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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
1
1932
obelisco delle Cinque Giornate, mi accomiatai da Libellula e
2
1932
e la sua mamma, mi sentivo il cuore leggero
3
1932
piú alto degli altri: mi si riaffacciava da un
4
1932
Non so che gioia mi sospingesse. L'aria ottobrina
5
1932
si attenuavano (o cosí mi sembrava), nati da un
6
1932
dattilografa, o sartina, che mi passava accanto in fretta
7
1932
nell'isola di Capri mi faceva l'incanto, segnando
8
1932
fedele, la luna! Sempre mi era ritornata. Alla sua
9
1932
in una via laterale, mi trovai quasi nel buio
10
1932
pochi passanti. Case altissime mi nascosero la luna; e
11
1932
terrazzo pieno di luna mi trovavo come in una
12
1932
il pianeta, piú esso mi fissava; e, invece di
13
1932
nel disco lunare, e mi guardasse. Rimasi assorta: prima
14
1932
immaginare in qual modo mi sarei lasciata riprendere dai
15
1932
già andato: per cui mi parve che il ramo
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1932
che in quel momento mi sembrò favolosa, d'una
17
1932
grappoli. ¶ Ciò che piú mi colpiva era la sicurezza
18
1932
atmosfera, respirare in libertà. ¶ Mi concentrai, un ultimo tempo
19
1932
le sue capricciose violenze mi turbano. Ho sempre temuto
20
1932
fondo una tettoia donde mi vengono vibrazioni sonore di
21
1932
Nel barbaglio solare, non mi sembran piú parole; ma
22
1932
m'irrita la pelle, mi dissecca la gola, solleva
23
1932
cosí verde? A toccarla mi tingo le mani di
24
1932
neri, di velluto. Se mi curvo su di loro
25
1932
veniva dal mio sangue: mi riportava alle origini. ¶ Di
26
1932
qui, è come se mi cadesse una benda dagli
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1932
URAGANO AVANTI L'ALBA ¶ Mi rompe nella testa il
28
1932
pioggia e del vento, mi tuffano sempre piú in
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1932
aiuto dell'ombra che mi isola dalle impressioni visive
30
1932
nelle origini dell'armonia, mi riconduce alla felicità delle
31
1932
intride d'acqua. E mi riaddormento, cullata da nenie
32
1932
amore ciò ch'essi mi dànno in ombra e
33
1932
giornata. Il loro «buongiorno» mi giunge con l'odore
34
1932
abete e un deodàra) mi rifugio, nelle ore piú
35
1932
Se guardo in alto, mi trovo in una navata
36
1932
quello al quale io mi appoggi, sento di trovarmi
37
1932
un essere pensante che mi comprende, e indulge alla
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1932
m'affondo nella terra, mi trasformo nelle radici serpentine
39
1932
una fonte segreta che mi ritempri. Nella pienezza dell
40
1932
albero! A sua somiglianza mi rende verde, e striata
41
1932
linfe. Piú fraterni, anzi, mi sono gli uomini, scòrti
42
1932
bella, è me; e mi riempie di stupore, di
43
1932
conti fatti, esse sole mi rimangono; e, piú in
44
1932
Non lo voglio sapere. Mi è stato detto: – Ti
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1932
la novità dei contorni mi libera da ogni senso
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1932
è d'indicibile maestà. ¶ Mi volgo indietro. La strada
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1932
tronco il cui spessore mi richiama alla memoria le
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1932
voce cara, gentilmente canzonatoria, mi chiede: – Ebbene, e il
