Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

la cosa giusta. ¶ A mia moglie, ¶ se fossi un

fossi un supereroe, ¶ la mia unica missione sarebbe proteggerti

a quegli anni della mia infanzia, quando, fra le

ricordare l’essenza della mia infanzia: chiuso nel mio

gennaio del 1985 vidi la mia città sotto la neve

Vomero nel quale abitavamo, mia mamma Loredana, che aveva

avvocato grassoccio del quartiere, mia sorella Bea (di quasi

accumulare storie sotto la mia brandina. La sera mi

alla zozzimma?”, perciò la mia ribellione era morta sul

poggiato la costruzione della mia vita, la mia pietra

della mia vita, la mia pietra angolare. È merito

devo a una donna. ¶ Mia madre. ¶ La filastrocca di

difficile incontrarlo), tornai alla mia vita fatta di Sasà

le tante stranezze della mia adolescenza, come detto, c

Li colleziono,” fu la mia pacata risposta. ¶ Lei strabuzzò

ne fai?” chiese, invece, mia madre sull’orlo del

conciliava bene con la mia pacatezza e il naturale

mi procurava, come sempre, mia madre) o a leggere

ce lo aveva riferito mia sorella Beatrice, che ogni

il pomeriggio. Perfino la mia famiglia mi considerava un

le chiedeva notizie sulla mia carriera scolastica, rispondeva fiera

inserire nel discorso la mia bravura e il mio

preferito per vantarsi della mia intelligenza era il salone

raccontare a tutti della mia intelligenza e bravura non

emozioni più intense della mia vita. Custodivo in quegli

potevo confidarlo a nessuno. Mia sorella lo capì per

e per oggi la mia povera Mehari è salva

tre dal naso. ¶ La mia ricercata risposta, però, non

una certa età la mia vita non ha avuto

ben altra cosa. Nella mia vita di ragazzino nato

ricordai del discorso di mia madre di qualche giorno

decidevo di soccorrere la mia amata. Era lì, a

avrei infine superato la mia timidezza per portarla in

a chiedere aiuto a mia madre, la quale una

pappagallo. Fatto sta che mia sorella, per la sua

una trovata stucchevole di mia sorella...” ¶ Il mio amico

la squallida bugia di mia sorella e la mia

mia sorella e la mia incapacità di vendermi agli

primi; lo sapeva bene mia madre, che la sera

questa è stata la mia infanzia, la mia vita

la mia infanzia, la mia vita da adolescente: uno

però, di fronte alla mia caparbietà aveva iniziato a

Certo,” era stata la mia risposta, “con l’aiuto

cercavo di portarlo dalla mia parte, studiavo anche i

un giorno, notando la mia curiosità. ¶ Feci di no

sapevo raccontare e la mia moralità mi impediva di

mi avrebbe condotto dalla mia amata. ¶ Vita spericolata ¶ Il

dare una svolta alla mia vita. Perciò saltai fuori

migliori e regalarla alla mia amata. Ma fino a

disse nulla. ¶ “Anche la mia ragazza ama Vasco, sai

e, nel vedere la mia faccia delusa, tornò indietro

e ai ragazzi della mia età interessa solo il

esperimento...” ¶ “Mi scusi,” intervenne mia madre facendo due passi

pseudointellettuale (come avrebbe detto mia sorella) a sostegno del

che avrebbe invaso la mia adolescenza come un tornado

davanti allo specchio, alla mia espressione spaurita. Pochi secondi

che poi era arrivata mia sorella. ¶ “E allora ti

un po’ diversa dalla mia e me ne resi

Ué, Mimì,” interruppe la mia malinconia donna Concetta dall

che non ritenevo alla mia portata, e l’immaginazione

di aver salutato la mia famiglia, ovvio, e Sasà

vedé ’na bella cosa!” ¶ Mia madre dietro di lui

fece marzo e la mia vita non cambiò di

il suo destino, la mia presenza e quella di

di rispondere: “Ah. Mamma mia, Mimì, uno a te

famiglie e ragazzi della mia età e tutti parlavano

niente, forse è la mia immaginazione, forse la muffa

sfilai di mano la mia piccola amica in malo

immobiliare, aveva richiamato la mia attenzione. Ero sbucato in

e sorrideva, noncurante della mia partaccia. In quei pochi

il test con la mia famiglia, la quale, tolto

e a papà.” ¶ La mia espressione delusa la portò

non posso passare la mia prima uscita ufficiale da

copri?”. ¶ “Quale sarebbe la mia funzione?” ¶ “Fingere di venire

sulla frivola vita di mia sorella e immaginai un

Mi ero proteso verso mia sorella, ma Bea non

che ha scelto la mia auto come riparo notturno

mani e sentii la mia bocca pronunciare la frase

che spesso sostiene la mia ragazza. Ho solo avuto

meno è questa la mia idea...”, e sorrisi. ¶ Il

tempo...”. ¶ “Ma nessuno di mia conoscenza è un eroe

