
284
2010
è e quale verosimilmente mi reputa: libri, manoscritti, stampe
285
2010
che già non abbia? Mi ha regalato la prima
286
2010
che faccio, proprio come mi succede con le donne
287
2010
della dormia finisce, e mi sveglio che non hanno
288
2010
destini, il fanciullino toscano mi riapparì improvvisamente davanti, resuscitato
289
2010
conseguenza anche di “rabbia”, mi rimase impressa e per
290
2010
usato anche “imbufalirsi”, che mi è sempre piaciuto molto
291
2010
molto come parola perché mi ricorda un mio cugino
292
2010
per nominare la quale mi vengono in mente facili
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azzerbinabile”; “Guarda che non mi puoi azzerbinare come il
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ricordare adesso quell’episodio mi viene da pensare che
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Oggi il mio babbo mi porta...») Per quale ragione
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dai raggi del sole. Mi è piaciuto a lungo
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la parola “bambino”, non mi è mai passato per
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sopra, appunto, “cianfrusaglie”, perché, mi spiegò riconsegnandomi il foglio
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loro etimologia. Ma “barlafuse” mi è rimasta nel libro
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con il nome che mi sembra di ricordare: beccicute
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non lo faccio, perché mi spiacerebbe scoprire che hanno
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volesse dire: ‘cazzo’. Non mi è mai più capitato
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presenti, a quel che mi risulta, pensò mai di
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Sempre in quell’occasione mi fu pure chiaro che
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la mamma fosse bionda mi riempiva di orgoglio davanti
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l’avevo io. Tanto mi piaceva il biondo dei
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e il sostantivo “bionda” mi riempivano la bocca e
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di Francesco Petrarca che mi ricordano la fotografia della
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Terza liceo, e che mi piacquero, ne sono sicuro
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insaziabile opera di trascrizione: ¶ Mi ricordo di te, sola
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anche ricciutelli come, subito mi sovvenne, i capelli della
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in modo sempre diverso, mi hanno consentito di cercare
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consultazione del Tommaseo-Bellini mi ha rivelato che è
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mia traduttrice e interprete, «mi hai mica detto che
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o di Novi Sad, mi risponde che sì, sappiamo
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La sorpresa, come spesso mi è successo, fu, qualche
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e le espressioni che mi piacciono per timore che
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molte. Quella volta, però, mi andò bene, perché dal
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E la zia Evelina: «Mi me càsci, mi, perché
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Evelina: «Mi me càsci, mi, perché ti te pènsat
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molluschi. Non so come mi sia venuta una simile
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che intorbidava l’acqua, mi resi conto che i
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per risolvere il problema mi bastò ricorrere al dizionario
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più esattamente «animale cartivoro», mi chiamava Piero Chiara, con
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di cui era maestro. Mi chiamava così per la
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muta cui ero relegato, mi presentò simpaticamente, definendomi per
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a parte, la parola mi piace: sia perché l
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perché essere definito cartivoro mi lusinga, come si sentirebbe
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di noi stessi («Oggi mi sento un catorcio») : suoi
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me, invece, funzionò, e mi beccai anche la radio
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sua esclusiva invenzione, invece, mi pare essere il verbo
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barzellette in serie — e mi spiace, perché alcune erano
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citare le poche che mi ricordo, così come le
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ricordo, in forme che, mi sembra, ora sono al
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verbo. Anzi, se dégager mi pareva, chissà perché, molto
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un breve intervento che mi era stato sollecitato in
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e di quelle cose, mi sono reso conto che
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parole: loro, le parole, mi avrebbero ancorato al presente
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ricordi o che, semplicemente, mi piacevano di più. Certo
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quaderni, registrandole così come mi venivano alla mente, senza
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dei miei genitori. Molte, mi rendo conto, rientrano nel
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bambino, i miei genitori mi proibivano di usare: la
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o difficili in cui mi sono imbattuto, spesso per
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Molte sono parole che mi hanno sorpreso e preso
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personaggi famosi, e che mi hanno regalato, e continuano
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Tutte sono parole che mi hanno fatto e mi
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mi hanno fatto e mi fanno diverso dagli altri
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ma, nello stesso tempo, mi rendono uguale o simile
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modo misterioso, quasi sensuale, mi legano con il sottile
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passioni. Non so se mi serviranno per sopravvivere allo
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vita che proprio non mi è mai stato possibile
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fatto fallire mezza Como, mi fa tenerezza, anche se
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un verbo come “fregare” («Mi ha fregato», «Mo’ lo
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etimologia della parola che mi piaceva molto: “abbozzare” = ‘ritirarsi
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relativo. Credo che non mi capiterà mai di usare
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questa accezione marinara, però mi è stato utile conoscerla
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questo ultimo significato spiega, mi sembra, l’accezione di