49
1932
penne, usciva dallo sportellino, mi svolicchiava intorno. Cip-cip
50
1932
di scuola, tutte noiose: mi piaceva, invece, narrargli storie
51
1932
chi ne vuole? Io mi smarrii dietro la cantilena
52
1932
filastrocche dei venditori girovaghi: mi parevano poesie. Schiusi di
53
1932
rettangolo di fuoco. Quando mi volsi indietro, il passerotto
54
1932
creature che amavo, che mi amavano, andarsene lontano o
55
1932
qualunque ciglione di prato mi fermassi, sarebbe pur sempre
56
1932
piú. I primi mesi mi eran trascorsi in un
57
1932
l'urto delle passioni, mi addormentava nella stasi della
58
1932
da malesseri che non mi sapevo spiegare, nacquero, crebbero
59
1932
che respiravano. Nessuna cosa mi richiamava in patria: all
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1932
Quella terra: quella. ¶ Inutile mi sarebbe stato rivolgermi ai
61
1932
l'umida zolla che mi riempie non solo le
62
1932
io sono in pace. Mi ci riconosco. Mi ci
63
1932
pace. Mi ci riconosco. Mi ci specchio. È il
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1932
guarda la montagna: – Io mi trovo piú all'ombra
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1932
piuttosto ai motoscafi che mi tagliano in due, violenti
66
1932
sua voce, che voi mi dite essere stata cosí
67
1932
respiro, il giovine nipote mi colga e mi ponga
68
1932
nipote mi colga e mi ponga fra le sue
69
1932
dan». ¶ MATTINA SOGNATA ¶ Stamani mi son destata mentre sognavo
70
1932
destata mentre sognavo: ancora mi dà pena il colpo
71
1932
stupore, una pesante dolcezza mi faceva mancare il respiro
72
1932
gioia. ¶ Fu allora che mi svegliai; ma non tanto
73
1932
o per oscuro istinto, mi movevo, con gli occhi
74
1932
betulle che, piú lontane, mi nascondono e mi scoprono
75
1932
lontane, mi nascondono e mi scoprono, come fra stecche
76
1932
Anche quelle mani inquiete mi volevan chiedere qualcosa: anche
77
1932
quegli uccelli fossero spiriti. ¶ Mi tornò nella mente una
78
1932
e in quella trasparenza, mi si rivelava per vera
79
1932
troppo veloci, e non mi vedevan nemmeno. ¶ Dalle siepi
80
1932
col mio nome. E mi cadde il coraggio d
81
1932
e non oso inoltrare. Mi domando se lo sa
82
1932
la dicono mia: se mi riconosce: se ricorda. ¶ Quando
83
1932
per la frescura che mi concedeva: non pensavo che
84
1932
Ora, invece, la vedo: mi si rivela come cosa
85
1932
guerreggiante antica: Stàffora! Come mi piace il suo ghiareto
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1932
gli sfondi leonardeschi. ¶ Chi mi sa dire fin dove
87
1932
meglio le creature che mi chiesero consolazione ed aiuto
88
1932
conforto. ¶ Se la quercia mi perdonasse d'essere chiamata
89
1932
una portinaretta. – Ma lei mi chiede, volgendo il capo
90
1932
Rondine, perché? ¶ — Ma sí. Mi sembrate una rondinella, con
91
1932
lei per omaggio. ¶ Non mi so trattenere dal chiederle
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1932
dietro di voi? ¶ — No – mi risponde. – Ho dimenticato. Non
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1932
stillicidio di pianto nascosto? ¶ Mi riaffiorano alla memoria ricordi
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1932
sincrono al suo palpito. ¶ Mi sforzo d'entrare nel
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1932
