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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Il re bello, 1921

concordanze di «mia»

nautoretestoannoconcordanza
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carezze, ora che sei mia, e non ci avvinghiamo
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anni nostri?... Povera piccola mia, sai? — e più le
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isgorgarvi, guardami cara, la mia pelle, la mia bocca
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la mia pelle, la mia bocca, il mio sguardo
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sue — la stretta della mia mano troppo morbida, e
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di te? Povera piccina mia, sai, non sono un
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sono il tuo Re mia cara, no, no, eccoci
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di farne di questa mia povera creaturina?... ¶ Neppure badava
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Ohi! Ohi! Povera mamma mia, come devi aver patito
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andato per compiere di mia mano ogni atto pietoso
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nel foglio: «È la mia ultima volontà: che mi
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racchiude nulla: è la mia anima.» La sua anima
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io debbo completare la mia opera, portatemi, portatemi da
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non fossi stata mai mia.... no.... no.... no.... no
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d'essere in casa mia, son sicuro che non
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affogo però.... ¶ — Uh! Mamma mia! ¶ — M'hanno chiamato.... ¶ — Per
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quella bestiola veniva alla mia messa tutte le domeniche
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e, lasciamelo dire, la mia bontà pure, la sua
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Non hai visto la mia faccia? E tu seguitavi
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penso ancora serenamente alla mia visita. ¶ È morta una
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e sul letto la mia povera amica era distesa
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estranei, nessuno che la mia memoria potesse ricordare. Solamente
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un mesto sorriso. ¶ La mia povera amica non mi
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domandavo guardandomi attorno. ¶ La mia povera amica dunque giaceva
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avesse potuto scorgere la mia curiosità. ¶ M'ha assalito
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e a pensare alla mia povera amica. ¶ Se ella
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con me? ¶ Povera amica mia! Se lì mi avessero
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quale ella era la mia povera amica, e illudendomi
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che servirmi di questa mia qualità per renderle un
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ragionevolmente imaginare che la mia fatica sia pressochè al
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di questa donna, la mia penna non arriva più
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dove ormai è la mia anima. ¶ Passarono gli anni
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Bum! Eh! Eh! ¶ — Mamma mia! ¶ — Bomba.... bomba.... Potrebbe essere
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davo qualche disposizione alla mia donna, essa teneva la
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occhi per osservare la mia espressione senza supplicare, e
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la faccia esterrefatta della mia donna gonfia di paura
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irata di fronte alla mia naturalezza, ma incapace di
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dunque le diceva: «Sapete mia cara Elena che quel
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Vigliacco! — Ella pensò — «Sicuro mia cara, e le piccole
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è stato concesso, capirete mia buona Elena i vostri
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le vennero a dire «Mia cara Elena noi veniamo
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piangono e pregano sulla mia tomba, ed io a
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morte non si sfugge, mia cara signora, nemmeno quando
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galantuomo, ti dò la mia parola, ti avrei dato
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essere il Rubicone della mia famiglia! Da bravi giovinotti
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due figlie maggiori. ¶ — La mia non è più una
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Che cos'è la mia casa, il bordello universale
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della civiltà? Fuori della mia casa? Io sono furibonda
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ai loro despoti; la mia Federica ha già partorito
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quel povero baggiano! La mia opinione non conta più
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fuori, fuori di casa mia! ¶ Una di esse è
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Sono i peggiori! La mia signorina, sembra che voi
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fox-terrier. ¶ — Ecco la mia creatura! Io potrò almeno
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Questa bastarda è la mia disperazione, mi vedrà schiantare
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che una figlia, la mia burrascuccia, l'anima mia
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mia burrascuccia, l'anima mia, s'ella è carina
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sbraitare stavolta. ¶ — È la mia stella, ve l'avevo
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sopra i sofà. ¶ — La mia casa può da un
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di un piano la mia casa. ¶ Poi, rivolta alla
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essi da me, alla mia età non è più
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Frizzo, Vituperio, Terremoto. ¶ — La mia famiglia se l'è
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vento, questa è la mia famiglia! Partorite delle figlie
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quelli dei cani! ¶ — La mia Federica già quattro me
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avesse voluto dire: — La mia bella casa, la mia
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mia bella casa, la mia roba, che ho tanto
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stesso bene, lo so, mia cara, mia amata Rosina
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lo so, mia cara, mia amata Rosina. — La donna
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pavimento. — Lo so, Rosina mia, lo so, tu sei
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a te e alla mia casa. Amalia Polidori! — E
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che io rinunzi alla mia camera, eh! questo è
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lavoro, che diventerà camera mia, la tua camera, e
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vado a dormire? ¶ — Nella mia camera, è bella, grande
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il letto e la mia cassina io sono contenta
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intiera notte. ¶ — Stai sicura mia cara Rosina, la casa
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del dissidio col marito. — Mia cara, voi dovete fare
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che vi riderebbero dietro? Mia cara, io ti giuro
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gobbo! — Dicevano tutti — Mamma mia! — E ridevano e gridavano