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la penisola. ¶ Sarà che mi suona male, sarà che
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detesta l’avverbio “maggiormente”: «Mi basta sentirlo», dice «per
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questa persona che non mi fa e non mi
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mi fa e non mi farà paura e che
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più essermi d’aiuto, mi aspetto l’accabadora. Scrivo
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che mai non falla mi aveva più volte permesso
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altra cosa, ma non mi fu difficile convincerla che
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più di settantasette (oppure mi sbaglio e tutti i
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utilizzarla, ma qualche volta mi è parso di vederla
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povera Clara», e tanto mi bastò per capire che
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estremamente grave, anche se mi riusciva difficile comprendere perché
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Il dizionario di famiglia mi spiegò qualcosa di più
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orecchie, che ogni tanto mi mostrava con un certo
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un occhio della testa -, mi guardava tutti i minuti
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che faccia avessi e mi faceva il budino una
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scuola lo vedevo che mi guardava da dietro i
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vetri della finestra e mi faceva un gesto di
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caso, per quello che mi riguarda, di talune parole
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caso e che, invece, mi hanno colpito con tutta
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o direttamente, da vicino. Mi è successo anzitutto con
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personalmente: è successo quando mi sono trovato ad avere
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pasciuto di parole siffatte, mi è piombato addosso un
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vedete con quanta proprietà mi esprimo e capite bene
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caso o al destino, mi ha aperto la strada
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che ho citato: “angioplastica”. Mi è piaciuta subito, appena
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pochi attimi prima che mi sottoponessero d’urgenza, l
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corpo), ma che non mi aveva mai detto niente
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carica. “Piritèddu”, “Piritèddu”, “Piritèddu” mi ripetevo e, pensavo che
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che ti piace tanto?», mi disse parecchi anni dopo
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scoreggia!». Niente da fare: mi era parsa allora, e
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Linguistica ed esperta ornitologa, mi ha ricordato che “pittima
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nomino qui è perché mi consente di ricordare la
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in quello che credettero mi sembra una sparata di
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per quelle di cui mi citava i nomi e
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fosse stato, e come, mi pare più che verosimile
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tutte le volte che mi capita di pensare ai
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di pensare ai proci, mi trovo ancora a pensare
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terzetto proci-Penelope-Ulisse mi viene da domandarmi, insieme
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porcella d”Orléans’, ma mi fu chiaro che “pulzella
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e da allora tutto mi divenne un po’ più
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vieppiù chiara la cosa mi risultò quando, leggendo, non
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le parole che più mi piacevano, specialmente se in
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2010
esperienza, anche se non mi riuscì di ridurre di
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zitellona’. E ancora più mi piacciono i derivati suoi
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una forma gergale che mi è entrata in testa
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di Leonardo Sciascia, e mi è piaciuta subito, sia
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scocciatura”. Es. “Marcello! Non mi scocciare!”. Il termine viene
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dà del verbo “scocciare” mi è sempre piaciuta. È
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sua immediatezza ed evidenza mi sembra più chiara e
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parere, prestavo troppa attenzione, mi disse «ma non vedi
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succhio, attività che non mi sarebbe spiaciuto condividere con
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punteruolo, vista di profilo. Mi venne in mente, chissà
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da novembre ad aprile, mi imponevano ogni volta che
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alla zia Evelina «non mi rompere le scuffie», ebbi
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sostantivo maschile) «‘Gli inglesi mi fanno spesa a tutto
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In un altro paese mi darebbero del seccacoglioni: qui
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terribile. La parola che mi sembrava così ‘sporca’, cioè
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contenti, anch’io che mi illudo che in questo
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esempio più curioso, come mi suggerisce Bernardino Marinoni, è
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un caso di “serendipità”?). Mi piace sia perché nel
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2010
nel pronunciarla, anche mentalmente, mi si ingarbuglia la lingua
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sia perché al pensarla mi si libera la fantasia
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tutte le volte che mi metto a guardare le
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fino a che non mi distraggo a cercare altre
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Ottanta, e di cui mi limiterò a citare il
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ho fatta mia, benché mi sia riuscito di usarla
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di causa, perché non mi ero ancora fatto un
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ne soffre in modo, mi pare, molto grave, perché
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malattia della ragazza non mi riguarda direttamente, perché non
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2010
del pronome d’affetto “mi”: «oggi mi compro», «ieri
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d’affetto “mi”: «oggi mi compro», «ieri mi sono
