Pietro Metastasio, Ciro riconosciuto, 1736

Arpago. ¶ ARP. ¶ No: sulla mia fé riposa: ¶ Tel giuro

impaziente ¶ Giovane età!) La mia consorte avea ¶ Un bambin

Addio. Diffidi ¶ Della promessa mia? Tutti ne chiamo ¶ In

emenderò. Cominci ¶ L'emenda mia dall'ubbidirti. Ah! mai

da te dipendesse ¶ La mia tranquillità, se quel ch

tue mani. Ad onta mia serbato ¶ Ciro, tu il

cambi di color! La mia richiesta ¶ Prevedi forse e

spoglie? ¶ E insidiator della mia vita? Ah! tale ¶ Scempio

CIRO ¶ Difesa ¶ All'innocenza mia. Fuggo dall'ira ¶ De

CIRO ¶ (Numi! alla madre mia fin or parlai). ¶ ARPAL

grata Mandane ha la mia fede! ¶ MAND. ¶ Non sdegnarti

Astiage a morte; ¶ La mia pietà lo serba; e

Udisti, amico, ¶ Dunque la mia sventura? Il sol perdei

dovuto ¶ Pur troppo alla mia fé. Ciro, perdona ¶ Se

MANDANE ¶ CIRO ¶ O madre mia, se immaginar potessi ¶ Che

dir? Sarebbe mai ¶ La mia speme un inganno? ¶ CAMB

il ciglio. ¶ CIRO ¶ Madre mia, cara madre, ecco il

loco. ¶ CIRO ¶ Nella capanna mia? ¶ MAND. ¶ Sì.. Ma potrebbe

ti sdegnar. ¶ Sì, madre mia, da te ¶ Gli affetti

mi toglie, ¶ Chi, la mia pace antica? ¶ È Amore

dubbio. Ah! la sventura mia ¶ Dubbia non è: qual

io perdo ¶ D'ogni mia cura il frutto. ¶ MAND

non veggo ¶ La madre mia colà?) ¶ CAMB. ¶ Chi sei

cara ¶ Parte dell'alma mia! ¶ CAMB. ¶ Stelle! o deliro

sol perché sia ¶ La mia difesa o la vendetta

difesa o la vendetta mia. ¶ Perfidi! non godete ¶ Se

Sì, mio ben; sì, mia speme... ¶ SCENA DODICESIMA ¶ MITRIDATE

Di già la sorte mia? ¶ MITR. ¶ Nessuno ignora, ¶ Signor

Me amò, non la mia sorte; ed io non

Ciro, affretta. ¶ CIRO ¶ Andiam. Mia vita, ¶ Mia sposa, addio

CIRO ¶ Andiam. Mia vita, ¶ Mia sposa, addio. ¶ ARPAL. ¶ Deh

CIRO ¶ Ecco la destra mia: prendila in pegno. ¶ No

pena tua. ¶ CAMB. ¶ La mia vendetta è questa. ¶ ARP

ad Astiage) Per bocca mia, ¶ Piangendo ognun tel chiede