v'è segreto. Ella mi dice, placida: ¶ — Sapete, cara
96
1932
pace? finalmente in pace? ¶ Mi s'illumina, a queste
97
1932
completezza del suo distacco. ¶ Mi dà l'impressione d
98
1932
sete di celebrità. Ma mi confida: – Ahimè. Queste maschiette
99
1932
dove metter le braccia: mi chiedono: – Come ho da
100
1932
di fóri quadrati, che mi si dicon lasciati tal
101
1932
a semicerchio, a cerchio. Mi vien fatto di pensare
102
1932
piú leonardesco che umbro), mi dice: ¶ — Sapesse quanto son
103
1932
cosí vicino, che sembra mi vogliano dire un segreto
104
1932
domani vi sarò? Non mi par vero. ¶ ORE D
105
1932
casa, che sembra deserta. Mi dico piano: «Sono in
106
1932
Assisi»; ma ancora non mi par vero. ¶ Due finestre
107
1932
piú che ali vere. ¶ Mi fanno pensare a quelli
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1932
accorgano domattina; e non mi vengano a trovare. ¶ Son
109
1932
che ancora era scuro: mi ha svegliata il loro
110
1932
esco dal portico e mi riaffaccio al sagrato. L
111
1932
e cosí in pace. ¶ Mi umilio sopra di me
112
1932
Crocifissione del Cimabue! ¶ Non mi dà tregua: non posso
113
1932
assolata, entro nella Basilica, mi raccolgo un istante sotto
114
1932
Superiore la terribile parete, mi rannicchio in uno stallo
115
1932
ululo si ode dovunque, mi rintrona nel cuore. Anche
116
1932
da quei sassi; e mi davano le vertigini a
117
1932
della foresta sottostante; e mi colpisce il disegno d
118
1932
venuto incontro dall'Eremo: mi risponde con fervore, tagliando
119
1932
pozzo. Il monaco non mi dà sosta: andiamo alla
120
1932
vegetazioni muscose: cosí, egli mi dice, le altre sparse
121
1932
sotterranea, di sasso vivo – mi viene spiegando con gran
122
1932
giubilo il giovane, mentre mi mostra la scabra nudità
123
1932
cappelle. Meglio che se mi mostrasse oro, gemme, sculture
124
1932
anime.» ¶ «Anime, anime, anime» mi vado ripetendo, riaffacciandomi al
125
1932
attimo, una realtà che mi folgora. Ma ben presto
126
1932
ben presto dileguano; e mi lasciano piú misera di
127
1932
monte, che la salita: mi domando come farò a
128
1932
in Assisi. La sassaia mi dirompe sotto i passi
129
1932
e Peppina, di là, mi scrivono, quasi con le
130
1932
poté tenere la penna, mi scrisse. ¶ Non assiduamente. E
131
1932
sua pronuncia nordica. Cosí mi sembrava davvero di riaverla
132
1932
pace. ¶ Le due amiche mi raccontano, nelle loro lettere
133
1932
e pei mari che mi scriveva d'aver sognati
134
1932
le stecche delle persiane, mi prepara alla buona giornata
135
1932
senso di sicurezza che mi viene dall'anima della
136
1932
della casa. ¶ — Buongiorno, buongiorno – mi dicono, quando apro il
137
1932
rampanti a triangolo. E mi dicevano: «Vola! stridi anche
138
1932
dell'anima. ¶ Spesso, qui, mi viene incontro qualcosa di
139
1932
vedere il fiume; ma mi sorprendo a navigare lungo
140
1932
Motta Visconti. Nome che mi porta alle narici odor
141
1932
sette dolori. E non mi stancherebbe mai lo spettacolo
142
1932
anche a non coglierli, mi rallegrano, mi nutrono con
143
1932
non coglierli, mi rallegrano, mi nutrono con saporoso odore
144
1932
con saporoso odore, che mi ricorda l'adolescenza vorace
145
1932
fioritura in aprile; e mi dico: – Nell'aprile tornerò
146
1932
monito che da esse mi viene: reciso, duro: benefico
147
1932
