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invenzioni verbali


Pietro Aretino, Angelica, 1535

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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servo far beato? ¶ 27 ¶ Io mi credea che 'l valor
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non posso dir, che mi impose al partire ¶ che
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in suon pio: ¶ - Chi mi consiglierà? Che far debbo
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e la faretra che mi pende al fianco; ¶ del
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gli eroi ¶ piú non mi appello; anzi con grave
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lascio or lui, che mi convien seguire ¶ Sacripante, che
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soave e dolce sguardo ¶ mi vinse a un tratto
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gli altri servi miei ¶ mi scaldar mai con le
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pronte, ¶ ma voi tutta mi ardete, e non men
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in terra il ciel mi pose ¶ (che foss'io
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fra tanto foco or mi comparte, ¶ ch'io non
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desio; ¶ dirò ben che mi fece la mia stella
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sorella. ¶ 25 ¶ Quel che sposo mi fu era nimico ¶ del
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volte ¶ su le mura mi scorse e mi fece
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mura mi scorse e mi fece anco ¶ lodarlo mentre
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bel viso accesa, ¶ cieca mi fece Amor, come far
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cieco loco, ¶ dove lume mi feci col mio fuoco
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al mio dio empio mi conduce. ¶ Ei la lingua
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conduce. ¶ Ei la lingua mi sciolse e 'l piè
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ch'io dissi, Amor mi induce ¶ a fare e
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sempre le sue penne ¶ mi scosse intorno al cor
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ardea con duolo amaro, ¶ mi detta, mi amonisce e
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duolo amaro, ¶ mi detta, mi amonisce e me consiglia
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cagion che fero oggi mi mostra ¶ contra l'altezza
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dargli la terra Amor mi spinse. ¶ Ei mi giurò
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Amor mi spinse. ¶ Ei mi giurò sol de l
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e 'l dito poi mi cinse ¶ de l'anel
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il caso fello ¶ seco mi mena, e non mel
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il duol ch'ognior mi accora ¶ sien cagion ch
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estinto mora. ¶ 39 ¶ Io stessa mi spogliai la nobil vesta
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vesta, ¶ che disperato amor mi fe' sicura; ¶ scoprendo i
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la Crudeltade. ¶ 41 ¶ Le spine mi dier luogo e caddi
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fatto fra noi, ¶ nulla mi sbigottí, nulla mi mosse
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nulla mi sbigottí, nulla mi mosse, ¶ anzi stimai che
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una noiosa vita, ¶ et mi fecero i cieli ingiusti
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cieli ingiusti torti, ¶ non mi lasciando con le mandate
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propio eguale ¶ ch'ei mi porgea ne l'amoroso
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discendea mortale ¶ di man mi cadde, onde ebbi piú
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bontà de la sorte, ¶ mi salvaro; e 'l miracolo
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di me satollo, ¶ stender mi fe' l'umíl tenero
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de i dolor rei; ¶ mi trema ancor pensandoci il
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cada giuso, ¶ ond'io mi sento in crude braccia
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non pians'io, ¶ che mi dovean fiaccar le ruine
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miracol d'ogni danno ¶ mi ristorò, perché il mio
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uscio del cor, che mi si schianta ¶ pensando al
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imaginare ¶ e di nuovo mi fe' sua donna e
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mie notti die, ¶ che mi parea che non so
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nel suo figliuolo. ¶ 71 ¶ Innocente mi vede al laccio appesa
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chiamar quella partita ¶ che mi tien viva e seco
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mio; ¶ ma il ciel mi face (per cui di