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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «mia»

nautoretestoannoconcordanza
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azienda, io ero nella mia stanza a svuotare gli
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ero tornato in camera mia e avevo continuato a
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estasi di Emmanuel. La mia gelosia. Mi ero accanito
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come sarebbe andata la mia vita. ¶ Dalla liberazione il
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Iniziai a capire la mia famiglia e il modo
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saluto tra lui e mia madre alla fine, proprio
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ora, perché sapevano che mia madre li avrebbe trattenuti
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entrare Emmanuel in casa mia. La Madonna mi ignorò
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Per Deauville chiesi a mia madre un costume nuovo
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un silenzio prolungato di mia madre. Sul lato passeggero
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capitata una stanza tutta mia. Quell’anno, mi disse
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Emmanuel. E quella della mia Marie. ¶ Papà era un
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scardinava le detonazioni di mia madre e sorvolava sentimenti
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Emmanuel e offerto a mia madre utopie di mobilità
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ore di fila. La mia tartaruga Robespierre aveva vissuto
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abbracciarmi si appoggia alla mia spalla e io sento
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timidezza. ¶ Rimasi accucciato sulla mia sdraio in maglietta e
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Eiffel. Qualcosa aggrovigliava la mia testa, e il mio
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posto i pezzi della mia infanzia? Cominciai la terza
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alle due nature di mia madre: la soddisfazione per
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suoi capelli e la mia gamba destra le lambì
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gamba premere contro la mia intimità. Quando smise mi
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un piacere impiccato. Nella mia vita ero stato sprovveduto
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banco avrebbe deciso la mia adolescenza. Fu così. Dipese
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Ma è un ometto, – mia madre si versò da
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l’autoerotismo sfiatava la mia ansia atavica. Un orgasmo
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bene. Le raccontai della mia vita a Milano e
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Le svelai qualcosa della mia famiglia bislacca, di come
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seducendo il dorso della mia mano sinistra. Facevo prove
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Deauville. ¶ Qualcosa di strano: mia madre che mi prende
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guarda dal crocifisso. La mia camminata fino al confessionale
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collera è anche la mia. Il prete che sorride
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letto e cominciai. La mia prima pulsione sentimentale si
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vischiosa era uscita dalla mia intimità. ¶ Adolescenza ¶ Per qualche
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In tutto questo la mia voce si era fatta
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segnava tracce e la mia invisibilità cominciava a estinguersi
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affacciavo al finestrone della mia classe e lo adocchiavo
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presi a pugni. La mia stagione famigliare era finita
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far colpo anche su mia sorella? ¶ – Perché? ¶ – È uno
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Montmartre, una volta da mia madre: pelosa e buia
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e un pranzo con mia madre ed Emmanuel. Poi
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lui. Tornò con la mia ordinazione e con un
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di dormire uscii dalla mia stanza, Emmanuel guardava la
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I libri spostavano la mia gravità, e attuavano una
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avrebbe portato a una mia tenera umiliazione. Andai a
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che probabilmente soffrivano della mia malattia: il desiderio struggente
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solo nome: Camille. La mia compagna di classe rappresentava
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della confessione, peggio della mia nudità. Camille si mise
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fatto. Io tacqui sulla mia inesperienza e provai inutilmente
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lieve, dava incanto. La mia infatuazione stava virando in
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che diede forma alla mia immaginazione: L’origine du
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non rispondeva nessuno, poi mia madre ha detto di
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Quando Marie vide la mia faccia scura abortì il
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era patrimonio segreto della mia intimità. ¶ Abitava in un
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uno dei sospesi della mia esistenza: mi rivelò che
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aveva visto Emmanuel baciare mia madre a ridosso della
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finale all’altezza della mia inoffensività, invece mi diedi
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seno avrebbe scalfito la mia corteccia cerebrale in eterno
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il Big Bang della mia memoria masturbatoria. ¶ Si rimise
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Non gli raccontai la mia deduzione: il prepuzio che
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Non parlammo più della mia richiesta indecente quel pomeriggio
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Avrei potuto godermi la mia carne solo dopo un
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spasmo mi affidai alla mia attività onirica, sognai Marie