longobarde. In un crocicchio, mi rinfresco le mani a
148
1932
un avanzo di torre mi giunga la voce d
149
1932
nessuna tinta definita, e mi ricordano fiumi veduti in
150
1932
DONNA CON L'ORGANETTO ¶ Mi giunge un suono d
151
1932
vuol dire che poco mi rimarrà da vivere. ¶ L
152
1932
per me è uguale. Mi basta una cadenza da
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1932
il capo e ringrazia. ¶ Mi s'accosta: il suo
154
1932
accosta: il suo volto mi colpisce per un'espressione
155
1932
e lei sorride: contenta, mi sembra, piú di questa
156
1932
piedi ignudi. Di qui mi vien meglio fatto d
157
1932
Ora ch'è scomparsa, mi volgo nella direzione opposta
158
1932
quella camminante. Com'essi, mi dà l'impressione del
159
1932
casta e severa! ¶ Grande mi sembra: piú che non
160
1932
descrivere: è un mistero. Mi colpisce in questa creatura
161
1932
diverso, un peso prezioso. Mi fissa, senza timore, vedendosi
162
1932
il suo magnetismo fisico? Mi lascio vincere da una
163
1932
fuori: – Son mort anc mi! – aspettando che lo vengano
164
1932
e da maritata. Non mi si lasciava a casa
165
1932
a momenti la creatura mi nasceva nel fieno o
166
1932
fin che il Signore, mi piglia: a vivere di
167
1932
eloquenza e potenza che mi rapiva in un mondo
168
1932
un mondo ove solo mi pareva bello il vivere
169
1932
scuola a casa; e mi ritornavano persino la notte
170
1932
Lodi e queste che mi conducono dalla piazzetta di
171
1932
è tale da illudermi: mi ridà gli anni e
172
1932
spirito d'allora, e mi fa camminare su ritmi
173
1932
fra i tanti io mi vado ora ripetendo: il
174
1932
dicembre 1808 a Paolo Giovio: ¶ «Mi sento intorno all'orecchio
175
1932
della cristianità: Sant'Agostino. ¶ Mi son preparata alla visita
176
1932
spirito di Sant'Agostino, mi turba la certezza che
177
1932
e sanguinante, che non mi voleva piú stare addosso
178
1932
me stesso? Dove non mi sarei venuto dietro?» ¶ «O
179
1932
m'è di guida, mi viene spiegando, con voce
180
1932
e impeccabile, delle sculture, mi fa pensare a una
181
1932
dovuto ammirare le meraviglie – mi attira il poco che
182
1932
legate in mazzetti: cosí mi dice il padre Priore
183
1932
boschi s'allarga: essi mi movono incontro, mentre il
184
1932
e lo sguardo, non mi sembra d'essere diversa
185
1932
la rivivrò. ¶ Torno indietro. Mi lascio alle spalle gli
186
1932
dove finirò? E perché mi faccio simili domande, se
187
1932
Il naso all'aria mi ricordava il detto popolare
188
1932
andava all'asilo infantile. Mi squadrò stupita, indignata: non
189
1932
prime rimasi male: poi mi venne da ridere. Mi
190
1932
mi venne da ridere. Mi divertivo a supporre che
191
1932
e non lei. Non mi riuscí d'identificarla che
192
1932
il portone, senza voltarsi. Mi restò nell'anima un
193
1932
rimane indietro. Mormora: – Madonnina, mi raccomando a te. Vedi
194
1932
a te. Vedi che mi si porta via tutto
195
1932
piú complicate e pericolose. Mi fa paura: non ne
196
1932
ne voglio sapere: non mi son mai fatta leggere
197
1932
Salutandomi prima di ritirarsi, mi sussurrò, piano, attenta che
198
1932
bene. Nel mio nido mi piaceva accogliere gente: poca
199
1932
era lí: l'anima mi si svegliava dentro come
200
1932
lui, però, una sera, mi aveva dato del tu
201
1932
per un fiore che mi offriva! M'era parso
202
1932
cosa. Quanti anni avevo, mi chiedi? Trentacinque, l'età
