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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Sciogli la treccia, Maria Maddalena, 1920

concordanze di «mia»

nautoretestoannoconcordanza
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seminudo, impolverava leggermente la mia manica nera. ¶ Giocava con
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calca, per accenderle in mia vece quel fiammifero, esattamente
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gesto impercettibilmente ironico alla mia vicina di tavola, – che
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della vita continentale. ¶ A mia volta gli confidai ch
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un'astuccio: ¶ – Volete una mia sigaretta? Credo vi sia
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la inutile vergogna della mia fredda cerebralità. ¶ Ora gli
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che non chiede la mia, gente la quale si
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il miglior tempo della mia vagante gioventù. Possedeva un
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nell'Arena e di mia mano crocifiggere agli spalti
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che ancora splende nella mia confusa memoria, e splendeva
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che in fondo la mia pietà era quella d
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invece, nei sensi della mia bella compagna forestiera accadeva
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la fredda perla della mia camicia, impolverando con la
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crudelissime toccare leggermente la mia spalla, ove rimase un
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ne vuol offerire. ¶ A mia conoscenza la sala da
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questo ragionevole consiglio, la mia raccomandazione sarebbe stata inutile
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Io penso talvolta alla mia vita, se fossi nato
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abbastanza, d'essere, nella mia gioventù, quasi decrepito, e
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ho finora costrutto nella mia vagante vita, leggera e
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sciupato: questo sì; la mia vita e quella di
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mai di picchiare alla mia porta. ¶ – Ho supposto che
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che siate venuta nella mia camera. Fu questa una
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Invece di esprimerle questa mia sconsolante sensazione, le dissi
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si raccoglieva contro la mia persona. Diceva: ¶ – Non credete
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prego, i nastri della mia camicia; non li toccate
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V'impólvero con la mia cipria?... Sì, v'impólvero
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padre aveva un castello; mia madre, prima d'essere
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spesso a ravvolgersi nella mia coltre, perché, diceva, ho
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Pepe, voi attizzate la mia, nel timore che un
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sentivo respirare contro la mia persona, come se il
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così vicino ad esser mia, che già mi pareva
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un errante, perché la mia casa eri tu; non
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perché tu divenivi la mia solitudine, e la mia
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mia solitudine, e la mia strada e la mia
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mia strada e la mia compagna eri tu. Adesso
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meravigliosamente sentivo che la mia bellezza eri tu. ¶ Adesso
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voi piace molto la mia piccola amica Madlen. Questo
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urgente necessità. Ma questa mia risoluzione dispiacerebbe forse a
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strade ho trascinata questa mia deserta anima di navigatore
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è di fatti, amica mia. Non solo comodo, ma
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il mal costume della mia letteratura. ¶ – Vi compiango, mio
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dire con esattezza la mia opinione. ¶ – Peccato! È la
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dispensa. ¶ – Porterete in camera mia tutto quello che troverete
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hai perduto stasera, carina mia?» – rispose, chiudendo il portafogli
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stavo per prendere la mia mano ella mi aveva
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non mangerete sovra la mia coperta? Venite, vi prego
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soggiunse, facendo segno alla mia persona. – Ecco un giovinotto
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carezzevole, premendosi contro la mia spalla. ¶ – Les Anglaises ne
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nastro di fumo della mia profumata sigaretta. ¶ Laggiù, sul
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e tu scioglierai la mia treccia per farne il
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e tu scioglierai la mia treccia per farne il
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in pace con la mia coscienza e di poter
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si dipartiscono dalla castigata mia memoria. Pensai con vero
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coltre. Madlen era dalla mia parte; i suoi piedi
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un braccio sotto la mia nuca, piegátelo, e fate
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vi desidero ancora. ¶ Nella mia irritazione, profondamente esasperata, v
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di buon grado la mia proposta; ed insieme uscimmo
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chiamandoci ad esempio: «Anima mia... unica mia... tutto mio
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esempio: «Anima mia... unica mia... tutto mio bene... vita
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mio bene... vita della mia vita...» credo che voi
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opportuno mettere in una mia tasca la pesante borsetta
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uscì. ¶ La finestra della mia camera dava sopra un
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nastro di fumo della mia sigaretta. Pensavo a me
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che fra poco sarebbe mia. Seppellirei tra le sue
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e fu talvolta quasi mia, e parlò con me
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Oh, allora, se questa mia supposizione vi offende, non
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la prima volta nella mia vita, il pericolo, quasi
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risalivano d'improvviso nella mia memoria; sentivo che una
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ch'io lasciai la mia casa molti anni or
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non doveva essere la mia. Infine, benché la cosa
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nudo impolverava leggermente la mia manica nera; una gran
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il capo su la mia spalla, Madlen; chiudete gli
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che non può esser mia. Veramente forti sono gli
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di questo mondo; la mia speranza non è di
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mazzo di scapolari. ¶ La mia confusione fu così grande
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concesse gran tempo alla mia confusione. ¶ – ¡Deo gratias, caballero
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maggiori sono quelli della mia nuova compagna. ¶ – Dunque avete
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nel mistico eremitaggio. ¶ – La mia gita oltre Manica, – diceva
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sana pianta tutta la mia ordinazione. Quel povero Cyprien