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ammirarlo: il simbolo della mia nuova vita emancipata e
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facevo sorridere con la mia camminata timida e i
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Si presentò a casa mia qualche settimana prima di
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lungo di astensione dalla mia attività onanistica. Il sangue
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Malamud, Buzzati. Preparai la mia seduzione imparandola dai maestri
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una media del 18,8 su 20. Mia madre si commosse, Il
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fou, almeno da parte mia. La farfalla nera possedeva
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a me. ¶ – È una mia amica. ¶ – Marie Lafontaine è
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Anche Lunette è una mia amica. ¶ Mamma scoppiò a
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bagno per contemplare la mia circoncisione. Cercavo l’oracolo
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ero stato devoto alla mia purezza. ¶ A fine turno
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Da poche ore la mia carne era diventata autoimmune
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farfalla nera custodiva la mia illibatezza come una creatura
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dell’imprevedibile. Protesse la mia verginità per giorni in
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Anche a casa la mia ouverture erotica sfociò in
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sua disperazione amplificò la mia gioia: io l’amore
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tamponò le falle della mia vita. Poi quelle colonne
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Era un attacco a mia madre, mais oui, e
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e dovrei andare da mia madre e sai com
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dell’università, a casa mia, sulla poltrona di Monsieur
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Ignoravo il monito di mia madre: Usa le precauzioni
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questa consapevolezza iniziò la mia stagione lumière. ¶ Ogni pomeriggio
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non potevo parlare della mia nuova vita erotica, per
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adottando e chiedeva di mia madre, Perché non la
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sui gusti alimentari della mia pietra preziosa. ¶ – Vi aspetto
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dormito sul divano della mia nuova casa le prime
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nella distanza, trasformando la mia assenza in esempio di
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dipese da quanto la mia fidanzata amò i cappelletti
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tra le donne della mia vita andò oltre anche
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fuoco le dita di mia madre. Madame Marsell la
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aveva detto: Anche la mia mamma è piena di
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l’accompagnò in camera mia e prima di andare
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soffermarsi nel rifugio della mia adolescenza. Lunette curiosò, capì
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da sempre, pizzicò la mia vecchia sciarpa a righe
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fissava la fotografia della mia tartaruga Robespierre, le accarezzai
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qualcosa, e che la mia felicità fosse la sua
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giorno lo feci nella mia cameretta, le chiesi di
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liberare il luogo della mia purezza dalle solitudini e
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le labbra dipinte da mia madre, io perdevo la
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madre, io perdevo la mia infanzia di mansuetudine, di
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che era anche la mia. Imparammo un alfabeto minuzioso
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smottamento che intensificò la mia passione per lei, ci
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portafogli. ¶ E poi nella mia vita c’era mamma
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volta, e sperava nella mia risposta affermativa. ¶ – Oui – la
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guardandola e inscenando nella mia testa suoi tradimenti. Cercavo
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dieci pezzi. Andai dalla mia farfalla che studiava in
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prese una mano della mia fidanzata per tirarsela addosso
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un cenno per tornare mia, glielo negai. Era a
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pugno alla porta della mia cabina, se ne andò
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Avrei voluto chiamarla, la mia Marie, per raccontarle tutto
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il viso sconvolto della mia fidanzata. Le chiesi com
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e le ribadii la mia necessità di sapere. A
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finestrino e sbirciai la mia Parigi che dall’alto
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stufa a carbone, nella mia c’erano la caldaia
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che volevo sentire: ¶ Marie mia, ¶ l’inchiostro che ti
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straordinarietà non si controlla. Mia madre la vide una
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Marie avrei compromesso la mia magia. Magia? Oui, Grand
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verità era che la mia voglia di leggere era
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era la depositaria della mia purezza. Lasciandomi aveva dissolto
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era la responsabile della mia divisione. Avrei fatto riferimento
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a sei settimane dalla mia entrata da Leoni, qualcosa
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qualcosa che veniva dalla mia Parigi, ma che era
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nato, qui stava la mia architettura del sollievo. Minore
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Dopo aver stappato la mia, l’appoggiai a terra
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Mentre gli raccontavo della mia esperienza ai Deux Magots