203
1932
di chiedere la grazia: mi pregava: – Parlale tu, dille
204
1932
cose crudeli. Non appena mi risgusciò accanto, col visuccio
205
1932
una puntura di morfina, mi feci cuore, m'accostai
206
1932
l'ansia di Marco. Mi voleva bene, la marchesa
207
1932
bene, la marchesa, quantunque mi sapesse incredula; o, forse
208
1932
d'una che dormiva. Mi disse, senza sollevare le
209
1932
del salone di musica. Mi venne voglia di dirgli
210
1932
vedere. – Ma della tentazione mi seppi vincere. Egli s
211
1932
avremmo tratta? Io non mi sarei arresa all'evidenza
212
1932
chiudo gli occhi e mi concentro fino allo spasimo
213
1932
un po' sentire chi mi dà torto. Ciò non
214
1932
che al primo sorso mi esalta. Ridevo, gesticolavo, mi
215
1932
mi esalta. Ridevo, gesticolavo, mi stringevo al braccio di
216
1932
un attimo d'esitazione. Mi misi a gridare: – Signora
217
1932
irriflessiva di cui non mi son mai potuta vincere
218
1932
recitarle neppure a Varsavia, mi dette uno strappone: – Che
219
1932
Ero sicura ch'ella mi capiva: che, superata la
220
1932
rimasto in fondo. Né mi veniva in mente di
221
1932
La conosco, anche lei mi conosce»: infine aggiunsi, – e
222
1932
conosce»: infine aggiunsi, – e mi sembrò l'unica spiegazione
223
1932
a tremare, a balbettare. Mi tastava il petto con
224
1932
né leggere. Chi sarà? mi chiedevo. Una fissazione. Verso
225
1932
le cinque del pomeriggio mi son messa cappello e
226
1932
a quella vetrina, lei mi fissa con quell'ardore
227
1932
fissa con quell'ardore, mi prende il polso con
228
1932
polso con quella furia, mi grida quelle parole, quelle
229
1932
che dal mattino io mi facevo nel cuore. Non
230
1932
o nelle retrovie. Io mi feci infermiera della Croce
231
1932
chiama Alberto, che davvero mi crede un po' pazza
232
1932
pazza; ma ciò non mi toglie il suo bene
233
1932
cose del passato; e mi piace camminare. Tuttavia, ti
234
1932
che adesso, a ripensarvi, mi sembra vissuta da un
235
1932
e chiari alla ragione. Mi credi, mi credi? Proprio
236
1932
alla ragione. Mi credi, mi credi? Proprio cosí.” ¶ UN
237
1932
il meglio di me, mi pareva d'abitare in
238
1932
era la mia gioia. Mi piaceva che la legna
239
1932
il fiato ai morti. Mi bastava aprirne la porticina
240
1932
nella vecchia via, e mi sono arrampicata fino a
241
1932
a mezz'aria, che mi sembra d'essere in
242
1932
suol dirsi, un chiodo. Mi ci distendo l'anima
243
1932
La compagnia dei trucioli mi va nel sangue; mi
244
1932
mi va nel sangue; mi ricorda il ripostiglio dietro
245
1932
e non indietro. ¶ Se mi metto sulla soglia, vedo
246
1932
armadio a muro, e mi volgeva le spalle. Però
247
1932
propria discendenza. ¶ CALISTA ¶ Oggi mi torna in mente Calista
248
1932
spero, nemmeno una linea mi riesce d'immaginare mutata
249
1932
andavano lentamente indurendo; e mi mostrò il suo volto
250
1932
quelle due ore che mi volarono via come un
251
1932
proprio cosí: «privilegio». E mi sembrò piú diritta e
252
1932
preghiera. Il mio destino mi permette di restar immobile
253
1932
quasi che solo allora mi fosse data la vista
254
1932
Ma tu, allora, se mi amavi, se mi amavi
255
1932
se mi amavi, se mi amavi, non dovevi umiliarmi
256
1932
cattivo, piú crudo, se mi amavi, se mi amavi
257
1932
se mi amavi, se mi amavi?» «Nessun dissidio è