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dopo Litzine invitò nella mia automobile Ned l'Americano
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Capo d'Anno. La mia ottima cinquanta-cavalli, divenuta
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poco a poco la mia limpida carne invecchiarsi, dolere
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il dolore dell'antica mia gente pesava nel mio
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collina del Calvario, la mia stanchezza di uomo felice
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brillato nel cerchio della mia anima infinita; i peccati
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gloriosi erano stati miei, mia la bellezza d'ogni
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colgon dai giardini terrestri, mia l'esclusione di tutti
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tutti i cilici e mia, con lo splendore d
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vento notturno porterà nella mia cella disperata l'odore
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rossi desiderii tramonterà nella mia carne spenta. Io, diviso
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monaco. ¶ E tonderò la mia liscia capigliatura, e stringerò
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trascinerà sui mattoni della mia cella qualche ape morta
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vene britanniche. ¶ Si capisce, mia cara Litzine! In quell
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ricorrere a tutta la mia moderazione per placare lo
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sono fatto scrupolo a mia volta, caro Lord Pepe
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tempo della sua vita. ¶ Mia madre morì otto giorni
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donna bella come fu mia madre. Là dove nacqui
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Dopo la morte di mia madre fui messa in
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non poteva occuparsi della mia educazione. Lord W., mio
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m'accorsi che la mia presenza inattesa gli dava
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era tempo sprecato, la mia gabbia mal connessa certo
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di piedi uscii dalla mia camera, mi recai dietro
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d'un tratto la mia mano si alzò fino
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mentre non piangeva la mia gola, non la mia
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mia gola, non la mia bocca, non io. «Perché
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E con tutta la mia debole forza m'avvinsi
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Venne con me, nella mia camera. Il mio letto
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qualche volta vicino alla mia; si fermava, come se
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il buon odore della mia nudità. ¶ Una mattina – (era
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spigolo, e guardando la mia scrittura, con lentezza, con
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braccio. S'impadronì della mia spalla. Fasciò la mia
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mia spalla. Fasciò la mia nuca. Toccò la mia
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mia nuca. Toccò la mia guancia... Dovetti ritrarmi. ¶ Così
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illuminò di nuovo la mia mano, prese tutto il
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mie braccia calde, la mia gola viva, il mio
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più. ¶ Odette era la mia compagna, la mia amica
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la mia compagna, la mia amica, la sola mia
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mia amica, la sola mia confidente. Né io potevo
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con lei sotto la mia coltre, dopo averla fatta
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morbide, impure, avvinte alla mia persona mai da nessuno
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suoi gonfi capelli la mia bocca innamorata. Il suo
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pesare terribilmente su la mia...» ¶ Forse non l'ascoltavo
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toccarmi, di vigilare la mia bellezza nascente, qualche suo
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piena di tentazione la mia vita deserta. ¶ A poco
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sua camera, Odette nella mia, quando mi vestivo, quando
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de' miei capelli, della mia gola bianca e nuda
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su l'orlo della mia coltre, Odette, nelle sere
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porta spalancata. ¶ Entrai nella mia camera senz'accendere il
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su me che la mia bellezza e la paura
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indugio. Vedeva bene la mia gola rovesciata; vedeva bene
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piano piano, intorno alla mia gola. ¶ Faceva tutto ciò
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palpebre chiuse, baciavano la mia bocca umida, mentr'io
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potrebbe infine prosternare la mia dura fronte contro la
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idolo scintillante, e la mia voce sommessa canterebbe nella
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me infine condurrebbe la mia vita di profanatore alla
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minori. ¶ E tonderò la mia liscia capigliatura, e stringerò
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un fiore lungo la mia strada, una donna oscura
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e tu scioglierai la mia treccia per farne il
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ha ginocchia, la sorella mia priva di labbra, che
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me uscire da questa mia pesante materia, che tutto
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stesse per invadere la mia spiritualità non ancora trascendente
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il braccio di questa mia donna impaurita tremare leggermente
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ancora potesse ricordarmi della mia vita lontana. ¶ Eppure, mai
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organo balenante cantava, e mia diverrebbe davanti alla genuflessione
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chiesa infiammata uscirà dalla mia memoria ed il largo
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della donna ch'era mia, la danzatrice di Mágdala
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e tu scioglierai la mia treccia per farne il
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la nuca di questa mia donna impaurita, e ne
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La trascinai lontano. ¶ Era mia. ¶ Sentivo terribilmente il bisogno
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bisogno d'immergere la mia viva bocca nella sua
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bicchieri colmi, diveniva or mia presso la Fontana di
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un errante, perché la mia casa eri tu; non
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perché tu divenivi la mia solitudine, e la mia
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mia solitudine, e la mia strada e la mia
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mia strada e la mia compagna eri tu. Adesso
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meravigliosamente sentivo che la mia bellezza eri tu... ¶ Vieni
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musica debba essere la mia. ¶ I mistici organi delle
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prego, i nastri della mia camicia, non li toccate
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V'impólvero con la mia cipria?... Sì, v'impólvero
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e tu scioglierai la mia treccia per farne il
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la tua ombra – la mia ombra – sparire. ¶ Un fanale
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e tu scioglierai la mia treccia per farne il