Massimo Carlotto, Le irregolari, 1998

farlo: avevo dato la mia parola. ¶ «Giurami che quando

a Buenos Aires. La mia era una storia tutta

sequestrati» rispose stupito della mia ignoranza. ¶ «E questa Estela

grandi per chiunque. La mia si era intrecciata con

altra volta ancora, la mia vita. Non ero sicuro

sicuro di volerlo. La mia malinconia era già tutta

nell’intricata mappa della mia vita. ¶ «Quello sì che

per dare senso alla mia vita» spiegai. «...E sono

cognome basco» constatai. ¶ «La mia famiglia è originaria di

fumo i buchi della mia vita. «I bambini non

che mio papà e mia mamma non mi avevano

che aveva notato la mia espressione perplessa. ¶ Cercai di

se llevaron Augustina María, mia figlia» disse la prima

disse la prima, alla mia destra. ¶ «Se llevaron Daniel

dire?». ¶ Non attese la mia risposta e continuò: «È

sempre comunicato il decesso. Mia figlia non si occupava

Il breve tempo a mia disposizione terminò. «Bene, nipote

e mi avvicinai. ¶ «La mia guida turistica dice che

la prima volta nella mia vita assaggiai il mate

avidità, e udii la mia voce domandare: «Anche lei

un nipote?». ¶ «Sì» rispose. «Mia figlia Patricia Julia partorì

conoscerò la storia della mia famiglia argentina» annunciai. «Oggi

che scorreva velocemente nella mia mente. Giocavo con la

Si trattava, spiegò la mia guida, di un commissario

e sentito» confermò la mia guida, «ma i “vicini

poi, tramite la sorella, mia collega di scuola, chiesi

chiama Clarita, Topetina, Anahí mía, Carpinchito... ma questa è

cadavere perché voglio seppellire mia figlia cristianamente. Non voglio

comportai con dignità: per mia figlia e per la

figlia e per la mia famiglia. ¶ Non sapevo bene

si erano accavallate nella mia mente: ci avevano chiamati

poi, ho seppellito una mia vicina di casa e

volevo vederla, toccarla, la mia Laurita, ma Guido si

forensi confermarono poi questa mia ipotesi: Laurita aveva un

il nome montonero di mia figlia. Con le mani

l’affidamento del bambino. ¶ «“Mia mamma non vi perdonerà

testimone della prigionia di mia figlia. Posso almeno vivere

Bignone, in nome della mia vecchia amicizia con sua

giudice Leopoldo Russo alla mia istanza di habeas corpus

giornata. ¶ Alla fine del 1982 mia figlia e Jorge ci

locale, «io, mio marito, mia figlia, suo marito, sua

non ricevi un’altra mia telefonata, ti prego di

troppi testimoni e la mia mossa di chiamare l

Incontrare altre donne nella mia stessa situazione fu un

conoscerò il resto della mia famiglia argentina. E so

è una storia della mia generazione... di figli ribelli

frase in memoria della mia parente e l’aveva

che il corso della mia vita sarebbe cambiato un

mettere in pericolo la mia famiglia. Non sapendo a

un tratto. ¶ «A casa mia non sono mai venuti

che Inocencio gettasse la mia guida turistica in un

troppo sudamericano per la mia pazienza e decisi di

fece un passo nella mia direzione. «Vos...» sussurrò sorpresa

mio corpo e la mia mente svuotarsi. Chiusi gli

tutto era frutto della mia fantasia perché ero più

più bella sbronza della mia vita. Anche se ero

collo attrassero subito la mia attenzione: su ognuna erano

italiani» rispose delusa della mia ignoranza. E poi incredula

quell’esiguo gruppo della mia generazione. Come mi aveva

coraggioso, mi vergognai della mia paura. ¶ Poi il microfono

infermiera che aveva visto mia figlia partorire in ospedale

Nonne e lui, nella mia lingua, mi invitò a

tutti gli argentini della mia età ho conosciuto anch

mio cuore e della mia coscienza sapevo che stava

zii. A quattro, la mia confusione era totale tanto

sempre. In realtà era mia nonna e aveva novant

sigaretta. «Qualche anno dopo, mia zia attaccò in camera

zia attaccò in camera mia una fotografia della mamma

chiamo Daniela Boscarol. La mia famiglia proviene dalla colonia

quando avevo sei anni. Mia madre se la llevaron

voi conservare la memoria...». ¶ «Mia zia non voleva raccontarmi

era successo quando la mia casa venne perquisita dai

ci avrebbe mai aiutato, mia figlia decise di contattare

parlare con una conoscente: mia figlia mi precedette di

infine l’Italia. ¶ La mia compagna di viaggio era

Il padrone colse la mia occhiata e si affrettò

anche se ho la mia scorpacciata di incubi e

domandò il motivo della mia visita. ¶ «Vorrei parlare con

fiume, dove ancora vive mia madre. Mi sono sposata

figlio. Da allora la mia vita è cambiata, io

Mio padre era cappellaio, mia madre casalinga, mio marito

sedette di fronte alla mia poltrona. «Ascolta. Io ti

del tuo cd Alla mia mam... ma sono un

iniziato a scontornarsi nella mia mente e chissà perché

suo nome, almeno in mia presenza: la comunità era

La guardai. Aveva la mia età ed era rimasta

in Argentina, parlai della mia sconfinata ammirazione e del

e confidato che la mia camera era sempre libera

cercare di ricostruire la mia vita partendo da quel

senso di appartenenza alla mia generazione e alla sua

e nel presente della mia vita, ma non avevo

destino era stata una mia scelta consapevole. ¶ «Torno a

del concerto. ¶ «È la mia cantante preferita» spiegò. ¶ «Lo

risponda di no alla mia richiesta» disse. Per tranquillizzarlo

parlai a lungo della mia famiglia. Estela volle sapere

volle sapere com’era mia madre. «È una donna

che non leggi la mia lingua ma è la

di cucito. ¶ Oggi, la mia famiglia si riunisce intorno

di noi. ¶ Da parte mia non pensavo e non

tanti italiani scomparsi. A mia volta infilai il disco

strofa alla storia di mia cugina. ¶ Dai vari ritagli

continuavano ad accavallarsi nella mia mente. ¶ «Ha lasciato Torito

e il motivo della mia visita. ¶ «Potrei invitarti a

Eiffel. L’idea era mia, più che altro un

i miei genitori e mia sorella avevamo trovato riparo

d’Argentina. Lei e mia madre si intesero subito