Egisto Roggero, Komokokis, 1902

esclamazioni sfuggite dalla bocca mia e da quella del

per un momento alla mia memoria una folla gaia

ma senza che la mia mente stanca potesse più

le tendine sopra la mia testa, ed io ne

che aveva udito la mia esclamazione, pronta come sono

castellano soddisfatto. ¶ Da parte mia, io, in quell’istante

vecchiumi scopersi finalmente con mia grande gioia una bella

potei giudicare per una mia certa pratica di topo

a parte Edoardo della mia scoperta, anch’egli non

Ti ascolto. ¶ — Aiutami nella mia ricerca. ¶ — Eccomi pronto. ¶ — Un

sogno che gravava sulla mia mente incerta e ottenebrata

veduta l’eguale. ¶ Nella mia mente, ottenebrata ancora, si

buio. Poi, lentamente, la mia pupilla ha cominciato ad

rispettabili persone. ¶ — Per parte mia, – dissi io, – i vestiti

direi quasi.... ¶ — Effetto della mia predica scientifica forse. ¶ — O

tu dormivi! ¶ — Ebbene? ¶ — La mia ragione.... il mio cervello

giunto al termine della mia lunga opera di vita

s’era formulata nella mia mente. ¶ — Voi dovreste, – dissi

posò una mano sulla mia spalla e si contentò

esso, che risvegliava nella mia memoria il ricordo di

vagamente ancor vivo nella mia coscienza. ¶ Edoardo aveva consultato

vi prendo sotto la mia protezione. Ed ora ascoltatemi

Io che tutta la mia vita – lassù, nel vostro

un giorno, stanco della mia lunga esistenza – avea novant

dinanzi, lassù in quella mia ultima romita dimora, come

non volle che la mia caduta segnasse la fine

gente? ¶ — Essi ignorano la mia discesa da lassù.... come

creatura. Ricordo la sorpresa mia e di Edoardo quando

mi lanciasse fuori della mia natura d’uomo animale

Poveri illusi – gemeva la mia anima – poveri deboli e

si fe’ padrone della mia mente. ¶ L’alta figura

di ombre. ¶ — Che hai, mia adorata? – mormorai, accarezzandole la

cuore. ¶ — Parla dunque, bambina mia, rivela al tuo piccolo

sento, e lo farò, mia adorata, checchè ne pensi

fare? ¶ — Rispondi prima alla mia domanda: l’ami tu

mai provato da parte mia.... ¶ — Ebbene, falla tua.... secondo

indefinito sgomento. ¶ — Tu sarai mia, – le mormorai teneramente. ¶ Ella

potrebbe imaginare. ¶ — Tu sarai mia, – le ripetei, inebriato. ¶ Ella

sempre! Ella sarebbe stata mia; davanti al gran Maestro

sarebbe stata così la mia sposa per sempre. ¶ Attrassi

del mio amore? Della mia decisione? ¶ — Sì. ¶ — E che

impossibile! Ella ormai è mia! un destino invincibile ormai

al mio cuore, alla mia mente, a tutto il

oh, sovranamente bella! la mia Kamelia.... ¶ — Amico, tu sei

era fatta gigante nella mia coscienza. ¶ Fuggire! ¶ Poichè una

mondo, il desiderio della mia luce, della mia aria

della mia luce, della mia aria, del sole, del

verde delle piante della mia terra.... tutto il magico

di fragranze silvestri, della mia madre terra, della quale

il mio amore, la mia Kamelia, bianca e pura

comparve sull’uscio della mia capanna io balzai in

vuoi, – mormorai, – ma la mia decisione è ormai fermamente

del mio ardore.... è mia e sarà mia, per

è mia e sarà mia, per sempre. Noi fuggiremo

mio. Io parlerò alla mia diletta.... le svelerò tutto

continuai: ¶ — E tu sarai mia, tu guadagnerai con me

la bella testa sulla mia spalla, e ruppe in

dunque. Raggiungiamo Kamelia, la mia sposa ormai, che ci

nostra patria, e alla mia sposa far conoscere un

che, malgrado tutta la mia sicurezza di buona riuscita

ruvido masso, mentre la mia diletta, tutta affidata a

Feci per parlare: la mia voce si perdette nel

il sole?... – mormorò. ¶ — Sì, mia adorata, il nostro sole

reclinata la testa sulla mia spalla e pareva nuovamente

corse a Kamelia, alla mia sposa, che immota mi

sul volto, – Kamelia, sposa mia, diletta mia! svegliati, guarda

Kamelia, sposa mia, diletta mia! svegliati, guarda.... ¶ Ma Kamelia

Ella pareva insensibile alla mia voce.... ¶ Le toccai la

spruzzò sul volto della mia adorata. ¶ Io seguiva tutti

formidabile passò davanti alla mia mente e m’offuscò

una lugubre minaccia alla mia coscienza. Il dubbio atroce

raziocinio. ¶ Strinsi forsennato la mia testa fra le mani