nulla di speciale, la mia vita non ha nulla

dromedario. ¶ “Non ho avvisato mia madre, non mi posso

incontrare di nuovo la mia sirena e a darle

Lui dovette intuire la mia confusione e si affrettò

un cieco e la mia curiosità prese il sopravvento

un tornado improvviso nella mia vita ben poco emozionante

seppure minuscola come la mia. Qualche volta dormiva in

Beethoven, finché un giorno mia madre mi venne vicino

non sembrò colpita dalla mia spiegazione. “Sì, sì, come

che fai, Mimì, mamma mia! Con i soldi si

più grande errore della mia vita. La natura, infatti

quella sarebbe stata la mia unica possibilità di dare

che era fuori dalla mia visuale, ma che doveva

si fosse accorto della mia testolina di certo sarebbe

d’un fiato. ¶ La mia musa mi guardò senza

conquistare il cuore della mia amata, a sperare di

ma forse aveva ragione mia sorella Bea: le bugie

sembravano non capire la mia necessità di distinguermi, di

altri fosse arrivato nella mia vita non per un

appoggiare il muso sulla mia gamba e ora russava

ribellione è stata la mia rovina.” ¶ “Lo scavasti tu

persona che contava nella mia vita.” ¶ “Be’, però ora

dai, è anche la mia!”, quindi aprì la custodia

fossi un supereroe, la mia unica missione sarebbe proteggerti

morto, patetico quattrocchi...” esclamò mia sorella guardandomi con espressione

prendere le parti di mia sorella e rivelarle il

gli occhi addosso a mia sorella e, ogni volta

avventure in compagnia di mia sorella, proprio come facevo

facevo io con la mia amata Sabrina. ¶ Ma ero

romanzi che mancava alla mia collezione e che avevo

dopo aver letto la mia frase. Le raccontai di

vita vissuta. E la mia giornata accanto a Viola

domande da parte della mia famiglia, perciò appoggiai i

essere”, come se la mia fosse una domanda. ¶ Era

giro a guardare alla mia destra, ed è come

dalla nonna, e nella mia c’erano sempre quelle

era la frase: “Alla mia bellissima principessa”. Beatrice aveva

per poter testare la mia capacità. Sembrava divertirsi, e

nonno,” era stata la mia pronta risposta, “anche le

di tregua!” E così mia sorella, appena giunta in

era rappresentato unicamente dalla mia famiglia, non si parlava

fatto che qualcuno di mia conoscenza, un amico, trovasse

consegnato la cassetta alla mia amata, Giancarlo, vedendomi accartocciato

a me e alla mia famiglia. Senza sapere che

che puoi sbavare dietro mia sorella per tutta la

Quella sera, però, la mia attenzione era stata per

e gran parte della mia famiglia. La primavera precedente

al buio, con la mia sirena... insomma mi ero

delle sue dita sulla mia guancia. ¶ Ama ¶ Qualche sera

casa, alle lacrime di mia madre, al disprezzo del

balcone.” ¶ Sasà acconsentì alla mia richiesta e l’attimo

mai invaso davvero la mia libertà, la mia individualità

la mia libertà, la mia individualità. L’unica volta

permetto di disporre della mia vita in questo modo

unica parola sopravvissuta alla mia furia, quell’ama che

a scrivere qualcosa sulla mia agenda, che portavo sempre

sera avevo chiesto a mia madre cosa fosse accaduto

lo aveva detto a mia madre, la quale lo

papà, resosi conto della mia espressione delusa, “perché non

desidererei solo che la mia famiglia fosse differente, che

avvicinata per capire se mia madre avesse bisogno di

neanche si accorgeva della mia presenza. Se in quel

di stare con la mia famiglia. Era stata Bea

buttato al vento la mia grande occasione. Non era

la colpa era unicamente mia, avevo fallito nel momento

sms sul telefonino. È mia moglie. “Tuo figlio mi

casa che è la mia, per godere di quella

lui. ¶ “No, lo suonava mia moglie,” rispondo ed esco

aveva una famiglia. La mia, invece, restava a sfidare

subito la precauzione di mia madre e restai in

Viola?” chiese subito. ¶ “La mia ragazza,” risposi d’istinto

davvero pensasse che alla mia età potessi fare l

Sasà si presentò alla mia finestra. “Esci,” disse perentorio

pezzente! Oggi è la mia giornata e me la

di farla franca con mia madre.” ¶ Lui si fece

è dovuto venire dalla mia parte. Sono mesi che

felice che persino la mia moralità ne fu sopraffatta

rotto con Samuel e mia sorella con Mauro, il

la nonna fu dalla mia parte; in fondo ero

ero presentato con la mia storia da leggerle, lei

dondolo, la testa sulla mia coscia. Ero rimasto a

che si diramavano sulla mia pelle per poi cadere

iniziato a leggerle la mia storia, che lei, però

