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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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ulivo, anche fresca ardeva. ¶ – Mi piace la tua casa
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Pierre negli ultimi giorni. ¶ – Mi ci faccia pensare. ¶ – Solo
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una carrozza ferroviaria... ¶ – Non mi pare un brutto sogno
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sogno. ¶ – Erano in tre. Mi facevano pena. ¶ – Non vorresti
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cigolio del carro? ¶ – Non mi conosce? – aggiungeva intanto. – Io
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andarono. ¶ – E quelli? ¶ – Piú mi segno, piú lampa. ¶ Deserta
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non far niente... Non mi faccia parlare male di
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guardò incuriosito, forse sollevato. ¶ – Mi auguro che lei lo
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che lei lo trovi: mi metterebbe la coscienza in
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smetta di piangere e mi aiuti. ¶ – Vous êtes un
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lo diceva. ¶ – A chi mi potrei rivolgere per sapere
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pace. ¶ 4. ¶ – Come hai dormito? ¶ – Mi pare d’aver dormito
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bene camminare un po’. ¶ – Mi muovo sin troppo... Poco
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una landa. Mia madre mi teneva per mano. Avevo
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il passo della morte. Mi spiace dirglielo. ¶ – Chi ci
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atteso sulla porta. ¶ – Non mi disturba, per carità! ma
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che lo conosceva bene mi potrebbe un po’ spiegare
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con calma, – non rinvanghi, mi dica tutto ciò che
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della sua vita? ¶ – Non mi dirà che lei non
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solo: non so perché, mi creda. ¶ Non si erano
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Si perde nel vago. ¶ – Mi dispiace. ¶ Si avviarono, tra
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dove siamo venuti. ¶ – Non mi lasci, mi porti con
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venuti. ¶ – Non mi lasci, mi porti con lei. ¶ – Non
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né studiare né lavorare. Mi fa impazzire, – diceva, – mi
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Mi fa impazzire, – diceva, – mi fa dannare», e intanto
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quell’assurdo cancello! ¶ – Non mi dica niente. Lo penso
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cancello? – chiese lei. – Quando mi ci porta? ¶ – Ha tanta
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il bisogno di scriverti. Mi sembra di essere con
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una domanda, che cosa mi vorrà dire?» L’altra
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passo roccioso. ¶ – Senta, Maria... mi domando che le serve
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d’una bellezza che mi pare crudele. Dico un
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un po’ a vanvera, mi devi scusare. ¶ – Forse capisco
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ciò che stai pensando, mi pare di capire. ¶ – Hai
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simile? ¶ – Eppure a volte mi parrebbe... Sono portata ad
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con Jean-Pierre: tu mi avrai visto! Adesso è
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Andava verso l’interno, mi pare, verso gli uliveti
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Lo tenga per ricordo. ¶ – Mi va giusto bene, mi
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Mi va giusto bene, mi fa da soprabito. ¶ – Mi
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mi fa da soprabito. ¶ – Mi saluti il Rodano... creatore
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gliela accostò alle gambe. ¶ – Mi fai da infermiera. ¶ – E
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affettuoso, giaciglio senza dolore. ¶ – Mi sento in vena, – diceva
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sono sentita! ¶ – Perché non mi hai chiamato? Ti avrei
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un po’ di febbre... Mi hanno fatto compagnia le
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passati anche quei fanatici. Mi sono alzata... tu dormivi
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restavo in paese, non mi ci potevo vedere. ¶ – E
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Fosse solo per quello mi ci trascinerei ancora piano
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che avevo paura? ¶ – Sí, mi dicevi: «Oggi ho paura
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Oggi ho paura» o «Mi sono svegliata con la
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di pioggia? ¶ – Certo che mi ricordo. ¶ – Ti ricordi quel
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ricordare. Era estate? ¶ – Perché mi domandi se era estate
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la «Bahía de oro»? Mi sono spesso domandato dove
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il mare era nuvolo. ¶ – Mi dovresti raccontare qualcosa di
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E amici? ¶ – Forse due. ¶ – Mi permetti di domandarti chi
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la nave del lituano. ¶ – Mi pare che ti rincresca
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qualche ramo mentre io mi preparo. ¶ Era nuvolo ma
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darsi anche a Sète. ¶ – Mi giri tu la macchina
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parlare... come è andata? ¶ – Mi sono salvata in extremis
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niente da fare, non mi sarei allontanato altrimenti, non
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disse l’altro colpito. – Mi ci sono tolta la
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lucente come velluto. Non mi interessano le argille anche
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disse piano. ¶ – Dica pure. ¶ – Mi dovrebbe accompagnare al casinò
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sono un giocatore, – disse, – mi attardo, mi perdo ancor
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giocatore, – disse, – mi attardo, mi perdo ancor prima di
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di Jean-Pierre. Dio mi perdonerà se te ne
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per la messa grande. ¶ – Mi piace andare al bar
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tu non partissi domani mi piacerebbe fare ancora un
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è già a Marsiglia, mi aspettano entro domani sera
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il libro della memoria. Mi sembra ieri, ma è
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passato, anche solo appena, mi sembra folle. ¶ – Ma non
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che avrebbe voluto vedere. ¶ – Mi sembrava che tu facessi
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dal vento, – lei disse. – Mi dovresti aspettare qualche minuto
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spazi... – insinuò lei dolcemente. ¶ – Mi piacciono anche i luoghi
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inquisitore. ¶ – No! Perché? Non mi sei mai sembrato cosí
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ne va da sola... Mi dà noia quest’ala
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noia quest’ala che mi sbatte in faccia. Appena
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facesse viva. ¶ «Con te mi accompagnava di continuo una
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dorare i cespugli e mi sono spinta verso il
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tepore a cui ora mi voglio aggrappare. Tu penserai
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voglio aggrappare. Tu penserai – mi pare di vederti – ecco
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sarà agli sgoccioli e mi pare di sentire tutti
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era un vento che mi faceva sbandare. ¶ – Qui è