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Gli dissi di questa mia amica francese che mi
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pronunciò: L’avventura. La mia cecità cadde, di colpo
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nello studio legale. La mia postazione non era cambiata
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sapeva di mio. La mia camera in rue des
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non parlò più della mia intrusione, finché in una
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e gli spiegai la mia situazione, poteva applicare i
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e sapeva che la mia solitudine aveva sempre portato
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nascondiglio: il peso della mia solitudine era massiccio. ¶ – Lo
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invisibilità per alleggerire la mia presenza. Mi sentivo il
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appoggiò la testa sulla mia spalla mentre parlavamo di
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sul ginocchio, e la mia sul suo. Lei la
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viso, la spinsi alla mia bocca e lei rispose
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con certezza che la mia solitudine e ogni possibilità
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Parigi era stata davvero mia? E Lunette? E la
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E la magia, la mia magia, dov’era finita
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tristezza. Ribadii così una mia vocazione, la sessualità come
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che aveva generato la mia febbre d’avvocato, l
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la prendemmo, camminammo nella mia passeggiata meneghina: corso di
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Libero. ¶ La ignorai, la mia prima insubordinazione, ed entrai
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est moi. ¶ Era la mia Marie, ed era qui
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che mi separava dalla mia via, corsi per la
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tua Marie è una mia spia. ¶ La mamma ¶ L
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Le stesse tracce della mia solitudine. Lo fai per
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solitudine. Lo fai per mia madre, Marie? Lo faccio
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mi giurò che la mia Milano l’aveva sollevata
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alla fine era stata mia. ¶ Quando mi svegliai lei
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perché il treno della mia ospite sarebbe partito alle
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si fosse arresa alla mia pigrizia. – Promets-moi. ¶ – Je
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E quella era la mia terza promessa da onorare
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mano di Frida dalla mia, infastidito, lei rimase sospesa
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italiani, Merci de tout mia Marie. Parigi era tornata
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era post abbandonica, la mia corazza cominciava a sgretolarsi
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all’appuntamento a casa mia con la sua Uno
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chiamai Lunette. ¶ Ritrovai la mia negritudine, me lo accarezzava
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la godetti così, la mia Lunette, sfocata, finché crollai
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fame? Ho ribattezzato la mia carne con incontri senza
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sua giovinezza. ¶ E della mia. ¶ Mangiai con l’escamotage
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cuore, meno affiorava la mia nuova insolenza. Le reazioni
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del femminile variavano: a mia domanda esplicita seguivano spesso
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a due settimane dalla mia partenza per Parigi. Le
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l’avrei fatto per mia madre: avrei chiesto il
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L’ultima parola fu mia, – Infatti lui era poligamo
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dopo, poco prima della mia partenza parigina. Anna gli
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doveva tornare in università. ¶ Mia madre era invecchiata, più
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aspettava. ¶ Gli raccontai della mia carneficina milanese, tralasciando gli
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Secondo Antoine aveva ragione mia madre: ero più bello
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porco, Grand. ¶ – Sei la mia migliore amica, Marie. ¶ Tacque
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afflosciai sul letto della mia adolescenza. Dalla porta socchiusa
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Le domandai se la mia telefonata l’avesse infastidita
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resisteva, almeno da parte mia. C’era ancora la
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automatici, le rivelai la mia crisi di lettore e
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di lettore e la mia bulimia cinematografica. Anche lei
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la battaglia degli affetti, mia madre me la restituiva
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la tenni lì, la mia mamma, e capii che
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solo per guardare la mia amante scaduta, incorniciata dal
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nella Olivetti. Scrissi la mia prima lettera di dimissioni
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dicevo au revoir alla mia vecchia Parigi e buongiorno
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Parigi e buongiorno alla mia nuova Milano fatta di
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ligio, sempre educato. La mia fisionomia mi aiutava grazie
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ufficio 34. Almeno fino alla mia iscrizione di settembre. ¶ Dopo
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e poco convinto della mia scelta. Emmanuel scoppiava di
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poi c’era la mia Marie: le scrivevo che
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raccontò che dopo la mia toccata e fuga a
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della chiesa. Ricordo la mia incredulità e i suoi
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ascoltare i gemiti della mia amante e le disperazioni