dovere di dire la mia: “In realtà ci sono

lasciare una traccia della mia esistenza, dare un significato

dare un significato alla mia piccola vita”. ¶ Ero fiero

discorso complesso davanti alla mia amata, la quale, però

alzata senza attendere la mia risposta. “Devo andare, domattina

della sua lingua nella mia bocca e al senso

qualcuno avesse segnalato la mia presenza? Che mi stessero

fare con gli amici. Mia sorella era venuta a

come te,” si inserì mia sorella, che per un

legami affettivi”. ¶ Ma la mia proposta rimase inascoltata perché

decidere di portare la mia famiglia al mare?” rispose

tavola. ¶ “E loro?” chiese mia madre, indicando la nonna

papà davanti al televisore (mia madre e la nonna

mai spinto e nella mia testa ora non esisteva

Avrei dato voce alla mia paura e così contribuito

a me. ¶ “Già, figlia mia, tuo marito tiene ragione

di parlare con la mia famiglia di quei due

più serio in vita mia,” risposi deciso, “volevo solo

lui sembrò accorgersi della mia presenza, “come stai?” ¶ “Ué

che sono preso dalla mia vicenda in questo momento

che aveva attirato la mia attenzione in via Suarez

indirizzai uno sguardo a mia sorella che se ne

con la guancia sulla mia spalla, a tirare su

di narrare anche della mia voglia matta di diventare

con malcelata sorpresa di mia sorella. ¶ Giungemmo a Fasano

al collo!”. ¶ “Loredà, mamma mia, aspetta nu’ mumento,” rispose

meglio il tempo a mia disposizione.” ¶ “Ma quale agenda

la possiamo buttare?” tentava mia madre ogni tanto, nei

improvviso. ¶ “Non conquista la mia attenzione,” risposi con lo

mano stringersi attorno alla mia spalla, mentre un vortice

sarà cambiato nulla della mia vita.” ¶ Papà mi scrutò

strappo, si liberò dalla mia stretta e corse verso

finalmente si accorse della mia presenza. ¶ “Mimì,” disse, e

anche Matthias scomparve dalla mia vita. Stavo tornando da

della casa!” annuncia la mia guida e apre le

si era accorta della mia presenza nemmeno quando avevo

le nostre vite, la mia, la sua, ma anche

agognato sguardo di ammirazione. ¶ Mia sorella per l’occasione

sedeva al mio fianco. Mia sorella si accompagnava con

proseguiva: “Sarai sempre la mia piccola principessa”, e questa

stella grandi quanto la mia testa, un paio di

avrei fatto di testa mia e mi direzionai verso

divertita. Perciò intrapresi la mia prima grande operazione commerciale

comprare il regalo per mia sorella. ¶ Sarei potuto andare

che allungava il collo. Mia sorella si aprì in

istinto a guardare alla mia destra, proprio mentre Bea

l’adolescenza e la mia semplice e ridente famiglia

nulla, al pari di mia sorella Bea. ¶ Invece lei

nemmeno si ricordasse della mia storia. ¶ “E poi dobbiamo

estate è finita, amica mia, e io le promesse

che esisteva solo nella mia fantasia. Correvo per uscire

ma lui, notando la mia titubanza, mi anticipò. “Quella

cambiare il finale alla mia storia. Avevo pensato a

succede in città. Siccome mia sorella era uscita con

Sasà era fuori dalla mia vita, con Fabio avevamo

quasi riuscii a sentire mia la rabbia con la

avrei detto. ¶ Poi sulla mia strada arrivarono canzoni come

mi vergognavo troppo della mia casa che, d’improvviso

po’ di pulizia nella mia vita...” ¶ Lei non sembrò

fossi un supereroe, la mia unica missione sarebbe proteggerti

nuovo la lingua nella mia bocca, e ancora una

la notte e la mia vita. So che le

la nostra canzone preferita, mia, di Viola e di

e di nuovo, e mia mamma stava urlando, e

Giancarlo. Si prese la mia storia, che da quel

canzoni di Vasco, la mia infanzia, e quella di

l’amore per la mia città. ¶ Mi restituì solo

non ricambia, mentre la mia guida armeggia con il

supero la finestra della mia vecchia casa e mi

di Giancarlo. È stata mia madre a chiamarmi per

imbatté chissà come in mia sorella, la quale, insieme

Napoli non esisteva. La mia curiosità verso le scienze

anche perché, preso dalla mia nuova vita, scendevo a

paraorecchi. Quando avvertì la mia presenza, si voltò e

uno dei libri della mia infanzia: “La vita prosegue

che era stata la mia infanzia in loro compagnia

Giancarlo, un ragazzo normale. ¶ Mia nonna un giorno disse

quale si accorge della mia presenza solo quando gli

qui è frutto della mia fantasia, anche se l

casa sono nati dalla mia immaginazione; Bagheera, donna Concetta

un’altra storia, la mia, che si è srotolata