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oggi mi compro», «ieri mi sono comprata», «domani mi
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2010
mi sono comprata», «domani mi compro». Più raro, in
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uno di essi, “volere”: «Mi voglio comperare...». Utilizza però
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a ogni suo acquisto: «Mi devo comperare...». Il servile
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e quasi talebana: «Io mi posso comperare tutto ciò
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le balle e che mi tolga di torno, ma
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quasi di cortesia come «Mi piacerebbe comperare...», «Vorrei comperarmi
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Che ne diresti se mi comperassi...», le sono del
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forma d’affetto: «Ieri mi sono comperata sei anellini
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è una parola che mi è sempre piaciuta. Anche
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sorry for itself. ¶ Mai mi fu dato di vedere
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mie. Talmente mie che mi sembra di averle non
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o di versi - quando mi piacciono, vorrei rubarle e
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sottostare alle prove che mi venivano imposte. ¶ La settimana
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imposte. ¶ La settimana prima mi era toccata la figura
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che piacque molto e mi salvò dal dover dir
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un lungo testo che mi costò due notti nella
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al consesso degli ‘anziani’, mi valse, grazie al cielo
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diversi modi di chiamarla. Mi limiterò dunque a citare
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fin fine, una cosa mi preme dire prima di
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romanzo di Piero Chiara, mi imbattei nella parola, il
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nella parola, il contesto mi bastò per capirne il
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L’unica cosa che mi venne in mente fu
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diceva la nonna Pina, ‘Mi hai fatto spaventare’. Anche
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era finì in tragedia, mi viene da pensare che
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drammatica e non comica, mi rimane solo da dire
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Te se un goss», mi diceva compiaciuta quando facevo
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anche, soltanto una sventoletta. Mi duole pensare che per
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della parola, che pure mi girava intorno fin dall
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caso se oggi, quando mi capita di sentirla o
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la prima cosa che mi viene in mente non
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passarmi davanti e che mi hanno sempre fatto sognare
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e tutto quello che mi aspetto da te la
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e le strade che mi fiancheggiano o per nascondere
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tagliati per essere bruciati, mi fa inorridire: per motivi
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una vecchia canzone che mi canta nella mente quando
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mente quando, per caso, mi imbatto in uno di
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Un’accezione, questa, che mi ricorda che “tumido” deriva
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Settentrionale, come appresi quando mi spinsi fino a Varese
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su a dire «Voi mi volete turlupinare». Veramente, siccome
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da altri e mai mi è capitato di leggerla
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delle tante parole che mi è capitato solo di
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ti fai?”. Però non mi è capitato. E non
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seconda ipotesi, anche se mi sembra poco fondata. Se
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Sto orgasmando!»; «Orgasmizzo!»; «Eccedo»; «Mi contraggo tutta!»; «Mi si
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Eccedo»; «Mi contraggo tutta!»; «Mi si stringe e mi
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Mi si stringe e mi si allarga!»; «Sono al
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piaceva molto “morire”, che mi fu insegnato da una
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2010
vagina. «Muoio, muoio, muoio...» mi sussurrava mentre si lasciava
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2010
sembrava che venisse meno. Mi piaceva, e qualche volta
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ho mai raccolto o mi è parso di non
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2010
pronuncio la parola, istintivamente mi viene in mente un
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2010
di vecchiaia. ¶ Poi, crescendo, mi misi il cuore in
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2010
le poche volte che mi capitava di mangiare il
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2010
risotti. Fu soltanto quando mi recai in Abruzzo, all
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2010
fiori rossi e gialli, mi folgorò l’intuizione che
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2010
l’aquila dello zafferano mi affascina ancora adesso, perché
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2010
quel curioso sostantivo che mi venne subito voglia di
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2010
secondo un’idea che mi si è impressa nella
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personale di parole-ricordo mi è venuto, oltre che
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mio studio perché non mi sono mai separato da
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registrato in queste pagine, mi sono stati di grande
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lettura e di consultazione mi sono sempre stati, e
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2010
sempre stati, e ancora mi sono, i vocabolari “minori
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primo dizionario personale e mi fu acquistato in occasione
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è una disciplina che mi affascina da sempre, e
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da Editori Riuniti, Roma 1997. ¶ Mi restano da citare solo
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le spetta di diritto, mi ha suggerito o imposto
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mascherato come avrebbe voluto, mi assumo la piena responsabilità
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giunto in casa editrice, mi ha telefonato dal treno
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mio amico Marcello, che mi ha rotto le scatole