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in piedi, guardavo la mia amante risentita e la
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amante risentita e la mia carne fredda, fissai il
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i confini fragili della mia famiglia. Finché le svelai
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che aveva avuto sulla mia psiche, il fatto che
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avevo girato intorno a mia madre e al suo
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per gran parte della mia giovinezza. ¶ – E i pompini
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nel territorio proibito. ¶ Nella mia prima lezione al Centro
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parole, “per smarrimento”. La mia era una scelta giusta
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petrolifero e che la mia scrivania era rimasta vuota
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lasciarle il fondo della mia se avesse risposto a
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cambiarono la rotta della mia esistenza, e di tutte
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erano rinforzate e la mia insufficienza toracica veniva mitigata
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Ci vedevamo a casa mia e nel suo ufficio
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della giovinezza e della mia presunta maturità. Le dissi
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Tuo padre, anche, Libero. Mia madre, anche. ¶ Detestavo uno
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come la nostra, la mia e di Mario, di
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settembre che digerì la mia irresolutezza e la tramutò
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l’episodio telefonico di mia madre e di come
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tempo di sapere che mia madre stava male da
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dei piccoli hotel della mia via, e salii in
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Marsell. Le spiegai che mia madre detestava sentirsi fragile
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esistenziali, il cuore della mia formazione. Le avevo fatto
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le avevo detto di mia madre e che sarebbe
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dalle ferie settembrine. La mia Marie, più stanca dell
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che aveva stipato nella mia testa. Pour les Américains
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l’idea di vedere mia madre la tormentava. ¶ – Troviamo
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voler sapere tutto della mia vita a Milano. Si
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Allora credi nel destino, mia cara? ¶ Emmanuel sorrise, la
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portata e l’altra mia madre avrebbe scomodato le
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chiesto anche io a mia madre di predirmi la
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di più a casa mia. ¶ Delle previsioni che fece
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Text Icon realizzai la mia perentorietà non predetta: vinsi
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anni. La vigilia della mia prima lezione passai all
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nessuna cravatta. Iniziai la mia carriera di professore con
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al Centro rilanciò la mia stima per Anna. Vederla
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alla sua impertinenza, alla mia testardaggine e al big
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aveva detto che lui, mia madre, l’amava. Monsieur
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chiuso il cerchio della mia maturità quando un’altra
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me c’era la mia, di Anna. Aveva questo
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e per capire la mia gioventù solitaria. Solo adesso
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affinché Anna fosse la mia libertà, lo pensai mentre
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l’unico cero della mia esistenza, pour papa. Anche
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delle costellazioni. ¶ Anna diventò mia moglie in bianco, nessun
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Gioventù comunista. ¶ L’altra mia testimone fu Marie. Mademoiselle
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del Centro, dissi a mia moglie che diventare padre
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figli al Parini, la mia apprensione per loro quadruplicò
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che avevano protetto la mia esistenza. Proiettavo film in
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di Scola, forse la mia pellicola del cuore. Diedi
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di ringraziarli da parte mia per avere scoperchiato la
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per avere scoperchiato la mia parte più intima. Mamma
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da morto: le dice “Mia madre è un pesce
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acquistava aveva pensato alla mia intimità scoperchiata e le
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Li passai a contemplare mia moglie. La gravidanza le
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un attimo, rivedevo la mia lussuria nelle carni avute
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accerchiava il sentimento per mia moglie e finiva in
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al giorno che riguardasse mia madre. Dissi che non
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e gli raccontai della mia paura di rovistarmi dentro
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trovato il fantasma di mia madre e quello di
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consapevole che tutta la mia esistenza trovava un senso
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lessi le parole della mia libertà e mi accorsi
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un’intera storia, la mia e di Monsieur Marsell
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Era mio figlio. La mia prima persona plurale. Lo
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in cui seppi che mia madre era morta andai
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mattina di gennaio la mia John McEnroe prese il
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di nascosto scoperto in mia madre era la dignità
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i cappelletti lasciati da mia madre. Li fissai, in